UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944

suo lavoro verso il romanzo, l'attiva testimo– nianza della sua volontà: uno scrittore, che è così dichiaratamente consapevole della necessità <lei sentimenti nella prosa, rivela subito le pro– prie ambizioni: « L'uomo si forma e si plasma soltanto attraverso la continua scoperta dei sen– timenti, traendo via via da questi una vera cre– scita morale, i valori positivi del suo carattere, della sua dignità; e la più invidiabile e segreta esperienza è proprio costituita da tali scoperte ». In questi momenti acuti per la storia dell'uomo, e quindi della letteratura, non cadono inutili certi intimi discorsi che avvertono il rischio del fallimento e della delusione letterari nei com– promessi di un'educazione senza responsabilità (intendiamo gli esami intimi di chi alla lette– ratura dà una propria quotidiana fatica, non le solite accuse, quella inesistente interrogazione della vita alla letteratura, che voci marginali, non sempre intenzionate all'onestà e all'obietti– vità, - sono pronte a riproporre e ripropongono con fastidio): non si tratta in queste occasioni di imbastire docili e frettolose teorie, tiepide giustificazioni, occorre esa1ninare se stessi, sot– toponendosi con i propri difetti e il proprio lavoro al giudizio degli altri o arrivando ad osare il giudizio con la propria voce in un de– siderio più vivo di severità e di fiducia, in un'at– tività aperta alle proprie direzioni. Dice Ema– nuelli: cc Quanto scrivo oggi non è soltanto una confessione fatta a me medesimo. Nelle mie pa– role è implicita l'aspirazione ad una qualche 73

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