L'Unità - anno VIII - n.10 - 8 marzo 1919

62 il Consiglio di Stato) non potrebbero che dar motivo ai più contrari pareri ed ai più incerti .tpprczzamenti, secondo la diversidL delle aspirazioni e de' sentimenti de' partiti parla– .-ientari »; tutte, n◊n una eccettuata, sono circoscritte ne' confini degl' istituti presenti, sembrando al Consiglio, Lhe il decc11trammtp s;· dovesse compiere.,.risptllando lo stato degli at– luali ordinamenti. E quale e quanta materia, in quel volume, di semplificazioni e di localizzazioni ammini– strati,•e ! È una lunga, minuta serie di propo– ste, concretato in diciassette distinti disegni di legge, che preceduti da speciali relazioni, si riferiscono, in particvlar modo, al personale, alla contabilità dello Stato, ai servizi delle ~abelle e delle Intendenze di finanza, alla direzione, contabilità e collaudazione dei la– vori pubblici, al servizio delle poste, alla pub– blica sicurezza, alla polizia giudiziaria cd am– ministrativa, alla legge comunale e provinciale, alle istituzioni pubbliche cli beneficenza, agli acquisti dei corpi morali, alla giustizia ammi– aistrativa .... O perchè mai, anzichè almanaccare auto– •omie e semi-autonomie fantastiche, e conce– pirt: un ordinamento regionale di là da venire,. non ci affrettiamo tutti ;nsieme a tradurre""in leggi quelle savie, opportune proposte? GIUSTINO FORTUNATO. Pel convegno degli " unitari " I. L 1 Unità si è 1Jreoccu,pata finon1, delle, forniazi-On,e d·i una classe, direi q1t.asi di -una ariBtocrazia, d-i1wmini infonnati dei problemi del moncl-o politico contem.po ·ra– tteo, attraverso ntio shuUo- condotto con, metodo spregiudicato e con la sola JJreoc– eupazione di conoscere la verità, e di rea– lizzare l'ideale democratico ·uella sol·uziou.e dei problem,i concreti della vite, Ualicma. E a·nche quando 11ei passati ,w.mie,·i del giornale si è pcwlato di 1n·opa9auda e cl-i organizzazione, si è in.teso dc,.molti par– lare di 1ma propaganda e di una o,·ganiz– zazione che n011 trascenda i detti sco_p-i. Ora io .non 11e90che finora, l'Unità ab– bìa c,dempito egre9ia1neute all'ufficio d,i porre un dato ,lMniero cli ,italiani nelle condizioni di conoscer bene alcuni t,-a -i più ur9enti 1Jroblemi della loro vita na– zionale, e cli apprendere l0t·o il metodo 1ni9U.orepet· lo studio degli altri pi·oblemi analoghi. Nou neg~ che sarebbe già, i1,1i grande ristùtato, s.e quest'opera di coltura, potesse essere cUffusa e intensificata,. Ma credo che questo 11,011, basti. Non può ba.stare pù'1, ,iel singolare momento storico che attravcrBiatno. Le scosse violente e i violenti attriti della guen·a hawno sconipigliata ti,lta la 't'ita sociale in t,utto ,il mondo. Dommque ~i sono svincolate fot·ze centrifuahe pode– rose, che han,io prodotto quei e là disgre– gazioni vaste. E ciltre cinco,·ci più, perico– lose ne produrranuo, se ,10,i si determinano poderosi. co11,glomerat·idi forze coetJive,clte conservino o riwnovi-no, dando nciscimento nll'orcline ttu.ovo delle cose. In q-uesto mondo incandescente, è ne– cessario elle l'ideci e la pat·olu si trasfo1·- 1nino rapiclissinie -i'n azione, se coloro, i quali possiedo,io le idee ricostntttive e sono capaci di dire parole d-i verità, e di giustizia, vogliono ve,·mnente che l'ordt"ne nuovo, che potrebbe anche essere tm, eno,·– me disorcz.ine, noti si fondi contro le loro idee e contro le lo,·o parole. I vecchi JJat·liti, che 11.011, avevcino bene– ,n.erenze sove,·chie, sotto morti. uel 1914. Non possono -t'isor9ere. Se risor!Jessero, dopo quattro a,ini, che ha,uw valot·e cli srncoli pet· le n.u01:earientazion.i de91-ispi– riti e dei rapporti ,u,mcnii, sat·ebbero fo– mite di ,i,uove disare9azioni. In 09ni caso, non potrebbero essere pa,·i a.ile esigenze del nttovo niondo, morcile, economico, so– ciale, poU.Uco, in- cui 'V'iviamo. Alla formazione dei nuov-i JJm·Uti, co– loro che da otto wnni studimrn i problemi politici attraverso l'Unità, col sito metodo e secondo -il suo indirizzo, devono, dtt11,+ L'UNITA q11e, essere pro·ufi ,- e dovrebbero unche sentirsi prepan,ti e, dm·e ad essi il lo1·0 contributo di azione. Non basta JJilì contiwuw·e e stiulim·e pe1·7orma1·e una pih •u.nmerosctaristocrc,– zia, cli pensiero. Dobbimno preoccu.pat·ci anche d·i costil-u.fre mut democrazie, di azione, ·inspirate,, alla 1nigUore essenz<f, del nostro lJensiero e cc,.pacedi tra.clHrlo ,;.,,, vivente realtà. Apparta.,·si dalla azione, ri:twmziare d·i ùiflnire, nella mauie1·c, che è la più efli– cace, sui dest-i,ni nazionaU, sarebbe la ne– gazione di. quella vita atti-va e intensa. che l" UniUL ha sem.pt 'e pro1n19nafo. n convegno dom·cbbe detcrmi1w,·e quale contributo di azione 91-i cimici dell' lJnilh possono e debbono c1at·eci.i 1uw·vi 01·ie,ila.– uenti. )I. 'J'EOESCt-11 Il. Su.l pJ·oblema dell'allargmn.ento d,~ll'at– livitù, de9li -1.11nita.,·t, e sni mezzi pn,tici dellct,nno·vc, az-ione, vorrei fat·e nna osser– vazione. Dalla esperienza pt·aUca cli otto 111.esi di propafJa,,ula fra le t·rnppe, ho tratto la co1t.1Ji11zfo,ie che 101, mezzo eflicace pe,· clif– fonde1·e le iclec e per c,·ecire una opinione omo9enea nelle masse sia q11,ello cleyU spunti di conversazione inventati da Lom– bardo Ra.dice. Qualcosa d·i si1n-ile pofre"b– bero fa,·e gli wnitad per fcw penetrare le loro idee nella pubblica opinione. L'Unità. scu·ebbe il cro9iuolo nel quale, ath-a11erso i clibattiti, si formerebbero le soluzioni dei p,·oblemi: utu, volta fo1·t11atcila solu,– zione, clovl"ebbequesta essere ,·iassmila 'Vii fonna chùwa, semplice, c,lla po,·tata di tutte le menti. nello stesso si.ile in cu,i, eremo redal/.i 9li spwnti per gli ttl/icial-i, e j.n 1ni9Uaic1,cli foglietti volaut; o di opn– RColi esse·r diffusa a1·atwitamentr in tutta Jtul,ia,speciiilmentc f,-a ,; fJi.o,vcw i clic han– ,ur-sete di idee. Jlolti pi·oblemi italiani di importcinzct vitale so,io 099i ignoti ai: più, pe,·chè finora li ha,nuo tn,tta.U soltanto gli s1JecialisU in riviste scientifiche frle. di nu.me ,·i: e di paroloni tecnici. Credo che -molto [JioverebbeJ·o -i,1,,vececilici cUv-ulgct– zio11e cli questi problemi, delle csposiziowi ,;11, stile facile e vi,vace, delle chiarificaiioni, che persuadessero i cosidctti « JJr_ofani » che gli astrusi problemi di a.lta politicc, sono in 1·ealtù, qncmdo non ci entrino -i'li mezzo i fanibutti if. intorbida,· le acque, i problemi più semplici e d1: piti limpide, solu.zi.011e. Se poi l'Unità è la base indispens«bilc cl·itutto -il nostro movi1nento 1 scwebbepe,·ò neces;ctrio potct· 'i:utegrcirelei.,·ivistci selti- 111cmalecon ulfre p11,bbUcazion-i,1nagar-i non periodiche, dedicate alla tt-attazione di si1tgo1ip1·oble11d (.12,..e~ezione di dia.rii cU combattenti ~,. 1·icostrt,ire la stoda vera clçllc1, 9uerraf nwn.oyra{ìe, .che tnttlas– scro <, fondo, (t(l &ina acl una, le quesUoni politiche pi•tì uraent·i, etc.). Si fratterebbe, pet·tanlo, cli. c,vere 1uu, casa edifrice « nn-itat·iu ». PIERO CALAMANDREI. Il " gruppo d'azione " di Firenze Domenica, 2 marzo, ha avuto luogo la seconda riunione degli amici dell'Unità di Firenze. Intervennero 43 persone. Si prende in esame uno schema di rego– lamento provvisorio del gruppo. Sul/'àrt. 2 il pro[. ALESSANQR0 LEVI osserva che, se il grupp~ non si limi/asse allo studio dei pro– blemi, e impegnasse gli aderenti a fare anche propaganda delle soluzioni adottate, ne se– guirebbe che in alcuni casi quegli aderenti, che fossero iscritti a u;i partiil', Polrt~i.flJPro trovare in contrasto la soluzione adottata dal gruppo con quella adottata dal partito; ciò posto, domanda se per evitare scissioni. nel gruppo, non sia meglio limitarsi al sem– plice studio dei problemi. Si risponde da OJETTI, B0SC0L0, SALVEMINI che il gruppo si coslituisce appunto perchè, o/Ire allo stu– dio teorico, vuole compiere una azione positiva di propaganda; al gruppo parteci– pano in grande maggioranza persone, che sono o fuori di ogni partito, o insoddisfatte del loro partito; nessuna delle soluzioni accettate dal gruppo è obbligatoria per un aderente, che nin la creda giusta; chi militi in un partito e trovi preferibile /'az1one del partito a quella, che sia invece considerata come migliore dal gruppo, puo sempre optare per il partito e staccarsi dal gruppo, secondo sard consigliato dalla sua coscienza. Dopo queste spiegazioni, e dopo qualche modifica– zione formale o secondaria nel testo del regolamento proposto, questo è approvato a/l'unanimità nella seguente forma: • I. È islituito in Firenze un gruppo di << azione del/' Unità. « 2. Il gruppo si propone di affrontare « i problemi urgenti, politici esociali, efare • propaganda delle soluzioni da esso acce/- • tate. • 3. Il gruppo è diretto da un Comitato • di 5 persone, elette anno per anno dalla .:-assembtea. « 4. Per far parie del gruppo bisogna << esser presentati da uno dei soci ed appro– • vati dal· Comi/a/o. « 5. Ogni aderente contribuirà alle spese « del gruppo con una quota annua o mensile, • da lui stesso anno per anno stabilila. • 6. Il gruppo promoverà il sorgere di « gruppi analoghi, e si metterà in relazione « con le istituzioni aventi le ;;lessedirettive». Si prendono gli accordi per la costitu– zione del Comi/a/o; e si raccolgono subito impegni per lire 2412 annue di quote per contributi alle spese del gruppo. Si dovrebbe discutere ora della riforma della pubblica amministrazione. Ma il prof. CARAZZI osserva come ci sia un problema di urgenza ìmmeaiaiissima: quello de{lariforma lettorak. Mentre la coscienza pubblica esige la ne del collegio uninominale, si comprende dagli articoli dell'Epoca che /'on. Orlando non vuol saperne: e c'è pericolo che i più fra i deputati non sieno di una opinione diversa da quella del Governo, e chele abilità dei de– putati paralizzino l'agitazione del paese. \101 .--ebbeche gli « uri/ari» pnrfPcipassero lutti con la più intensa attività per la rap– presentanza proporziona/e. !noi/re ritiene necessario che si chieda per l'eleggibilità l'età di 25•anni, e no11quella di 30. LEVI propone che il gruppo esamini fili/i gli al/ri problemi relativi alla riforma elet– torale, compreso a quello del voto alle donne. SALVEJ\1.INI raccomanda di limitarsi ai problemi veramente allua/i: non si tratta di studiare una riforma elettorale perfetta, ma di esaminare quei problemi elettorali, che in questo momento sono riusciti a interes– sare veramentela coscienza del paese. E sono: la proporzio11a/e, l'e/eggibililà ai 25 anni, il voto alle donne. In quest' adu– nanza si potrebbe fare un voto di massima su questi tre argomenti, salvo approfondire gli argomenti in altre adunanze nei loro particolari. Dopo breve discussione, da cui risulta che il gruppo è unanime nel ritenere neces– sario il dirillo di elettorato alle donne, si vota il seguente ordine de/ giorno: « Il gruppo d'azione di Firenze, di fronte « al fallo che il Governo intende fare le e/e– « zioni generali col collegio uninominale; « fa voti che si trovi nella Carnera un « gruppo di deputali che senta il dovere di « provocare un appello nominale sulla pro– « posta di rappresentanza proporzionale; -. raccomanda a tutti gli amici dell'Unità • di intensificare dovunque la propaganda « contro il collegio uninominale per la rap– « presentanza proporziona/e, per /' eleggibi– • lità a 25 anni eper l'elettorato alle donne; « preparandosi a combattere energicamente « nelle prossime elezioni quei deputati uscenti « che non avranno sostenuto in questa /egi– <~ statura la proporzionale, e quei nuovi can– « didati che non si dichiareranno esplicita– ~ mente favorevoli ad essa». Si delibera di inviare una circolare a tu/li i dep11tali della Toscana per doman– dare loro se sono o 110favorevoli alla rap– presentanza proporzionale; e di discutere sui • diversi sistemi di rappresentanza proporzio– nale nella prossima ri11nio11e del 26 marzo; esaurito questo argomento, si prenderanno in esame i problemi connessi con quello del– l'elettorato femminile. Quanto alla riforma amministrativa, si pensa che non è male ritardarne la discus– sioné sistematica per qualche settimana, dando tempo ali' Unità di pubblicare alcuni articoli, che servano ad orientare le prime discussioni. Intanto si può in questa riu– nione iniziare l'esame dell'argomento. Il resoconto di questa parte della seduta siamo costretti a rinviarlo al prossimo nu– mero per mancanza di spazio. Riunione del Comitato Nella riunione del 4 marzo, in base alla deliberazione della Assemblea del 2 cor– rente, il Comitato si costituisce, a:flidc.ndo I' u:flicio di segretario cassiere provvisoria– mente al prof Nicolò Rodo/ico (Piazza della SS. Annunziata, N. 6, Firenze). Si prendono gli accordi per 1111' in– tesa col maggior numero possi6ile i gru{!{Jipolitici e professionali di Firenze, per un pubblico Comizio per l'attuazione immediata della rappresentanza proporzio– nale. Si delibera l'invio di una circolare ai deputati della Toscana per chiedere il loro parere: a) sulla necessità di sostituire al collegio uninominale la circoscrizione pluri– nominale con la rappresentanza proporzio– nale; b) sulla urgenza che la Camera approvi, prima di sciogliersi, la riforma, ajfinchè le prossime future elezioni, aVllen– gano col nuovo sistema. Invocazione li Mezzogiorno d'Italia è provalentemente agricolo, il Settentrione prevalente,nente indu– striale. L'agricoltore d, Sardegna, di Sicilia, di Calabria, di Puglia ecc. paga al Settentrione i manufatti di cui ha bisogno (poutrdles per costruzioni, aratri, concimi, vestiti, ecc.) col ricavato della vendita dei suoi prodotti (vino, agrumi, frutta secce, legumi, ortaggi, ecc.). Orbene, lo Stato obbliga il contadino me– ridionale a p.1gare quei manufatti aJ un prezzo più elevato di quello stabilito dal commercio interna1.ionale. Per ottenere lo scopo, impone un forte dazio doganale su ·gli stessi manufatti provenienti dall'estero, e afferma che fa questo per proteggere la industria nazio– nale. Veramente, non solo il contadino meridio– nale è aggravato da questa orribile angheria, ma anche il contadino settentrionale. Ma il Mezzogiorno non ha che i suoi campi per vivere. Esso deve sprecare una grande quan– t~ suoi pr~dç>ttiger_pagare il sovra2rezzo impostogli a vantaggio di alcu"ne industrie protette. Esso è sfruttato in nome della Patria_. Ma la Patria deve essere una madre e non una matrigna. La Patria non può permettere che una parte dell'Italia regali all'altra varie diecine di milioni e sia trattata come una co– lonia. Noi ci rivolgiamo ai combattenti delle belle e floride regioni del Piemonte, della Liguria, della Lombardia ed in genere dell'Italia set– tentrionale, e diciamo loro: Voi, che avete visto cadere al vostro fianco i prodi figli del Mezzogiorno per la difesa della grande madre, non permette che le loro fa1niglie continuino ad essere sfruttate come per il passato. Pensate che anche per il S1;:ttentrione d'I– talia la libertà doganale, se impedirà ad alcuni speculatori di pompare dalle tasche del popolo i s~dati risparmi, favorirà lo sviluppo delle industrie vitali e quello della fiorente agri– coltura. E d rivolgiamo sopra tutto a voi, com– battenti delle terre meridi0nali : non consentite che sia mantenuto un regime che fa sentire l'unità nazionale come un capestro. La libertà wilsoniana deve essere attuata prima di tutto per le vostre case. E'· inutile lamentarvi del governo, se voi stessi non avrete la forza di imporvi. Non lasciatevi distrarre da chiacchiere. Chiedete la libertà doganale. (da << Vo/011/à »). Tipografia Galileiana Vin S. Zanobi n. 64 EotSTO CASAGLI Germte re.sjon.sa6ile

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