L'Unità - anno VIII - n.27 - 3 luglio 1919

, . problemi della vita italiana Direttore:GAETANO SALVEMINI.,. Direzione e Amministrazione:Firenze, Via S. Zanobi, 11. 64.,. Abbo11ame1110 ordinarioannuo L. IO, semestraleL. 5.25 per il Regno; Annuo per l'estero L. 15 -" Sosleniloreannuo L. 30, semeslrale L. 15 .,. Un numeroseparatoceu/.20 -" Si pwbblica il Sabato a ROMA e a FIRENZE.,. C. C. conla posta. Anno VII[ -" N. 27 -" 3 Luglio 1919 SOMMARIO: Glo/l/1/ani e combatlznli, A. MONTI.- Vtrso la proporzionale, P. G0BETTI.-· la proporzionale in Francia. - Per l'istruzione agraria, G. LOMBROSO.- lt scuole del 'Umanitaria, A. OSIMO, g. s. - Mobili/azione economica, S. TIMPANARO, L'UNITA. - Allo Jradlmtnto?, UNO CHE SA QUALCHE COSA. - lt adesioni alla lega. Gioii ttial)i e combattenti IA noticina • Il !Jiùliltismo alla 1·i– scossa • (Unità, 28 9i1<91<0 1919) Ila demmciato pel colleyio di Briclterasio 1m, fatto, che à coni-une a tutta l'ltalù,: che il giol-ittisuio intende cond10.,-e tra i com.– battenti un' acca.,iitissima ccun.pagna elet– torale contro i cosl detti « responsab'iU » dellcr. !Ju.er-,·a. Deve essere com.pita prccipiio ecl ono– f 'ifì.co dell'Associazione Nazionale dei com– ballcnli sveuto,-e fole canipagmi e f'itor– cerla ai clamii di ch·i la promuQve. Perciò tf.UO clei-C <f.pi saldi del pro9rm11-– ·ma elettorale elci com.bcdleuti oraanizzaU dovnì essere il scuuenle: far ,-estare ci ter1·ci tutti i ccmclidati di ma,·ui aio/ it– tia11a, dn Cocco Ortu, ad Alessio, dn Fal– cioni ci De Bellis, L'Associazione dei Combaltenli dovreb– be su.bilo mctle1·si ctll'ope,·a, dando opJ>Or– hua.e tstr-uzioni ai diriyenli le sezioni e le sottosezio·ui, nate o 1wscit1,rc, nei collegi più, pa,·ticolat·mente infetti dallci perouo– spcra 9iolittia11a. Uno dei mezzi idonei a ,·aygiwngere lo scopo sani qi,ello cli cot1-d1f.rl 'C f,·a. i com– battenti e le lo,·o famiglie una propagcrnda spicciola, che svolua i seguenti punti: to Lei gu.erra e,,.ropea ha fra le sue cause prossime detenu.incmti la gucrn, libica, a cui si rictttacca, senzci soluzione cli conti·n·uitcì, 1Jer ,n.ez. ,o delle due guerre balcaniche. Respousnbile della auerra li– bica è l'o... G,iotilti; ~ 0 Nè Giolilli 11-è i suoi seguaci lian– ta.o ,,mi pe,rledo cli 11e,dralità assolula: essi i11,vocelt'C1110 le, ,,a.eulralitcì per impetlfrci di alleat·ci cou, l'Intesa contro l'Austrfo e la Ge,·nicmia.; mci facevano conto di uscfro, al momento OJJJJortmio,clalla ,1c1«.– tralità per farci intercenfre ei serv;yio dello Gen11a11ia. D1mq11c Giolitti era con– trario, uo,, Cl, q1«.al1mque gue,.,.a, ma sola– ·mente olle,. {J"CtTa contro lei Germmiia; 3° Nel settembre elci' 14, quewclo i Russi e,·cr,10 11ellaPrussici o,·itmtale o mi– tiaccia ca ,io i Ccirpazi, e i 'l'edeschi crein sconfitti alla Jlcu-,w, e •neali lmperi cen– h-ali ,io,i c'era l'ombrci di oryanizzazione per 1ma limya ouc,Ta cli frillcea, l"eser– cito italicrno, JJCr csiyuo clic fosse, buttalo cm,h-o l'Auslrio, avrebbe allora fatto fì.uire la gue,·,·a. L"escrcilo uoslro 11011, si mosse, perchè la guerra libica ra,·e,·a lascialo inerme. Responsabile cli questa couclizioue è 1'011. Giolilti; 4' Nel' 17 l'Austria av-rebbe accettato la pace separnla,: ma fu. distolta cle, que– Blo p,·oposito datici spercmzc, di mia crisi i11lcnia iu Jtc,lin. J./offc11sivci di CaporeUo, defiuitc, da lulfa lei stampa austro-genua,– nica come « offeusfoo politica», f1«.tentala solo 11clla conviuzioue che il suo coutrac-– coliJO avrebbe suscitalo il• ltalia 101, mi11i- 8lero di gioliltiaui, 11ro11toalla pace sepa- 1·ata. Se l'Italia ha s11bito un altro como cli guen·(I, e cli aoffc,·e11ze 1 la responsabilità è clelfou. Giolitti; 6 Ogui deputato 9iolitti<rno fu m, feroce imboscato,-e: fare eleuclti documen– tali degli imboscamct1ti fat·oi-iti dall'ono– f'Cvolc scoclcute od aspfrrrnte, e diffonderli f,-a .; combattculi dei luo9hi. ALOl:STO MOSTI. Verso la proporzionale I pericoli imminenti. La riforma elettorale, oramai, è in cam– mino. La campagna, che I Umìà ebbe il me– rito di sferr.1re nella primavera del 19 l8, con– tinuandola con decisione e testardaggine, non è stata vana, nè tra le nostre classi dirigenti, nè nel popolo . .li succc<,so non è mancato, perchè l'U,uìà ha intuito in tempo che la ri– forma era matura. Ma non illudiamoci. Di maturo, ahimè, c'era essenzialmente uno stato d'animo nega– tivo: il disgusto pel collegio uninominale. L' U11ilà ha approfittato di questo disgusto per suscitare ovunque la volontà attiva di farla finita col vecchio sistema: e siamo giunti al resultato che il paese, energicamente, de– cisamente1 non ,,uol più saperne del collegio uninominale, e vuole un sistema di rappre– sentanza che gli permetta di manifestare più liberamente e piò. sinceramente la propria vo– lontà. Se non che il blocco antiuninominalista è formato da clementi eterogenei - si va dai socialisti ufficiali ai clericali! -, i quali deb– bono necessariamente scindersi allorchè si tratterà di stabilire positivamente il nuovo sistema. C'è chi si ferma allo scrutinio di llst.t, e c'è chi oscilla fra I cento sistemi e.li propon:ionalc, e c'è chi non è contento ne– anche della proporzionale e vuole la q rap– presentanza integrale». Dinanzi a siffatte discussioni 1 il paese si confonde e re:,ta diso– rientato. E di questa incertezza, aumentata anche con diversivi arti6ctosameotc montati, appro– fitteranno senza dubbio i conscn,atori del col– legio uninominale per non farne nulla, e i truffatori di tutti i si\temi per darci una pro– porzionale adulterata. L'esempio della Francia non è confortante. Qui la rappresentanza proporzionale è stata votata, ma cosi fal~ificata, che si stava me– glio quando :si stava peggio. Mentre, in– fatti, col collegio uninominale occorre\'3 per la vittoria la met:\ più uno dei votanti, nella proporzionale frilnce,-e basterà che una lista ottenga un terzo dei voti per arri\'are in porto con tutti o quasi tutti i seggi 1 escludendo spesso dalla rappre.~cntanza tutte le altre liste ! Nelle prossime discussioni parlamentari, dunque, noi assisterem·> a una vera e propria eruzlont: di m.rnovre di tutti i generi, dirette a far naufragare o a falsificare la propor– zionale. li pericolo maggiore ,·errà da quei depu– tati, che nella divisione del lavoro per lo slatu 9110 1 si assumeranno la parte degli incon– tentabili e vorranno la riforma assolutamente perfetta, costoro I Perciò si metteranno a mol– tiplicare le ipote"i più sottili, accumuleranno gli emendamenti, manderanno per le lunghe le discussioni, arruffernnno le questioni in modo da stancare la Camcr,l e Il paese; e tenteranno di approfittare ciel momento psico– logico per proporre il ritorno allo slalu quo ante, o scambiare la proporzionale collo scru– tinio dì lista e con qualche altro analogo trucco giolittiano. Dunque, proprio nell'ora in cui noi pro– porzionaEsti crediamo di poter raccogliere i frutti dell'opera nostra, dobbrnmo renderci conto dei pericoli che insidiano la proporzio– nale da ogni parte. E dobbiamo tenerci pronti alla lotta senza quartiere contro tutte le camerille, che lavo~ reranno piò.o meno subdolamente al fallimento della nostra campagna. Perciò riescono opportuni i consigli, che La Proporzùmnle, l 1organo della As~ociazione proporzionalista milanese, dà nel suo ultimo numero al parlamentari proporziona listi: 1. Esigere la immediata iscrizione al– l'ordine del giorno del progetto di riforma elettorale. 2. Ridurre al minimo il numero degli oratori favorevoli al progetto: distribuii si in\'ece organicamente le varie parti ... de– fen.sionala fra gli oratori scelti proporzional– mente fra i vari grupp1. 3. Attenersi al progetto della maggio– ranza della Commissione, vedendo di evitare il moltiplicarsi delle questioni tecniche. La perfezione non è di questo mondo, e il si– stema si perfezionerà cammin facendo. Oc. corre, sopratutto, cominciare. 4. Mantenere la questione della riforma elettorale sul :,uo terreno rigidamente ogget– tivo e specifico, senza complicarla con motivi parlamentaristici: ma non subire ricatti pcl timore di crisi, ben più riparabili che non i danni conseguenti al ritardo di una riforma che, 1itardata, non avrebbe più alcun valore. 5· Tener presente che è meglio perdere il seggio parlament:1rc per una riforma elet– torale, che ... quakhe cosa d'altro per una convulsione politica. Il progetto Camera. A mandare a picco la rappresentanza proporzionale, è diretto il progetto elci giolit– tiano on. Camera, relatore di minoranza nella Commissione parlamentare. L'on. Camera condanna la proporzionale come « ingranaggio complicato, inopport1,mo, dannoso e sommamente ingiu!tto :t, Per Ji– mostrare Pingiu.stlzia, adopera questa argomen– tazione veramente impressionante: il su11111 1 u 11 Ji,s è sempre StJmma nyiu-io; la proporzionale è somma giustizia; dunque la proporzionale è anche somma ingiustizia: vedere per credere pag. 18 ~ella relazione (Atti parlamentari, 1o65A) . .I:., su per giù, lo stesso metodo, con cui l'on. Orlando dituo!:ltra che nel collegio uninominale non sono sacrificate le mino– ranze: secondo l'articolo 41 dello Statuto - dice l'on. Orlando - il deputato rappresenta tutta la nazione; nella nazione ci è anche la minoranta, che gli ha votato contro; ragione per cui le minoranze sono anch'esse rappre– sentate e non hanno bisogno di rappresen– tanza proporzionale: vedere pc( credere Pni,– apf di dirillo coslll11:io11ale, Barbèra, 1917, 5• ediz., pag. 124. L'on. Camera mobilita contro la propor– zion~le la solita O:,servazione che di essa si avvantaggerebbero essem:1ahnente clericali e socialisti, che sono organizzati, mentre il par– tito liberale, dh iso e disorganizzato, sarebbe battuto da ogni parte. E certan:ente, se per partito liLerale !)ideve intendere quella mag~ gioranta ministeriale, a cui corrisponde una esigua minoran1.a nel pae!ie, il ragionamento è vero : la proporzionale scuoterebbe seria– mente la oligarchia di politicanti, che vince nelle elezioni non per merito proprio, ma per l'appoggio del go\'emo. Ma c'c.! nel paese, fra clericali e sodalbti, una va~1iss1ma 1.ona di gente sana e laboriosa, che non es:,endo leg-,Ha a nessuna camorra parlamentare, non ha ..,ggi nessun modo di farsi sentire, e proprio dalla proporzionale sarebbe spinta ad organizzarsi più fruttuosamente che non possa fare oggi, stretta com'è nel collegio uninominale fra le pressioni dei parliti organizzati e le ingerenze e le violenze del go\Pcrno .... liberale. L'on. Camera non osa, però, conservare il collegio uninominale : e propone con molta astuzia un progetto di riforma, il quale si concreta in due proposte: 1) 400 deputati sarebbero eletti con stm– tinio di lista a voto limitato; 2) 100 deputati sarebbero eletti dalle rappresentanze delle orgo11i~:t1:io,,ipro!tlnni, cull11ro/1~economiche t pol,liche, nella misura seguente: a) 25 dalle Università. ed Accademie e similari htituti superiori; b} 25 dalle Camere del Lavoro, dalle Cooperative, Federa1.ionl, ecc.; ,) 25 dalle Casse Agrarie, dai Consorzi Agrari, dalle Associazioni di Agricoltura, ccc.; d) 25 dalle Came1e di Commercio, dai Consorzi industriali, Sindacati, ecc. Lo scrutinio di lista, sia puro e semplice, sia con voto limitato, - ripetiamolo ancora una volta, già.che molti continuano a confon– dere questo sistema con quello della rappre– sentanza prt porzionale - ha comune con questa l'allargamento della circoscrizione elet– torale, cioè la costituzione cli un collegio elet– torale comprendente parecchi degli attuali collegi uninominali: quindi anche in questo sistema ogni elettore \'0ta, non un solo candi– dato, ma una lista cli più candidati. Con lo scrulll,io di , isln puro e sm,plice, l'elettore vota per una lista di tanti candidati quanti depu– tati so1,oda eleggere; e quella lista che abbia riportato il maggior numero di voti, riesce vin– citrice con tutti i suoi nomi. Con lo scrnlimO di tisia a volo /ùmìalo o, come si dice anche, co11 rapprest11la1180 della mi,,onm•a 1 l'elettore vota per una lista comprendente un numero di candidati minore ciel nllmero elci deputati da eleggere, in modo l'hc rimanga sempre libero qualche posto per la lista, çhe abbia avuto subito d0P') il maggior numero di voti. Supponendo, per es., che una circoscrir.ione debba eleggere sette deputati, si ha che nello scrutinio di lista puro e semplice l'elettore vota una lista di sette nomi; e supponendo che i voti si sieno distribuiti, per e-i,, fra quattro liste nelle proporzioni seguenti: clericali 34.000, li– berali 18.000, democratici 26.000, socialisti 30.000, la lista clericale conquhsterebbe tutti i sette seggi, coi suol 34.000 voti, e sopprime– rebbe del tutto le altre tre minoranze, che pur avrebbero riportato 74.000 voti. Nello scrutinio di lista a voto limitato, invece, l'eletto. e vote– sebbc per una lista, ad es., di soli cinque nomi: e la lbta clericale, con ~4.000 voti, avrebbe 5 seggi; la lista socialista, che verrebbe su– bito dopo con 30.000 voti, avrebbe gli altri 2 s ggi; e le altre liste rimarrebbero fuori della porta. Quest'ultimo è il si.stem:i,che l'on. Carnera vorrebbe regalare ali' ltalia. Grazie ad es§Ogli attuali deputati giolittiani assoderebbero le fone di cui oggi dispongono nei singoli collegi uni– nominali, e sopprimerebbero le minoranze non più alla spicciolata in ciascun collegio, ma in blocco nella circoscrizione più vasta: lru:;ccreb– bero solamente, per degnazione, alla minoranza

RkJQdWJsaXNoZXIy