L'Unità - anno IX - n.48 - 25 novembre 1920

• palio annessa nll'ltalin; - e questo mentre circo. mezzo milione cli slavi viene annesso nll'ltnUn, nella \·enczio. Giulia; - dev'essere lecito domandare a qualunque uomo di buo· na. rcde e di buon senso, se sotto il rispetto del diritto nazionale si possa condannare come pregiudizie\"ole per l'Italia un tratta• to, che non aggrega nll'llntin un paese di G....'>O mila abitanti ,rra cui soli 30 mila al massimo sono italiani. [Gtrni nl nostro pncsc, se dovesse dHron– dersi nel mondo Il concetto che, dovunque si formino e riescano n. radicarsi stabilmeO– tc comunità itnllnnc, lvi, presentandosene roccasiono o il pretesto, J'Ilnlia ele\·erebbe, o prima o poi, pretese di annessione terri· torlo ii). La " prima pace ,, Accettando con coscienza sicura questo trattato, proponendoci di lavorare a farlo accettare dngli scontenti dell'una e dell'al- ' trn parte, noi rcnllzzeremo quello, che è stato ìl programmo. autentico dello stesso i rredentlsmo italiano, fino al momento in cui la illusione cli una gunrro facile e breve, in cui l'ultima parola sarebbe st.ota detta dall'Italia, venne nel inebrio.re e pervertire ti seno politico del nostri governanti. Nel 1003 i componenti dell'Associazione Trento e Trieste presentarono alla Camera una petizione, pcrchè fossero meglio siste– mati i rapporti fra Italia e Austria, rettifi– cando col criterio dei diritti nazionali il confine politico fra i due t.oti. Ebbene, ia questa petizione si legge: « Noi non dimentichiamo che suJle coste dalmate vive una valorosa popolazione italiana. che tolta strenuamente contro l'invadenza croa– ta; ma è certo che, stabilendosi fra i due Stati rapporti sinceri e C~fdiati, quella po– polazione italiana avrebbe assicurata piena int.e&rità dei suoi diritti lingujstiei 11. Quel che nel 1903 era possibile fra Italia e Au– stria, perchè non dovrebbe essere possibile dal Ht20in poi frn Italia e Jugoslavia? Ln stessa Idea f\!azionale, nei numeri 7 e 15 novembre e 5 dicembre 1912 - durante la guerra. balcanica succedut.n alla guerra Ubica - pubblicavo. uno. serie di articoli di un giovane di gro.nde valore, morto eroica– mente sul Carso, Ruggero Fnuro, in cui si afferma.va . la necessit~ di un'n.lleanza itnlo– Jugoslava, contro l'Austria, premio. della quale doveva essere per l'Italia Trieste e l'Istria, e qualche città della costa dalmata; e per la Serbia tutte le terre slave del sud, Ira cui nomina,·a esplicitamente la Tialma– zla, esplicitamente Spn.lato. E invocava Io insegnamento di Tommaseo e Mazzini. E a.f– !ermnva: « Come me la pensano, in fondo, tutti gli irredentisti, anche quelli che nei giornali 1ono a.uai meno reci1i 11. E la re– darJ.one dell'Idea ~Vazionae si dichiarava in– condizionatamente concorde col giovane scrittore. E la redazione era costituita da FrancOSCO!Coppola, Roberto Forges Davan~ 1. .a.to ,Maurizio Meraviglio. e Giulio De Fren– zi, nome di battaglia, allora, dell'on. Feder– zol\l (Commenti). L'irrendentismo dalmatico è un mostri– clnttoto congenito col Patto di Londra. Sep– peliamoli una buona ,·olla insieme, dOpo che ci hnnno fatto tonto male! ~ cosl ci fossimo, vi roste clecisi due anni or sono a questo pnsso! J>ercbè è falso, co– me gli n,·ve1'Snri del metodo degli accordi diretti fra Italia e Jugoslavia hanno no,•el– Jo.to spesso e volentieri, che il sogno poli– tico di Leonida m~solatt ha potuto realiz– zarsi solamente oggi, pcrche In Jugosta,;a si è dstn obhnndonnta snccessi,·amenle dnl– J'lnghilterrn, dogli--Stoli liuiti e dalla Fran. eia. r.a verità é che giù nello. prima,·era del H)l9, qunndo era nota do. un 11ez1.o lo. incrol– Jnbilo opposizione del presidente \ViJson n.l programmn del pntto di Londl'U.più Fitnne, e In dtplomnzia jnglf'SO e lu. francese si di· mostravano certamente più amiche degli Slavi che di noi,, gih allora trattative uffl. cio,.;e svoltesi fra italiani e s}:wi, ·a,·e,,ano np1u-odato ad un pro~elto di accordo ~ssni \ficlno a quello di Rapallo, e in qualche pun• to rorse più vantaggioso. Di tali trattative, onorC\•olo ministr·o degli esteri, devono essere rimaste le traccie ne– gli archivi. E questi documenti dovrebbero essfro editi senza ritardo, in quella pubbli– cazione, nella <1uuleEIJn ha promesso, nella primavera passo.la , di raccogliere Lutti i c13- L'UNITA' cumentt diplomatici qegli ult.imi tempi. Pro– messa che non è stato ancora. mantenuta. Dovrebbe essere pubblicn.zione completa e sincl"ra, cioè clh·ersn do. quei Ubri Verdi, con cui nel passato ln. Consulta trop1>0spes– so ha. ininnnato chi n<>n Il onpevo. leggere attentamente. E da quel documenti dovreh• be risultare che la rcsponsnbilitài della rot– tum degli accordi, responsnbilitù dn Alta CortC' di Giustizia, fu Lutin esclusiva del Go– verno itnlinno. Oggi, con due anni di rilordo, giungiamo nl porto della pace. Pcirchè - teniamolo pre– sente ben chiaro nl nostro s1>irito- iJ trat– tato di Rapallo è la prirna vera 11ace, che sia Onoro succeduta nlln guerra mondiale. Essa è un'opera di saggezza., non solamen– te perché concilia i diritti nazionali e i bi– soSni vit.oli dei due popoli adriatici, ma so– pratutto perchè è il resulto.to di liberi ac– cordi diretti (i\pprovazioni). JI metodo delln. pace, in questo caso, a,·e– , n tanta importanza quanto il contenuto della po.ce stessa (Bravo!}. Perchè un asset– to nel rintlco, che rosse stato imposto aJJa Jugosln.,·tn. clalln pressione di wm ,·olontà prepotente, dopo essere stato elaborato al· l'infuoradi ogni suo libero intervento, non avrebbe avuto veruna forza di impegno mo– rale J>Cr h:t parte cos~rettn n subire Ja im– posizione. Sarebbe stutn unn tregua, non una pace. Questo era il diretto essenziale del trattato di Londra: questo è stato il di– letto di tutti i trattati Juclnnti nel C-Ongres– so di Padgi (Beniuim.on. Il trattato dt R~ palla,. invel"e, è il primo trafia.to liberamen. te cliscusqo frn le due porti e liberamente accettato. Esso è, nnzi, qunlcoso. di più: può essere il primo passo verso un'alleanza. Lo stesso comunicato della Stcfani, che annunziava la 'firma del trattato, annunziava anche che II i plenipotenziari ito.Jin.ni, -e quelli serbo-croato-slo,·eni si sono intesi in un 1n.odo formale per dcl1e vedute e delle trattative comuni circu gli Interessi essen– ziali dei due paesi nell'Europa Centrale 1}'. Un'oltra ;informa1Jone, poi, sempre della Stcfani, annunzio.va la. prossima. conclusio– ne di un trattato di commercio e d.i speciali convenzioni rerroviarie e finanziarie. Queste informazioni hanno maggiore UD– portanza dello stesso compromesso itlrrito– riolc. Esse documentano nei due Governi una ,·olontà non solo di pace, mo. di amici– zia e di collaborazione economica e politica. E' questo lo sviluppo logico degli an,eni– menti. Come la Oalmazla, conquistata dal– l'Italia, avrebbe prodotto una inimicizia i. nesplicabile con gli SJo,•i, e ci avTebbe inca– tenati a uno. poJitica malefica di intrighi e <li ostilità nelle regioui do.nubia.ne e bal– caniche, così al OaJmazio., rinunciata, ci.. dà In possibilità di uno. alleanza italo-slava. Il trottato di Rnpollo, insomma, prepara una collaborazione ecònomica e politica, la qtinlc potrà. fare dell'ltalin l'amica e la me· diatrice Ira gli Slall lutti della regione da– nubiana e balcanica, ~e la incoltura infan· Lile delte nostre classi clicigenti, e l'opera perversa di cerio. stampa. siderurgicn, non saboterà l'ulteriore sviluppo della politica iniziato. n Rapallo (Apptatul all'e1trema si– nbtra). L'opera di domani In quest'atmosfera cli buona volontà pos– siamo ncceilare il trattato di Rapallo, an– che se ci rendiamo conto che esso non è prl,·o di imperrctloni C' cli lacune anche grnyt. Io non \'eclo chiaro, per esempio, come potrà funzionare In inclipcndenzn di Fiume. se In popolnzione t.lello tnto indipendente, lusclntn nnnlmente libera da ogni inten-en– lo estraneo, si nominasse con elezioni rego– lari cloi rnpprescntontl, la C\.ii maggioranza avesse IJ mandalo cli ,·otnrc l'annessione al• l'Itnlin, che cosa faremmo per impedire a <1uclloStato indipendente di non esacre più indiJ>Cndentc? E se nello Sto.lo indipenden– te, dinso fra partito croato, e italiani auto– nomisLi, ilnliani anncsslonbti, e socialisti italo-slavi autonomisti, succedessero disor– dini grn,·l, dO\·remmo tutti starcene con le mani nlln cintola a guardare? 'ell'inte• resse della pace, non sarebbe stato meglio sto modo, mediante l'annessione all'lta..lia? L'nutoctecisione assoluta non è principio, tagliare una volta per semprt', a fondo, que- che si possa applicare nelle terre etnica– mente 1nbte, che sono sui confini degli Sta– ti. Ed Jo nuguro vi\'omentc che quest..o.indi– pendenza di Fiume non sin un nuo,·o caval– lo di Troia contro la quiete, di cui tutti sen• tiamo la necessità. D'altro 1>arte, lo sentirci di commettere un atto di viltà, se non dichinrnssi di sen– tirmi nsso.i perplesso di fronte n'ln Inclu– sione di più che 400 mila stn,·i ne11a \"ene· zia Giulia. J..c rn.gloni militari ci hnnno condotto al )Ionte Nevoso. ~tn i problemi di conftnaziQ. ne politica non si risolvono con I soli cri– teri militnd: sono problemi complessi, in cui gli elementi militari debbono essere una porte non Il tutto. iOO mila slavi Sul nostro conOne o.nz.iche 300 mila, quanti ce ne nvrcbbe dati una. linea più n.c.refrata, rappresenteranno una maggior difficoltà po· litica pt'r l'amministrazione gior.naliera; e anche dal punto di vista militare, non mi pare che renderebbe più age,·ole, in caso di guerra, l'azione del nostro esercito: dal mo– mento che In guerrO. la (anno gli uomini, e non le montagne. E le gn rrulZie per la minoranza. italiana in Dnlmnzin sembrano troppo sommarie e inndegunte·i nè sono equilibrate da garanzje nnnloghe per gli slavi della Venezia Giulia. Finalmente In mancato. neutralizzazione, non delle sole cosle slave, ma di tutto l'A– driatico costituisce la lacuna 1>iùdeplore– vole del traltnto. Lo. eS<'cnzionedel trattato, poi, non potrà non dnre luogo n nole\'Oli difficoltà, che no so se sieno state pre,iste e fino do. ora ... stemate. E ostacoli sorgeranno sempre v pace, per opera dei gn1ppi nazionalisti o militaristi, che si sono data la missione ,· tenere i.n istato di inquietudine t due paec;. Specialmente i rapporti fra italiani e sin, i nella. Venezia Giulia, nello Stato di Fiume, in DnJ111azio. 1 saranno il terreno di manovra più favorevole per gli agenti provocatori. In questo compo l'opera gironaliera dei lue governi dovrà essere tanto più oculata, quanto più !acili potrnnno riuscire gli Inci– denti. Nella Venezia Giulia occorrerà che il nostro Governo cnpovolgn. gli attuali si– stemi amministrativi, riduca le autorità mi– Iltart nelle loro strette competenze, e st de– cida una buona ,·ola ad assicurare effettiva eguaglianza giuridica e libertà di coltura nazionale agli slavi, che diventano col trat– tato di RnpaJlo nostri concittadini, se non vuole che la Venezia Giulia di\'enti un in– ferno, e che l'opera iniziata a Rapallo nau– fraghi in una nuova tempesta di ronoori. .Ma è stato già necessario un tale sforzo di intellig('nzo. e di carattere per raggiunge– re il resultnto di que~to primo nccordo - e della prova di carattere data eia alcuni membri del Go,•erno in questi ulUmi mesi, dobbiamo congrnlulnrct con c~si: perchè il successo pote\'a anche mancare per ... cause indlpnodcnti dalla loro volontà, ma l'avere resistilo a.Ile minacce dei violenti e alle con• lumelle degli irresponsabili è stato lutto merito della loro energia mora.le ; - è stato, ripeto, cosi dl!flcllc rare questo primo pas– so, che è do,·erso far credito al Goyerno per In sua opera futura. Trallalt di pace perleltt - come altra voi tn ho avuto l'onore di dire - non esistono. La pace definitiva non esiste. Esiste la buo-– na o cattiva volontà nei governi e nqJ,.po– polj per la esecuzione, In interpretazione, la correzione giornaliera dei trnttati. E se ron In rede costante e con l'opera di o~ni giorno, i Governi da un lato e gli uo– mini di buona volontà dall'ollro, ricsciran– no nei dnc paesi a mantenere e sviluppare lo spirito di pace, che ha J)resleduto olle trattativo di Rapullo, le difficoltà saranno vin vin superote, gli errori snrn.nno corret– ti, le li\cune saranno colmo.te. I sociallstl A siffatto hworo. di rafforzamento imroe· diato nelle basi, e di revisione succuslva nei pnrtirolari, del sistema diplomatico co– minciato n costruire a Rapallo, voi, colleghi socialisti, dovr~tc contribuire poslth·amen– te votando il trattato, che discutiamo. Un vOstro ,·oto contrarlo o anche la sem· plice ostensione s,•aluterebbc nella cosçien– za del proletorinto il nuovo assetto adriati– co, e farebbe il gioco di quei gn1ppi, che cercano di sabotare la poce per rngfoni e 197 con intenzioni opp06te alle vo,;tre. Se o.i voti ,·-0stri, e a quelli di coloro, che rimangono incrollabili n"lln opposizione, si aggiunges– sero i voti di coloro, che votano a favore sol perchè non hanno il coraggio di votar con– tro, si avrebbe questo strano paradosso: che un Go,·erno, Il quale presenta aJla Camera un buon trattato di pace, sarebbe costretto dai soclnllstl, per it rifiuto det lrallato, n dichiaro.re una nuova guerra (Rumori): contro Jn. quale nuova guerra protetcrebbero proprio quel socialisti, che col loro voto par– lamentare l'avrebbero pro,·ocota (commenti). Anche dal punto di ,·ista de.Ila opinione pubblica intcrnn1ionale, iJ ,·ostro ,·oto con– trarlo o la vostra ac;tensione significhereb– bero che un terzo del paese si lava. le ma. ni delle questioni più gravi della politica .estera, e che su di ,·oi ne\sun governo po– trà far mni il minimo conto per Il manteni– mento dello. pace, se norf in quanto debba preoccupnrsi di una minaccia rivoluziona· ria, che vien fotta sempre e non si realizza mai. Altre leggi voi le avete già ,·otate, dopo a rnre contribuilo alla elaborazione di esse: 1a legge sui sopraprofitti di guerra, la legge sulle tasse di successione, la legge sui prez.– zi, la propor.donale amministrativa. Una pregiudiziole ossolutn, dunque, contro l'ap– provazione della legge che approva il trnt· tata di p;ce, YOI non potete a\'erla. E o.Bora ,ascoltate la voce del \'OStro buon senso. I \'Oti, che vi preparate a dar favore– voli a scrutinio segreto, dateli tavore,·oll nella ,·otaz:ione pubblica. Assumetevi, da ora in poi, anche positivamenl4 la ,·ostra parte di responsabilità e di merito nell'o– pera faticosa della pace (Commenti, congra– t1Lla;ioni) .• Il " Giornale (dei deficienti) d'Italia,, ha. riastM11toaome aegue il preottùnte di,. 8COYBO: L'onor. SALV,E)II~l, rinunciatario della prima ora - come dice egli stesso - in– tende spiegare perchè i suoi amici e lui op. provino il Trattalo di Rapallo. I rinuncia– tari della seconda ora lo spiegheranno loro, se ,·orranno. Al di là del mare esistono nu– clei italiani, e sono degni, nel loro dolore di occhio... l'oci: )Jeno male! ALVE~ll:-11- Ad essi il Trattato dt Ra– pallo ha provveduto abbastanza bene. E gli italiani di Dalmazia hanno diritto assoluto allo speciale nlletto ed alla solidarietà degli itallani, e sono degni, nel l9ro dolore di oggi, di tutto ti loro rispetto. L'egregio profes!Ore spiega qua.li siano, secondo lui, le vere condizioni dello. ttoJtanl– tà della. Dalmazia, e si scaglia contro Ja. 11 Dante Alighieri u, che è la massima re– sponsabile dell'odiemo stato di cose. (Vivi commenti - Proteste). Dice che In occupa– zione tempornnea della Dalm{lzia si è svol– ta Ira grandissime difficoltà. Fa la Ust.a delle condanne di croati emanate per spio– naggìo o trndimento dalle n.utortlà italiane. (A que1to p1mto l'indi!fna:.ione della Ca• mera scoppia. L'on. Piva t iL primo a prote– stare, se!fu.ito da molti altri dep1Ltati). TOl'A1'1 - li suo discorso è tutta una ver,gognn! (Vivi.uime Glf)provazioni - Com- 1nen.ti ).. SALVE)fJNI esclama: Si loscin più liber– tà nel Parln1!1ento jugos.la ,·o! (Urla, prote– ste). TOF .-\i\l - E ,·ada là ancorai Qui al Par. lamento itallnno siamo italiani! (Vive ap– proLrazioni). SICILIANI.- Diffamatore d'Italia! Diffa– matore d'Itulin! Si vergogni! (Vivissime a.p– prouazioni - Cotnm .en.ti) . SALVE:\IINI - Cna volta sono slnte ar– restate quqronta 1>ersono ... (Urla). SICILIANI - ~o taccio! . on dica men– zogne! D'AVALA - \'ada a Zogn.bria a Care cer– ti discorsi.- Voci dtt molle 7>arti: Ciccio! Ciccio! (Si allltde all'amicizia fra l'oratore e l'on. Nitti -Vive a11prouar.ioni - llaritd). SALVE~ll:-,/l - Tu non hai capito perchè non puoi cnpirel (Urli e 1>rote1te). TOFA~l - Come si fa a capire certe in– ramie? (1lppro1·azioni).

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