L'Unità - anno IX - n.2 - 8 gennaio 1920

o Non solo dunque la produzione italiana ba– stava completamènte, escluse pochissime qua– lità più fini, al consumo nazionale; ma circa un terzo di tale produzione era ormai destinata all'esportazione. I primi anni di guerra non modificano af– fatto questa !-ituazione : sebbene siano resi più scarsi e difficili i rifornimenti della mate– ria prima, I' cspC>rtazione si mantiene altis– sima: nel 1914 >> i9r5 » 1916 filati tessuti q.li 143.694 > 293.614 » 262.,,46 388.1 76 555.16o 471.&'oo permettendo così alle maggiori fabbriche, che nel triennio precedente avevano sofferto di uoa grave crisi di sovrapproduzione, di smal– tire tutti i loro stocks a preizi altamente ri– muner.1tivi. Soltanto dopo il 1916, sia per la piìt ri– gida politica d'esportazione seguita dal go– \·erno' per ragioni di guerra, sia per I' imme– diata difficoltà dei rifornimenti 1 ie esporta– zioni discendono sensibilmente, in modo che la loro eccedenza sulle importazioni è stata nel 1918 di soli 38 mila quintali per i filati e di 113.000 quintali per i tessuti (1). :\Ia la diminuita espansione all'estero non è affatto l'indice di un indebolimento dell 1 in– dustria, che è stata largamente compensjta dall'inaudito rialzo dei prezzi; tant'è vero che nel 1919, non appena furono tolti- i di– ritti d'esportazione 1 questa riprese a salire ra– pidamente, elevandosi fino a giugno a quasi il doppio del 1° semestre 1918. Le condizioni, infatti, del mercato mo~diale, nonostante gli alti prezzl• ed una relativa de– li.cienza della materia . prima, sono estrema– mente favorevoli a quelle fabbriche le cjuali, ~ome le itali2ne, si sono potute mantenere in uno stato di piena efficienza, sia dal lato tecnico che da quello finanziario. La deficien1.amondiale dei tesSuti di cotone è eno1me e occorreranno molti anni prima che essa sia colmata. L'esportazione dal\' Inghil– terra, la grande fornitrice mondiale dei ma– nufatti di cotone, è ~tata nell'ultimo quin– quennio almeno di un quarto inferiore a quella degli ultimi anni ante guerra. In Ger– mania, al momento dell'annistizio 1 era chiuso il 97 'Jio/o delle filature di cotone; e l'Au– stria-Ungheria si trovava in condizioni uguali e forse peggiori. Le regioni della Francia e del Belgio, dove era maggiormente sviluppata r ihdustria tessile, videro completamente di– ~trulli i loro opifici. Nè queste perdite enor– mi sono affatto compensate da un qualunque incremento delP industria. in altri paesi del mondo. Si può quindi affermare, senza retorica, che il mondo intero è oggi affamato di tessuti di cotone, e - come afferma un competente americano, presidente della Federazione in– ternazionale del cot~ne - che le vecchie im'Jrese cotoniere non hanno molto a temere per ora dalla concorrenza di nuovi rivali. Io una tale situazione di fatto, che non potrebb_e essere più favorevole e che non è nemmeno peggiorata delle prete~e delle mae– stranze, uguali se non forse inferiori a quelle di tutto il mondo civile, riesce del tutto ine– splicabile l' insistenza con cui i rappresentanti dell'industria cotoniera si ostinano a voler chiedere un inasprimen,to della protezione do– ganale alt!ssima di cui già godono, senza bi– sogno, i !Oro prodotti. Lo stesso sospetto che essi si propongano di valersi dei dazi per favC!rir~la conquista di nuovi mercati contro l'esercizio del dum– pù,g non ci sembra ragione sufficiente, poichè ci risulta da informazioni s!cure che la con– quista di molti mercati stranieri si presenta . oggi facilissima ai prezzi uguali o fors'anche l:iUperioria quelli che si impongono al mercato interno. Bi~ogna quindi supporre che quelle pretese sieno determinate da un'abitudine mentale, per cui ogni industria nata dalla protezione c1ede non soio di non potervi ri– nunciare, 1"9a di doverne chiedere un perio– dico inasprimento. Ma è necessario ed urgente che gli industriali cotonieri rinuncino ad una tale abitudine che li rende complici, volon– tari o casuali, dei più gravi attentati ali' eco– nomia nazionale, e che vale purtroppo a dif– fondere nell'Italia agricola e nel :\lezzogiorno L'UNITA in ispecie la convinzione 1 estremameùte peri– colosa, che tutta quanta l'industria italiana, senza distinzione, sia una pianta parassitaria, che vive soltanto del suo !,angue, mercè i fa– vori ch'essa ottiene dallo Stato. G. L. (1) Togliamo qu sti dati da un' ultim:i. pubblica– zione riassuntiva sull'Industria cotoniera italiana, compilatl dall'Ufficio tecnico finan1,iario dcli:'!.Banca Italiana di Sconto (Supplemento N. 2 alla Rasug,10 &o,wmico-Fù1a111;iaria, novembre 19191. Confronti odiosi Da un articolo, pubblicato da Carlo i\la– ranelli nel Corriere delle P11gbe, ricaviamo i seguenti dati di fatto, che sottoponiamo al– i' attenzione di tutti coloro, che credono an– cora in buona fede possibile un dispotismo burocratico (battezzato come « economia asso– ciata») il quale non funzioni a base di favo- riti~mi ed iniquità. , La provincia di Bari, in seguito alla mag– giore assegnazione di grano fattale per i gra– vissimi tumulti di Andria del 2 dicembre, ha visto crescere la sua dotazione di grano te– nero per panificazione a 90 mila quintali men– sili, i quali aggiunti ai 19 mila quintali di grano duro per pasta, formano una 'assegna– zione mensile di IO<) mila quintali di grano. Dunque', se l'aritmetica non è un'opinione, anche dopo il recente aumento l'asscgnazione di grano nella provincia di B~ri è in _ragione di circa 140 Kg. annu'i per abitante. Nella provincia d'Ancona, invece, l'asse- \ gnazione sale a Kg. q5 annui per abitante; ma è risaputo che là vige la mez1.adria e che ognuno dei componenti la popolazione agri– cola, cioe i 415 della intera popolazione, ha a propria disposizione altre e notevoli quan– tità di grano, inevitabilmente sfuggite alla re– quisizione ed al contingentamento. Nella provincia di Reggio Emilia ascende a 2 quintali annui per uomo rurale, a 180 Kg. per donna rurale, a 160 per fanciullo ru– rale1 a 130 per abitante urbano di qualunque età e sesso. E nella provincia di Ravenna le persone dedite a lavori agricoli di fatica, ma chi! non prendono parte al prodotto, ricevono 2 quin– tali a testa di grano; i professioni!:iti e i mem– bri cli famiglia di artigiani agricoli che n0n compiono lavori faticosi ricevono 130 Kg. In Provincia di Cuneo la popolazione non produttrice di grano riceve ! quintale e 112 di grano alt' anno e quella produttrice, quiut· 1,60. In tutti questi casi la razknc media è superiore a quella 'di Bari. E per~hè? In provincia di Cremona i produttori e coltivatori hanno assegnato, è vero 1 un solo quintale annuo di grano e 120 Kg. gli altri; ma non dobbiamo dimenticarè che qui siamo in pieno regno della polenta, e chè a ciascuno sono a~gnati altri 90 Kg. annui di gran– turco. La sperequazione fra Bari e le provincie citate è stridente, ed essa appare tanto più grave quando si badi che essa è ai danni d'una popolazione come quella pugliese, che vive quasi esclusivamente di solo grano. Pa– ne e pasta, pasta e pane formano il circolo chiuso dell1alimentazione dei nostri contadini, dei nostri operai, ai quali sono quasi affatto sconosciute non solo le alimentazioni carnea e lattea generalm!.!nte diffuse fra le popola– zioni di quelle altre provincie, ma anche il riso e la polenta. Lasciamo da parte quest'ultima, quasi af– fdtto sconosciuta in terra di Bari ; ma il riso durante il periddo bellico, almeno per le classi operaie urbane, aveva incominciato ad intro– dursi, ed era un bene. Ora invece manca an– che questo. Stando ad una recente pubblicazione del Ministero degli approvvigionamenti, qualora il riso fosse ripartito in una media uguale fra tutte le provincie in rapporto alla loro popo– lazione, alla Terra di Bari sarebbero spettati nel mese di decembre 7380 quintali, mentre la nostra assegnazione è appena di un mi– gliaio di quintali, e molti m~si non arriva nep– puré tale quantitativo. Non vogliamo con questo dire che debbano esserci effettivamente assegnati,7 quintali men– sili di riso, perchl: è giusto che esso venga ripartito in relazione al maggior consumo lo– cale che se ne fa. ~fa ci se~hra anche fuori di dubbio, che se il grano è la base quasi esclush·a della nostra alimentazione, dovrebbe lo ste:,SOcriterio che pel riso essere seguito per il grano, assegnandone alla nostra provin– cia proporzionalmente di più e non di meno, come attualmente avviene. Anche a limitar~ l'assegnazione a r6o Kg. annui per persona, e dagli esempi citati ap• pare chiaro che è questa una media non esa– gerata, alla Terra di Bari spetterebbero 120,000 quintali mensili, invece dei 10(J,ooo attuali. Da ultimo un altro rilievo, che non ri– guarda però l'assegnazione del grano alla pro• vincia, ma la distribuzione ai vari centri della medesima. Dai dati che abbiamo potuto a– vere per alcuni di que1ti, non ci è stato as– solutamente possibile arguire quali siano i cri– teri che hanno presieduto alla ripartizione del grano fra i diversi comuni, Si sale da un mi– nimo di 6,37 Kg. mensili a testa per Acqua– viva, ad un massimo di Kg. I 3 138 a Bari. Nelle altre provincie il criterio adottato sembra quello di dare una maggiore assegna– zione alla popolazione rurale ; da noi ha pre– vaJso il criterio inverso, perchè ? Nè sappiamo comprendete come per comuni rurali in con– dizioni assai simili l'assegnazione sia diversa, per esempio. Biton~o e Ruvo che hanno ri– spe,ttivamente un 1 assegnazione di Kg. 8,97 e 10,38 mensili per abitante. Perchè, per esem– pio, gli abitanti di Mola devono avere circa un chilo di più di gr,no al mese di quelli di Polignano e di Monopoli? I combustibili nazionali Una disposizione del Ministro De Vito, pub– blicata nella çazzetta Ufficiale del 18 dicem– bre, prescrive all' articolo 6 : « Le Amministrazioni di Stato sono tenute: a)· ad eseguire i nuovi impianti di riscal– damento in modo da ulilizzare i combustibili nazionali; b) a trasfonnare entro il _settembre 1920 i propri impianti di riscaldamento per usare combustibili nazionali. » e I la\·ori di impianto e di trasformazione saranno eseguiti in base a progetto approvato dall'ufficio tecnologico presso il Ministero dei trasporti ed anche eseguiti dal!' ufficio stesso a rimborso delle sole spese effettive, escluso ogni concorso per spese generali. » È ovvio che questo provvedimento ha lo scopo di favorire i produttori di ligniti. !\[a è possibile che un ~linistro possa colla sua sola autorità, e senza avere dato i conii dei milioni già sperperati ml p!'ssù,waffare delle lig11ili (pes– simo per lo Stato, ottimo per qualcheduno), è lecito, diciamo, che un Ministro impegni non pochi milioni per una trasformazione, che po– trà essere eseguita quando nessun privato vorrà più sentire parlare delle ligniti? E semplicemente pazzesco credere che le ligniti possano normalmente fare concorrenza .11 carbon fossile fuori di un raggio molto li– mitato dal loro centro di produzione. Tutti gli indust1iali del Piemonte, che !e avevano ~ provate durante la guerra, le hanno subito :.ibbandonate, appena si potè avere del carbon fossile a prezzo anche elevatissiri-io. Perchè lo Stato dovrebbe continuare a fare il con~ trario a spese dei contribuenti, se sotto non ci fosse qualche grosso interesse privato? Una nuova associazione Un numeroso gruppo di d6ttori in scienze commerciali ha costituito un'associazione na– zionale fra i laureati. negli istitutj superiori ed università commerciali. La detta associazione (della quale possono far r,3.rte anche, come soci aggregati, gli studenti inscritti ali' ullimo anno degli istituti superiori' cl' istruzione com– merciale) ha così determinato nell'articolo 2. del proprio statuto i suoi fini : a) Tutelare· gli interessi morali e mate– riali dei laureati mediante: 1) la valorizzazione del diploma di laurea da far riconoscere come titolo di preferenza assoluta nel campo dcli' impiego pubblico e privato, per il quale è richiesta speciale cul– tura economica, commerciale ed amministra– tiva; 1) la difesa degli interessi professhmali, sia agendo presso i competenti organi statali pel sollecito riconoscimento degli ordini dei dot– tori in scienze commçrciali, sia provoca'ndo dai predetti organi ogni e qualsiasi prowedi– mento che serva a favorire l'attività profes– sionale dei laureati : 3) la sistemazione e l' assistenza dei soci all'inizio e nel corso della carriera professionale. b) Coltivare e concorrere con ogni mezzo al progresso ed alla diffusione delle disdpline economiche e commerciali in Italia ed alla ri– soluzione di problemi chi! interessano l' eco– nomia nazionale. e) Prendere e partecipare ad ogni inizia– t~va tendente a S\lilupparc i traffici nazionali e la penetrazione commerciale italiana ali' e– stero. Le adesioni si ricevo.rio alla sede dell' As– sociazione, Via Palestro, 3, Roma. L'aiuto degli amici (5• nota di sottoscrittori per le spese dell'elezione di Bari). Tagliolo Monferrato - Agostino Pi- nelli 2a off. . L. 250.- . Reggio Calabria - Avv. Jemma . ,. 10,-' Pontedera-Lambert0Naldini2aoff. » 10,- Dott. ~fa.rio Bussi Forni - . » 5,- » N. N.. . . . . . » 10,- Milano - Colasurdo Alfonso e Teo- doro <l'Ippolito . » to,- Lonigo - Prof. i\falesani Emilio per la R. Scuola Tecnica . . >> 35,– Acireale - Prof. G. M. Battaglino. >> 10,- Torino - Dott. Annibale Bozzola. ~ 5,- Roma - Prof. Carlo Vincent 20,- » Prof. P. Carabellese . . » 15,- 1\Iilano -• Luigi Fqntana. •> IO.- LA VOCE soc1wr1ANO~DIA EIHTHICE :: ::. :: ·n·tnlti) del :\.Conti :-,,;. 1.e' - ROl\'CA (O) --......e Telefono --17-b:ù ~---- La Marca de è u.na garanzia per il lettore. Recenti P'!bb/icazioni NeiQuadernidella• VÒce •: Quaderno N. 36 GAJ•:TA'SO SALYE)f!XI La politica estera di Francesco Crispi Lire Tre. Ouaderno N. 37 PIERO JAlllER Ragazzo Lire Tre e Oi:ucr1ut.ntu. Nellacollezione• GiovineEuropa•: A. KOLPINSKA I precursori della Rivoluzione russa Lire Sei. Negli, Opuscoli dell'UNITA • : Un cittadino veneto Caporetto Cen.t. Ciuqna.nta. 1V1murounico,per il X a1m1Vlrsariodelta morie di Alfredo Oriani con articoli di GJOV.o\NNl BORELLJ. ARRIGO SoL~n, G1ovAx:s-1 GExTILE, FR_,xcF:"sco· BAL– DASSER0::--1, ADOLFO ALBERTAZZI 1 Lt.:JGI DO– NATI, con sette illustrazioni .. Lire Una. DINO PROV.l~SZAL I cenci. della Nonna Novelle per ragazzi con copertina a colori ed illustrazioni. Lire Oinqno e Oinqunut,a •. EGISTO C.I\SAGLI Germte rupo,uaòile Tipogrnfi:t Galileiana, Via S. Zanobi n. 64

RkJQdWJsaXNoZXIy