L'Unità - anno VIII - n.5 - 1 febbraio 1919

L'UNIT.4.. Pel convegno degli "unitari" \'IrI. Credo utilissime ua conve::,-i• degli a1nici «ell'Unìlò. Propon~o come sede Uologn.1 1 come tlata il febbraio p. v. IX. .A.vv. CARLO C1-11NT Cesena. Zou.i. di gucn:\, Certamente è dinìcilc riunire il e nvcgn• -1'egli « unitarl,. fìnchè la smobilitazione andrù. cosi lenta; si potrebbe però riunirsi, per ll)! primo scambio d'idee, un certo numero di amici - quelli che non sono soldati e quelli che possono prendere la licenz'a. lo la mia non l'ho ancora avut~; ma me la daranno, ora, ap– pena la chiederò. Disponete dunque di me. Intanto, come pilt passano i giorni, pii1 sento la necessità che si fl,rmi il nostro gruppo. Tre anni di guerra non sono bastati per far capire, in Italia, alla rr:aggior parte di quelli che si occupano di politica, che la politica è una cosa terribilmente seria. Non sono bastate le nostre sventure per far capire che se aves– simo considerato la politica con meno facilo– neria, esse sarebbero state in gran parte evitate. Ma la cosa più grave è che il Governo vada a tentoni, che viva alla giornata. E triste accorgersi che, dopo aver fatti tanti sacrifici, c'è ancora bisogno .di molti e molti c.11esacrifichino, se non più la vita, il riposo, la possibilità di farsi una p◊s'izione. Siamo una generazione destinata a pagare s~er il "";iale ·che recero gfi altri, e per preparare l'avvenire a què'tM~nann_o. A~ccttiamo con calma il nostro destino. Maf perchè il nostro lavoro non sia vano, io sono persuaso che biso~ni andare a fon,do, e seo1.a riguardi, per la via più diritta, come ranno gli uomini di vera fede, che sono sctnpre un po' ciechi, e non vedono i pericoli, nè s'ac– corgono che 11er I aggiungere la meta faranno tielle vittime. Capitano A. d. S. X.·· Zona di ~uerr:i., 16 gennaio 1919. Con vivo entusiasmo aderisco alla pro– gettata riunione degli amici dell'Unità. Riten– JO che detta riunione possa essere indetta dopo ,m mese circa dalla smobilitazione completa. Per la sede, credo opportuno stabilirla a Roma. Sono avvenuti fat~i nella politica nazionale ed intemazionalc, che hanno destato appren– sione e disg1t5to: i discorsi stonanti coi principi tli Wilson, tenuti da uomini di governo del- _ l'Intesa, principi i quali dagli stessi uomini erano stati accettati e sostenuti nei tnomenti ài pericob per vincere la guerra'; l'uscita del– l'on. Bissolati dal Ninist~ro, il cui significato è stato purtroppo evidente malgrado le misti– i.cazioni della S\3-mpa interessata. Gli articoli tlell' Unità, non mascherando le vere ragioni, hanno fatto risaltare in tutta la sua nobi!t.;.. la figura di Bissolati e in tutta la loro ... spet– tanza le; figure degli. altri. Anche gli articoli di Acricola « Per la S001età delle Nazioni )I, sono ~uanto di più necessario occorreva per divu.1- •are la funzione della Lega itiliana. l Ritengo necessario cli diffondere e far co– •oscere a quanti più si ~u~. q~el_programma. :Scoraggia ve,clere quanti 1taham, anche fra quelli che si riten{:ono persone colte, non co~ •oscano le più importanti e vitali questioni •ella politica nazionale ed internazionale, i ,problemi che son• ora la piattaforma della •uova. Italia, del mondo nuovo che sta per sore-ere, quando no• le conoscano travisate e falsate a traverso cerla stampa, che pur troppo si vede circolare incontrastata dall'assenza dei 9uoni giornali (pochi in verità.!), qui in zona ,·. guerra. Arrivano infatti con una puntualità, che non sembra perfino casuale, il Resto del Carlino, il Tempo, il Giornale ti' IlaHa; e solo a contro- .. 9ilanciare questa coaliiione di politica partico– laristica, e per me tanto dannosa all'lt<llìa 1 si trova, non sempre, il Corn'e,·e dei/a Sera, in nu– •ero scarSissimo di copie. (Cmsura) (Cms111a) Troppo graude è la mancanza di esatte co– gnizioni in tanti italiani oggi uflìciali e soldati, domani l:beri cittadini, che riversandosi nel Paese, se edotti sanamente dei problemi che incombono, costituirebbero la salvezza d'Italia e manterrebberb la no.stra patria, in pace, a quell'altezza di prestigio, alla quale l'hanno el;vata cosi eroicamente ed in modo sublime sui campi di battaglia. Questi soldati d'Italia, che hanno tutto sacrificato e sono stati pronti a dare la loro vita per un ideale di giustizia e di libertà, hanno già plasmato l'animo per sostenj!re ed appoggiare chi propugna le giuste cause i e non possono che disprezzare' cd odiare -chi si presentasse loro propugnatoré di ingiusti– zie, di oppressioni, seminatore di nuove guerre. Ed è perciò che in mancanza di una at– tiva propaganda sana e malgrado anzi la pre• senza di quei giornali contrari a questi loro sentimenti, l'impressione di quei discorsi alla Camera francese ed il sigaificato delle recenti dimiss\oni dell'on. Bissol.rti, hanno prodotto un senso di delllsione e di disgusto. Von. Ì3isso– lati è qui conosciuto,·gode la fid~.cia di tutli, come l'uomo che pcr:i:onificala vera democrazia, come il sostenitore dei nostri diritti e di tutti i popoli che vogliono èsser liberi, l'odiatore dell'imperialismo austro•tedesco e di qualsiasi altfO imperialismo; non il « 11iumcz"ot1111'o », il debole opportunista, come inutilmente e rabbio– samente si sforzavano di far credere i commenti dei surrift:riti giornali. A ben altri si attribuisce la politica opportunistica delle rinuncie. Ed è per6ò che è sta.la calo.osaruente ap~ provata la coerente ed onesta condotta del- 1' Uomo, che ha abbandonato sdegnosamente quel tavolo, Capitano A. R. Xl. Roma, i ;::enn:li•. Condi\'ido pienamente l'idea, di cui sono antico fautore, di tenere un Convegno di uni– t«ri in quale.be città centrale, Roma o Firenz~. GENNARO MONDA!Nl. Pr•fess•r• ali:\ R. Scuoi• Supcrio,c ,li c•m•ercie di R••.i. Nota bene. Nel numero del 1• gennaio, il Giornale d'Italia ha pubbl\cato una protesta ufficiale del Consiglio nazionale italiano di Fiume contro la prepotenza della Francia, che ave\·a stabilito una base 11avalea Fimne e faceva requisizioni. Questa base navale è stata, per alcune setti– mane, nelle conversazioni di t.utti i bene infor– mati, che difendono il verbo dalla Mano Nera, un argomento <li iLr.vct iv, continue contro la Francia. Ma il 3 g.. mnai1) l'.lge1i:ia·Ste/ani ha comunicato ai tornali: << A rettifica' di qual– « che inesatto apprezzamento, che è st ,to m::t– « nifestatÒ a proposito delle requisizioni fatte « dall'autorità mili.tare francese a Fiume, è « bene avvertire che tali requisizioni sono con– « nesse col fatto della base navale, che si è << dovuta costituire in quella città per alimen– « tare l'esercito d'Oriente. Lo stabifùnento , i << qtttsla bme uavalc, JJOllthC le rcquisizl(mi che 111: <~ sono ,ma co11stgut11za, sono avvc,wle col conse so « del gwcrno italmno e /11pù110 accordo con gli <<alitati'.» Si d01nanda: per quale rnotivo la Consulta ha aspettato il 3 gennaio per dare que-,to <..O· •unicato? E come mai il Cou~iglio Kaz.ionale di Fiume er,1 tenuto ali' oscuro <lella rcalt~ d( i fatti, contro cui ha protestato? E il Gioruale d' flali'a, che è cosi « fedele» dell'on. Sonnino, ignorava quella realti1, quando pubblicava la protesta fiumana con lo ~copo evidente di esasperare J,1. corrente francofoba? ljn argomento di esasperazione slavofoba<· stato d,1to per un mese e mezzo in Italia dalla q_ucstione della flotta austriaca. Che cosa av··– \'Cniva di quella flotta? perchè gli jugoslavi tton la ccde\'ano? dove I I avevano nascosta? perchè la Francia e l'Inghilterra c gli Stati Uniti non costringevano gli jugoslavi a con– segnarla? Quand'ecco il Ministro della marina, am– uairaglio Del Bono, in una intervista col PtJ- 10l0 d'Italia del 18 dicembre, fa s.ipcre che << la flotta austriaca, l'intera flotta austriaca, è « oggi nelle mani degli itaiiani e delle Potenze << alleate. L'Italia ha ·in consegna le navi da « guerra, che si trovavano nei porti risonosciuti << al nostro Paese dal Patto di Londra. L'Italia~ « e<l i suoi alleati hanno in loro poter~ tutte le « altre navi da guerra dell'ex marina austriaca. « Perciò, mentre per le condizioni d'armistizio << devevano, per esempio, essere conseg~ate « dodici cacciatorpediniere d'alto mare d' ul– « timo modello tipo « Tatra » 1 oggi in\'céc ne << sono concentrate quindiei nel porto di Polfi, << insieme con le alire na\'i della fl_otta au- « striaca ,>. , Stando cosi le cose - è lecito dimandare -. perchè il Governo lagciò per tanto tempo urlare certi giornali a motivo della flotta ju– goslava? Il Popolo e' Ilalia, che urlò più di tutti, ha trovato anch'esso << assai strano che si sia la– << sciato il Paese per tanto tempo nell' incer• 4. tezza su di una situazione elu ,ma parola del << Governo poteva ù11111edialamentcchiarlt'c. La , « sorte dell'ex-flotta austriaca era ormai .1r- « gomento di dicerie 'senza fine. L'incidente << franco-italiano di Fiume neilc narrazioni << svariate stava trasfonnandosi in un casu.s beJ/i. << Perchè il Governo ha creduto opportuno « tacere sino a I I 7 dicembre., men/re J-"teM << ,,,ellel'e ft cose a posto a/mm, tre setlimone fa.' << Ecco un mistero che non ci troviamo certo << in condizione di ri)Chiarare >>. Per noi non è un mistero niente affatto. Quando si vuole ammazzare un cane, si dice che è arrabbiato. Ecco tutto'. Gli jugoslavi - si:l...detto a loro onore - sarebbero già suffi– cien'temente arrabbiati per conto loro, senza che noi sentissim'o il bisogno di esagerarne la arrabbiatura. Ma in questo genere di manovre il troppo non stroppia mai. Eppoi è necessario far arrabbiare non solo gli jugoslavi ma an• che gl'italiani, per preparare la nuova intesa italo-magiaro-tedesca e la ricostituzione del– Jl Austria. E la intesa sarà tanto più agevol• mente accettata in Italia dal pubblico 1 che be\'e ... gro~so 1 quanto più la slavofobia sia ~tata esa– spera·a colle buone e colle cattive. Un diavolo caccia l' altre. * .. Leggiamo sul. 1 [nidativ(I, l'organo del par– tito repubblicano: << Fra le associazioni ade• << renti alla (( giornata dalmata» è sl.tto messo « anche il Partito repubblicano. Per la verità <, dobbiamo rilevare che la indicazione è compie• « /amen/e invmla/a. Non solo il ?artito repub– « blicano, ma anche i repubblicani persona!– « mente sì sono astcnu~i da una cerimonia, << che esula completamente dai loro principii (( e dalle loro convinzioni tenacemente e no• « toriamente confessate ». . .. . ,..._pr te il R~slo del C,arlmo dd 12 di gen– naio 1919 1 4.., pagina, 1" colonna 1 linea 32. E scoprirete che Bi.ssolati « tenta di giustifi– « c,1re le pretese dei serbo croati fantasticanti « un ccnfine che vada dal Van..?ar al Taglia– « mm/o ». Se fosse vero che ogni idolo è de– g o dei suoi adoratori, ci :.arelibe _da essere spaventati per l'on. Sonnino nel vedere che è aclorat, da quella gent · là. Fortunatamente per l'on. Sonnino, si tratta di adorazione oc– casionale, a .scopo siderurgico. . .. 29 « ◄000 fanciulli spariti in Croazia» : n,a ~nesto titolo il Giomale d' ltalifl e il Pv/){)/, d'Italia del 21 gennaio pubblicano la seguente corrispondenza da Pola ; «Nel· giugno e luglio 1918 si formò a << Z 1gabria una istituzione avente lo scopo di « raccogliere fanciulli delle terre italiane irre- << dente e anche in Bosnia col pretesto cli t « provvedere alla loro alimentazione; ma alle « :.;copo vero di slavizzar!i. Essi furono man- « dati in C1oazia e adibiti ai più umili lavori. « Ora molte famiglie reclamano i loro figli: « ma da Zagabria non si po::..sonoavere notizie. <( Si dice che nei campi di CQ11cmlrnmmto « deil'A.11slnii siano morti 4000 fanciullj ita– « liani ». Notate bene, amici lettori, che nella cor– rispondenza è fa•ta distinzione fra i 4000 Jancù,Jli italiani, che sarebbero morti nei campi di concentramento ddl',(f.uslria, e i fanciulli deile terrt ituliam, il cui numero non è precisato e che sarebbero stati raccolti dal Comitato cli Zagabria col pretesto ecc., ma Ilo scopo ,·ero ecc. I due fatti sono <leitutto indipendenti. Ma il Giornale d'Italia e il Pvpolo d' Tlalia ne fanno, nel titolo della notizia, un fatto solo, attri– buendo alla Croazia la responsabilità della mortalità infantile avvenuta nei campi di concentrazione stabiliti durante la guerra dal– l'ex governo austriaco. E i lettori, che non sanno niente né di Austria nè di Croazia, \ ' non si avvedono del trucco, e... domandano la Dalma ia. Quanto ai fanciuili delle /erre rlafiane, çhe il Comitato di Zagabtia avrebbe raccolti col pretesto ecc. ma allo scopo ecc., chi ha l'ahi• tudine di ragionare - ma quanti hanno questa abitudine? - non può non domandarsi: se quei fanciulli erano italiani, come mai le loro famiglie se ne di5fecero, affidandole a un'\ Co~ mitato 11.ientcmeno di croati? sono, dunque, cosi snaturate e cosi poco nazionali le famiglie italiane di quei luoghi li? Ma niente paura ! La corrispondenza non parla di fa1JCi11fli itali'ani; parla di /anciu/Ji delle ltrre i1aliam, Le quali terre italiane son• abitate non solamente da italiani, ma anche da sla\·i, specialmente se fra quelle terre ita– liane si conta la D.1hnazia. I fanciulli che il Comitato di Zagabria raccolse dalle terre ita– lia11e, cioè rivendicate dall'Italia, appartengono probabilmente a fa1niglie slave, che vann•, mescolate colle famiglie ,italiane nelle terre medesime. Di questo collocamento di fanciulli slav ;, della Dalmazia e della Venezia Giulia presse famiglie della Croazia, si parlò anche sui ·nostri · giornali, per es. nel Sccol, e nel M~ssagg1r1~ nel settembre passato. Allora nessuno parlè di fanciulli italiani. Oggi si solleverà l'equivoco sui faRciulli delle /erre itolia1'e morti in Croazia e lo si confonde con la noti~a dei fanciulli italiani m rti in Austria. Come giudicare un· programo:ia di politica. estera che ha bisogno di questo genere di pubblicità per e,sere propinato al nostro Gli slavi dell'Italia t:ln'omic t1/]idalc di/anttri<l ci scrive da u11a • città dei/' Istria: La situazione quì è come quelle delle anime del Limbo : nè bene, nè male. la genere gli slavi stanno assai quieti, e e noD. si meritano tutie le ingiurie che si son sentiti piovere addosso per tolpa di,.. Bissolati! Per fortuna molti non sar;ino leggere; e quelli che sanno non leggono. E gente ancora molte arre•rata: e non mi sembra molto ... vilsoniaue prendersela con tanta v:olm::a con questi cstn,– mmli ciechi►>, di una rapina che..... non e' t! pili. (Cemun,) E tutto questo perchè ? Perchè, si bada solo al pericolo ... slavo. Queste terre devono rimanere per diritto al– i' ltalia, ma badiamo a non farle diventare meno italiane e più slave, noi! La popolazione agricola si mantiene calma e rispettosissima dell'autorità. Che si vuol di più? Qualcuno vuol di più, infatti ha preteqo che il predicatore domenicale parlasse italia,lo ... agli siavi. Per fortuna è venuta una «pipa~ (le chiam~n cosi in gergo militare) abbastanza agra dal Governatorato. x. Y. z.

RkJQdWJsaXNoZXIy