L'Unità - anno VII - n.4 - 24 gennaio 1918

di quanto da un anno sostenevamo: che nntesa 8/Veva il dovere di pubblicare il suo programma d.i pace spoglio da ogni ambi,.ione imtperialislica. IMa vi è un'abilità politica veramente degli uo– mini di Stato superiO'l'i: ed è quella di non ferire le idealità più alte dei popoli lntorbidaire, oggi, la fede delle nazioni combat– tenti, « in una pace pura », come la chiamò Asq~ith, è quindi opera di malgoverno. L'Inghil– ~erra, patria degli Steed, dei Seton-\Vatson, degli Evans, rifugio del Comitato jugo-slaYo, sede della New-Europee di moltJi.organi affini è meno di ogni altro paese imprepaJrato a. comp,rendere la· neces- . sità polilioa, il dovere morale della distruzione della mona1,c'hia danu:biana. I litigi tra i nazio– nalisti ri•taliani e jugo-slavi non possono i,n alcun modo giustificare il silenzio· sulle ri<vendicazioni jugo-slave e boeme, giacché se vd sono .regioni in contestazione, ve ne sono altre sulle quali il diritto dei i ugo-slavi è indisoutibile. Noi ci troviamo di tronte ad un vero e p,rop,rio errOlre della politica inglese, errore di cui siamo colpevoli in parte noi stessi, ma che è troppo dannoso per noi e per l'EuTOpa pemhè l'lngihilterra non lo riparri. Quando alla fine de\ luglio scorso il min"istro degli affari esteri inglese Balfou.r, con infelice ·frase dichim·ò ohe « i :problemi interni d'una grande monarohia ant.ica come l'Austria, doveva,no essere liquidati da (J)uesta stessa, e da nessun altro », la stampa gli rinfacciò l'equivoco e l'incertezza che gettava nell'anima di chi aevva bisogno invece d'aver chiaro e s;ido il senso della giu~LlzJa d~lla prro pria causa. Oggi nuove paTole ambigue sono state pronun– i-iate da uno dei più grandi uomini di Stato del– l'Intesa. « l nostri scopi nor, sono nè lo smembra– mento della Germania nè la distruzione dell'Au– stJri.a-Ung,heria ». Che nessuno - tranne qualche ratu-0 - possa volere lo smembramento della Germania è ovvio. Reslitultq alla Frar,cia ciò che dell'Alsazia-Lorena vuole ad essa tornare, a,lla Polonia indipendente la Posnania e alla Danimar– ca lo Slesvig, la Germania resta pur sempre uno dei più poderosi fase-i di forze nazionali r1·Europa. Ma come farà l'Austria a so1)ravvivere se ve,:a– mer,te, secondo le parole• dello stesso ministro, « l'a&,Sesta.mento territoriale deve essere basato sul diritto delle na1Jioni a decide1·e della 1)1'0J11"ia sorte· e sul consenso dei governati»? Rivendicate all'Italia e a.Ila iRomenia le loro terre inedente, riconosciuto ai polacchi, ai boe– mi e jugoslavi il diritto di costituirsi in stati in– dipendenti, potremo forse af!ermaJre che l'Austria non e stata distr.uifa, pro-ohi' sopra,vvive nel suo Anciducato tedesco e nell'Unghe1ia magiara? Che cosa nasconde questa nebulosa di principi con– tradittori, che cosa ricoprono questi artifici del pensiero? O noi erediamo veritie1·a la divisa scolpita sul frontone del palano imperiale di Vienna: Justitia erga omnes nationes est fundamentum Austriae, e allora dobbiamo domandarci come mai sin:rno stati tutti travolti in questa tremenda guenra; o crediamo èhe l'Austria con i suoi continui atten– tati all'esistenza, al diritto delle nazionalità a lei sogg'l\tte, mostratasi incapace di trasformarsi in stato federale, deve, come ieri la Turchia, scom– parire per dar vita a nuovi stati indipendenti, . e allora, tacere ~esta verttà ,è sottrarre una for– za morale ai popoli confederati, è una daplore– vole deb<>l~za. .Sl, ,debolezza: altro non è questa reticenza di un'afferma.z.ione )virile suJ fato lc..he·attende la monarchia absburghese: non ci meravigliaYa di trovarla nel cuore di molti uomini pavidi, ma ci SJ)a\'enta di vederla in coloiro, su cui riposano la , forzà. e la speranza dell'Intesa. Debolezza che può anche chiamarsi ingiusti– zia, quando si pensa alle condizioni dei popoli che dalla distruzione dell'Austria attendono la reinte– grazione dei loro diritti o la loro stessa riger ,e.ra– zione: quando si pensa all'Italia invasa, alle per– secuzioni jugoslave, alle forche e alle carceri d: Praga e di tutte le città boeme, alla Serbia ridot– ta in cimitero, alla Romania che si batt~ ancora , dopo aver perduto tutto il suo territorio .... I diritti nostri non possono essere stati menoma- 1noBianco I, L UNITÀ ti da tante sventure, se la vor011tà di applica{e in. tegralmente 1presso tutti i popoli europei, amici o nemici, i principi di libertà e d'lpqipcndo1,za na– zionale, non è un vano fanlà.sma sfruttato solo riel momento del pericolo. Or è un mese, parlando a Londra, il primo mi– nistro inglese poneva in guardia la nr.zione « contro chi pensa vi sia un mezzo termine tra 'la vittoria e la disfa,tta. Non vi sono mezz-i termini tra la vittoria e la disfatta"· Che la difficoltà degli cvent.i non cscurino la sua coscienza 1 Ad ogni modo coloro elle !banno sem])'I"eelevato la voce per la difesa del propriu e di tutti u!i al– trui diritti conculcati non possone, oggi, di ftonte a qualsiasi realtà, •·ipiegare d'un sol 1>asso: non Austria dindnuita, ma distrutta. Tre u.nni fa. ci chiamavano paz:,,i perchè c~edevamo nella risur- 1·ezione della Polonia: oggi essa è uno dei capi. saldi del trattato di pace: ieri ci chia.mavlj:110vis10- na1i perchè credevamo r,ell'avvenire'clella Boemia. della Jugo-sla'Via e nella distruzione dell'Austria, domani sembrerà sLrano ohe qualcuno· abbia po– tuto porre tutto ciò in dubbio. Ma che nessuno clise1ii. il suo posto cli combattimento, nè per stan· chezT'l s'a,bba11doni alle comodità d,.;i velati com· promessi. Vi è una Tealtà suJ.)0Tiore che profetiz– zata al nostro popolo da Mazzini, che sognata nella nostra giovinezza, si è maturata nel sangue versato da infinite esistenze immolatesi credendo. di questa verità su 1 pe;riO'l'C, se v11oi che gli spiriti migliori ti seguano eon fed~, devi essere propu– gnatore nelle ore di tenebre come nelle ore dl gloria, di fronte alla disfatta come alla vittoria. Umberto Zanotti-Bianco POSTILLA Zanotti-Bianco si rassicuri: non ho nessuna inte11zione di rinnegare il detenda Austria (per olli ,non lo sappia, si tratta di un oJJl]scolo edito dalla Ca.sa Treve8 di Milano al prezzo di una lira). Jo ho detto semplicemente che « nel lo.ro complesso » le diohiara:,,ioni di Lloyd Geoo-ge « sembrano soddisfacenti e opportune », pércbè « se la futtu-a pace assicu oor/j, alla Boemia e alla Jugoslavia absburghese una 'autoncmia. democra– t,'ica effettiva, cioè un esercito e un parlamento· proprio, finirà cli esistere anohe ... l'A'llst1ia.-Un– gheria, perchè gli czeco-slovachi app,ofitteranno subito di questa autonomia per dichiararsi indi– r,endenti, e gli jugoslavi per riunirsi a!!a Ser– bia » .Ecco in ohe senso io .ho considerato soddi· sfacenti « in comples~o » le di_phiarazioni di Lloyd Gearge, alle quali si sono aggiunte poi quelle d• Wilson. E ibadiamo !bene eh~ Lloyd GeorgP. e Wilson ri · petono anco·ra una, volta che « i popoli debbono decisJere dei propri destini ». Questa è la idea czeco-slovacchi e gli jugoslavi, rnsi effettivamente centrale ciel loro sistema. Ciò vuoi diche che gli ruutonomi, faranno quel che vol'ra.nno: si diVlide– ranno del tutto dai tedesahi e dai magiaJri, si fede– rerar;no cons.er \"ando parlamènto ed eseroito 1>roprio, ritorneranno sotto il calcagno tedesco e magiaro, se ne ruvranno ivoglia. Ciò 1posto, possiamo noi protestare, se siamo realmente convinti che c:,,eco-slovachi e jugoslavi, lasciati effettivamente liberi, si dh•iderebbero dai tedeschi r. dai magiari e rivendicheroobero i pri– mi la indipendenza assoluta, i secondi la riunio· ne con la Serbia? In qtuesto caso, l' « autonomia democratica effettiva » non equivalo a smem'bra– mento per volontà dei popoli intere&sati? Potremmo ,protestare solamente se !avessimo ragione di attribuire a Lloyd George e a Wilson il sottinteso cli contentarsi nel momento della pa– ce di un'autonomia nè effettiva nè democratica, cioè cli tene.i- mano a qualche mistificazione del tipo di quella che è stata inscenata dai tedeschi. nelle trattative di Brest-Litowsk. Mu un sospetto di questo genere non si appogge.rebl>e su nessun indliz.io di verisimiglianza. Per apprezzare nel loro giusto valore le di– chiarazioni di Lloyd George e di Wilson, dobbia– mo tener prEsente che ci troviamo di fronte a 19 uomini, i quali gove.rnano paesi., in cui la opinio– ne pubblica è veramente sovrana, e non sarebbe– ro tollerati un giorno solo Governi, ~be fanno del silenzio sistematico w, programma o addirittul'a un puntiglio. E questi uomini si proponevano, parlando, cli dissipare il sospetto - assai diffuso nel popolo L--iglesee americano, e giu.sti.fìcato an– che troppo dai documenti russi - che i Governi dellu Intesa antigermanica facciano doppio gio– co: paTlino cioè di libertà dei popoli per mante– nere i popoli nella gue,;ra, ma si J.)IT0pongano cli fare una seconda edizione del Congresso di Vien– na, 1burlandosi dei popoli, non appena sia 'Venuta l'ara d'imporre la pace alla Germanta . Ora il deside,rio dello smembramento dell'Au– stria vuò essere in vocato da due ùiv<:rsi punti di vista: a) perchè fa comodo all'Intesa come mezw tlti.le à indebolire la Germania, indipendentemcn te dalla ,volontà dei popoli\ dell'Austria, b) perohè è richiesto dai popoll dell'Austria, e l'Intesa ba interesse a secondare queste tendenze democra· tiche. La differenza può ap1}a1ire, a,prima vista, sotti– le; ma è profonda. Chi chiede lo s-mem,b.-amento dell'Austria partendo dal primo concetto politico, si espone a!!' accusa di imperialismo. Solo ohi as– sume il secondo J.)unto cli vista , è nella ruutentica trs1clizione democrat.ica. Questo è q•mnto dire: che un uomo di Stato dl un paese democraµco ...... sul serio, il quale par- lando del prnblema austriaco voglia sfuggire al sospetto di voler lare dell'imperialismo, non può adoperare che la seconda formula, e scarta.re riso– lu~amente la prima. E parlando in qtuel modo, Lloyd George e Wil· son hanno ottenuto magnificamente il resultato che sl proponevano. I laburisti" inglesi si sono, sentiti rassicurati, e sono rito1-na.ti i.noonditiona– tamente a riconoscere la necessità di inteRiiificare la gueri-a.. Finanohe i deputai.i socialisti, con l'i– spetLo. parlando, ufficiali nostrani hanno dovuto ,·iconoscere, per quanto a denti stretti, che fra il vrogramma Lloyd Geor,ge-Wilson e il programma. Kuhlmann-Czernin, il p,rimo ,è indiscuti'.bilmente preferibile, dal punto di Vlista di un~ »ace giusta, al secondo. ' * * * Da. tutto questo do:bbiamo conchiudere eh~ ab– biamo motivo d;i essere conLenti comd pasque, e che nessW1 pe.ricolo ci viene rivelato dalle dichia– razioni dJi Lloyd George e di Wilson? No dav>vero! Se Lloyd Goorge e Wilson, anzi che parlare sic et simpliciter di « smembramento " hanno parlato di « effettive autonomie democratiche » è dipeso dal fatto elle - forse nel lorò stesso spi– rito, certamente nel pensiero dei gruppi demo– cratici anglo-americani, non è chiara la sicurezza che gli czeco-slovachi e gli· sloveno-croati p,eferi– scano davvero la indipendenza rpolitica assoluta o.ll 'autonomia, ma c'è piuttosto il sospetto cl:!~ lo smembramento dell'Austria sia chiesto non tanLo dai popoli interessai.i, ·quanto da ;iccol~ minoranze di nazionalisti esaltali e dagli impe· 1iallisti dalla diploma_,zia ant.igermaniica. La causa di questo dubbio è chiara. Tutto il moLdo è paese in ignoranza. Nè l'ammirazione,, che abbiamo per la grande civiltà anglo-sassone non farà credere che gli operai inglesi e ame– ricani conoscano gli elementi del problema austro-ungarico meglio dei deputati, -1,enatori e professori universita1i italia.rJ. E se in Ilalia che è a. uscio e bottega con l'Austria, ed è in'. teressata per la vita e per la morte nel probi~ ma austriaco, è cosi grande lo stuolo dei pappa galli ammaestrai.i, che continuano a ripetere che "l'Austria, se non ci fosse, bisognerebbe crear• la ", dobbiamo noi mera.vigliarci che gli ingle~I e gli americani Le sappiano .... quanto noi? Gli operai inglesi e americani sanno solamen– te cbe c'è laugiù qualcosa che non va. Ma ct,e cosa precisamente non vada, e come si possa farla andare, non sanno. Perciò ripetono che bi– sogna lasciare i popoli liberi di decidere 1 del propri destini. Abboccheranno magari, doman, alla proposta dl un plebiscito universale che ll ,sciolga da ogni sforzo di peTW!ieroe da ogni re– sponsabilità di decisioLe. Gesù Cristo, tutto com preso, fu ,crociftsso in forza di un plebiscito; e

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