UOMO - Anno II - n. 1 - gennaio 1944

che può suscitar l'attributo di cc astratto», e sia), cioè, riprendendo il discorso, una libera– zione delle forme architettoniche verso una loro consistenza in un gioco e valore di volumi e di plastiche estranei alle funzioni in misure umane di portici, portali, balconi e finestre etc. ma collegati a valori e ad equilibri discendenti da altre ragioni, essenzialmente plastiche (o ma– tematiche?), ragioni in ogni modo dell'arte e non della consuetudine umana. L'architettura - indicava cioè Sinisgalli - finalmente riconosce a se stessa (o crea, o isti– tuisce) dei valori autonomi, indipendenti dalle misure dell'uomo; essa è finalmente da giudi– car e< disabitata » come un enorme « oggetto d'arte», e i suoi valori - quelli appunto cui Sinisgalli s'era appellato per portare il suo di– scorso sulle arti grafiche (moderne) - non sono senza parentele nè con i valori istituiti, in volume, per un cubismo plastico (e qui vien da notare come quest'attributo, cubismo, es– senzialmente volumetrico abbia meglio appar– tenuto ad un'arte su due dimensioni, la pittura, piuttosto che a quelle su tre, la scultura e l'ar– chitettura: era, in fondo, il cubismo, una eva– sione dalia pittura, una illegittimità della pit– tura) nè - riprendendo il discorso - con quelli istituiti, in superficie, per l'arte (mo– derna) della impaginazione con i suoi arcani 19

RkJQdWJsaXNoZXIy