L'Unità - anno VIII - n.5 - 1 febbraio 1919

• 30 L'UNITA , Tra vesti men ti Wilsoniani I~ « Fascio parlamentare», h.i. votato un ordi•e del giorno per dichiarare che « l'..-'.s– << !emblea, riwnfermando il vòto :ià dato per << la Società delle Nazioni: convinta che la « rh·endicazione integrale dei no[)tri diritti in– <t temazionali e delle garanzie della nostra in– « dipendenza coincida colla sincera applica– ~ zione dei principi di giustizia ai quali dc,·e « ispirarsi il nuovc; assetto internazionale; ha -fl: fiducia nei nostri rappresentanti al Con– « gre~so della pace, i quali sapranno assicu– « rame il trionfo >>. Jn che consista la ~ rivendicazione integTa– le », il Fascio parlamentare non ha osato spie– Jare. Vuole tutta laDalmazia, anche al di là del trattato di Londra, in compagnia di D 1 Annun– zio, e di tutti i neutralisti austrotedescofili del 1915?Vuole il Tratta.io di Londra nudo e crudo, in compagnia dell'on. Sonnino? E se vuole il Trattato di Londra nudo e crudo, come risolve la questione di Fiume? Se il diritto di autodeci– sione di Fiume deve essere invocato per mo– dificare il Trattato di Londra a favore degli italiani, è possibile che questo diritto sia ne– gato agli slavi di Dalmazia, che il Trattato di Londra assoggetta al\1Italia? E la Società tielle Nazioni, il Fascio intende accettarla an– che a costo di sacrificare qualdrc tana di volpe, qualche nido di scorpioni, qualche sco- 1lio che è al di qua della linea magica del Trattato di Londrn; oppure il Trattato di Londra, e magari il parecchio di più, sono la condizione all'infuori deJl.1. quale l'Italia ri– fiuterebbe di aiutare Wilson nell'organizzare la Società delle Nazioni? Se Wilson ripetesse ancora una volta all'on. Sonnino il discorso sulla città di New York, nella quale vi Fono tanti italiani e non per questo l'Italia po– trebbe rivendicare New York, - se questo èiscorso Wilson lo ripetesse per Sebenico, per ipalato,per Cattaro, che cosa farebbe il Fascio? ll Fascio sfugge tutti questi problemi e voti. un 01dine del giorno, che potrebbe essere fir– mato tanto dall'on. Sonnino quanto dall'on. Bissolati. Trattandosi di una manifestazio■e di par– lamentari, l'equivoco è inevitabile. Forse è anche utile .... !,la noi che siamo al di fuori àcUe necessità e delle combinazioni parlamen– tari, ne.i dobbiamo .Prender nota che tutto l 'ordi.ne del giorno votato dal Fascio è diretto a perpetuare l'equivoco. E dobbiamo. per con– to nostro, denunciarlo. . . . Si è costituito a Milano un « Fascio Wilso– •iano d'Azione 1>, che alla unanimità ha de– ciso la pubblicazione del seguente manifesto: Reduci ddle 1,-,·,zcee I Quando si trallova di convince vi a/ls pum •. ,erto del vostro sangue, al sacrifizio dei vostri int,ressi e dei vostn' a.lfdh~ vi fu ddM che qu • sta guerra doveva essere l'ultima delle euerrt, jHrcl,è lo nostra villoria avrtbbe aho'ito •cni rn– r,'ont d, di'ssmso fra i popoli, restituito ad "tni Nazione i SUQi naturali confini geo:r-afici ed etnie,: a..lftrmato t1 direi.o alla indi/tndenza ed alla li- 1,rlà di tulle le schi'allt. Oggi, a Vi/.'()ria conuguilrt, si tmfa di de– ludere qu,lla sacra promessa. La. Fra11da libera l'Alsazia e /..,Qrena,ma chiede per sè le Prwùuù tedts ·/u del Reno>· I' I– talia ufficiai,> d,sposla a seguire la .Franua di Clemen<eau t di Pichon e /'Inghi/terrn di li()_rd G,orge ml/a loro polt'tiea ti11perialistica, chiede Ji parlecip:zre al bot1ù10 comune: il 'J'rmli110 sù10 nl Brmnero, (;or-izia. 'l'rirste, Poln, 1-i"umt t Zara, giurie , ll'mdic·t1z1"o11i wzio11ali,mm bas/0110 piri ali' Italia dal mommlo che I' Alsaz,~1 e Lorena 11011 bastano più alla Frallci ,. 1'ullociò è prussianamente parlando, logti.o, ctJmegumte, naturale. Cilladini.t La pace ,he i pJjoli det·iderono non t questa. Questa è la pa<e dellr rivincile, degli odii, dti ,onjlilti nazionali . .Ì:.., la pace che pr()'l)Qthulr 1 - pidamente lo seoppio di nuove gu,rre. È la pace questa che la Germania ha impojto ,dlfl Fraflàa dopo Sedan. Occorre òallersi ,oniro lutto e contro lutti pt1- <hè es'o non sia firmala. Occorre ballers, percht lo spùito, che dtVt in- formo re le ~ùe11ss,ioni tld C1111resso t/,el/a j«a, uon Jia la 11e:-•iio11e ,1,/t, spù·i!, che anùn• i C'1mbal– lenli ,.e//' I11tes11 '1ella d11rt1 loti 1,· qmllo che dt1;,!a . ed essi la ur/ezza che il lor, s1111:1tt e il lor• dv– l~re av,-ebber, cella/o le /Jmi di mra wnamìà di– l}ersa e mi~liore. Coloro,che da .Lomlm o d<t Pari'gi, da · Roma , da Zagabria, parlano ivtrs(.lmmle, mpposen– trwo un 1/fOndoche non puD n"sorgrrt. ( o/oro elu neg-ano al principro sac,·o de/In 11azz'o11al1ìà la po– tenza di risolver,, con Wilsou, / p·oblemi della ;ace, Jrepara110 ed aprono le vù, co1,.s iammle o.I ùuosa0111ente a 911rllll disum1aln disperau"one dri popoli che è il hc 1 uevi11110. 1Jfila110, ,,, l,'en,sai• 1919. Questo manifesto è stato pubblicato nei giornali del 15 gennaio. Ed ecco subito il Popolo d' ]/olia del 16 gennaio, pubblica un altro appello di un << i'TllPp0 di propaganda wilsoniana »: :.V"i che siamo sia/i e siamo wi/so1110111~ che 11011 fummo mai nè ci se111tQmo imjMrifllish~ cht jarteàpammo a questa ~turra come o quello c!,e - ri olvmdo ,I pro6lnna delle naiùmaltìà e as– sicm·ando ad otni popo/" confini tali da renderlo sti:u1·0 pe,· /> avvenire - avesse a me/I ere fine alla l"'r;·•• n-,, possia11.d rù11ant;e illerli di fronte tlfl/ln,,,u che aleuJJi gri,ppe1ti tii rùm .,iatart~ tr11uati d, w111cttiam; intendono ù,.sr.mure n luttv ""')mo del/'Ila/ia. È 11oslro proposito costilufre 11 1Wi/a110 umi 01gam'::zatu'o11e che mcco/ga 9uanlt' rredollo t pen– sano: ,• - Che la « Soci là delle 1\"aziOni » 1/eb· ba tzr:ere come 1wc/10 guelfe cke, fnmt11111011do il militarismo degli Imperi Ct11tral,~le hallno aptrta la via per la ,.ealinazt'one; ::,• - Che ;/ miglt'or modo ,ii evi/are 111111.,i co11jlilli sia quello di me/le,-, ,· pop.li in co,idi– zr'oni di sicurezza tait da 110n dO'll:rpaventare n,:– :-re.ss1ini ,N sorta; 3• - Ch, al/' Italia 11011 sia falla tdetma (OndiiMne d 0 in/err'ortìd di fr,.,11te alle altre .Va– ::io11i; .,. - Clu là dove vivono popolruioni miste, il superiore crrì1r1"o qmililalivo (lradisiO,u, storia, civi/td, sp,n-,o • <i,,t Iiberalt'là) debba prevaler, sul– /'ir,f,rt<Jre cr,~en'o 1trella1111nle 1JUIJUnCo. 0,/01·0 che adenscono alle idee Sll esposte s,11, p ,:-ati di inviOre il /(110 indirieso al « G uppo di propaga11dawils,miam, » p,-us, « Il Popolo d'Italia ». Il metodo, con cui è compilat<1questo p110- gramma1 è il solito: quello, che abbiamo chia– mato del travestimento. Chi affenna che l'I– talia deve fermarsi al Quamero, assicurando la posizione nazionale di Fiume e di Zara, è accusato genericamente come rimmàalan"o, CO· mc Jruccato da u11'/somlJ11q. D, wilsoniani auten– tici in Italia non ci sono che quelli, t.he vo– gliono la Dalmazia. Fra Cs!>i e l'on. Sonnino, C'è questa differenza: che !'on. Sonnino non parla; ed essi parlano; ma parlano per intorbi– d2.re le idee, per disorientare i lettori, per dar modo ai nazionalisti e ai sonniniani di pescare nel torbido. :\fa il gioco non riuscirà. Perchè il popolo d' ltalia - quello in ~arne e I ossa - è assai meno imbecille di quanto non si sforzino cli farlo diventarç. . * • L'on. 'fittoni desidera anche lui la So– ciettl delle Nazioni, ma ... Ecco le sue pa– role: « Questa Lega anche io la desidero e la « invoco, ma non comprendo come possa es– « sere la prefazione del trattato di pace, men• " tre invece logicamente dovrebbe esserne il « corollario. Se il trattato di pace ~ar;\ giusto. Jl'rancia de,·e avere ht riva sinistra del Reno, e l' Itali., deve impadronirsi di un paese abi• tato <la -40 mila itali,mi e 590 mila slavi, è evidente che la Società delle Na:,:;ioninon può -,vrgere come prefazione e non può sorgere neanche come corollario cli questa razza di « giusta pace »: se sorgesse sarebbe una pa– rola senza ::ìenso, 1111a /11.slra per dissimulare una nuov;1 Santa Alleanza. L'on. 'fittoni dovrebbe comprendere che il problema se la Società delle Nazioni debba essere prefazione o corollario è un problema di lana caprina: nacque l'uovo I') nacque pri– ma la gallina? Quel che importa è di sapere \ on quale spirito si vogliono affrontare i pro• - blemi delle aspirazioni delle singole nazioni e quello del sistema ~encralc che deve garan– tire la nuova pace. Se :;i vogliono affrontare con lo spirito di :\Ietternich e di Bismarck: e di Sonnino, è na– turale che non si comprenda che la Società delle Nazioni naS<'a come prefazione: allora ognunc; affermi quel che può, e dopo tutti co– loro che hanno mangiato secon~lo il loro ap• petito si mettono cl' accr,rdo 1,er rimanere ar– mati fino ai denti e ricominciar~ cla capo non appena abbiano finita la digestione. Se si ,·o– gliono affrontare con lo spirito di Wilson e {ii i\lazzini J! di Bissolati., ,illora si stabilisce come prefazione che le controversie nazionali saran– no decise con un arbitrato in base a pr-ncipi generali di equità, qualora non possano essere conciliate nelle trattative dirette, e le soluzioni così elaborate diventano i! corollario. della pre– fazione. È chiaro? Possib le 1.:he !'on. Tittoni non co·1.pre1lda ciò. . *. Chi ha compreso è I' lden nazùmo/e. La. quale scrh·e chiaro e tondo: « Noi non cre• diamo che in fondo al trattato di pace, anche « se giusto, ci possa essere la Lega delle Na– << zioni. L'unica Lega che possa uscir~ dalla « Conferenza è una Lega da imporre ai vinti, « iosieme alle altre condizioni cli pace, vale a « dire una spèce di Santa alleanza democratica « fra le -quattro nazioni vittoriose, che potrà. « indubbiamente avere la sua utile funzione « storica per garentire la pace, ma che sarà « tutt'altra cosa della favoleggiata Lega delle « ~azioni. Ma poichè in politica come in di– « ritto sono necessarie le finzioni cd è quindi « permesso all'uomo politico di fi11gtrsi la pos– << sibilità di un trattc1to di pace gùuto per tutti « cioè di un trattato di pace che ~oncili una « volta per sempre gli opposti interessi nazio~ < nali, in modo che non se ne abbia mai pili « a parlare, dobbiamo convenire che la sola « via giusta per arriv; 1.re alla Leg;;i delle Na– « zioni è di fa're prima questo trattato e poi « coronarlo con la proclamazione della Lega << e l'approvazione de! relativo statuto. Pensare « che i due atti po&;ano essere invertiti è pen– \< sare l'a,;;snrdo nell'assurdo». Questo i chiama capire e far capire. La Leiga delle Nazioni è, dunque, una finzione çhc deve mascherare agli occhi degl'ingenui una ouova Santa Al!ean1.a dei vincitori; per– ciò questi prima debbono fare il trattato di pace coi criteri del\' fdtn 11azùmalt poi debbono dichiarare che questo trattato è giusto e co– stituire la nuova Santfl Alleanza ... demo"rat·ca pardon, la Sotietà delle Nazioni per garantire la pace .. fino alla I rossima guerra. Peccato che l'Idea 11az1'o11ale c rchi di in– torbidire le acque dalmate di Santa Alleanza .. democratica, e attribuire a chi vuole la Società delle Nazioni la teoria che un trattato. di pace << possa e nei! are una v,-lta per ~empre gli op- « se terrà conto equamente di tutte le ragia• <'( posti interessi nazionali, in modo che non t nevioli aspirazioni e cli lutti i legittimi in- .:< se ne abbia più a pari re». L'arbitrato obbli- « teressi, se al militarismo tedesco, all'egemonia • !{a torio per quale altro motivo è invocato, se « politica tedesca. al monopolio economico « tedesco, felicemente infranti non sostituirà « altri militarh,mi, altri imperialismi, altre ege– « manie, altri monopoli, la Lega delle Nazioni « sarà possibile; in caso diverso es~a non sarà « altro che una lustra ». L'on. Tittoni parla come un libro stampato. Peccato non comprenda la necessità di spie• gare che cosa intenda per un trattato giusto, e per ragionevoli aspirazioni e per legittimi interessi. Se con queste parole intende che la non per .::onciliarc.: (>I/a per w/la, smza guerra. ;.:-li opposti interessi aazion·di? Senza quella ipocrisia ... dcmo,:ratica, e senza que:H0 comodo espediente di attribuire agli avversari idee, t he questi non hanno. il istcma <l' idee del– \' lden 11tJz1011ale sarebbe perfettamente leale, e meriterebbe esser discw,so come qualunque -,istcma leale. Il male è che i nazi,Jnafo,ti e i trnzionali– stoidi sentono che sarebbero travolti ognuno dalla indignazione popolare se parlassero leal- rnente e chi.uamcnte, atxettano la Società delle :'-J'azionicome una finzione. oppure fanno le viste di non comprendere come l'on Tittoni. . . La Sie/ani comunica ufficialmente che« il « Governo italiano, il quale, in conformità .ti « pensiero già espresso solennemente dal Se– « vrano, intende concludere una pace l:'iusta, « ali' auspicata Società delle Nazioni, ha i - « caricato ora il sen. Scialoja di rappresentare « l'Italia nella Commissione internazionale per « la Società ...delle Nazioni che si riumsce a << Parigi durante la Conferenza della Pace ». L'on. Scialoja è uomo di grande ingegno. Ma è un ingegno eminentemente negativo, nel quale ogni attività pratica è annullata dalla ipertrofia delle attività critiche. Nella Com– missione i 1ternazionale, quindi 1 per J1euspicaltr Societil delle NJzioni, egli sarà un elemento di negazione e di ostruzione; Non diciamo che la sua opera non possa riuscire utile. Se i rap– wesentanti delle altre nazioni considereranno gli ostacoli, che saranno indicati via via dal- 1' on. Scialoja, come elementi di giudizio da tener presenti per fare opera completa, non come barriere, di fronte a cui si debbano .i.Ila fine f.lcoraggiare, l'opera dell'on. Scialoja ! ari preziosa. Ma è strano, anzi non è strano niente af– fatto, che questa funzione mc.tistofelica debba compierla precisamente il Governo ;taliano. La Massoneria bolognese ha votato il se- ~uente ordine del giorno: \ « Le Loggie Bolognesi, dopo ampia di– « scussione, plaudono al progetto di costitu– « zione della Lega delle Nazioni, ed afferma– « no che tale adesione non può nè deve in,– « plicare rinuncia alle rivendicazioni nazionali « italiane che non costituiscono atti di impe– « rialis1uo ». E il Comitato esecutivo della Sezione ba– rese della Società delle Nazioni, formato di dalmatomani e di massoni alla Ernesto Na– than ha appovato il seguente ordine del giorno: « La Sezione della Lega per la Società << delle Nazioni, che in Bari sorse ad inizia.– « tiva della « Trento e Trieste»; « rilevando che il discorso tenuto a Mi• << !ano dalP6n. Bissolati, presidente della fa.mi– « glia italiana, espone un programma di ri– << nuncie e di valutazioni personali; e riaffermando il principio che una pace • duratura non potrà. conseguirsi, se non in « virtù di una Lega delle Nazioni fondata « sulla base delle legittime rivendicazioni ter– « ritoriali; « proclama ancora una volta che i diritti • d'Italia sono nettamente definiti dalle se– « colari tradizioni storico-linguistiche della Dal– « mazia e dai confini naturali della cerchia. « alpina che.va al Brennero alle Alpi Giulie, -« fino al Carso liburnico che racchiude Fiume; « ed esprime infine il voto che per consc– « guire tali diritti, possa esser riveduto •cl « Congresso della Pace il Trattato di Londra ». È la Jins1'o1,e di cui parla l'Idea 1VazUnnlt, che entra in movimento. Ed era,·amo buoni profeti quando nel numero 3 dell'Unil<l pre• annunciammo che presto si sarebbero moltip\i .. cati da ogni parte i \'Oli in favore '.della So– cietà delle Nazioni e contro gli imperialismi, a patto che la Società delle Nazioni assicuri all'Italia la Dalmazia, che non è conquista imperialistica, se no niente Società delle Nazioni. Intorno alla Società ddle Nazioni, insom– ma, dovrebbero esserci in Italia tre diverse Leghe: una 1 presieduta dall'on. Sonnino, fran– camente contraria all'idea di Wilson; quella presieduta dall'on. Bissolati, francamente fa– vorevole a!l1 idea di \Vilson; e una terz:a, prcscieduta dall'on. Orlando o da Ernesto– Nathan, favorevolmente t.:ontraria e contraria– mente fovvrevole, con spitito nazionalista e con maschera democratica. Allora, solamente allora ognuno sarebbe al suo posto! 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