L'Unità - anno VI - n.48 - 29 novembre 1917

, problemi della vita Diruiooc e Direttori I ANTONIO DE VITI DR MARCO e GAE"l Amminiatr:uiooe I Roma, Tia Adda, -i. - Abbonamento ordinario ar. Abbonamento sostenitore annuo L're 20 1 acmcstrale Lire IO; i Si pu~blica il fiondi a ROMA - Conto concnte Anno VI - N. 48. SOMMARIO. CRISI SUPERATA_ A De Viti de Marco - L'AVANTI!> DESIDERA SAPEI\E - _ L'INVASIONE E L'UNITA NAZIONALE - G. Ansaldo - I TE• GENEO· DE /'Hl IN !TAI TA _ L'ALTRA BATTAGLIA - « I.' Unjtà » ·- VENEZIA - UNA LOGIA CARATTERISTICA - UN ALTRO FILO CONDUTTORE. Crisi superata Pronta reazione del Paese e dell'Esercito. L'esercito italiano che resiste ad Asiago, a :.\lonfenera e sul Piave non è, p,cr S[)irito di com– battività, l'esercito che si è lascialo sconfiggere a Crur,oretto. Sono due entità morali op[)ost.e. Da iffatto contrasto il Paese ha tratto il con– vincimento sicuro che all'Jsonw l'esercito non è stato baituto, perchè .... non si è batl uto. L'Italia ha patito un rovescio morale, che è assai più do– loroso di un rovescio militarn, 1'.)Crchèagli effetti territoriali di questo aggiunge il problema a11go– scioso ùelle cause non militari che lo hanno de– terminalo. 11 royescio militare l)llÒ osscr dovuto a c·ausr occasionali; il rovescio morale è dovuto necessa– riamente a cause remote e profonde, che inYesto– no tutta la evita pubblica del paese, l'educazione e lo cultura de.I popolo. L'uno può non ripetersi, l'altro pur, sempre ri– tornare. Ecco l'incubo. Nel momento più angoscioso della tragica 11O– tizia noi non abbiamo tremato per lo scacco m11- 1t·r;~1r patito, non nhbiamo guardato indietro per misurare la estensione del terJ'itorio 1>Crduto o il numero dei morti e dei prigionieri {che nel primo momento pur credemmo prigionieri di guerra!); ma a.bbiamo con animo trepidante spini.o lo sguardo nel domani, incerti 5e il 1>0polo italiano, di<;animato da.Ila sconfitta e stanco di 30 mesi di guerra e cli sacrifici, ane!Jbc ancora trovato in si• riscnc di energia per contrapporre all'abbalti– n1t'nto deJ!a sconfitta la rea1ione delltt risco~sa. :-Si'diYersR è stata. la preoccupazione degli allea– li. orpresi anch'essi <lall'av,enimento inaspetta• to, lo hanno subito considerato in sè ste ,,1 come 1111 e1)isodio disgra.ziato della guerra mondiale, meno importante della invasione del Belgio e della Francia, della. erbia o della Humania, dello scacco dei Dardanelli o di Gollipoli; e si sono chiesto soltanto: fino a qual punto il con– tag-io della follia collett.h·a a\'eN-e preso la com– h11ttività dclre~ercito e la resistenza morale del popolo italiano. :'{è dirnrsa. è stata la s1>eranza dei nemici. I qua– li più che del l)Ol!ettino militare :rnnumJiante la •trepitosa eri anche per loro inaspettata villo– ria (1), erano in attesa del telegramma annun– ziante la risposta che 01 rebhe data il paese, e, Jtt.'I paese, 11 Parlamento italiano, che e'-si cre– denrno di aver me$'-O di fronte o.I dilemma fata- ec Gino Bianco le: tra. la speranza di una pronta J}ace separatn e il timore di una '.Omp,leta sconiìtla milH.are. Questo è stato il momer,to culminantp della ri•isi. Tra il timore degli uni e la speranza Jegli nitri, l',,p,iBodio militare è !)a5Salo per tutti in seconclH linea. Poichè tutti coloro, che di questa gue'rra hanno Ja. comprensione esatta, sanno che essa non sarà risoluta dalla alterna. vicenda. di vilt-0- rie e di sconfitte militari, di perdite e di conqui– ~te terrilloriruli; sanno che sarà vinto. dalla Rupe– riorità della re istenza morale, cioè di uno fo,·zn che sopravviverà alla guerra e deciderà in modo duraturo della posizione e dell'a\'venirc di ogni popolo. Solo il popolo che accetti \'Olontariamente il ,ervaggio politico, sarà in questa guerra un po– polo militarmente vinto. Il 1,irese ha l'iaflel'mata senza esitazione la sua rnlontà. di combattere a fondo il nemico. L'c&e1·– cito ha ri1>resa la sua energia combattiva. L'Italia resta consapevolmente fedele al JJl'O· !>(l'amma della guerra nazionale, europea, mon– clialr. Nie11te è perduto 11el nostro avvenire, come niente è 1>erduto pel Belgio e per la Francio o per la SNbia o 11er la Rumenia invase, mentre tuìto è 11erùuto pel :\lontenegro r molto per la Hussio. Co ì In crisi è stata su1>erata. Rapporti tra Paese e Esercito :\la non si è ancora ristabilita la intima comu– nione di sentimenti e la reciproca fiducia tra !'e· ,ercito che combatte e il paese che :i.fferma la "" lontà di resiste~e. Questo è il fondamentale problema ili governo ciel moment,1. Della sua esistenza abbiamo sinto– mi sicura .. \lolle lettere ci arrivano dal fronte, e tutte es1>rimono in forma diversa il duhbio che il (I) La Heuter ha da Amsterdam in data 17 no– vembre: " Un telegramma da Berlino dice che l'Impera– tore di GHmania ha tenuto sul Taglinmento un discorso ai Granatieri dj Brandebu1,go ai quali ha ricordato Ja parte che essi hanno 'O.reso nella battaglia, cd ho. detto: 11 Il nostro su~crsso /w. talmente Sll/Jerato tutte le nostre 11revisi0ni, ilo ilover ritenere che un potere pitl. alto ilel potere umano è entrato in o.ione. Il terribile crollo ilel nemico è frutto del giudi:io ili Dio "· In un [)Ost.eriore disoorso il J<niser dopo esserbi fermato a parlare sulla fellonia d'Italia ha con– clnbo: « Giusti.ia, Lealtd e I erità combatto110 al nostro Panco! ». 29 Novembre J 9 l 7 [)aese sia per fare òl suo dovere, n fin di assislerP l'esercito nei suoi nuovi centupJ;cali sforzi e im– mani sac,·lfici che compie neLl'fotenesse di tutti. In ve11ità fa una certn impressione che l'esercì to (siamo sicuri che le molteplici lettore ricevute riprorlueono il ~entimenlf' gcnnolc ,JrlJ'p,rr, j\ol nel momento in cui dòvrebbe spiega,·e al ij,aesr quel che è a,·venuto ~ull'Jsonzo e, in ce11Omndo, ~ol1>arsi, è desso invece che tiene in sos[)ettù il 110ose e quasi lo accusa! CENSURA.

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