UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

26 CANE DI COCCIO Sonnolento t'acquatti e non rispondi al dito che ti ceree.lungo il filo della schiena o alla piega dell'orecchio umida sotto. Giusto è il tuo silenzio, nè rantolo può alzare il lungo muso aguzzo, nè la zampa scocca pronte;, al fiero balzo. Immoto, sei di creta. Anzi crudele piaia fende il coccio rabberciato, e una lacrima ingromma collosa il caldo ventre che non ansa. Mio cc.ne caparbio, s'io ti scorgo mi assicura la tua fidata guardia. AGOSTINO BIGNARDI

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