L'Unità - anno IX - n.28 - 8 luglio 1920

pretendere slnno superate per solo miro.co -– lo di , 1 olont~ e di capacità individuale: e nulht ~ più ripugnnnte che l'aspettntivo tau– mnturgica. suscitntn intorno nl nuovo )llni– stero, da certi com·ertit.i dell'ultima orn, a cui f'l\. difetto per lo meno In memoria e In dignità. In !'Ondo, quello, che si può esigere oggi dogli uomini di Governo, è che non aggra– vino oon la loro opera le dirtlcoltà, e non ritardino -U prorC!-.SO nnturnJe della guari– gione, ma. lascino nl' paese d itro,.·are da sè, attraverso le proprie esperienze, la \.in del– l'equilibrio e del lnvoro. :\la, anche r1dott.a. a limiti cosl m-0deet! la mia contentnbiLità, io sento di non po– tere avere 11es~uJ1a fiducia che un )tinistero presieduto dnlron. Giolitti possa darci una politica. di que~to genere. C'è, Infatti, unn. porte v:itatlo della politica .,interna, sn cui l'on. Giolitti non ha ratto aJ– cuJlO.dichiarazione, su cui era. naturole che e1on ne fncessc, e su cui io snrei troppo più inintell4Jente del naturale, se gli chiedessi di fnrla. E questo. è la politica. elettorale nel .\ienogiomo d'Italia. Per <1uestn parte il {assato garantisce pie– namente deJrn.v\·enire. .'ilcuni oratori, che mi hnnno preceduto, si sono domnndnti il signifl.cnto storioo del ritorno nl potere tlcll'on. Giolitti. A me &em-' bra che non sin di!fìcile trova.re <1uestosi– gniflcnlo storico. C<'simo il V~chio, esule a Vent>zia, interrogato da un amico quando sarebbe tornato n. Flrenze,.rispose: 11 Ritor– nerò quando gli errori del pn.~ a me av– verso nvranno fotto dimenticnfé gli errori miei"· Ecco pcrchè l'on. Giolitti è tornato al Governo. E vi rttorna con tonto fervore, pe,chè tutti sn.nno che egli è maestro nrl fa,– re le e~zioni. E se non lo sapessimo noi, ce lo farebbe comprendere il fenomeno de11a reviviscenza spontanea, che avviene in qu.e– ·stt giorni nel nostri paesi ..:.. e sono notizie, che c\ pen·engono dn. tutte le parti - di tutti i relitti dèl passato. Forse non sono neanche partite, non c'è stato Il tempo di 1nnndn rie, istruzioni da Roma; ma è &VVt• nnto un fenomeno {Li suggeetto·ne, per cui tutta. la fcccin. dei nostri paesi è venuta n galla. Io dunque non domando nulla all'on. Gio– litti. So che lnggiò noi dovremo-continuare a combatterlo, come lo oombnttem.mo ieri, per dlrcndere i noetri diritti di cittadini, per ..:On<1ti.istnrci col duro travaglio di ogni gior: no In. nostra li'ber1.à e il nostro avvenir•. E lo rln~rnzto e lodo v!vamcnte dl non aver did1inrato, come J1a-"clichio.rato per la pub– blicità dei trottali e per il dlritw, di dichia– rare In guerra, che intende correggere il possnto. E lo ringrazierei e lo loderei nnche di ptò, se non nvesse promesso di lasciare uno. lar– ga nutcnomin nlle provincie ed ai comuni. L'on. Giolitti, in un di.scorso del 7 marzo 1897, fatto o. Cnrnglio, m•evn parlato cgre– giRmcnte d~lla nutonomia delle proVincie e del comuni. Quando pnrleremo d'e.lbilancio dtll'lnterno - so rnai ci arriveremo - do– monderò olio. Camera il !avo~e di a&coltare questo discorso, che è perfetto. MA Ira il 1901 e il 1914 J'on. Giolitti nei nostri paeei non rispettò mni 1e autonomie. Citerò un ratto tipico. Il 29 settembre 1913 è pubbll– cnto 'Il decreto di scioglimento della Carne. rn, e il 28 setteml>,e 1913 sulla Ga;,cua u{flr c,al<_ sono pubb1ica.li 15 decrett di setogJi– mento di consigli conrnnnll. La 1-eggecomunn.Je e provinciale stabilisce ohe i Co.111missnri Regi debbono durare tre mesi, r che solo per cn.use eccezionali po880- no durare sei mesi. .\la nolla pràtica del Go\'efflO, fra il t902 e il 1914, le proroghe a sei mesi si ebbero nel 70 per cento dei casi. E nll'ubuso~ dei Commissari Regi si aggiun– se l'abuso anche maggiore del Commissari prdetU1.L. che erano invitati nei comuni pri– ma dei Commisi;; a.ri Regi, spossessavano I~ Ammtntstrni.ioni comunali, rimnne\·tmo nei comuJ1l per un tempo indefinito. e solo qllnndo la p,era era matura p& le elez.ioni, nnda.\ ·n.no vin. Quando si hanoo çrece<len\i dJ q\lE.'61-0 se– n't,re1 non è prudente promettere il rispetto delle autc,nomie comunnli e provinciali. Bada.te però, l'Italia. meridìona.Je non è più quella di una. volta.. Una volta erano picooJI corpi elettorali, poohe centinala di L'UNITA perso.ne: si bastonavano 50 o 100 p~1'60ne e re1~1.ione era fatta. L\fa di suffragio uniJ\"!frsalo ha esteso di molt.o il numero degli elettori. Il suffragio uni\ ·e-rsa.le ha. p ,ort.a.to nel:l'It.a.Jio. meridio– na!,e un fermento in.a.udito. QuAr.cflo,onorevo1e Giolitti, ella diede il suffragio \Jnivensa.le, forse Jei non ool~o- lava... I Giolitti - (Presidente deb CoMiglio dei ministri, ministro dell'Interno}. L""1io fatto !l.jlf,06tal ' . Snh·emini. - E a.lJora. perchè impedì di votare nol 1913? Giolitti - (Presidente del Consiglio dei ininlstri, ministro dell'Int.emo). Per rornpe– re quo~le camorre, d'i eui eHa Parla, senza rendersi eonto di ciò elle il Go,·erno ha fat– t.o· per ùnpedi-rle. Dove ci sono detle camoT• re, il Go,·crno non hn In ,;rtù di farle spa– rire . Safvernini. - Ma ha la virtù di ooneoli– darle. E Lei, :o,;otando la <libertà dei voto, ha cercato di conMOlidlall"le. VeUa. - Cerano le leghe dei contadini. G-iolitt.I. - lo non ho •ciolto le Ie@tledei contadini. Salvemini. - Nelta storia la· Jn888& dei contacN.ni me.Tidiona.Ji è &tata sempre ~hia– va. G.i-Olittl.- E a!!Jom lo a\tMbut..ce " me? (llar!td). iS,alvemini. - BJLa., che. è abitualmente padrone d'ei suoi nervi, tn questa cil"C06lan. w. non si domina. abbastanm. .Giolitti. - No, no, sono tranquil'lo. iSalvemini. - Ebbene, il primo momento, in cui Ja m86S& noetra rorare senU di CS• eere formata da uomini oon diritti eguali e. qw.elli degli altri uomini, è sfato quando ha avuto il suffrngio elettorale. · L'onorevole Gi.o.l.ittt a o e.1.a.rg \, come a.i dà un pra.nz.o a.ile otto deh mattino; ma. dopo averlo dato, non lo r.ispettò. {Rumori). Non è 008a p!IB8&ta, perchè può Mtornare doma.nl. Poi è venuta la guerra. A q\lceta gente noi abbiamo promesso g-J.ustizia. Le abbi.a– mo detto: o dovete difendere la tronUera; cllopo,quando ritornerete a casa, i padroni di .onsa. &areie voi J1. Ebbenei dopo una pro– paganda di cinque anni di questo genere, guai se questa gente non si eentiMe rispet– tata nei 6UOi di.ritU. Questa gente non La. · frenerebbe più- neesuno. E noi, che a.bbta– mo fatto fh1c.ra opera. di calma, se dovessi– mo ~re mess:.i nel bivio di ritornare al passato, o seeondnre IL movimento rìvolu– ~.ion.a.rio, sceglieremmo, senza esitare, per d.isper.01.ione,questo seconda stradO. Abbia.mo sentito p&Tlare qui della que• stione merid.ion&1e: ci ,,olcte reg.o.larc t ba– cini monln.n.i, combatt.ere Ja ma.lari.a, darci •e scuole, le strade. VI ringraziamo di tulto q\lE.'61-0. Ma "9i , ·oglio.mo t1na oosa ,ola: il rispNOOnlln dignità cd olla libertà dell'Jta– li11. mel"idionole. E D'I resto ci penseremo poi. '.\llon abbh1mo bisogno di -essere protetti dn. nessuno. (,\ iJprora:w,iO. Il solt:0 della guerra l\ta, quando anche f086i 6fouro della po-. Jition. e.ste.ra , dello. politica. scolastioo, della politica interna. di tutte le politiche del Mi– rùstero, io non· voterò la fiducia, per una ragione più prorondn di tutte (llu.mori - inttrru.:ftmi) che ,,t chiedo di poter esporre. lo vi prego, colleghi eocialisti, di eesemli cortesi della vostra toUera.nza.: io sono solo; non ho apr,ogg;, di gruppi; sano dl!8"0 eo– lamenle d.alio. mia volontà e da~ mio do– vere. Io non voterò la. flctucia per una ragione 1>erentoria e profonda. ~elio. concentrazione pnrlnmentare, a cu.i l'on. Giolitti presiede, ~I raccolgono Insieme uomini, che rifiutarono la guerra. perchè si contenta.\'-0.llo del pareceh.io , e uomini che votJcro la guerra. perchè voievano parecchio ,ti più. E tutti sembrano dire: 11 chi muore gipce, chi vh--t' si di\ poce n, In questa copnln nazionalist.a-ne'Utro}ista chi fa. cattl\'O fìgurn, debbo riconoscerlo, on. Giolitti, non siete voi. Dico_gualche < :osa.di P!ò. L'allen.nr.n è nnturalo. nuche per i na– zionalisti .Essi vollero In guerra per 1 1e Alpi Dlnaric-he, motivo per cui vj misero alla. se– dia di esecuzione perohè vi. fennnvate alla città di Gorizia. Per dicinnno,,e mesi hanno ·predicato che In guerra era perduta, perchè non ottenevo.no le .. \lpi Dinnrlche. Anche ieri abbiamo sentito l'cn. Di Giorgio dire che, d-0po tnnti dolori, do'J)Otnnt.i sncriflzi, dob– biamo o.n('J)rn soffrire, dobbia~,o çreparo.r– ci a nuO\'e dure pro\'e. CredC\'ono così di tirare l'ae<1un al mulino nazionalista, o pre– cipitn.vnno l'lt..nlin. nel mo,imneto bolscevi– co. Oggi, che si sentono l'Rcqua alln. gola, si prosterno.no al neutralismo, perchè spe– ro.no che-voi, on. Giolitti, domiate il bol– scevismo o diate loro le Alpi Oinariche, e siate rcsccutore testnment.urio dell'on. Son– nino. ~la noi non accettammo la guerra per le Alpi Dina.riche. I soldnt.i nostri non hon• no sa.crifka.to In. loro ,•ltn per le Alpi Dinn– rlche. Se, dopo Caporetl-0, quando si oom• bottevà su IPio.v-t', noi fossimo o.ndntl a. dire a.i nostri SOidati che si combatteva per le Alpi Òinariche, essi ci O.\"~bbero sparati e 8\'rebbero continuato a rltirnrsi fino n Siro.• cuso.. .... ~oi abbiamo n.ccettato la guerra, perchè non volevamo che la \'jttorin tedesco conso– Jidf\$C li milltnrismo in Gcrmanin {' nel mondo. · • Voci all'estrema sinistrn - Per consolldn– re il militarismo italibno. Snlvemlni - Il militarismo italiono è an– ch'esso stroncato! (lntern.L:ion.i all'utrema sinistra). Accett.ummo la. guerra, perchè dal– la tradl~ione mnzzininnn del Risorgimento nvevamo ereditato l'lde& dello smembra– mento dell'Austria.. L'accetto.mmo, perchè \'Olevruno compiuto. l'unità dtltalia nel prer gramma. autentico del Risorgimento: dallo Stelv.io .nl ,Quarnnro II che l'Italia chiude .e, i suoi tennin.i bn.gnn 11: il programma di ~faz- · zini e Dante. (/nlerro.:ion.i. all'estrerna. si– ni.rtra). Programmn, che non ha oscillnto mai, che non si è fennato a. Gorizia n,iel Li-· bro verde, per arrivare a Sc.bcrùco col trat– tato di Londra, per riton1nre n Poln dopo '=aporetto, per saltare alle bocche- di Cntto.ro dopo Vittorio Vcne\o. Il nostro programma è stato sempre uno solo, perchè una sola l! J& gtust.b.ia. nationÀlel Orn questn parte del nostro \'r"llramma l!Ì è compiuta, è stntn anzi ollrepnssatn. 'E' caduto k> a.o.rismo, è caduto H kaiserlsmol... (ln.terro:.iouì all'estrem .. a. sinistra). Se IA Ger~ mania non fosSt" stata \'Inta in occidente, non avrebbe ritirate le sue forze dalla Rns• sin, e la Russin sorebbe ancora. sotto il trat– tato di Orest-Litowski. {Vive interru.:ioni al- • L'tslrema 1in.1,tra). Il giorno in ftlli, colleghi socinlistt, vince· rete \·oi, dovrete essere ecveri soprottntto con noi, bissolntinni, cho ernvn.mo a con– tn.lto col popolo e che n.bbinrno gnrnntlto rtl popolo la glust17.ln della• guerra, e perciò ~inmo molto più responsabili di quegli a.I– tri, lmpicfaleci, mo. rendeteci giustizia e non confondeteci con <ruegll nltri. (Vive interru– :.ion.i all'estrema sinistra). L'opera non è compiuta.. Una crisi di cin– que anni non si n.sscst01in cinque mesi. Il Dio della bibbia lavorò, sei giorni, e potè riposare al settimo. L',umnnità. ncn ha. gior– no, dopo il Ql11lle sin. possibile un riposo. Deve crearsi In sua storia. nel la\·oro di o– g-rti giorno. Dlnanzl al nostro compito, che deve con– tinuo.re .... (\ltve i.nterru:iQni. all'estrema li~ n.i1tra.).. Presidenle - Lascino parlnre! 'Salveminl - Dinanzi n. questo compito, che de,·e continua.re . noi dobbiamo ylr'hnt'le– re fedeli 01 eomando de-i morii che rnortro– oo nella. 1108tra fede. Noi non possiamo ctl– s.o.rmare .da.vanti a voi, on. Giolitti, come non disarmammo dnvnnti o.ll 'on. Sonnino. I morti nel.In. nostra re,te hanno trovnto sulln loro strada i vostri 4micl, <1uando sa– botava.no la guerra, senza ch'c una sola pa.– rola YOi diceste pt'r sconfessa.rii e per ri– chiamarli ad unn. più alta. carjtà delln pa– trio.. I morti nella. oo.stra fede vi rilrovnno sulla loro strada, oggi, ln cui si nssocin.110 a YOl i vostri nemici di ieri per continuare con osLinata cecità il sabotaggio della -pace. Jo ho fede nrdcnte che <1uestn crisi non sommergerà l'ltolin. Il noStro paese, dn che si è oostituito in Stato naz.ionnle, hn tra,·er– sato più ,\olte pro\·e non meno acerbo di quelle da cui ci sentiamo oggi sopraffatti. Fra il 1860 ed i.I 1870 nvevamo un disn– \·anzo fìnnniiario che, fatte le proporzioni dri tempi,. non c.ra meno spo.,·cntevole del .dlsa\ 'a.nw attuale. Avevamo gU o.1,.1striaci ac– campati sul )lincio, cd i frnncesi in~cdintl H7 n noma. Avevamo il Orign.ntn.ggio nell'Ita– lia mcridionnle. L'o.mministrnzione civile ern. un mosaico di frammenti di tutti gli an– tichi regimi. L'esercito e In marina era.no moralmente fìn.ccn.ti a -Custoui e a Lissa. Il clero, snidato nppona dnlln rocca. secolo.– rC' dei suoi privilegi, ern oome un esercito \'int.o, mn ·non sconfitto, che aspettasse an– eorn in armi l'ora della ripresa. J clericnU t..!iullora erano più battaglieri di quelli di (ggi. Quelli negn\'ano Io Stnt.o nazionale e dcrnocrntico, e ne rimanevano fuori; questi pe,· poterlo comJuistnre, poichè I loro pro• llecC'ssori non hanno potuto distruggerlo, sono costretti nd occcttnrlo. I vinti della e– ,·olutionc dcn1ocrntlcn. nnz..ionale di qu.esti 53 a1mi pnssoti hnnf'\ 0 0 doV11t.o eombtar no– me, e chiamnrsi popolari, per clisaim\Jlare In loro resa n t..llscrezione: si atteggiano o. padroni del libe1olismo, mo in rcn.Jtà ne so– no prigionier.i. Ed un altro periodo non meno tragico nt– lrnxersò il nostro puese fra Il '9S e il '900: tempesta continuu di \;olenze, scandali b&n. cari, processi cl1\lnorosi, disavànzi finanzia. ri, disastri colonluli, rivolte popolo.rt (a ~il– io.no furono nhunnz1.n.te nel ni~io del '98 circa 600 pérsone}, ostruzionismo parlamen• tare. Quello, che sono oggi per t paciOcl borghesi l'on. J3ombncci e l'on. Abbo, erano allora per le persone per bene J'on. Bisso· Inti e J"on. Tu rati. E i quattro nnni della guerra, e l'orribile sfacelo lti Coporetto ,e le angosce che ci tro– mcntnrono ftno nlla prova suprema del Pia– ve, hunno rappresentato una crisi più pro– fonda dJ quello., In cwi oggi cl dibattiamo. Abbiamo superato la crisi del po.seato. Su• pereremo la crisi d'oggi. Ma solo se ognuno di noi darà esempio nl popolo di una gran• ' de forza d'animo. solo allora riusciremo a vincere le avversità, Oggi c'è un generale accuclamento, e tut– ti gli &piriti a.ccasclnli si stringono o. voi, on. Giolitti, sperando dn voi salvezza. Io non sono accasciato, Son ho fiducia in voi. Ho In certezza olle l'Italia si salverà da sè, e non ha bisogno di salvatori. Perciò volerò contro di voi: per II PBl88\o primo dcli~ guerra, per Il possnto dopo la guerra, per 11 prC6e.nte dopo Il\. guerra. (l'i,;e appro- 1·a.ioni a sinistra • Con.qratula:ioni - Com· me~Ui)~ G. SALVE)IINI. · Il " Giornale ( dei deficien_ti) tt' Italia ,, ha riassunto il precedente di1cOr10 nella se– (JUAn.lP forma: .Sa.~·~'Clnjnioeserva che uno. delle queetio. 111_ prn urg_ent1 è per l'Italia ndeseo Ja que– shone n.dri.atlca e che il Governo non ha esposto su QU<?iit-0 punto aJ,cun progr&.rruna concreto. JI Governo deve decidersi, nè può trlneerarsi dietro lo. erigenda Commissione r,o.rlnmentare. E .nessuno Bi nccorgerebbe del debutto del professore se non f06Sero gli on. D'Ajala Si<:iliani e Corls. ' D'Ayala uri.a: Non dica. ecioechezzel La. Jugoslavia. non esistei Esiste il Montenegro. La Ju~ln.via l'ho. Jnventnta. lei con i suoi umici. (Appln.u6i, opprov.azioni). L'on. Salvemlnt rimane alquant.o perples-. so, e poi eont.Jnoo come se non roeee fotto· suo: Il mare Adriatico dovrà essere un mare itul ~o.vo . (Viviss:lmi rwnort •. Pro– teste}.. I_ na.1jonp.li6U vogliono ohe l'Italia conquisti la. Dalmazda. .. Siciliani. - Lo oapplamo: si rleparml il dJacon,ol • ·Salveminl si .o.rra.bbi.a.e &trilla. SioJlioni gili grld,a.: - ,E di Zora. che ne farete? (Vive approva.:Jo,,i). Que•te eoee le, vado. a diro a Zngabrtal • D'Ayala - G;à gliele ha dette! (Si ride , Ai:;prov.a.zioni - Rumori). &lvem inl not.n. che nemmeno I capi dt , lato )!nggiore deU'Eeerc:Ito o deUa Ma.– rina sono d'accordo. (Vivi commentj e p~ teste). Una voce: - )fo. come pnrJn bene l'ita,. ,lianol (Tutti McLono). Salviemini - Bastn con le idee di T.o.•hon di Revel! Vivlsslrni nimori e proteste}. Siete troppo idioti per capirmH (llo.rità ge– nerale). L'on. profe...~re se la prende con la De. stra perchè il Governo non è st.a.to chi.aro ed espliclt-O In mnterlo. di politica e,\ern. Essere chiari è coraggio: non eseerlo è vil– tà. (Commenti). Una. voce d.-1 destra - Lo dica a Nitut (Viva llarHà). •

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