L'Unità - anno IX - n.20-21 - 18-20 maggio 1920

82 che nnch'egli a~-clJbe poLulo es<:l:im:ire con l 'a.ma, reggiato poetn : Ogni plebe m'insulta. e rossa e nera. Dio, perchè vidi un ciclo aperlo e Te Quando l'.a posterità volger-.).cnri<>S& e attonita iJ suo.sguardo sopra questa.' no– stra graucle epoca travagliata, della cui importanza, della cui gra.vit;_'\, del cui appassionante interesse per i futuri noi, che ne sia1Uo attori, 11011 possiamo forse avel'e piena, coscienza.; e cotesti futuri s..1rturno tratti a, iu1111agiparci anche peg– giori cli <1uanto fummo. ed unche più fe– roci, per tanto &'lngue sparso e più an– corn. per un cosi selvaggio cozzo di pas– sioni contrnstaoti; ebbene, un qoa,lche più l~nigno giudizio si far:\. strnda, nei 101·0 animi, qm1mlo vedranno pass..'lre tLt– tra\"en~o l'in!il.:111guinnta e torbida scena una imnrngine come quella di l~onida, Bi""°lnti! }"RASCEfitC'1 Ru•TINl, La ■ ■ cr1s1 .\ detcnui1rnre la crisi che ba, travolto il .\linis1ero ~itti, henno contribuito pa.– t'<'l't·hic c·or1-enti eterogenee. l n:uioualisti e gli agenti degli sta.ti 111:1ggiori della guerra e de.lht marioa, llirnnò hn·oritto intensamente n. fru:·e nau– fr-agart· nella l·risi le trattative dil'ett.e it:1lo-jugosl.-i,·e di Pallauza. Ed eS&i sono a~;1j 1>iù nuuwrosi che non appaia, a, prima ,•istn, nclln, Cumera attuale: per– cht- nel.le elezioni del lG novembre riusci– rono a. intrufolnr:si in tutte le liste di tutti i paniti, rncuo che in quelle dei ao– cli1l liHi uffiiculi, diccudo corna del naz_io– nulistno, ma l·iscna.ndosi ùi fare a~oue n11zionali:sta, .1100appena, a,•csscro sorpre– sa la huona, fede degli eletllori. Di modo che, in tutti i gruppi della Camera, dl\J gruppo s,ùandra al grupJl.O repubblicano bi trovano na.zionaJisti e. 1 uuzionalistoidi più o JJ1cuo esJJliciU1ro~to dichiarati, ('!1e ~i !)()DO tenuti scmlH'e a, ,·otare contro il uiinistcl'O ~itti, su qualunque argo– mento, in quaJuuque occasione. J ,-on:rervatori, impauÌ·iti lhùl'estendcr– si dei tumulti ed e"8.!lperati dagli sci'lJ"'ri e t.1,.lll'o8truzionismo nei servizi pubblici, scontenti della politica a zig-zag del ~i– ui:stCl'O Nitti, sentono il bisogno di un go,·erno << forte >>~ come a<:cennò di sfug– gita !'on. 1ledn, in quel suo discorso pieno di uicute, che dovevni servire solo a pre– p,u·111·sil lungo upplaw,o finale del grup– po popolare cpme designazione dell'uonio di tiduèia del gl'uppo per le trattative della p110ssiwn crii:-i. Anche questo genere di conscrnnori Ìlll(>auriti è a8&Li più dif– fuoo tl1e a l>rim:1 vista non si possa cre– dere. in una C,11nern, llove tutti ci ten– gono a dichiar:11-si << a,·anzat.i », << demo– (•ratici n, Uen pocld anelJbero il coraggio di definirsi couscn•utol'i, ll gn1ppo popo– l1ll'l' t\ prc,·1dcnten1c11te. uu gruppo di •·on::--ennto'ri. :\la nel gruppo popolare ci ,,.no, oltre ai nnzionalisti e ai conserva tori, i 8inda– ('aJisti bolsce,·iz1.anti, della sfumat.um l1iglioli. Questi erano anch'essi contro il Jlinistero :Kitti percbè non «protegge» oome sogliouo dire, le loro leghe e coope- 1·11ti\'e co11u-o le violc.r11,esacialiste. In fondo gli operai e (·ontadini organizua.ti d:d 1mrtito c:let·tcnlc, 090 hanno veruna, voglia di c.-outinuare eternamente a bat– l<'l'~i a pugni, 3 bastonate, a coltella.te con gli org-nniz1,ati socialisti. Vogliono <·h<'il Governo a8smna esso questo ufficio. menti-e t•ssi per~ve1·:rno per oonto pl'O· 1>rioalla lotta sindacale contro i padroni. li non essere « protC'lli » dai carabi– nieri. c1alle guardie regie, dai soldati, C· s.'lS(>ern, le organiz1.J.1zioni clericali: n, che serve a.vere alla Camern cento deputa.ti, SC'nza, il cui appoggio non può "h·e1·e nes– !!UDGO\·erno. se i depuuiti non ottengo– no da I Go,·erno In « pt'Ote1.ione » dei loro C'leuori? )Jinacciati di vedere le loro or• gauj1,azio1ti diSS<'rtari-tj in u~1 crisi di ~fiducin a11tiparlamentarc, i sindacalisti nJla ?!figlioli hrrnno fntto pressione per la b:1ttaglia immcdinta. r~ tutti qne~u oppositori poteva.no fare as~<'gunmento F.ieuro sui \'Oti :-istematica– mente negativi dei ~ciaJisti uffiriali e L'UNITA (1(1► l'l'pubblicnni. Ma uon pote"nno dare ha.ttogHa so un programma positivo ro– mune. I na.zionaJisti, sentivano che. pro– vocando un voto sulla. politica estC'ra. n• vz-ebùero avuto contro cli sè i migliolini e tutta quella mn.s.c.,-a. di mez1.e rosrien1,.e, <'he uon o~ano sfida1·e oggi il pa<':-:e.dan– do!<,.; a1ie dannunziane. I c·on~l'\'atori, pr'O\'Or1111<lo un voto sul pr-ogran:nnn, di un « go\·e.rno forte J) a,• \'l'1'bh('1·0 r·C'i:.pinlo Ye1·~0 il mini~tero i rn– dicnli. i ~·i:tlisti 1·ifo1·111i:-:ti. p:1recchi dr– pu~ati dcl rinnova.mento. e i ,de1,icaJi migliolini. l migliolini non 1>0ten1no do– mandai-e e8plidwmente la protezione del La. • • cr1s1 Oon'r-1.10 nlle lor'.o Jeghe. perrhè <]UC8toa– v1-e1Jbe ul'ta,to i ron~1·v:1tor·i e i C'Ongiu– rnti <li siniRtra. 8isognant dunque evit:tre ehe il ,·oto <·om·C'nis.-..t 1 s-.uuna c1uestione t-onrrern. Ed ecco ,·eni1· fuori il trabo('d1etto del ,·oto procedurale! L:l Came1·a ha ,·otato. non :-:ulla, politica (•St~n1. non ~uJl:1 politi(':l intc1·na. non snll,1 <1uei,:tionc por--telegrn– fonica: ma sul problern:1 tli ~IIX'l'C :--ueh<' l·osa si <lon!ssc clisc·uter·e prima! Ed om? La crisi non ha <hlto a] Re nessuna de– signazione. nt! J)('I" il succes:iOre dell"on. :Xitti. m' tX'r l:1 politira e~tersi e interna. eh~ dov1-ehhe (l-i,:SCJ'C :,;eguita dal succCIJSO, •·e dell'on. Nitti. ' ~ in questo ])Orto mQudo le cose non :llldassero nllu ro,·e8ti,1 cli ogni senso mo– rale e di oi::-ni r-.enso comune, il Re do– ,·,-ebbe fal'C obbligo 1111'00. Xitti di tor– rnuc ali:i C:imrra :1 rarsi hntterc con un ,·oto <'hinl'o $:.uunn questione concreta di indit·iz1A) politico brenc1·:1le. Eritaudo quesrn soluzione. il Re si Hli· sumel'à J)('l':-1011aJment<." la respon~nbilitt\ dPlln politin1 ~i,;:ter·:1 ed interna del nuovo ministero. ::;::1rebbe uu grn\'C errore per il Re, e un gr:1\·e ~tonno per i] pae:-:e. L'Orritd. dello Stato italiano (Relazion,- pel Congresso del rinnovamento) Un pro1ramma politico non può pre– scindere dai problemi fondamentali dello Stato. 1. FonnuJnre un progra.nunn oomune di azione politica 1 \'UOI dire porre un criterio e una normn. comuni di critica e di realiz· 1.nzionc nel <'am1>0politico e sociale. Questo è nell'inlendimento del promOtori del con– vegno. Per raggiunger lo scopo prefisso, non bn.sla elencare i problemi che si •libattono nello. "ila nozionale, indicnnrlo di cia– scuno In più diritta e ,·antaggloso solUZio– ne. Far ciò, potrebbe bostarc, se si volesse raggiun,gere un accordo su questioni ai.n– g-0le. li progrrunmo. della Lega di rinnova– mento sta n dimostrarlo. '.\lfl. In \'itn stessa della Lega, i1 primo nnno di esperimento che e.'-80. ha compiuto, st.o.0110 irH'ece a di– mostrare che un"azione politico. comune non può prescindere da intese. più esaurienti e profon<lc. E poichè è nostra procisa convinzione che <1ueste non posc:nno deri"nrc se non dalla comune valutazione o interpretazione dei fenomeni st.GT' ici o politici, che hanno deter– mi.nato la odierna grn,·iSSima o.risi dello Stato itnlinno, <1uesta relazione precede le nitre nel1'01'<line delle discussioni, e vuoi crudnmrnte frugare ogni dubbio, illumino. re con una luce cruda ogni pur 1-egge.rodis– Mn.O. Concedere si può su tutti I, t)t.t"lti: non su <1uesto. O~ni conc~stonc, ogÌi! com– pronie.:.so d:tnnerebbe ad un mortale equi– ,·oco In. \·itn di un organismo c•)e tutti ci a.ugurlnmo sia sano e vitale, o non sia. La odierna crisi dello Stato e fa guerra. 2. Ln odierna crisi dello Stato itollano ha In sun determinante, il suo pl'ccedente im– mediato nello ,guerra; ,si presenta,' anzi per molti segni Mleriori. come crjsi di liql1ida– zione del1n guerra. In questo giudizio, che ,;en naturale a tutta primo, c'è del vero; ma d ~i accorge poi che ffiSO non ,spiega nulla. Crisi di Jiquidnzionc potrebb'essere crisi di assesta.mento, come, in fondo, mol– tissimi conservato,; la giuclicnno, alla stre– gua delle loro tendenre e del loro <tosideri: lo. scia della guerra, che poi torna. specchio t,·nnquiJlo com'era prima; punto e da capo, come se non fosse stalo nullfl~ Onn,1,re crisi di purificazione, cat.a.rsi, come l'av~,·a pen· sala una oorta parte degli interventisti: via tutte lo brutture, le disonestà, le Ingiustizie; l'età dell'oro che torna o press'a poco. Ci \'UOI poco a capire che non è l'una nè l'altra rosa. Considerare ln guerra ,oome una grande parentesi che si chiude, pot.eva essere, nl mn&Slmo,una fiche de consolation per corti sconsolati. Crederla una catastro(P purif1cn.ti ·ice, fu certo un mito, che agi po– tente.mente sulle masse combattenti durante la ,nirrra, e ohe non è andato del t.uU.Oper– duto, ma che ha detenninnto apost.asJe, de~. lusioni e conversioni: pcrchè il mondo, a cominciare dal resultato giuridico, prOV\i– sorio o definitivo, del conmtto (i trattati di pace), è erne1"SO ben d.ifferente e, almeno in a.ppn..renza, p~giore di prima. In realtà, la guerra sola, determinante immediata della crisi, non basta a spiegar– la. Può esser davvero una. crisi storlcai di rinnovo.mento, o meglio, di quel più rapjdo e profondo rinnovamento che, se non temes– ~imo di creare equh·oci, vorremmo chiama– re rivoluzione: ma, per comprenderla e va– lutarla come tale, bisogna inetterla in ray– porto con lo stato genero.le della nazione italiana nell'ante guerra. La "';ta della na.– ·t1<'ne, rhc è la storia, non comincia. e r1on si interrompe mai: continua. Soltanto un osa.r11.critico della nosLra storia più recen– te può darci la misura dello sconvolgimento ch'e ci colpisoe, e porre in luce I caratteri, cho d.iffcrcnziano Ja crisi itnLlonn, da quel– la dPlle altro nazioni belligern.nti, ,-i.nte o \;ncitrici. Per la prima volta con la 1uerra le masse banno partecipato ad ungrande fatto nazionale. 3. Cosl, è 1rnr certo che iJ segno più e"i– de.nte o appariscente, la ca.rat1erisUca più spiccata della vita politica e sociale del– l'Italia in questo primo n.nno di pncc è nel profondo sqnilibrio tra le masso e la cln.sse così çett.o. dirigente, tra le mnbrionali e cnotiche forme di me.nle e di atti\'ità dl quelln. e ~li istituii oolit..ici ,•hP nnPsta detie– ne e maneggia se.condo la sua nllitudine co~tituit.n. Si sente che la coniice, la dqu.a– drntura, l'n.bito non ,·anno e non bnstnno p.iù. Cè uno squilibrio, che cerca. un a~– stnmcnto dh'eT.so, verchè qurllo vecchio non basta più. In questo senso, può anche con– venirsi che si traiti di w1n crisi di assesto.· mento; mn non è un punto e dn cnpo. E', continuando ln meta.fora, la prima pngina di un libro nuo,·o. Insomma, una forza che era, st.ntn flnorn. una inenia, ha rotto iJ \'CCChioequilibrio italin.no , ed ora si muon\ giuocn, gra"n sul giuoco dclln politica nazionale. Questa ror• zn. è dntn dalle mnsse contadine e operaie. che 1>rimu della guerra ernno per grn.nclis– simn. parte. (-snlvondo, forse, una minornllza di ,operai industriali) pn~ivnmcnte. nssentl dalla vitn 1>ollticae socinle.~ 1 Abhinmo detto <'hP lrt. g11a1·rn. è sLa.to In. determinante immediata dello squilibrio o– dierno. La guerra, fenomeno troppo radi cale\ e ·profondo per non agitare, smuove-re e sommnovcre tutti gli stra1i sociali, tutti i ccli, tutte le classi, ha imposto n tutti il ritmo della. vita, ha realizzato in qualche modo, per la prim,a volta nella storia mo– dC'n\a cl'Itolln, una ·partc.cipuzione delle mn.s.;.eud un grnnde fatto nazionale. Con ciò, non intendiamo diro c~e questa pdrtecipazione sia stata adesione n.Ui\'a o comunque cosciente. In fondo, anche il pro– blema dello. guerra ha riprOdotto, nena sua posizione iniziale, la assurdo. situazione dell'Italia dell'un!eguerrn: uno . tn.10 na– zionale perfettamente indifferente e lontano dalle grandi mosse della nazione. La prova si affrontò per una !ebbre di entusi'8Smo di poche centJno.ia cli migliaia di per'SOO'e,dçJ– Je quali soltanto poche migliaia consape– voli. Gli nltrl non furono pl'IOnè contri: su– hi1'()no passi\·amcnte. ~la il fatto stesso della \;ta di guerrn 1 che da un ln.to improvvisamente sbalza.va i gio– vani della borghesia media e piccola, dal chiuso dei torbidi uffici bnrocrnUci e dalla atonia delle unh·crsità n ,eomandare e a guidare nitri uomini, dM·a 118li uomini di popolo (nl mezzadro per il qualo la siepe di\'isoria era stata confine di un mondo, al rontaclino snrdo o siciliano o puglicae, al piccolo n.l'tigiano, al bracciante}, se non una maggiore capacità di intendere, una più concreta volontà di pesare nel giuoco della ,·ita 1=.ocinlee, dunque, della nazione. Per la prima \'Olta dacchè lo Stato italiano era nato, le masse si accostarono alla vita della nazione; per In. prima volta la polemica po– litica, l'iroso dibattito dei partiti si slargò in un vasto dibattito appassionato: la pre– dicazione degli scopi cli guerra (Lega delle Nazioni, autodecisione, disarmo} che, di– menticnti a Vcrsa.i.Ues e a1Lrovc, son già realizzati nella confusa ma tenace aspira– zione delle m~ dei reduci combattenti, e, più efficace !orse, la ~ropagandn. cc disfat– tista» (non sembri paradosso affermarlo) conlribnirono entrambe a eccitare, a smuo ,·ere n rompere In passiva. e Inerte quie– scenza ... I Caratteri e conseguenze di quella par- tecipazione. 4. E' bene insistere per non essere poi fralntesi. Questa partedpazione delle mas· se alla \ ita politica e rodale, questo som- n1'l\lmcnto degH strati inerti. que&t.o clo– rµento perturbolcre del \'CCChio e4u1Hbrio italiano è, pùl' l)rn ahneno, fenomeno pura– mente negnti\O. ~on conta.\'nno, ,·ogliono contare. Si son mossi, ma non sanno dove ru1dnrc. E poichè non hanno coscienza <lei loro soopo, poichè elci ritmo della vltn so– ciale non hnnnG che una sensazione indi• stinta, un bnl'lume confuso, la loro ,·olontà di credere Il ng~iogu alle frasi inconsisLc.nti e ai miti astratti della propaganda dema– iogtca: fo-rmule non aderenti alla reaJtà,e che non possono dunque disciplinare raz.io - ne. Cosl, rtnaofferenza. inasprita nel trnva– glio della crisi ~encralc del dopo g11erra. 1 s1 risoh·e fo una serie di sforzi disorganici, di• ,,,_ sordina.ti, contrnddiltori, che Loccnno lo.1- \'0}t.a perfino In misura del' grottesco. Sclo– peri, agitru:ioni, vandalismi, distruzioni, uomini che sembrano rollami galleggio.ntl su una marca tol'bida che monta, protervto settentrionali, sorde ribellioni del mcz.zogior- na; la tendenza. ad un migliore assetto eco– nomico, le,,·a del giuoco demagogico e poli– tico, che si esaurisce nel circolo ,i.zlOso dei miglioramrnti di salario e del rincaro della vita, e si dilnnlfl nella contraddizione inti- · ,ria tro le aspira'Zioni dell'agiatezza raffinata. ·delle élites industrinli protette e lo elemen- tari uspirn;,Jonl delle masse meridionn.lij nel caos, burocrn.t.in , demagogiu., acoode– mia, parassitismi bancari e specult1tori. Co· me 1isultnto la crisi feroce in cui ~-:dibatte J'JtO.J13.. 1 )la in questo caos, in questo stono, ùello sviluppo twntùtuoso e imputuoso cli questa azlone (che pure si J•ealizzn.secondo un pro– prio ritmO; scioperi• o agitazioni dei com– patii sindncati del nord., prorompere im– provviso dei disorgnnizznti del me1.z<>@'lor– no), le :masse vengono prendendo contatto con gli aspetti, le !uni.ioni, le. esigenze della ,·ita collettlvn: insommn, con \p. condizlonl ìmpresctndt.bilt dell'aggregato nazionale cui a1>parlengono; condizioni ind1pcndenli dalla situazione internazionale, che detenninnno a lor \'Olt.a i mo<f-idi lotta delle ,·arie ente• gorie e oe limttrfuo i risultati. Attra\'crso le lotte dj categoria e i contrasti di (')asse, c'è un Iermen.to nuovo di vita che trascende 1o a!mbit.ochiuso di quelle stesse lotte, di que– gli stessi contrasti. . ~on è nncorn una consnpe\·olezzn di sè che si sostituisce alla passiva abitudlnç del lasciarsi condurre; pnssh;tà ed obbedien1a meccanica entra.no psr troppa •parte nella. devozione ai ,c capi popolo 11, 98li organizza– tori, a.i politicanti di partito. M..o sent.lamo che non è più come primà: che lo stesso at– taccamento alla lega, al partito, sll'agll.a– tore, l'irrequietezza, la. cieca fede nella for– mula demngogiCl\l non si spiegherebbero se non a,vessero, in fondo, il rilievo di una in– sofferenza che tende alla liberazione. E non• è ancoro.. la concezione dello Stato come sfera e forma di vita comune e supe~ riore agli indh1dui e alle classi, che si af– ferma e si realizza nel pieno sviluppo di queste e di <1uelli; che può essete organo di dominio di una classe -solo fin tanto e in quanto quella classe, in condizioni storièhe determ.inn.te, adempie (più o meno oonsa• pevolmente) nnn. funzione uLile a tutti. Ma comunque, non è ph) il gretto egoismo chiu– so in sè stesso, disinteressato ed Inerte. La negazione dello Stato, In volontà di abbnt~ tere lo Stato estraneo, ottuso, ton.La.no,con– cepito come esteriorità meccanica ed op· prcssiva, si risol\'O poi necessariamente, se pure inconscia.mente, in una partecipazione ·sempre più accentuata alla yi.ta . nn.z.ion.aJe; cth·entn tentativo di supera.re l'nntinonùa, dl colmare l'abisso che separa il cittadino d.ul. lo Stato; sensazio.ne della necessità di muta– menti profondi nella organizzazionei e nella ,·ila cli <rueslo, cioè affermazione d1 una. for– ma nuo,·n. confro la vecchia !-oTmadi Stato, innd~uata; insomma. determina. quel fer- Bi c: .

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