L'Unità - anno IX - n.19 - 8 maggio 1920

• averano profuso larghi C'Ontributi di ca– pitali, che rimasero senza immecliatt e diretta, 1-cmmtcr:uionc. Esempio tipico. la bonifiro del Ferrarese, i la,·ori della qua,le, secondo quanto scrh•e G. CAnLO PnATO-l>rIEwto0 (Riforma, sociale, ,·oltune XX[, 1910, pp. 408 o ss.), durarono JO anni; cinque società assunsero e poi ab– bandonarono l'imp,·esa. Secondo le l~ggi del 1882 o-1el 1899, lo Stato concorre al– la spean, con G/JO tratt>111dosi di boniJìc..1, di prima, classe, coine furono e sono di– chi;,rate quasi tutte le bonifiche dell'Ita– lia setteutrionalo, mentre Pl'odncie e Comuni contribuirono J>er 2/10, il con– sorzio dei iH'Oprietari per altri 2/10. :Yel Mc~7,0giorno, a, differenza, delPita liai settentrionale, non v'è stata. nei seco– li SCQrsi Popc1:a illuminata dcll'ammini– strn.1.ionc dei Comuni e delle Rignorie, nè v'è una tradizione tecnica, in fatto di bo– nific..'t - (nel Ferrarese, fu costituita. fin dal 1580 una << Conservatoria della, Boni– ficazione >1,J)Cr il mantenimento delle ope– re cosUuite dal Hl(H in poi sotto l'auspi– cio cli Alfonso II d'Este di Ferra.ra). - , Mancano ,studi o progetti di privati. Lo Stato, olt.TC che far Ja,·orare l'esattore, non ba. fatto se non poche opere pubbli– che elettorali, più o meno utili, e non che oontl'ibuito a t·i~lvere, non ha neJ)pttre etudinto seriamente il complesso e cliffl- cile problema del suolo. · E poi le cooperative se possono giova– re, come pe.ns ..1. l'Eillandi, (La ter-ra Clii oontad'i-11t 1 p. 274) in un regime di pro– priet,\ gi,\ fra,,ionata, per l'aequjsto delle macchine agricole, dei concimi, delle se– mcn,.e, per la vendita dei prodotti del wolo e del bestiame, per l'affittanza eol– letth·a di ter.reni il cui frazionamento sia impossibile, quando, ben inteso, siano CO· stituite fra. i medesim.i eoltiva.tori del fondo tecnicamente istruiti e capaci di gestione collettiva, aono un organo inu– tile nel momento del frazionamento del ln-tifondò. Una delle due: o la coopera– tiva. a88Umcessa stessa, la coltivazione dei latifondi, il cui fra,1.Jona,mento sia. poli· sibile o vantaggioso, ·ed allora si perdono i .\~antaggi della cultura individuale, si. crea, artificiosament:e un pt·oletariato, sia, pw-e di cooperatori braccianti, in luogo di una classe di contadini forti, vigorosi, ed indipendenti economicrunente e social– mente; oppure acquieta, i latifondi per procedere alln, loro divisione fra i conta– di.ru, ed allora non si 1·ede Jll, utilità, pratico di fnr'esegui;.., da altri lo clfrisio– ,{1 e le trattatirn, che i contacljni possono fare direttamente eol proprietario, evi< tando cosi che si introducano in tali ope. raz.ioni dannoseoinfluen,.e di partiti poli– tici ed clementi dirigenti le cooperative, che siano estranei alla classe dei !al'Ora– tori diretti del podere. Non n1Itriamo perciò moli» fiducia, nel– le 0001>erath'e e rroll'azione, che esse po• tranno svolgere in tempo immediato nel Mezzogiorno. Crediamo, invece, - e si.a– mo lieti di trova.rei d'aceordo con l'A• zlmonti (nel ,·olume di prossima, pubbli– cazione L'a-we,,,ire d<>!lacull<u,:,, agrOA-ia, edito dall'Accademia dei Li.neei) - che • l'opera cli trasformazione del latifondo non può spettare e.aclusirnmente a, que– stai o a quella intrapresa, ai singoli gran• di affittuari, affittanze colletth-e, unver– -sità agrarie, società, capitalistiche eec., potranno, a, seconda dei casi, da.re buoni risultati, sen1...n. esclnder!Ù a, vicenda,, pur– chè mai si perda in, dsione esatta, della, •realtà e si sappiano sempre seguire cri• teri di opportunità eeonomiro o sociale. Difficoltànelle trasformazioniagrarie Si afferma. eia.molti cl1e il problèma de!– J'Itoliiii num 1 n, è di produrre in· maggior nùsum, è cli mutru·e la colthm.zione da. estensiva in intensin1,, Ciò è possi6ile, si dice, solt.'lnto mercè lo spezzamento del la.tilonclo. Ma, paro che i facili seri ttori e i più facili ideatori dj programmi di rtnuova– mento, anche quelli che vanno per la maggiore, non si siano reso esatto conto dell'entit..'\ del problema-. Non basta dividere le terre per far scomparire il regime culturale ch'è pro– prio del latifondo. Ln-tifondo, quanto al· la produzione agraria., possono essere t:into In g1·ande 1woprietù come la pro– prieb) frazionata. cl1e rende meno di quan– to potrebbo e dovrebbe. Se immaginiamo divisi tutti i latifondi, non per questo a.vremo a.n•antag~1,to Ja, p1'0duzione na.– zionaJc, quando il trazionamento non fos– so a-ccourpag11:1to dalla, ma~sima, in.tensi– fica,zioue culturale, concomitante Con lai scelt.'t dello più opportune e redditizie specie da, coltin\l'e. 1 1 rasformare il Jnti– f01telo uou è la, stessa operazione ~e fra– zio1rn,rlo; ci può essere un latifondo mi– g.liornto SC'nznesger(' diviso, e un lntifon– do frnziouuto e non 1nigliorato. Di qui del'h•a che il problema. è di natura. non giuridica .. , ma tecnico-economica~ - E lai soluzione non è nè faeile nè im– mediata, come si imnrngiua, dai più .. Si tratta abitualmente di aziende n, cultura estensiva,, fornite solo raramente di alle– vament:o brado cli anirnn,li, spessissimo sen1,a, ,corte di fieno, di paglia,, di bestin,. me; SJ>essosenza. stalle, senza, strade, sen- 1.. a, ca.se coloniche, nel pieno dominio della, mala.ria,. Bisogna. crear tutto, attraverso mille difficoltà e mille resisten1.e ed ostilità del– l'ambient.e, e bisogna dirigere i propri pa.ssi su terreno maJ conosciuto e cospa.r. so d'insidie. Occorr<' combattere contro la, siccitù dei ~ei-otto mesi; lotta.re con– tro il fae.onio, il demone familiare nell'I– talia mer'iclionnle, che spingendo all'ec– cesso la tz•nspirnzionc clelle piante erba· ooe in maggio-giugno, fh consumare in pochissimi. giorni tutta. Ja·scarsissima ri.– ser,7a di umiclit.\ del suolo agrario, stroz– zandQ. ucciden~o In vegetazione; bisogna. vincere le M•vcrsità svariatis.~ime, ehe at.. tra,\'ersano la produzione delle culture arboree; occorre risolvere i problemi tecnici delle culture irriguo in terreno ar!!illoso Oag~ellato dalla malaria. Tali diJlk,oltà, suggeriscono anche ai più prorntti ngrieol'tori di andar molto cauti. La trasformazione agrn ria. deve essero opera lenta e tenaee. E cio: 1° perchè la sostit111.-ione ciel ro,·aggio a I fn1ment.o è opera costo~ii;:simn, richiedendo la tra– sforma1,ione cli tutta l'aziencln, stalle, fie– nili, acqua per inignzione, tutta una, tra .. sformaz\oue agraria, pro.fondai, subor(Hna.– tn all'esecuzione di opere costose <li irri– b'llzione, ad nu impi<'go ingente di capita– li, stabilmente investiti nel suolo; 2' per– chè, eome hn, notato G. Valenti (Grama– [Jlie prodl1,done, com,tnerofo, 1·egim,e d,o– ganale, Roma. Bermro, rn1R, pp. 17 e ss.), la. cultura del frumento è più semplice e più sicura nei suoi risult..ti che non l'allevamenJ del bestiame, specie se sta.– bulato, molto più aJea.torio nei prezzi e nel collocamento dei prodotti, e quindi molto più soggetto a. crisi; 3° infine per– chè dove la proprietà è divisa e H pioco– lo proprietario è diretto coltivato:r,,, Ja, cultura, del frumcnt.o, sern~ a ooatitu.ire la, bMe per la sussistenza, dell'intera po– polazione, ba una, particola,re importanza, per In- classe, che vi dedica. il lavoro e che consuma il frumento che produce, e trae dal fntmento che sopravnn1..a a.i suoi bisogni il mezzo più comodo e sicuro per fa.r den'aro e prdvvedero ad altri bisogni. Di tutte queste condizioni eoonomjco. aociali oecorre tengano eonto coloro che improvviS..wo facilmente soluzioni più o meno astratte del problema meridionaJe. Si pl'Ova. un a<m90di s·fiducia, e di 8COn– forto quando si sente parla.re con legge– rezza, e con le solide rancide frasi fatte su un argomento tant.o grave e vitale per il Mezr..ogiorno ! Oh la dura. e tremenda, lezione che cl:1 anche ni migliori la rea.li. .'\ delle cose! ccFranca.mente - scrive nn tecnico compctentisshno, il Sansone, un meridionale che tutta. la sua vita, ba,consu– mato nell'a,moroso studio della, teITa e nella diuturna- esperienr,a, dei campi - gh a,nni e la pratica, sfrondano via, via molte illusioni intorno a,11'intensificazio– ne della eultnra, del frumento nel Mez. zogiorno. E non com-prendo come poss.1, sostenersi l'agricoltura. di molte regioni meridionali sorretta, da. questa. coltivazio– ne. f: un continuo ginoco al lotto!». (lsti– tnto di Fondi mii\tici, Relacione Bt,ll'a,n- 110 agrario 1009-91Q, Roma, 19ll, p. 102). R. CIASCA. i9 _Questione meridionale e riforma tributaria Con questo titolo il nostro :1mico Prez-– zolini ha riprodotto nella, collezione << La questione meridionale n il maguHko stu– dio, pubblicato per la prinut, volta. nel l.904, da Giustino Fortunato. Le idee eentrali cli questo volumetto. fomlameut<tlc per chi voglia a.equista,re unni seria, oouosccnz-a del problema, meri– dionale, sono due: << 1a un gran di"n.rio di benessere socia• <cle, per effetto cli differenti condizioni di ,, clima e di Rnolo, eome i fatti eterni di << oltre due miHenni e mezzo prm,ano, è « tra una metà e l'altra. d'Itulia ,,; • « .Z-. fin qui, nell'ordinamento tribu– « tario itnUa110, ò toccnto appunto alla. << p.arte più povera,, contro ogni canone di <e giustizia contributiva, sopportare il ca..– « rico maggiore». ALie quali due verità occorre n.gghmgerne unai ter1... 1 per otte– nere eomplew le lincé e.s.<oenzia li della, qustione del Mez1.>0giorno: << 3• mentt-c il carico tributo rio è mag– « giore nel1a, meb\ più povera, il frutto (< elci trihnti è :1~~1·hito. attITn·e~ le cc spe!-le ~ta,tali, in p1'0'porzioni maggiori ccdalla metà, più 1'iccn dell'Italia». Il la.vo1·0del Fortunato, come abbiamo detto, 'risale al 190-L Mn-tutto quanto vi è eletto sulle cliffcren1,e naturali e .socia.– li fr~L Nord e Sud. rimane incrollabile. E le ricercJ1e sui dislivelli deJla, ricchez– za. e del carico tributario fra, Nord e Sud, se non corrispondono più a1le nuo,·e po· sizioni create chl,lla,guerra, non per que– sto ban_no perduto alcuna parte del loro valore: chè anzi la, guerra ba, accentunto il di$-tlivello della ricchez1...a,, e i nuovi provvecUmcnti h-ilmtnri minnC('iano di l inasprire feroc·emente le vecchie ingiu– stizie. << Nes.1!1.m dubbio - scrh·e i] Fortunato nelJa prefazione - nessun dubbio, per chi oonosee bene le cose e pensi con a,n. goscia, al domani, co~l oscuro per tutti, cosl minnccioso cli tllilggiori gravez1,e a danno. specia,lmente, di noi meridionali n ,ppe.na ieri usciti daJ medio evo e cre– duti, come sempre. i prediletti di madre Natura,; nessun dubbio <'he il Mez1,ogi,or– no, d'ora innanzi. cost1-etto a,nche più di prima, n, viaggiare come un vnso di creta. fra' vasi di bron1,0 1 veIT'l fat(llmente ri– careiato nella, ba.rburie, se la. immane O· pera di restaurazione civile, cui dobbia– mo aecingercf, non sarà i.nformat& aJ più puro senso di lealtà. « Se fn d'uopo premere crudelmente la mano su' contribuenti, tutti, anche i pii) poveri, ne sop1>0rternnno pazientemente il peso, purchè siano eerti della, sua, e<]ua distribuzione e della maggiore sua, gra– vezTA, tanto in via, assoluta. quanto in via relativa,, là dove più abbondante è l'a,c– cumnlazione della rieehe1,7,n,,Ed eeco il ritorneXo, che non è possibile evita-re: è forse comune credenza,, che il Mezzogior• no e le isole si trovino in condizioni eco· nornicbe inferiori a. quelle delJ'nJta, e me-– dia, Italia, e paghino più di quanto stret– tamente dovrebbero? Ma che! Non uno de' magg;iorenti, tra uomi.ni politici e ca.ttedratic-i, abbinno o PILI' no a,vuta al· meno visione drl pnesaggio meridionale, ne ha, mai convenuto, - usi per il 80· lito a, pn~!,l.,_'l.rvi sop1-n. in ossequio al galn,. teo, e a. sen osare discussioni inc.rcSCioae rro oose, a pnrcr loro, passate in giudi– cato per sentenza già data,ne e con!erm.1r ta.. Nè è a, farne le maraviglie, se tuttora non uno è cfo,Roma. in su che dia fina,J– mente al)a, malaria, millenaria dannazio– ne del paese meridionale, tutta, la. fune• sta. importa.n1.a. che ha. La. malaria! Ma. se è una, invenzione di pochi allucina.ti, se non addirittura, un pretesto di tutto un popolo di fannulloni, cui il Cielo, im– meritatamente, ha dato i.o reU![:gio la, parte ph) belln, ed opima dello, penisola, ... cc Se questo fino n ieri, ,come non pa,. vent.sre i JDnnifeati indizi, che da più parti ci vengono, d'una ostinazione sem– pre pit) capa-rbin, ne' vieti e deplorevoli pregiudizi? Il persona.le delle finanze, da.' maggiori a' minozi grndi, j!inra più o meno a,pCrtnme.nte, che il meridionale, il cui paterno forziere custodirebbe anco– ra, Je sonanti piastre borboniche, ba Ja, esperta. abitudine di deludere, meglio cli ogni altro, le indagini o le ingiunzioni del fiS<C-o: i famosi «baroni» latifondisti, i quaJi, \-icevers..1,, solo gl'istituti di Ore-– dito fondiario ormai conoscono, non ab– bondan forse quaggiù. ,,. 7,artib1ts infi,– deliumf Or orn, l'Einaudi, il più lucido· a.utorerole scrittore di fìnan1,,.1,, che noi abbiamo, asse.riva che una delle ragioni per le quali è necessario procedere alla. nomiuati,·ità de' titoli al portatore, sin– golarmente abbondanti nel nord, è quel– la « cli poter chiudere la boero a,' prote• statori del MC'l1..ogiorno ,>, e impedire che più oltre e,i pl'oclamino danneggia.ti , poi– cltè. e< asstti più esteso c. p1-o·f01Jdesono le loro nuomalie tributarien, - essendo cc ttn fatto certissimo, noto & qurrnti vi.– ,·ono uell':1uuui11istra~ione, ed oggetto persino di indagini statistiche 11, che se nel nord ca.se e terreni sono svalutati cli un quarto o di un tei·1.o, nel sud Ja. sva.– lutaz.ione giunge allu1 metà od a' clue ter– zi... 'l'cstunle; e con « le indagini st:ati– stiche n per giunta! Ma. a. che serve, dun– que, l'Annuario Statistico ufficiale, il qua. le, a fronte del computo approssimativo lordo della, produzione agricola, segna una. percentuale d'imposta di L. 0,91 per il nord, di L. 2,18 pel centro, di L. J,17 pel. sud e le isole, - anche dopo la ri• duz.ione del trenm per cento delln, im1>0- sta, erariale conees.."" dalla legge Sonnino del '906, ohe sgravò di dodici milioni an– nui le pr<n·incie meridionali? E che di.re della1 imposta edi1izia, notoriamente tao· to più aspra - e in contrasto con lo spi– rito della- leggo - per 1-egipni come le no– shse, il ,ctli agglomeramento demografico è indice 110ndubbio di suolo ingrato e_di ciclo inclemente? Le nuo;ve regole di a.e– certa.:mento, mi si obbiette1~à, varranno una ,·olta per tut.lC' n porre in chiaro la, ,·crità dt' fatti e de' numeri. Le regole! Sl, pm·cbè si applirhino da chi ~ia sce- 1·ro di pregiudizi e cli pr·econcetti, i qua.li nell'animo umano permangono e sussi– stono anche quru1do la c1itica, più elc– ment.'u·c ne abbia dimostrato Ja, ,·anit;) e l'err-ore., Il dubbio e il timore stanno ap– punto qui; 11t incognit.'t è questa : se lo Stato, cioè, 11rocederà nl 111101·0 e corupli– ca.to accertamento con alto !òipirito di se– l'enità, non inoonsa,pe,·olc che ~i tratti niente meno che di mez1At penisola,, la, quaJe potrebbe, non che essere compres– S.'l>, disgraziatame11te ributta.tn . nella, mi– seria, di solo un secol9 addietro. Or- devo confc.xsarc ohe di tale serenità, la. quale è poi tntt'unn, cosa col senso di corrctt;e1,. 1..,1, ccl an<'he di patriotthmw, ne 1 tunzio– nal't cui spetterù, compiere l'improba, fa– tica, io dubito. E come non dubitarne, se avendo gh\ avuto a intratte.ncrnù, per ragioni del mio manclato, col direttor ge• nerale del Cntasto, poco mi ba~tò per ac– corgermi del suo convincimento, che i .nuovi lavori di éstimo nelle pro,•incie mel'idionah, e quelli delln, mia in parti– oolar modo, non meritaaaero fede alcu– na; tanto, che lascioto più tardi l'ufficio, egli si piacque accompagnarsi con un se– natore, membro della Giunm superiore, e traversare per lungo o per largo, in automobile, da, incogniti, tutt..-. la, de,;ola– ta, terrn. di Basilicata: ignoro se- uno e l'altro riconvinti o ricr,•rluri, dalla ra– pida, corsa, cosi, n, occhio e crooe, della t.enace loro fissnzione ! . '((La.questione meridionale, di cui tan: to si p~rlò primn, cieli~ guerra,, o di cuj, cessata questa, torna, a, parlarsi, se con minore strepito, con idee ugualmente va– ghe ed incerte, rimnue, per quanto pos– sa, ~ar fastidio a,' barbassori della poli– tica, e della, cattedra, ignari del reale cf. fettivo suo essere, la maggiore di tutte le questioni che si attengono all'interno del paese. Non è possibile, quale che pos– sa, essere l'avvenire, immaginare una Ita. ..lia prospera, e sicura con mezza, peni,ola, irremissibilmente condannata all'ultima degradazione economica; lo stato d'ani– mo che un. giorno più dell'altro si fa tor– vo e inquieto per il contagio di violen1.e e il tu_rbinio di ani,ie e di speran,.e folli, suscitate dalla crisi mondia,le, più mi– naeeiose tra, noi, nta.vicamente a.n.1rchi– ci: tutto deve indurei prontamente e .-i– riJmente a, rifar noi, J)er i primi, e, nel vincolo indist1~1ttibile dell'unità politica, tutm la vita morale della. nozione». e< Oa ra, Unità, Rileggendo il mio articolo mi sono ac– corto di un grave errore di stampa.. In• fatti a, metà della quarta colonna, si leg– ,ge. « P:urtroppo all'intenzione non ri• ~pose.la . realts\ ed il 7• Corpo d'nrmn,ta. non era ancora completamente a. post.o (iu speeial modo L-. 67 djvfaione) il 27 mattina» Orn, invece di 27 mattina si dese leggere 24 mattina,. Il 27 gli austrin,. ci erano a, CividJle altro che Kolovrat ! Un cittadino veneto».

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