UOMO - Anno I - n. 1 - novembre 1943

Turbalo è forse una parola troppo forte; voglio dire che ha mosso le acque; e non tanto per fo conclusione che ho sentilo venire innanzi con un disegno preciso e serralo, come un tiro di schioppo che spacchi il centro, quanto proprio per la fermezza del suo tono, per la perentorietà della sua voce, che lì si alza chiara e categorica, come un responso. Ed io glie la invidio; perchè, per quanti sforzi faccia, ancora trova in me mille inloppi, feroci ostacoli. Per lei, si sente, non c'è dubbio, non è mai esistilo; per me, invece, è ancora un duro accanirmi, come un asse– dialore fuori le mura. Non si tratta di una conversione, lei mi intenda; semmai di un ritorno più fidente. È l'avventura di un viaggio nel deserto del raziocinio, che si prolunga ormai oltre le previsioni, e l'oasi è sempre lontana, sul limite di un orizzonte che vieppiù si allarga e quindi si ritrae. È forse solo questione di volontà, perchè il viaggio cessi. Anzi è senz'altro così e rileggo Miguel de Molinos, con un'impressione di pungolo affocalo tra le scapole: « Molti cercano Dio e non lo < trovano perchè li trae più la curiosità che « la sincera, pura e nella intenzione». 69

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