Unità proletaria - anno III - n. 19-20 - 4 novembre 1974

4 Novembre 1974 UNITA' PROLETARIA -------------------------~ 7 9 OTTOBRE 1964 - 9 OTTOBRE 1974 Dieciannifamoriva Torinoil compagnRoanieroPanzieri oggiloricordiamfoacendonostral'ereditàchecihalasciato In uno degli ultimi numeri di • Unita proletaria • e stata pubblicata la seguente citazione tratta dal Manifesto del partito comunista di Marx e di Engels: • le concezioni teoriche del comunismo non si ba~ sano (in nessun caso) su idee. su principi inventati o scoperti da questo o da quel riformatore del mondo. Esse esprimono soltanto in ter• mini generali le condizioni reali di una lotta di classe che esiste, di un movimento storico che si svolge sotto i nostri occhi•· E', questo, - si può dire - un principio basilare per un socialismo che come quello propugnato da Marx e da Engels voglia definirsi scientifico. Ma sovente la realta che si svolge sotto i nostri occhi. nella fabbrica e nella società. è schermata dalle ideologie che possono adombrarla. oscurarla. mistificarla. E la ,ealtà stessa può risultarne in• quinata: la classe operaia che in questa fase sto,ica ne è la p,otagonista, il soggetto principale, rivoluzionario. puo soggiacere a quelle i• deologie, non riconosc.ersi come forza - la più importante e decisiva se non l'unica - di liberazione e di emancipazione. In uno degli Interventi del compagno Raniero Panzieri, fra quelli che ho qui scelto per rieordare la sua militanza, viene ripreso un giudi• zio politico di Lenin che mi pare pertinente: dentro il movimento spontaneo della classe operaia, se non c·è l'incontro con il socialismo come fatto volontario, cosciente e scientifico, c·è l'ideologia dell'avversa· rio di cla.sse. E poco impor.a che lo strumento di diffusione di questa ideologia sia. come il più delle volte è accaduto e accade nella storia del movimento operaio mondiale, un partito che si autodefini1;ce socia• lista o comunista rivoluzionario. Fu la crisi del movimento operaio italiano negli anni 'SO (di cui Quella sindacale, Fiat in testa, fu il segnale macroscopico) 1 che soprattutto spinse il compagno Raniero Panzieri a guardare marxisticamente. lenlnisticamente la realtà per cogliere e rendere evidenti gli aspetti nuovi del capitalismo. al di là ormai della ricostruzione nazionale, nella condizione stessa degli operai delle fabbriche più moderne, dopo averne vissuto direttamente da protagonista taluni effetti nella stTozzatura principale. nel Mezzogiorno, nella • questione agraria• gui• dando le lotte del contadini siciliani. La • lezione • del compagno Raniero Panzieri (al di là del valore del singoli contributi. delle verità consolidatesi dopo la sua morte, dei limiti e degli errori in cui può essere incappato nel prevedere un decorso più rapido e agevole della razionalizzazione capitalistica (cui ha fatto ostacolo proprio la classe operaia con le sue lotte). consiste proprio in questo: nell'aver sgombrato in se stesso e nella sua azlone militante la visuale socialista dai vecchi e n:Jovi • vizi • dei partiti Italiani: dal riformismo, dal massimalismo. daJ dogmatismo nella dura versione staliniana. Ed egli lo fece riappropriandosi interamente la teoria marxistaleninista. cioè l'occhio comunista, rivoluzionario per vedere. esaminar·e, vivisezionare lo stato storico dei rapporti di produzione e dei rapporti sociali; e poi agendo per sopperire aJla necessità più urgente, quella di riportare la politica in fabbcica. nello centralj~ operaia, cogliendone I segnJ prem,at,iri, il più cktlle vaJt. slgt11Jlcatlvamente spontanei. nei NJcJei opeNJ .di .avanguardia. ....., ..__ Il neocapitalismo era una realtà in svolgimento, ma il fatto di coglierne e misurarne le conseguenze in primo luogo sulla classe ope-- raia e poi sulla società permise di dare sviluppo alrazione operaia se-- condo una contraddizione almeno parzialmente antagonista. Non c'è al• cun dubbio che il compagno Raniero Panzieri e i compagni a lui di volta in volta vicini dettero un con tributo notevole. soprattutto per la formazione di nuovi quadri, nel mettere a fuoco in termini reali di sfruttamento e di alienazione umana que Ila contr,ddiz.ione. Ed è del pari vero che la prospettiva consiliare ed egualitaria. che oggi scuote e anima il movimento operaio. è nella linea della previsione strategica che Panzieri e i suoi compagni ave vano colto prima come riflessione teorica e poi come intervento nell' az.ione operaia. Si può dire che il meglio di quel lavoro non è andato perduto se si pensa a quanto è acacduto nel movi-nento operaio italiano - e non solo italiano - dal 1968 a oggi. e se si considerano i tuttora vivi elemen. ti po·tenziali di una scoperta sempre più radicale della classe operaia di se stessa, che hanno trovato nell'autonoma espressione consilia• re, laddove autonoma è veramente. una feconda potenzialità rivoluzionaria4 Il più resta da fare sia per una unità non rifomlista fra operai e tecnici che per Panzieri era la materializzazione di un blocco storico giunto a progressiva maturazione nella realtà; e sia per una unità consolidata Ira gli operai del Nord. del Centro e del Sud e i conta• dini. i braccianti. i disoccupati, i lavoratori precari. i giovani alla vana ricerca di un primo imoiego e i pensionati soprattutto del Sud ma presenti in ogni parte d·ttalia. Noi. in questo lavoro. possiamo e dobbiamo far nostra l'eredità del pensiero e del metodo di azione, l'esemplarità d·impegno intellettuale e di militanza politica del compagno Raniero Panzieri. Perché non possiamo non rkonoscere una delle nostre matrici e ragione d·essere negli scritti che qui si ripubblic.anoin piccola ma significativa antologia e non misurarne la lungimiranza. Far nostra questa eredità. significa far tesoro del socialismo scientifico. cosi come Marx ed Engels hanno Insegnato. LUCIANO DELLA MEA ···················································· ............................ Sull'uso capitalistico delle macchine nel neo-capitalismo • Le "nuove"' nYendicazioni operate. che c.aratte,tu:.,,o le lotte sindacali (_) non recano knmed~tamer1te un contenuto pol,tko rivoluzionario l"!e MnpUeano uno SYiluppo autometko nello stesso MMO. TlltttYaa. il loro sJ~·11fk;ato non puo neppure essent lim.itato a w, valore dii "adeguHlenlO .. ari moderai proCHsl tec:nofo,g,cie ~vi netla tabbrica moderna. p,~ posto di una ~sis-tem&zione.. dei rapporti di lavoro in gener-M a ptù alto livello. Eue contengono ~le lndieationi di sviluppo, che rigua,dano la lotta oper• net suo inSleme e ~ suo valo.-e politko. TWi 1ndte&Zioninon scaturiKono pero sempUcernente et.la rilevaz.ione e dalla •·sonvna- dì quelJ.e rivendìcazionl. per quanto diveue e più "'avanzate" es.se possano apparire rispetto agli obletn...-i trad,uonaU. Contratt:aZJOne dei tempf e ritmi di I• v0t0, degli o"')IIIUC1. del rapporto sal.a,io-produtt:ìvfti, ecc .. tendono ~tea,ente I contrastare il caph:.ale a111ntemo stesso del meccanismo di eccumu,l,azlone e a livello dei suo4 .. fattori di stabdlzz:azione ". Il fatto che esse a"tanzfno con le lotte del nuc~ ope,aJ nelle aziende ptu forti e I più alto svlluppo à la eonferma del loro valore dì avanguardia. dì rottura. li tentativo di strumentaJinarie ai fini cl una lo:ta generale sempUcemente satariaJ.e à so4tatito illusoriamente la neerca di una n4JOYI., ptù vas-ta uniti det1•aztonedi classe: su questa linee si realluereobe In pratica predsamente ciò che si dk:hiara dì voler eY1tare. ossia bi ncaduta in situazioni di ehiuSW"liazfeodalistica necessariamente ';,";:J,'::,~ ~ 1!~'::rn:a1~ ~t~~~~~~e~ vaJida lpotesl-guida à nef rattonarnento e ,-la Hpen.Skine della esigenz.a gestionale. Poiche l"esigenn gestionale si pone non come ffi9enza meramente di partecipazione "eonoscltlv1" ma investe 1J rapporto concreto razionaJtZZ&Zione-genrchia-poter-e. e.ss.a non si chiude nell'ambito dell'azienda. si mol,ie p,,clsamenta cont10 Il •dispotismo• che U cap1mle pt'OietU ed e.serctta St1111nter1 ~ cietli ~ sistema 1ttrav11tt"So una pres,a di coscienza globale • ~ na lotta generale della classe operala in quanto tale. Noi riteniamo che. praticamente e immediltlmeffte. questi linea possa esprimersi nella rivenc:Ucazione de:I eontrolJo operaio. Tuttavia. qualche ehiarlmento è qui necessario. la fonnula def con~lo Of)etaio può oggi essere gludica'tl equivoca. assi• milabite a una impostazione ··centrista"', di' a«.noezione o di concil.azione delle es~en.re rivoluzionar-te proposte dalle lotte con la traclzionaJe linee nL.;on.1-partamefttare-democratica: in verità non mancano accenni a ~ utiHzzaz.lonedefili fonnula In -quato--....,.o. V~lleitaria e ambigua è. -pe,- e,empto.-t'indìcuio-- ne ~ c:antrol+d opet'aid quando .sf intende con essa Je eontino&z:fooeo la l"t;>resa"""deitacoocetione e della uperien.u de4 Consigli òi gestione. Nel mo...-imentodei Consigli di gestJone. una esigenza aut~hca di controfk, operalo veniva subordl.l'llta - fino all'annullamento - afl"elemento "coUaboraz:ionistioo' I• gato alle kleologie dena ricostruzteoe nazionale e I W\I irnpos-a. rione strumentale del mc:wimeato reale mp,etto al piano i~ nonlJ~ettof-a.le. LI stessa ambiguità è rHevabile quando una line.a e& controlk, operaio viene proposta come alternativa "tollerabile". come ·correzione' aU"estJ"emismo della prospettiva deU'autogestione 0pef"lla. Ora. e evidente che una formulazione non mist:ifìcata del controllo opera;o ha senso softanto m rapporto • un obiettivo di rottura rivoha.ionar~ e I una prospettiva di autogestione sociaUsta. In ~sto quadro, H controllo operalo esprime Ml necessità di c~mare il "salto·• attualmente esistente In le stesse rivenclleazioni operaie più avanzate a livello Sfflda.. cale e la p,ospettiva strategica. Rappresen::.adunque, o meglio pu6 rappffse.nta.re. in una versione non mistificata una linea p>- litica immecliat:a alternativa I c;ue,le proposte attuMmente dal partiti di classe. E. evidente che qui La linea del controllo operaio è prc>$pettr.a come fattore di acce,eranone del tempi deUa lotta generM dì classe: strumento politico per realinare tempi ··rarnet- ,..ti .. pe-r rotture rivoluzionarie. Ben lungi dal potent rappresentate come ··surrogato" della conquista del potere politico, il conrrollo operaio costituirebbe una fase dì massima pre:uk,ne sul potere capitalistico (In quanto minaccia espUci::.amentepor• tata aUe radici de4 sistema). Il controllo operaio. dunque, deve essere visto come preparazione di situazioni dJ "dualismo di pot-ere'" in rapporto alla conquista politica totale. E 'inutile lnsistere sui motivi che portano • propone il controllo operaio come propor.a poUtica generaJe e attuale. Cib che veremente importa è che la polemica contro le formu{e non s~ u.n alibi per sfuggir-e al prob!ema politico generale imposto dalle lotte operaie. e che concretamente si lavort a ricostruire. sulla base <I queste lotte. tl"\I prospectva politica nuova che ganntisca dallo scadimento "sindacale·· dell.azlone operaia e dal suo riassorbimento neho sviluppo capitalistico •. Oa • Sull'uso capitalistico delle macchine net neo-capitalismo• In • OuadernJ rossi • n. 1 del 30 settembre 1961. pagg. 70-72. . . ;. ................................................................................ Capitalismo contemporaneo e controllo operaio .Vcondo ()pen,o ha convocato questa riunione ~ ul\ tema cosi profondamente ,mpeg:ut VO COO scopi prattei e 1,tnitatt. neff !(ltento cioè di prec1S-ai'eIl campo de la ncerca di dliar.me I metodi. di propc)rn lnfi !"le_•!"ldeg n Ctf'COscr tte e approfond,te. ne e ~1, sia e:e--nento euen.z·a·e la d1rena pe.rtecipaz10'\I d! or. gan.?UDOnl di ~ ~ Part)o to. Al d, qua d, un cont.:,uatlvo esercizio d1 l'Uionoma md• g:ne sc!endk.J sul dat1 e sugl" ob1en~ de1t·az one con la partecipazrone detta classe o. pe"'81a. la posiz600epot1t1ca del PSI - la -... aap1razjone ad un, urta anual1ti utHrlna e r voh.tuonana resta una \le.- le,ù - può anche convert1rst In una poaiz,ona puramente neg1t,v1 e rltardatnce dei 1 lotta Il contributo che pu6 ,,,. e.are Mondo Operaio ad un tale p,tano d11avoto à forz.at• mente assaJ modesto. ha il va. lore MtnPhcamence d. una lnd~ dJ un riehlamo rivolto al Paruto ~ suo i!'ls•• me. al suoi 01"9anisml d1r,oenU in primo ktogo. Il problema deHo studoo cntico delle forme ne11equali o. pen attualmente. ti capital;smo sl à pre.senato ormai da qualche anno nel noe:M> Paese con una straordinaria urgenza. ha assunto raspeno di que. stione capitale per H ··che f• re?" del nostro movi-neoto ~ pera.x>. In ques!O prob:ema sano aemb,..te concentrarsi e prendere forma concreta e pregna11te :e .nsuf'icienze. le lacune le cri stai hrzaz10nl ,deo. logiche del:a no5tnl azione - 1 • d:stacco dalla reaJtà che si è reso manifesto soprattutto dal 1953 e che ha dato poì luogo a una ctist dJ prospettive IIIUSOne e falsamente nuove: più dl una vo.ta 1: richiamo aiia c'iS, del movimento d· massa e sopranuno d91 ,noo.,,mentos;~daca:a è HNlto d, .CJ.!USt.ncaz.one•Pf'r propor. re so:uz,oru mH"IC~,stJChe e di veruu (t.wuf1catione soci~ lista. neo-riformismo st1taie. ecc.), ciò che rappresentava eV:dentemente non :a ncerca di Wl ,medio st..no. ma. per cosi d,re. una ·n,ga ,n avanti'. h questa situazione si so. no troppo .:,pesso sma!TftJ anche gfi elernenti cha negli anrw p,ecedentJ ne!"a:z,one di ciasse avevano awto autentico ca ore di concretez:z.a.di at• tegg,amento cr,tJCO, dt superamento H<IO de e po!,uoni • strane t.ptci"le de! nostro no- \/ mento <>P8"1o. m•sstm&h- '"'° e ntcnn smo. Questo ~ .. fenmen:o non ha. a,,.,,,,.am8f'l:e valoot di • g1us11ficaz,och&m•o - s a'1Llde a:t;, a pos z,0111 !a eu ,ahcl.tà à ne.l"esse.-e s:a!e posiz,om di lena &/\Che asp,.. che ogg! ~ necessario riconoscere e r.eostnure m tutt. 1 aOOf tran• vafi. Pos1z10!'\e di lotta 11 • ntemo del!'• z one operaia à stata hn dli t945 quella che ~ora!"ld. chiamava la pro.pettiva dt una 1zone rtvoluz1onana ·a111.1terno dei s1stema: positione d 'ot. ti t stato Il rd, amo ad ui," azione di classe ehe s ·•n• .stasse entro le strumsre • stes-- se capita ist+che. posirtone di lotta t st.a:1 :a concezione delle nforme come momenti di un ·piano· organleo di azione dei e fonne !avoratliei per I" knerve.nto ne.la produzione StJ scala azienda.e settonate e generale: pos,z.ane dj htu. infl'le. s1gn1fic.at.v1 ai pjù a:to grado è stata :a rrvend.ieauone del Coos,g!i dl gestJone. non neU"a.spetto di asuaru integraz:one costituz.ionale ma come nuovi stn.wnenti d1 conqu:sta di pote<e. af lival:o dei. la realtà strutturale, da parte de: a clas.se operaja. In effetti. lo studio rlnnov>- vato su!la reaità del nostro capttahsmo nel quadro delle forme del capitalismo coot~ poraneo in generale. ha senza dubbio già operato in senso favorevoie ne.lJ s.tuazione p6, .tlca e sindacale deiia sin;. stra. E Mtavia. gran parte de'.ie sue applicazioni ~ rimasta sottaciuta e grand·ssimi o.stac'Oli s • sono op,posu ad 1.1M sua efficacia. I dubbt :e riserve. le resistenze derf\'an. ti dai vecchi pers.stenh schem,!,srru e accresciuti dai;e equivoche ,ns,nuazi.ooirffomùstiche (pe, :e quah comprensiOne: dei nec,.çar1ta;ismo non ha s g!"l15catodi ,.presa nvo. h.aionaria ma. al"tCOrauna -v°"- ta. d1 inser.me.nto nel s1Jt&- ma}. sono ruu·a:tro che superat, svi piano sindacale e su quelk> poLt.c:o: coofigur-. no. d.remmo. "81 nostro Paese un aspetto dee· SJVO della lot• ta pet 11 r.nnovo dei modi di az.one e d; organtZ2&Zionedei mov,mento operaio. Alcum dati del problema possono onna • certamen:e. consldeta'"Sl acqu,s,t1. soprattutto al l,"e !o deit·allone s ~e: ie modi~oni impos:e da!:e ru:>ve tecniche di orgar.;zuzione del lavoro et modl della contranaz1one a lrve'?o IZ.lenda!e l)mpulso che !"az,one opet"a;a sindacare e pohtiel. de-.e dare per 11 ln!r'Odw1one de e nuove tecntehe e l"aumen:o de.la produtt1...t.à. ecc. Non c·e dubbio. d·attra parte. che 1n rrw>lt1 çuJ l"applieaz,o. ne di questa tematica targ• me'tte fatta propria da: la C.G. I.L. à prtihcamente osraco:. te - e U p"imo ostac0lo t ne!la sopravvrvenz.a di strvtture organ:zut.ve del sindacato ir,o.,ecctuate e inadeguate. add.nttun contrastanti con I nuo- ~cac:r"~~~~!,~s~::eoo ,..:~ sto campo di prob!eml resta ancon da approfondire (e non si vuo:e con ciò 1nvStare ad ~ na r.cerca astratta, di laboratorio. ma operando aJl1ntemo dell"azk>ne ope~•J: ln pòmo luogo. cl sembra sono le questioni che riguanfano la fo,. m&.zJonee l'organinaz.ione della rappresentanza operaia e il legame degli operai e dei tecnici; sut p,ano economico generale. sono I prob!eml de:la eoeslstenza del!a forme più a. va.nute di capitaHsmo con Je strutture più arretrate. non ~ lo della nostra agrlco'.tura. ma della nostra ste"8 Industria (proprio. anzi. nel punU-ch!a- ..,e). cos;ccht non mutano so. stenzia!mente le strozzature p,1nclpaU della noetn st,um,. ra e gfl obiettM fondamenta:11 dell'azlone rtvohmonaria per rimuoverle sono I prot,lemJ del c:onvergere defla manovra monopollstic1 e dell'azione si. tale, sotto l'etichetta davvero derisoria dello Stato-prow;denu o add1r1ttuTadel1o Stato di benessere. Ma !"elemento veramente cenu-aht della smJazione •~ bra a noi sia coshtulto d~la parttco!are eomb,na:zione che ope<a. pe, la pecullar1tà della struttura economica e politica Italiana. delle nuove forme di estraneazJone del lavoratori dal potere economico e politico determinato daJ nuovi mod1 capita'ist·cl con le vecd1\e forme delta miseria e della di. soccupazione d1 massa. Soltanto con la p!O energka ripresa del mov1.-nentooperalo dal basso e tn forme dt totale democrazia. soltanto con la plù viva tensione per ri~e permanentemente I dati della realtà si potrà Cl!)OVO!geu,en processo di erosiOne e dJ fnn. turnazione delle fone popo:ari Jn un procea.so non ceno di accumulazione riformista. m, dl slancio schiettamente rivotuzi<> narlo. Perciò not credlamo che la proposta di porre il tema del controllo operalo (non cer• to del controllo •democratico• dall'a!to, sla pure del Parlamentot) aJ centro dell'a:zlone del PSI vada conslderata come u--. gente r1eh:esta della rmtra situazione. della nostra r1cerca della via al sociali.smo. non come la ripetiz..one meccaniea dJ una prob'.ematica lontana. la co&ide:ua che su questo tema si verifica con la s:ruazione de! movimento operaio :'"I a!tri Paesi e ,n a.ltre cond;z;oru deve essere riportata a eorre!aùooi storiche. incfuette - e aono questo aspetto d1 tanto magg·or valore•. 01 • Capitalismo con1empora,neo e contr~H) operalo • In • Mondo Operaio• n. 12. d~ cembre 1957. p,avg. 10.11. Per un uso socialista dell'inchiesta • operaia • lo direi che .il metodo de~ q .. Jt frche la via per pot· llnch!esta (opera~) è un ri- ta•c c;•Jts1a consapevolezza 1 fenmen:o politico pennaneme g,.j, piv a,t1: da questo punper noi. a parte che si de,e t:> d, v sta c·e una eont1nu:a poi esprimere In Wl fatto spe- be, pecisa rra Il momen10 ciflCO. In questa o quella Jn- d, ro~se.r·.aziooe sociologica eh es:a: es.so s;gmfiea il n- cordt'rlt~ con cr :ed seri e r~ fiuto dt tra..re da J"anal.SJèel gorcs t: raz one poi t.c.a: r trvello del capitale I anal1s~del lr:,cagne,: soctotogk.a e una J, eUo della classe opera a. spcc e UI mec a.z ooe. se s Stgn1f,c.a, 11n sostanza. che fa a meno delia quale s, •11vog ,amo ripetere la prooosl- sch a d, çadere in u:u , s <>- zione dt Lenin che il movl- ne o pess m st,c:a o ort,m s:.- men:o politico operaio à I 1n- ca comunque asso u:ame~:e cormo del socia! smo con Il g•J:U J d que o che e g•a1'1'\0\' mento S?Ofl~aneo della do d ,-:ag!:l'"' s...,o e d co. cfa.sse OPeraa Cioè dentro se e.,za d, e ~sse Ca pa--::ede - U mc~·mento sporitaneo ~la la casse c,pe•.a·a( } cli>S~" cpera a - o ce-.a le- :.~t-s~C' "...... e :xc.a•e due mn. ct.n un ,mmag:.ne abt>. q..ie~· c.n rn pa·e che sa nest.l.".Za bf. la - se non c·e I cessano rie la see' :a de; 1.ncor.:rr con ,J socia! smo co- s! ..:ime· de a soc.~ og a conme 'ano v010."":.J! o. cose en:e ter-.pon-~t'll co..,p e--e eue:!1 e .e.e~: f co ce I deolog a ·•:~mente a ;_,-,e o:>erazon cri de' ...".e,sario dì classe IJ tie► e t .. ;-ta:t"... !:.l per Qt.:e che mcaoo c-el~nch1esta coe è Il 'lç._111•0"tt'..:• Qt.,est es;,em n todo Cl'lt do-.;•ebbe se-mp·e c...,es c:umano m .;:r05oco o1!"-, c .. nrf' o.,il'l0$$81'\Ali0ne g a. ne q,.a.aJ I m ! ess~r.!. se cn·.• u ceJ ç•ado d• cor.s.,. a pr :>n pcr:a."o ;>robab 11e~:e pttvelena che ha la clac:;se<>- a c!e ei, 9.-os,e detorr.-.azoru Brb r idt~ c~~nrga i3 r~«n:;ò dt ,Nf"•I'" con~ess·oru che n- ,eeo p('trebbero essere uate fJt-•1 !e questi stud. fossero co loca! n amb to p ù amp o t tviC'ente che l'uso soc • Lsu 'lei o sociologta ncn,ecte de, , pert~ar:-ieT'I:.r chiede che Q,..UL !-tn..-nentl vengano s:aC liti e la uce de :e j)Otesl fondamentali che SI assumo, no. C.~f poJ s r assumono u, 1..r.a: re ~a!":o che I con: ::- s, possono !r-as· .lrmate in a.,_ •a;c, sm1 e ~ odi non essere p .i "Jr.zona a a.s:em.a l:eni"tdo CO"lto cne I cori• !": soo:i funz ~~ah al s,stema perehe e un sistema che "' au~· co.'l cor:• 1::.J. 1.t pa•e che ,n q.::esto quaè~ assuma u-n mportar:za '~er.:a!e que o che s dice,a ques:a ma::H?.J., CJoe ch.4 ( rt.cessano che u~ JSPe~~o de 1 • h es!.l s a rappreser:ato ~ a cosk!1e::a ìnc""' es:a a e ~o e.t0e llnch es:a fa:·:.a l'I t.:"" s :Jaz one d ric:e.t>'e mc,,.,,men::>con' .:-i:uae e In q..es:a s :... .s.zone s:Jc a:e rap:x,-~.:,t~a conf• ::o e al'!:~ ., s-no lo--) St:.idia·e cioè par-1.coarr:-ente :..~. : , ~enomen, c.'ie r,gua·• dano la so!,dar t~ opera a. e chtt ta?PO"!Oc·e tra so dor.e- :à operaia e r f l.ilO de s,s:ema ca;, tJ s:iCO; e oè m che n s:-s··nza d ,e•.f care n che m SIJ•a g ope•.a1 sono cose en; d • . ..Idc. are d fron- :e a a soc e:.à d seg..a. e una soc e:.1 d eg,.;.a e qua--:o so- (\() cose er.:a che ques:o possa essur.-;t-e ll!1 ,al&re ge-,,era e pe• la soc e:à. 1n qua-:, ,aio-e d @9Ul9 anza d '"')n• ~e a a e!se9uag a.""'racap tastica ,e acee"':tr..·eg 21s;>e,.. èe ;x•e.5t.1 a :3!do cè un r 1u :ne·~o. evlcente ...e. --:e ad una assun;,.:,ne fo~-nen• :.ale e :>li che fa soc età ar.:;; e ""st:a n sé è :,,a scc.e:a c"ie r--, rresce rr.a a r du--e a "'ll!l;e!'1e tl ptr t:'lC:t)() t;T"'O ~.. ·,m n forlUlme .. che a C;lS ~ :Jt5ee e oè la e as~ ra è pos$ bile cogLere in e01r cre:o la dinamica a!1rr. erso la q ..a!e la classe opera a tende a pas.sare dal confl.no all"anta;Oll.smo. cioè a rendere l"a:i:agon,s:no (_.); per cui la •ormu.az..one. 10 credo. de ques:.ona:.o (d .nch.e.s:aJ da ap. ? ca•e n Q;.,es:es,:uaz.on me-- • :a una gros.sa a::e"z one C-.) A qoes:o ,orre1 agg,ungere un a :.-a cosa partieotamiel'"lte m_?Ot":anle.- :erendoml arte0n a..a d1scuss10l"e d. Questamat- ~ ~- inch es:a de,e tener conto - sa1la base CleHa tra- $·or-:nazor.e for-da'T!en:a 1e de, cap :.JI ~"n:>, e~ s:;.,lla bas:e d~ pass.ag,giode: c.ap·tal s:no a •a ;i;an ',caz.one - ce, PM> eess o, bc.if0Cf2lt uaz one. In quan:o ha:i.'\Oques:o de~ me,. to •ea'e e,~ Il ._assaggo d~ t:Y.> :a. si"OOal.a pia1i~·cazone e QUtnot I ~ !!'ec•escei,. ·! del r~o d• ()ro?r e:a e bc!,e del cap,tal.,":'.IO e 1 ~i»l"'.anza c•esce":e .,,ece d • .:. -na :a de t acci..:~ul• i ... :,e c.:-~ , anno \ s:e !e trasfor. maz on; della classe operata; essenzialmente so:to 11 prof1• lo dei rapporu nLJO\', che si stal>il,scono tra operai e tecnici. della costittwone di nu<>- ve ca,egor:e, e del\e trasfor• maz1onl ne!la composiz.,one de la stessa classe operaia. Ml pare che quest due aspetti stano premine!"lt,: da un lau, ta ve!1fica In s1n..anoni di lotta del due ltvelll, Cal1 a.tt0 le tendenze prv~ocate nella ~enza della cl21sse ope--aèae det tecruci dal e trasfo-maz:lon; de; loro • status \' pare che I inch esta debba :ene• presen:e un ceno carr.b amento che ce stato storicamente nei ra;>;>ort1 cap tal sta. per cui schemat z. zando poastamo dire· c·è t,f'l ro-.esciame!"ltO del rapporto tra ricchezza e potere; ment•e nel capitar smo class.ico la ncchen:a e .I f"r,e e Il po- :ere e un IT'euo. QlJesto rap. :>Orto.i:-e co-so del ca,o :.a s-io terde a ro,esc a~s, e I poteTe :e'lde ad asserv"e :a r,C• àlez:za (.. ) Ora. se questi sono due • spettl preminent . non si possono ancora chiamare in senso specifico due scopi dell' inch,esta. N'l modo schematico ,im.ece gU scopi deR°lnch.esa s1 possono rlassamere co. si: noi a!>biamo degli scopi stru:nenta!J evidentememe mol:o lmportan:. che so:10 rappresentar: daJ fatto c!'le nnch.iesta è un metodo cor• retto, efficace e pol-ticame!'lte 'econdo per prendere cont.it- :o con çli opera: s,ngoh e oruppi di operai~ ques:.o è uno scopo molto 1mporta,,!e: non solo non e e uno scarto. L!"I d.~a~,o e una cont.radd i o- ~ra fjxh;es..a e q.i~s:o .avoro dl costruz,one po : ca. ma I inch es:a appare cor.i,e un aspe:to fondame:i!a!e d ques:o .avoro di cos:ruLone poJi:r ca I ) lno:tre i 1a.O"o a cu. t:-acn. es:a e, cos::-."ge:-à c.oè un .a.oro è. d,SCJ..sos.,e anche :&0r ca tra I compagru. con g1 opera,. ecc. è un la,oro d1 'onn1.ZJcne pof t,ca moho a;,profond,ta e quinch I 1nc~esta à uno strumento ottimo per p,aced:re a questo lavoro pohtico. Ouesto è uno scopo per. manente che do\rebbe es.sere persegu.to sempre e che in sostanza rappresenta un aspet• to fondame1".!tale di metodo del nostro lavoro. Un a!tro ob:en..vo lmportaot1sstmo è costi:t.'.to Infine dal raggiung=men:o di una d:mensione europea nel lavoro. Il confronto fatto attfa\erso lind.ag;ne dr ,·arie s:tuazioni europee ci dovrebbe dare. non solo a noi. ma anche al compagni francesi e tedeschl. el.e- ~r~, abbastanza lrnpo~anti per de'.nire 1a poss:;b· tà o meno. e su qualì bas • di una u·d ca:: o~ de 'e lot!e ope~a:e a ;"e! o europeo. Oa • Uso socialista dellìnc.hlesta open.a • in • Ou. dem.i rossi • n. s. pagg. 67· ;s (lnte.rveoto di P~ero Panz.leri al s.eminario tem,. t0$.Ì in Torino nei giomj 1214 settembre 1964).

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