L'Unità - anno IX - n.14 - 1 aprile 1920

di merilJionali è uu errore pro\"ato » (ci– tato in· BnuccoL1:m, /.,a Sicilia. d/oggi, pag. ~27). E alla medesim,1 conclusione son giunti i1 Vacirca., il ~ancin.i (Gaz– zetta. Ayricola <li ~ilano 2-0 ottohre 1018), li Tollari<-o (Il problema ar,ricolo, '!>.•-· glne 13, 2-1. 26). In ('ornmLssione per l'in– chiesta ~ulle condizioni de.i contadini: essere tiOO gri1ve c.nore sociale, data, l'a.t– t, ua.le slrfltlttra tc011ico-agrioola, la, di– visione del latifondo in picc-ole proprietà. Pc.r chiudere queste citnz.ioni, riporto qui le pnrole dn un memoriale elfi! Maz- 1.a.rellil, 1-tociodel CoJlegio degli Agrono– mi di Palermo: (l11c1u'e8.lapa,,tamcnt<M"C, voi. VI, t. I. pnrtc I e Il, p. 399) « Il la– tifondo •' ~tato indicato fonte di h1tti i mali C'd il fraziouam('nto di esso ne è indicato il rimedio sovrano; ciò non è che un'eresia agraria ti economica,. La. piccola propriett\ uell,1 gronde cnm])llgna. - cioè fuori di c1uelln zona in cui è pos· 8ihile· la culh1rn intem;h-a propriamente dettll - ,Ieri\'nnte da) semplice f.raziona.– mento del lutifonclo, costituircùbe un as– surdo n~r·;irio, un hefttiidc pol\'erizz.'lmen– to dc.lln proprietù e quindi una ro\'ina eoonomicn e sociale 11, (Vedi pure R. 0AR· NIDVALI. / dcma11i, nelJ'l11.chie8ta cit .. ,ibi• dem, pp. 316-18. Per una bibliogn,fia, e– HOurirnte degli ~rittori italiani dicbia.– ?a.tb ,i L-Onh'O h poh-erizwmento della, propriP1", dr. K MA1tE:-.Gm. La fu11zio11e •ocialc PI'· 38 e ss.). RAFFAEU'l CtASCA- Lega o partito? Romn, 29 mano 1020. Cnri nmic~ Con cp1r~ta mi dimetto da socio della, Legn li<"morrntica. Ln mia deei~·ione non deHteri\ in ,·oi mern,•iglin. perehè !?ià l'nnn11111.ii1i J)Ot'{'{·rhie volte n('lle nostro con"eMJflzioni, nè nm.nre,zzn. pcrchè non vi è dn J)OJ1cmia, nlrun dissenso SOS'tB.11· zlale dalle vo9trt' ta~. In N'alt,\ lo sento che la T.ega deve or• mai ~foci.are nell'azlÒn<" politica propria.– mente dettn e div<"nta,·c pnrtito; e io non ml ttento ndntt-0 n ,·ita, politica attiva e o dlt1d(,llinn cli partito. llo """'P"' con– eeplto tnttn la no.tra nttl,•iti\ pintt.o"1:o come 11ttidt1' <'duroth·n di rkc-oli grop– pi ,,..pnrn ti da Ila 11rn elo "'"""" elci Lo nn– zionfl' (Il tn lora. in eon trn-f!to con e88a per conl!l'lll'lt!dini e 1wr nhiti mcntnli. che CQ· me attMti\ politica che si ro~in-. neces– •rlamentc, Nulla ,•ita naziona.le e ne ne– cetta le forme. Ln politkn ~ nzione thc !òti cl('vc CS'!)li– en~ Stil dftt" rondh:.ioni cli fatto e di nm– biente. quoli (•~ sinno, FJe ,~noie c~– re ,·ernm<'nf(' politien. ci<>ç T'('aliz1 ... '11;ionc. E le c-ondlzioni ,li fotto e cli ambiente che e,1d;;.to110OJ?rn in Ttnlio 9000 Udi da non ('{'rmettere, in g('D<"rnlc, d1e quC'i;r;ta, azione l'fln pulita e non di~11sti uo1.nini ahitut1ti n rngionnl'(> e nd arei'{' un c·erto eentimonto di folè. Sari, un male, S3r:\ nn b<,ne: ~ rosi. Si potn) modificare: mn ci ,·orr1) tanto tempo, eh<" ogni azion(" reoli1.zntrice, qunndo qnceto tempo ~n;, lrtLS(•orlòlO,snn) onnni oltN'p..'lssata. Pro– grrunml, per ulll'(' t,reneraz-ioni. ,·01 fol('ntitc la o('('e$$it:) di nl:,rire. io lo c.npi~·o benL;;;,.;;rimo. St'- ,·orrete JX'rò agire e reuliu.are qunkhe OO#l.'lin .Italia. 8<" non ,·orrde l"\"!~t:-. re ne.lh1 ~terile :wf'er– ninzionf' di iudiridui o di piccoU grup1)i che re@ttrno scni.'l inllm'J11 .. '1 ~olla vita - pubblira. pur :1ssumcndone il ~ e le antipatie. vi com·er1;) adotta.re. sia, pure per ,-.Itri fini. rostumi di vita. e modi di n1gion,u'C Che io non mi ~nto di seg-uirC'. Vita di · 1)tlrtito signHira ritenere er– rato t1Ltto ftm:-llo <'he fauno ~li an·c.rsa– ri. e ottimo tutto quelJo che fo n pa.rti– to. 1:: 1 una nCC('ssit-.\ per l'azione. lo non mi SC'D to di acrett11 rln. Il mio primo mo– to spontaneo di fronte " un,- critica. è quello di ricono8C<'re che la critica rh·ol– ta,ni ~ ;:insta. Ci debbo spesso pensare sopra molto, per f)("~--uaclcrmi che non bo torto. Om ciò è impolitico. Per esse– re politici bi.9ognn ,edere tutto bianco d" ,w,. parte e tutto nero dnll'n.ltr<t. Io am– miro i socialisti e i clericali che hanno q11e.<jtacerteu.a, o quesu. ciarlataneria.: L'UNITA io non mi sento di soggiacere all'una o di piegarmi all'altra. Yita politica significa viciunnze S{?r:lr de,·oli e allontan::nnenti deplorl!,~ou. Per– ché ùcbl>o sco~tarmi da un tate, di cui riron()1'.'CO i I profondo spirito, per sta re vicino ad un nltro. la cn,i immensa stu– pidaggine ammorhn? Non ho nmbi1.ione ~ufficient.c o pa&~o– ne bastnnte per queste neceK~t:\ della, vita. politic·:i. C-onsid<.'ro con rispetto i pochi uomini che ho vNlnto sobb..'LJ'C{lrsi nIle fn ti che di que,to genere, per poter impt·imere sull11 vita italiann un sugge1- lo della loro potenza, <' pur ::wendo fini nohili, si sono acconcia.ti ai passare per. tante poco simpatiche rie. )fa. non sono cosi bosso o cosi n Ilo cl11, ba ttcr la, IOJ'I> ,·in 1>èr intere88e o per arte. : To ercdo che il i:-,uppo vostro sarebbe ns!-l.Ii più utile nl mondo e all'Itnlin la,. ,~01-::rndo ai miglio11.,1re intellettl,lalmenlte e mornlmente ciò <"he lo attornia. Non mi manca la fede: mn, non ho fede nei mezzi <l:,J voi ~-chi. Io credo ai picooU gruppi. Li erodo preziosi per un doma– ni non lontnno in cui intelligcnw e \.se– rcnit:) di ~pirlto saranno cosa, ra,rn. Nelln po1itien, inYeco contano le mas.~. i loro int<'t'CAAi, le loro pnas·ioni, le loro fmnrnginnzioni, e non gli scrupoli e le rnmnntezze intellet.tunli dei · picco1i jl"rllpl)i. ~ln poiché ho Melllpre :wuto In, lodevole abitudine di lns<:inrc In, mas8ima libertà agli altri, sa('.9ndo quanto è prezioso po– ter Cel'('nre ln propria. \'in ec111,.1 im~i– menti o prediche cli chi Jn pensa. divb– s:.1mente, invece di ,·e.nire al proseimo oongl"(.'ft90 u, Ff()ijtt>nere queste mie idee, pre.f~ri8co lnecinre Jn, vostra organiu.az; io– ue portando con mc l'ottimo ricordo del- la, ,·ostru runicizia, che non si intcrrom- 1 per,), certo pe~ questo. Oreclo Mzi eh; J)Otrò elfl(>rvi ph) utile oome Aimpntiz1..t1n- te che come gl'<>gnrio, e da lontano che unito con voi. Con stimn credetemi, 0J08F.PPE PllEZZOLINI. Per una reale azione politica 1/urtit-olo di Ctirlo Proeaccia che l'Unità ha. puLblicnto ucl numero del 27 fcbbr:do l'Ol titolo .Azione J>Oliticaf è di quelli che ~i possono leggere soltanto sull'Unità e per i <1uaJi cSfta d è cara., tout.a, è la Erinceriltl, In fn:-sd1f'Z7..-"le la, pure-zza moritlc dn rui si ~nle is1)ir~1to. Se veniamo però alla rif.'l)O~ULdata <1nllo ac.rilLorc nJ que~ito J)061o~i circ..'l: l"at:ionc fut11_r:1 dC'lla Legn, io sono di opinione del tutto op1>0sln a qu("l)a eia. lui ei,ipre~sn. ~t,11•ei per dii'(' che ac, come i:'C'rire il Jlro{'ncria: "La f,('~;i cl<",·e ri– nrn11e1-c: quitl'\\ 11, 11011• "-Ì \'('()e IM:'n<" il mo– ti,·o del c·,rn~re~i,;o Ilei" il Hinnov:nnento. Non è c-crlo l'Unitd il luo:;o do,·e s.ia ncce1'1$.'ario1rn~condere. velane il proprio pensiero, o usai'(' enfC'mìami, e pet'('iò es1>orrò S<'hictrnmente il mio. Che cosa ha fatto finora, cli tangibile la. Legn nella ~ua vita di quasi un anno? E ~prattulto, C'he cosa ha, fatto di nuo– ,·o. di dh·er~ eia quello ehe l'Unità e gJi unitari n,rrehh<'ro 1>0tnto fare nncbe se 1n I.A'gà non fo~ae ~~tita? Se debbo giu– dictn•e d:, quel (·he !-I() o che ricordo io. le :--ole rnnnifN 1 tazioni delln I.A'g.1 ~no st:1Le le vowzioni di 1)(){'hi ordini de.I gio1•11O. mctLinmo pure prcgerolisSlrni per rettitucUn<", pr<'<'i~ione. spirito demo– rratico. Oro, è sun:lei('ntc quefit'nzione per giustific.nre lo con~rv11zioue del nuo. ,·o 01-gani~mo~ lo dÌC'o di no"" e ritengo che un'azione più f'fficn<'e 11011 poss.1 C.."'· $\'t'{' :-roltn dulia Le~n: F.C- e~sa. non i<i trai'fo1i:na. ~ non in un pnrtito del tipo di quelU esistenti, in un organi!mlo di– ,·erro e più tatlirn. Qu:-1ndo ~i rominciò n parlare di or– gnnizzazione dc-gli unitari, e Ai di~u~ sul giornale In torm., da clnre a qnest'or– ganiZ7-'l7jone. io fui fra quelli che non ritennero po';.Sihilc formare un partito di unitari. E J::\ ù:r-,1 nacque come u.n com– promesso Cr,, i fautori del partito, e quel– li ,·be rnle,·ano mantenere all'Unità il suo c..u't\l,tere prevalente di organo di cultur,, politica. e di ooncazione morale. Ma, 1n un anno tumultuoso come quello JXLSSa to molte cose, e con ci:--se molte idee, cHmbiauo. AIJbiruno visto. fra, l'altro, il risult. 'l.to del.le elezioni, il quale ci ha. lllostrato chiaramente cJ1e nou si può par– lnre di esercitare ull'nzioue sulln vita, po. litica dc.Ila, nazione, o quindi sul suo rin– uo,·amcnto, se uon ~; ~scende a contat.to delle nrnssc. Ora abbiamo due pnJ"titi di ma..sso: il socinlistn e il popolnrc; c'è in me1.1,0 n, qu i due il posto pe.r un altro, e forse J>Cr due altri partiti, risto che quello libc.r:.ùe ha, orm:li dimostrato la sm1 incapacitù, di rinno,·Q.rsi. Dobbiamo continuare a, i;r;tudinro e a YOtare ordini del giorno che Jegginmo quasi soltanto noi, o dobbiamo accostmi::i n1 quef4tn ma$:– &1. non ancom' aggruppnta nei due p:ir– t.iti. ngitnro in mezzo :1.d e$t8:1, il nostro progrnm~rn., cercando di trasfonderle Ja. fede che noi abbiamo in cS!<.s?Dobhinmò esercita.re quest'azione politka, ve.n:unen~. te fl·innovat:ric."<,, o fa19ei1nc elle quest._'\ massa, continui a. d.ividersi f:rn, le due ali o ad aste.nersi, disorientnta, in<'l"t<", sfi– duciata, daUn ,·ita. pubblica? .lo mi sono condnto c.he siai nostro dovere ~:::uirc la, prima; delle due \'ie, e che cAA:t 11011po~– sa, essere seguita se la, Lcg11 \'iene m:111- tenuta qual'!) a,ttuulmente. Il problema pel'<!lò che il C-ongresao' don•à, rb-olvcre S:nrà ,;econdo me quello di costituire U~l partito, nuoro non so– lo di nome, mn, nncbe di spirito, e t11h.• eia poter attira1·e tauto qu~elli che si sen– tono soffoc,11-e.nei ,·cechi partiti. quanto coloro, e sono molti$Simi, che sentono I~ nooe~ih) del rinnornmcnto polilko-mo– rale. m~1 non vedono nei gruppi :ithrnl– m<"nte esistenti nessuno eupac:c di nt– tuarlo. G. PEnELLI. Il problema- giudiziari? (Relazionepel Congressodi Rinno'1amento) 1. Che le nostre leggi ginelir.iarie, spe– cin Iu,ente quelle che reglllnno il processo cidle. ahhiano urgente bisogno di esse– re r11dicalmeute riformate. ò onnni \feri– ti) d11, troJ)pi anni rL~pota,; mn potrebbe qualcuno dubitare che tn sede più Op• portona per di.acuter di qnestn riforma, ;a no congres80 politico, nntur:ilmente # inidoneo a trattare di questioni tecniche, che 1>os;oonÒ e"l!<!r risolte !'Oltnnto dnl ponderato i;r;tudto e dnlln i,:icura Mrnpe– tenza. degli !!J)CCia listi. Senonchè il probl<"m:t J!iudi:dnrio ha. pure i suoi lati politici. c-he pos.'lOno es– sere n.pp1'Cz1 ... nti nnehe fuo1·i d<"llll rif,fh-<"tta. cerehln, elci dottrlnat1, e che Io ricolle– gano nd nitri pi,\ generali prohlomi del– la Yita politkn, nnzlonn.lc: f,I(', infntti. In. necea~dtl\ di riformar la, Ai11Rti1.in, Ri rinn– noclu da. nna. rnrtc nl pt'obl<'m:t. d<"lln ri– fo1'Dla dclln. istruzione snf){'rioN". <"kSa non è, d'altra pnrte, rh<" unn rl<"lle for– me concrete in cnl si scinde 1:1 ph) gene· raie rH~ceu~iti) di una riformn ehe ~m– pHfirbi la pubblica nmmini6trn1.ione in · tutti i suoi rnmi; rn<"ntf'(' ~ ecrto eh<' in nes.c,;iunf<"nomeno come 11('(,!li ().'o1trlC'Oli r,ri– stemntirl, C'he da. un rlnqu:rntcnnio il Pnr– lam('nto fmpponc t1lln riforma g-iudizia– ria. è doto cogliCre con mng'giore evi– denzn In profonda d~j?<"n<"rnzi<ln<' l<"i no- . fitri i.slituti 'p:irln1ncntnri. 2. Sulln t·iforurn d<'l no~tJ'O ordinnmen– to unh·cr!i(ibl!'io nitri rif<"rir:.) in questo ('on,·<"f!llO: m:1 non po"--rinrno ei::imerri dal ricordnre <111i :111:1 r,rfuj?gitn, rh<", tra le di– ver~ fnroltù 11nlv<"N1it:11-ie, qu<'llC' in C'ui più evidenti :q)Jmiono le mn11<·h('Yo)<"1.1.e ciel nostro ini::cgnnmento !-fUJX'riore, ~no eertnmc.nt ~ le fncolt.:l, cli giuriF=prudenzn. T-utti ~anno <·hc tr:1 le mÌ~tini:1 di rr.id – rnni. <•he le ~trnle medie tr,wns:rno ogni anno n('lle rnh·<"r~it;\ in rer<'n nfTannoi-a di urrn laul"('a, non ft<'mpre quelli el1<" Fi iscrivouo oell<' faeo1t.t) in lei;?i;rc ~no i ph) ,·oloutcrotj ed i. pit) d<'~ni: I<"fncol– U) di l<"~~, ~1wcialmrnt<" qu<'llc <le11e grandi rni,·er:-.ihl. arrolRono inf:ttti ffin ~UJ)('rlnti,·:t intlulJ?e111,.'ltnttn quC'll:1 maiJ– <.:a;unorfo <li ~·111ut.1 ffl tirhe 8C'l17..1 ,·oglin. e ~<"n7,.'l n){':11.ion<'. c·be. i;:tn1J)p11tn 1:-i Ji. cenza liee:de tl. fon.a fli R<·io1>eri (' cli J)(IS– sn~~ri ool !-:<'Ì. N>n~dernno l'Uni,·ersit:1 come unn ~,l(\(·ie di ron)!<'guo nut.ol) lntico a ~rpr('~a, il tju:tl<", n C'hi vi J)Ollj:!':t cl:l, un:1 pnrtr c·on.i<' rnon<'lft qu11tt.ro nnni di sf:tC'l'f'IHlnt(' hnlllor•ir. la~<'iu imman<·nbil– mente C::Mlere dnll'nlt-rn partr l:t laurea, dottorale. r~ lezioni i-:('111.a !:òltudrnti. csa• mi n gt'tlO rontinuo prrporali su corsi Ji.tografali che :-i trnmnndnno im·:n'lati di f!enemzione in grnernzione. cli~rta– zion.i di laurea. tl(<Jt1ii;;tate per cento lire presso (I rase <"f1itrid » che ne fn.nno unn. re~arc inòustrin, - tutte (fueste romo– cli..~ ime fn<'ilitnzioni attirnno allo studio delle disci1>line lrgali, insieme con pochi ottimi, .la paurosa. folla dei mediocri; e frn questi mediorri rcngono purtroppo ad ei;.oere io gran parte reelut.1te (Juel)e due eategorie cli Jle~nc, sulle quali l'am. ntiu.istrazioue delfta. guistizin priuciptù– mente i;ij fonda: i yi1ulici e gli a1,"11-ocaU. 3. Quale sin. lu genere, il livello intel– lcthrn le dei magistrati itàlinni, specia.t– mcnte nei pJ·imi grn.di della carriera., è detto e-on co,·aggiOllO,franche1.1.n.nella, re– lazione prcmei;:sa, clnl Mjnistro )forta.rn. al suo prog<"tto di rifonno.. giudizinria. che aspetta di esser cllocnl!80 dulie o... mere. D,- questa reladone si comprendo che se non tutto il rersonale giudiziario ri~ponde a quei requisiti di cultura. e <li mornlit,\~ che eem.brerebbero ineepa– rabj.Ji eia uno f1m1.i<me im1l0rtru1tc co– m'è <1uella,i:inrisdlziono)c, ciò derivn, non solo dnl i:iù rile\'nto vizio fomlnmcnt:alc della prcpara,1,ione scientilflcu, nni\'e.rsi• tarin,, mn nnch~ dalle mUJCrrime condi– zioni N·onomirhe ratte dnl 1108tro ijtato ;nlla rn:tgiktraturn, le qunll, ~ eia. nua. pnrte n1pprescntn.no una ecrln, minaccia. alla integrità ed ulla lncllpenclenzn del gin<lici giù nominati, dall'altra allonta,. nano dall'entr:ire nelln. cnrriem J!Ìt1dizi:1,. rin, i gio,·nni nùgliori, che preferiHCOno ~iunget'(' 1x-t· ,·i<' meno ardue e meno lun– ghe a pi1' solleciti e ph\ roepleui gundn.• gni prof<"f:l!ionuli. Anche qui, dunque, •i ti-atta di rinl7.al '<!gli stipendi: cli rnd– doppiflrli. ~ @i vuol far 0088, cffi<'oce dav– ,·ero: ma, J)('r !lOtcr compie.re questa. ri– fotma, aenzu aggrnvare nnrorn il bUl\n– cio dello Rtato. non c'è che una, "111,: la, ùnmeàiata ,'lopprcssionc d4 tuttii gU, or– gami gi11d·i~{art, che 110n. siain.o strctt~ ,nn,tr rirh,t>s,t; daUJi11tcrc1'sc 9c11cralc ,1 cllo St<Lto. Pi1' rlclln rnet,\ degli organi giu<ll1,iat1 og~i <"~ifoitentin TtnJin,, potrebbero, 110n solo ~1w,n (lnnno. mn, on?.i con grl\n vn.n– ta;:?~io d<'ll:1 J?iuliltizio, ("F.JHCr(' fiapprca,.i: Jt0irh~ più òclln meu) di eAAi HOUO stati ~tituiti e c:()ntinurmo n, , 1 iv('rc non gii\ J)(>I' l'interci,1~ di tuttai In. Nnzion<", mn. pcrch~ a dar loro onortttA i,epoltura, Id MO no ~lll l)N' f('l'()C'Clll<"D te ()J)J)()Elf i lil gret– t:1 trn<lizion<' <' l'intcre8se del profel!fJio– nii,1ti IO<'rlli. ('h(' hnnno tro,·nto flnorn, ne.li ~isl<'trrn <1<'1 rollcgio uninomlnnlc il loro dotile !ii:lrurn('nto. In QU<"~tn,ron<liziono i,:-i t ro,·nno ')ll!Hi.l tutti a trihmwli cir– c-ondarinli, 1~ ,·nrie S<"zioni <lifitn<·cnte di C'orl(> ll'App~IIQ, e le qnntll'O OorU cli cHF1R:t1.in11(' di •rorino, Firc.111..c,Napoli e P:ilcrmo. Dobùiomo dunque nugi.n•nr•cl che il disegno )fortnrn,"il quale propono In sopprc~sion<' (li tutti c1uci,tl orgn.ni non indi!-pensabili, riesca, n Kupcrare le or;tl.– ll tà che già contro cli e~ r,i ,/i,no ""'"'te– na te nei vart centri intere$:tti: nn1j, se <1uesto disegno polrà giungere nl vokl pa.rlamentar(I, Ja, vot.a.zion(' su di e~ ~1,– r-.l.molto i•lruttlva, perchè potremo giu– dicare dn rfsa HC la, r('(;ente 1ifonna elet• tomie ahbia mc•so in grnrlo il Parla– mento di seg11ire finalmente, nel clellbe– rar le pili urgenti rifonne, una, 1!8Jln. po-, Htic..,,nazlonttle svlncolnt., da, bnssi eom– promcP~i fon c::mrnrille loca.li.

RkJQdWJsaXNoZXIy