UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

32 qui sì, libcrarncntc muoversi, perchè è il suo stesso mondo. Occuparsi e preoccuparsi delle armonie este– tiche in quanto senza di esse, è vero, non esiste espressione d'arte sta bene, ma non escludere le proprie ragioni umane perchè ciò allora com– porterebbe, di conseguenza, l'impossibilità a creare quel mondo per mezzo del quale l'ar– tista si manifesta ed entra in comunione con gli altri uomini. E non è possibile pensare che, oggi, le ragioni umane di un artista siano sol– tanto ragioni estetiche: se ciò fosse, sarebbe un'assurda sopravvivenza di n1entalità barocca e decadente. Infine l'arte, appunto perchè crea– trice cli bellezza, è conoscenza dell'essenziale, è « vista dell'anima», è ((esprit de finesse », è <( metafisica figurata»; e l'artista - che ab– biamo giù visto essere l'uomo nella sua pitt sensibile espressione - vive infine ciel suo tem– po e come tutti gli altri uomini ne subisce gli influssi e le reazioni, manifesta le sue proteste e i suoi assensi o ne indica, nelle pi,1 alte espres– sioni ciel genio, il nuovo ideale. li fine dell'arte è la bellezza; ma la morale sta al suo principio in quanto essa sta nell'uo- 1110, in cui l'arte ha la sua radice: e ne r1111ane influenzata. È qui dove avviene il punto cli

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