L'Unità - anno VII - n.14 - 6 aprile 1918

I' L'UNITA UN -MALENECESSARIO Ca,ra Unità, Permettimi che io ti esprima il mio dispiacere ver vedere di tanto in tanto il tuo ~pazio sciu– pato In discussioni coi nazionalisti. Non ti sembra che certe discussioni rappre- t. sentino un danno pel paese? :\Ientre tutti •i g1 u'J)pi interventisti devono tene,·si stretti iusiem~ ver riparare alle debolezze e agli errori dei Go· verni <.!ella guerra, non è un danno per il paese divide, e, come la r Unità,· il campo interventista fra nazionalisti e democratici? Per ora pensiamo solamente alla guerra e alla vittoria. Venuta la pace, ciascu,.o I iprenderà la su.a libertà d'azione e di propaganda. Que~ta è la mia d()iniòne: opinione di un pro– vinciale," che non vìve nella politicH, ma cerca di ca pi re quel che avviene; e a.ma assai l'Unità perchè lo aiuta a rapire molte rose, e perciò vor– rebb<>che evitasse qualche errore cli tattica e di inti-an~igcnza, che può diminuire la efficacia della ~ua opera di educazione politica e di probità in– telle•ttuale. Un abbonato fìno dal 1911. POSTILLA .-\nelle noi, uel maggio del 1915, sco11piata la guerra, dicemmo come dice tuttora il nostro ab– bonato: " BRndo a.Ile discussioni Ira noi inter– ventisti. Per ora. pensiamo solo alla vittoria. Ve- 11uta' la pace, ecc. ecc. "· E quelli Ira noi, che etano buoni alla guerra, andaron,, alla guerra: qualcuno vi ha già perduta la. vita; qualche altro, d(Jp0 lunghi mesi Ji lotta colla morte, cominci:i. 01·a a riavei-8i delle sue ferite; qualche altro ha dovuto tornarsene a casa fiarca.to e a.mmalazzato; chi ,,on ha 11ot11toper l'elà la.re quel che face– vano gli ultl'i, ha. offerto alht. causa comune con cuore sereno il figlio. E alibiamo taciuto dal mag· . gio cleJ 1915 a.ll 'autunno ciel 1916. .\1a menll·e noi tacevamo. i na.zio11alisti parla– \'ano. E liberi da ogni opposizione, intensificavano In loro prdpagancla, non solo per la g-ueiTa, nw. anche e suprot1,tto per oriezitar~ in senso na:io– ,,,,lista e ttnliLlemocratico la nostra opinione pub– l>/ictt ·.mi prohtemi della gttena e del dopo {Jtten-a. E rimasti senza contrasto padroni del campo, si prnclama.u,no un1c1 ralppresentanti al1lentici ciel pen•iero e della ,olontà di tutta la nazione; ra– cevano l'redere all'estero, che l'It..ùi!l era tutta c1·accortlo oon loro; e 11011 appena. qualcuno osava lare un cenno di clis&enso o cli prntesta, ,subito una tempesta di insulti, cli vituperi, cli cliflamazioni intHvPniva o fargli passare la voglia cli conti• nua,·e e ti togliere ad altri la voglia di imita l'Io. Lu concordia nazionale, insomma. c-ra intesa. in questo modo: che noi dovevamo tacere, gli altri clovevtlno parlare, conquistare cosi tutta la opi– nione pubblica, e neare una situazione cli co~c-. in ,·ui 1111 bel° giorno non sarPbbc ,tata pl))._ po~~ihile u noi nessuna opposizion~ efflcac~ contro la loro preponclernnza, e lo stesso Co,·erno avrebhe pudutn ogni libertà d'azione in tutti quei pro· blt•mi, su cui essi nonevano la ipoteca della loro propaganda. '-tmiclo ,·o,.ì le cose, noi col 11ostrn silen1io di· ,cntuvamo complici pa"!'ivi cli una politica, la ·qun lt\ er.-1a 11ostro p.a.rere iniql1a in si! e dnnno.-;:cl pel no...,tro }>OP~e. E"<'o 1wrrh~ non abbiamo più potuto tacere, ert ahhiamo rotti\ la lnmosa N'lnror<lia. e sinmo rondnti di aver fatto tutt'altro che male. .\ll'pstcro la gente incomincia a rapire che i nnziomùi~ti non sono rn' l'Italia nè il Governo Il di redito e il sospctto, che la p1opa!(anclti nazio 11nli,ta inclisturb:iia faceva sorgere intorno ai sen– timl'nti re.l.li del 1,opolo italiano e .lll'azionc del nostro G,>verno, rominria a dis~1parsi. \1olti o;io– vani. anche Mmorratici, rhe si erano lasciali irre– lll'P dalla prcpngan<la nazionalista, hanno a(X'rlo 1noBianco gli occhi, sono , ·ilcrno.ti in "è, si sono sciolti d1d– l'erro1·e, in cui si era.no lasciati afferrare. Nè con l'ope1·a nostTa noi a,b.Lia.mo in alcun modo diminuita la forza. della cor,·c11l.e interven– tista. La guerra e la vitlo1•ia non sono fine a è stesse: sono i mezzi, che ciascuno cli noi nconosce necessari per raggiungere un fine. li fine dei nazionalisti è divei- o dal ncstro. La. realtà si incaricherà di rivelare chi si illudeva, e chi aveva li alo bene la mira. :\la linchè la soluzione non si sia realizzata, noi 11.hbiamo il di– ritto e il dovere di credere che l'opera nostra per la guerra >è dedicata al raggiungimento cli 1111 fine giusto e necessario al nostro paese, enon di 'Un fine consideralo da. noi ingiusto e danno,>J .. ·e rtur•ssi– mo perdere questa fede, non potremmo 1,i,i CO'llli nuare ,, volere la guerra. E questo a.·,veriellhe. se per sciocco o vile amore di ~oncordia, noi rim1:1. ~iussirno a.Ha propaganda delle nosti e idee, la– sciando prev-tlere sènza l'esistere i criteri altrui su i rrite,·i nostri. Ce1to, sa.rehbe sLaito meglio per tutti se nazio- 1,ulisti e democratici ci fossimo lr1,vati ù'accorclfl su 1111 unico programma. per la guerra e pcl dopo guerra, concentt·a11do tutte le !orze nella lott,1 contro il ctisfattiBmo gioliitia.no, clericale e socia– li,ta nffLci"1e. Ma da,J momento che 1111 dis•en~-, e,iste, e inconciliabile, è assurdo vol.,rlo nascon– dere; e sarebbe stupido so1>primete la 'Propria voce e lasciare libero il campo alla voce avversa.ria, per desiderio di concordia. • In queste conclizioni, le discussioni sono 1111 ma.le necessarto. Le affrontiamo, perchè, se •lug-– giss,mo ad esse, tradiremmo il mandalo, che ci l,an lasciato; nostri morti, i nostri feriti, i nostri combaUenli, ditlilendere la loro !tde e la nost.ra . E it, fondo, da.la . la esislenza del dissPnso, il discutere è anche una forn1;i la ola forma po~~ihilc - d1 coHahorazione: cin~<-nn gi-uppo, in– vece cli dissolversi in qnella iner,io, che viene dal sentire svanire in sè la fìduèid. ne, prdpwl ideali, si tiene ~lretto intorno alla prowia, bandie1·a, e contribuisce col più delle sue !orze alla resistenza morale del paese conti-o il disf,1ttismo, pnr im– piegando pari.e della sua a.tuviti a non lasciarsi a•sorbire da alh·i gruppi, con cui ha comune - sebbene- per altri motivi - la volontà cli resistere fìno alla vittoria. L'Uollà. C'era una volta una guerra Ira l'Italia e l'Au•tria. E le truppe i'aliane ave,nno occupata la citu\ 'cli Grndisca Dopo due anni eia che la citlà era occupa.la , av– ,·t·nne che eia una Pretura del Ref!no cl'llalia 111 spiccata ·· !'Ome ,uoJ dirsi - u11a cit1tzione con– tro una persc,na domiciliata in (;rndisca. Il P,·~– tnre cerca nt'l dizona,;o dei comuni italiani Gra– di.:.C,i:1, t1 llùli 18 t:0111 .. < 1 tfJ.tt •u, e. ~, 11ario geografico più lar120: e scopre rhc• è 1r1 .\11 stria. :\fotivo per cui manda la citazione /\Ila P~~- 8\1ra del Re, alfìnchè la :accia rpen·fnile a detti- 1.az_ione. La. Procura re~i1 manrla, conforme ;tlle regole dell,t t)rocedura. h cit<1ziM1eal :\linistero cl. Gl'!llia e Giustizia. Il ~linisl1;rc, di Grazia r Giustizia manda la cit,1zone a_l ~'.linistcrn degli c,teri. Il :\linistero degli tsl.eri manda ln cita.zio ne a.ll' .\mbasciata italiana.di pagna, Lralt.ando~i di a.flan', che rigua,·da 111 paeM austriaco, il quale deve essere trattalo attraverso il Governo ·spagnuolo. 7: \mba.sriata. L•1lian,1di :\ladrid tra.– smette la rilnzione al ~1instcro <!egli Esteri spa– gnuo(n. Questi trn mrtte 0 I. cita,ione 111Governo austriaco. li Governo austraro l1t rimanda. inclic– trn, spiegan<l0 che Gradiso. si trovn eia 1111 bel 1-wzzo nella zona ocrnpnt: milita, mente rtall'e s()rdto italinno. I nostri •fieno sicuri cht questo racconto non l· una fì,tba: i, storia: stola vera, dalla prima all'ultima parola. \ 71 Gli aratri di Stato Un nostro amico andò al Ministero di agricol– t9ra a c-hie(lere informazioni sugli arat.,·i mecca- 11ici, acquistati dal Gove1·no in Ame,ica e messi a dis1>0sizione degli agricoltori. Dopo aJ\·ere picchialo a non sa1ppian10 quante porte, si trovò Jilla,nzi al l'U.nzionario del ramo: un ufficiale dell'èsercito. In Italia. ci sonp molti ,.ffìciali dell'esercito, i quali, dopo che è scoppiata. la guerra, sono stati addetti a la.re tutti i mestieri pos ibili e im~agina.hili, meno quello della guerra. Domanda, rispondi, parla., discuti. Alla fine l 'ufficia.le dichiara: cc Caro signore, io conosco òene i motori; e per ciò posso da.rie spiegazioni. sull'a.rntro di Stato fino al momento in c~i la pdota. i~ tocca la. terra: da quel momento in JIOi non posso 11è dare spiegazioni, nè assumere responsabilità "· Storico! I~ H:~~t,~: e ~~s~=.~~==~ l'elenco delle decisioni p1· se dal Consiglio Supe-' riore delle Acque, da.I l dicembre 1917 al giomo 8 ,Gennaio 1918, ,pubblica la seguente notizia: cc Domanda del Consortio ciel Canale tilloresi per cc nuova. concessione della derivazione dal Ticino cc (~Jila.no) moduli 517. - Parere favorevole in "ma sima alla transazione in conseguenza della cc quale verrebbe fatta la nuova. concessione. Il cc Consiglio reputa. opportuno che lo Stato con– " senta. alla concessione e I ransazione tiroposta, "sa.ho i dettagli della. tram,azio11e stessa che so– ceno cli competenza. ciel Consiglio cli Stato"· Per comprendere il valore di questa notizia, bisogna. ricorda.re che c1uesla derivazione di acqua fu concessa nel 1868, per· la durnta di anni 90 clecor1·enti dai 1872, e venne allora impo,lo al Consorzio un canone di sole I.. 1000 annue, irt– vece di quello 01·dina,-io che av,·ebb~ dovuto su– perare le L. 35,000, perché si disse allora che alla fine della. concessione lo Stato sarebbe divenuto 1>roprietario assoluto cli tutte le opere clella deri– vazione, com1>reso il Canale romlultore delle acque .. Ora sembra che la. tran..«a.zione, a cui ha dato parere 'favorevol'e il Con!;liglio uperiore delle .\eque, consista nel sostituire alla antica conces– sione una nuova conceP-sione, nrlla qua.le il ca– none ordinario sa,-ebbe dì molto superiore alle L. 1000, ma lo Stato ri1111n:irr1'bhe ali" prowietò del ('a11ale, che gli spcttr1·Pllhc a clecor1·ere dal l!l6?. Se così fos!:-e, ri ~cmhra evidcnw C'hP la nuova convenzione non salvaguardi in nf'~!-tlln modo gli intcres~i dello Stato .• In forza della convenzione del l868, lo , lato abbonò ai concessionari i varii miliW,i ai quali amm.-nla110, con gli interessi, le L. tl.000 annue cli canone che i concessionari hanno finora Ila· p;u.10 i11 nJtTI'O;-pe•'<"ll-t_\-aspettnvn., rwl 1D62, rii di\'eO– tare proprietario del Canale. Hilare oggi la ro11- venzione sen:;a tener conto di questo pr1,retlPnte si;milic,1 regalare al Consorzio tntti questi milioni c:.enza ottenerp nessun c·o,Ti~pcttivo. Hinnnzianclo finora a quei milioni, )o tato ha già pagato buona parte del Canale: come mai lo S1ato puù rinunziare con tanta racilità alla proprietà ili ciò che ha in buona parte già pagato? O il Governo commise un grave errore nel 1868, quando ritenne conveniente rinunziare per no an– ni ad un provento ili cirrn lir 3i,OOO a.nnue, per assicurare allo Stato, sin purr dopo quasi 1111 se– colo, la proprietà dpl Ca11nlr Villoresi; o l'errore viene commes~ondec:.so, quando cli1n~ntiC'ai1do~1 di lutti i milioni. ,t cui ha rinunziato dal 18i2 nl 1918, il Gover110 ronsiclern il nuovo cnnonr annuo, rhe riscuotrrà. lino ::il 196.2,come c><1uivalentcal valorr del Canale , $,,rii bene che il C:onsiglio <li talo g11arrti nn po· a rondo in quest'nfrar~. Si tratta <li interrssi pcr inilioni !

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