UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

COPIALETTERE Caro Valsecchi, un discorso sulla morale, esplicito o ùnplicilo, iion è cosa nuova tra noi. Ne son testimonio que– ste nostre lettere di oggi, le quali continuano le discussioni che ,m tempo comi11ciava1110 tra i tavoli del « Pesce d'oro» e s,,l piombo dei t.ipografi, per co11c/11derle, 1111 po' alla diavola, dove ci portavano i nostri passi: Ira le colonne di 1111, ridallo o cli ,ma pia::::a, o sui lungomare della riviera. Ma parlare della morale sen::a fare riferimento ad ,ma religione, secondo gli w1i 1 ad wza idea, se– roudo altri, mi vien da taluno paragonalo al tenta– tivo di premei/ere le applicaào11i alla form11la::io11e dei pri11cipi. Effettivamente il pericolo di cadere in q11alcheforma di materialismo opp11renella fred– da categoricità kantiana c'è. Ogni volta che 111,i ritrovo con Brrmo F* e gli sento ripetere che la sola cosa verame,ite importante è l' « esser co– scienti dell'esperien::a che si fa, senza preoccupa– zione di scelta tra le vm·ie esperien::e possibili», mi Yicon:vinco di quan,lo sia grande questo pericolo. Ma io temo a11cordi più l'affermarsi di 1111 formalismo vuoto, sen:'anipia, sen::a coerenza: fobbedienza 67

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