UOMO - Anno II - n. 2 - aprile 1944

12 in dubbio. Così che, se tanto lo scetticismo quanto il dogmatismo 11011 possono sottoporsi alla critica senza alterarsi sostanzialmente, possiamo dire che il problema della conoscenza abbia soltanto una so– luzione, o delle soluzioni, critiche. La soluzione critica fondamentale del problema della conoscenza è pur sempre quella che stabilisce una specie di compromesso fra il razionalismo, che è sempre dogmatico, e l'empirismo 1 che tende ine– vitabilmente allo scetticismo. La conoscenza, per la filosofia critica, è sempre giudizio; e l'elemento formale del giudizio è of– ferto dall'intelletto, mentre l'elemento materiale (o il contenuto del giudizio stesso) è offerto dall'espe– rienza; ma, come la forma non è una nozione in– nata, che possa prescindere dall'esperienza, ma anzi è valida solo in quanto è applicata all'esperienza, così l'esperienza non può esser nulla di organico, e, a rigore, non può essere neppure esperienza, se non riceve ordine e legge dalla forma intellettiva. Insomma, la gnoseologia critica è contenuta essen– zialmente nella famosa formula kantiana: i principi intellettivi senza le intuizioni sensibili sono vuoti: le intuizioni sensibili, senza i principi intellettivi, sono cieche. Ora, è facile vedere, specialmente ai nostri tem– pi, con l'aiuto della scienza del poi, quanto c'è, non dico di erroneo, ma di vago e di insufficiente in questa dottrina della conoscenza. Se il problema della conoscenza fosse l'unico problema della filo– sofia, questa dottrina sarebbe perfetta, non le man– cherebbe proprio nulla. Essa costituirebbe, in so-

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