L'Unità - anno VI - n.42 - 18 ottobre 1917

278 tro, il quale confermò che le autorità militari fa "orisconu la propagandn. dei pangermnnisli nel l'esercito e domandò che ciò finisca. Come contravveleno agli effetti prodotti da que sti incidenti, venne nella seduta successiva la ri velazionc sensa1-ionaJe fatta da von Capelle dei tumulti nelln. mar-ina, di cui snrehbe1·0 stati ,·esponsobili t.1·e deputo.ti socialisti indipendenti. Si tratta 01identement.e di una mossa politica del go\'erno, chP vuole giustificare i pangermanisti, tontrapponentlo ai loro eccessi alcuni rres11nli r" ce••i dei ,oriallsli non acldome•ticali Oc('()1Tequindi dubitare molto di queste nolizi~ ufficiali di rivolte di cui il Governo tedesco ha a1•uto intrress<' ad esagerare la portata effettirn per scopi di politica interna. Il colpo non è riu· scito Quando von Capelle dichiarò: u E' stato ron atoto in base a documenti che il capo agi– tatore Pspose i suoi piani qui nel Reichstag nella saletta ciel gruppo indipendente socialista, ai de– putati Oittmann, Ha.a~e, Vnghtnerr ed ebbe la loro appro1·azione », il resoconto fa s~guire: u t.u multo all'estrema, grida: è una trurta grossoln– na. è una manovra indegna!». E il deputato Nau– mann subito dopo dichiara che è « lamentrvolP » vedere un governo rarsi arma politira di nn caso di qnel genere. Che cosa ,·noi dire tutto ciò? Vuol dire che la entità dei tumulti mnrinari ~ stata' qunsi certamente esagerntà: - che la stan– chezza delln guPrra si cliffondP sempre più nel paese: - rhe la mnggioranza del Rei.rhstag, per non perdere il contatto col paese, deYe atfrrmnrsi contraria alla propaganda pangermanista e a• go,·erno. che non sconfessa questa propaganda. anzi è accusato cli secondarla; - che il governo, per difendere la pi·opria politica·. è cootretto a ri– corre,·e a. trucchi grossolani come quello di von Capelle; - che questi trucchi non riescono più come sarebbero riusr.iti nel 1914. Se la gnerra fosse andata come Guglielmo Il "pero.va. , e come i glolittlani. cleTicali r socialist.i 111Aciali italiani ce1·cano di ottenere che vada, questi incidenti al Reichstag non si avrebbero. perch~ il paese sarebbe tutto pa n!','ermanists, co· mr era nel 1914, e lo mnggiorn nza del Reichsta~ linebhe prostrai.a ai piedi ciel governo. La mancato pace vHtoriosa. ha' cominciato a fn– re il miracolo di trasfonna,-e i tedeschi in uomini. La sconfitta farà il resto. on mal, come in que– sto momento. è apparso che l'Intesa lotta non so– lamente per sè. ma per la liherazione della stessa Germania. a patto che la lotta duri fino alla vit– toria e che le rtémocrazic dell'Intesa si tengano sempre pronte per impedire ai loro Governi nPl giorno della vittoria cli prn•siamzznrsi. Fausto Andreanl· TI caso Supilo La Nrne P·reie Presse riel 29 settembre pubblica queeta notizia: « I giornali italiani ricevono da " LondrA: Francesco 81\]lilo, l'agitatore jugoslavo " (1 servi:lo dell'Ttalia è morto in una casa d! u tta.lute n. Tn verltA. nes~un giornale italiano ha ot'!erma– to. annunziando la morte di Supilo, che questi fosse al 1ervi:io dell'Ttaiia. Tutt'altro! S11pllo è stato ~iste aticamentr accusato dai pr11ssianl rl'Jfalla cli P•sere uno •riia dell'Austria. E!\'li ser– viva il suo paese contro l'Austria e contro i na- 1.lom1.llstiitaliani. l\fa clesiderava un accordo fra italiani e slavi contro i tedeschi e i mrrgiari. Per– ci/J i tede~chi e i magi1tri lo accusavano di e•sere al serl'izio dell'Italia: e i nrn•~iani d'ltnlin lo in– sultavano e lo villpendev;no come spia dell'An· stria. • Una delle tante promesse Di fronte ai pericoli. che possono minacciare l'l· talia, un solo pensiero ci anima: la solidarietà con il Governo, che senza. distinzioni di parti po– litiche, appoggeremo lealmente e fortemente in r111elld via, che creda di seguire '[)er la tutela dei nostri diritti e per assicurare all'ItaliR il posto che le spetta nel mondo. , (GIOVA 1 NT GIOLI'(TI al Consiglio provinciale di Cuneo, 10 agosto 191.\). o 1an o L l, .. ff La guerra della burocrazia alle industrie italiane Per prussianizzare l'Italia Noo passa quasi giorno senza che la nostra 1 ..,rocrazia statale proceda a\'anti di un posso r,ell'i,np,·esa, che essa si è 11.rbitraria,nente as– sunta, di ùistru!\'gcre tutte le !orme di commer– cio r di indu tria pi ivata e cli « pru.ssianizzare , I Italia. riducendola in una massa grigia oc! 111- ,-,,erente di autùm, hCnza iuiziativa e senza re– ,ponsabilità e dignità personale, di3Ci'J)ltnata, do· ,ninatn e sfruttala da una ca.sta di [unziour,r1. •·hc clelli lor; azioni non hanno da rendere c~ntu che ·, sè stessi ed al , ecchio nio tedesco. L'ultimo pfl' adesso- ,ilto di guerra ùella bu- l'n!'nlzia statale italiana, sfrn1ta1J·ice della guerra per Il suo maggiore proflttto, è il decreto !11ogo– loncn1.iale del 2 settcmhrn 1917, inteso a u rego– lare i prezzi di requisizione e di acquisto dei ma– teriali concianti, delle pelle crude e dei lor,> ma- 11 t,falti importali clall'este,·o "· Cotesto decreto, 'J)reparato dal!'« ul'fleioapprov– ,·igionamenlo c,1.lzature e pellami II del Mini3tero della guerra e controfirmalo eia ben unclici rnini– stri, è un capolavoro del g<'nere di legislazione, cot qt:ale i nuovi tiranni degli a1>p1·ovvigi-'>na– monti militari e. civi)i attuano, progrçssivamente i· •oro p,·;gram,na di distruzione totale del l,bero (lllllmercio e, nelJo stesso tempo, da.uno essi stes– ;J la prova ~>iù laJnpante ed inoppugnabile della h,1·0 assoluta inettitudine a competere, anche nel– lP atcuali eccezionalissime condiziooi della g·1erra <' nonostante i 1}1·ivilegi enormi, di cui godono, colla iniziativa e coll'industria. pnivata. Da questo lato, i prov\'cclimenU emanaU dal Co\'èrno in fl•rza dei pieni poteri legalmente ot– ll'l1uti per In guerra e per la guerra soltanto, nel– l'intento cli " regola.-e II il commercio delle ma– lel'ie rouuianli o delle 'J)elli anche negli usi pu· rnmente civili, costituiscono già un voluminoso e ricco materia.le per chi vonà un giorno stu– diare come il Governo,· noo capo, ma strumento della burocrazia statale, riesce a distruggere una grande e sana industria nazionale, senza poterle ,,>stituire un organismo qualsia.si , il quale sappia rrtre a meno dei caraibinieri per fare accetta.re I suoi non desiderali servizii dai consumatori ila· !inni. Il monopolio più stretto e più esoso è la !'on– dizione essenzialr di ogni cmnmercio e di cgni industria dello Stato. Il llurocrata, non im1)01-ta se colle -spalline senza s1>alline, per imporre al pubblico i .prodotti della propria attività, non ,può permettere !a. >più 1,iccola concorrenza sul mercato ed·ha bisogno di determinare con attii ditt.atori di imperio I prezzi cielle materie che aoquist.a e delle merci che vuol vendere. A lui non basta, nel momento attuale, cli es– '<'re di ratto padrone dei mezzi di tra.sporto. 6 di \1otere, colle tariffe ferroviarie, coi noli ma.ntUmi e col monopplio dei cambi internazionali, river sa ,·e sulla. collettività dei contrlbuenbi tutte lr ~ 1,e.se che gli preme dl nascondere, non inclu dendole nei propri costi di produzione. Un industriale qualunque, che disponesse di una parte soltanto di tali privilegi i.n confronto dei suoi coocorrenli, non avrebbe bisogno di nien– te altro 'J)er manda.re q-ueati in brevjssimo tempo colle gambe per a~ia e per divent.are, senza il terrore delle contravveµzioni e delle manette, il solo ed esclusivo provveditore del mercato <la lui ,·ontrollato. Al contra,·io il burocrnta, che ha avuto o si è i1ato l'inca11iro rii lare andare avanti un'industria "t un commercio d'i Stato, è condannato «U'im· potenza più completa Pd al fallimento più cla– moroso, se appena gli si conte.sta il diritto di mandarn in 'J)rigione il cittadino, che, non spa- 1entato dalla conclizione di inferiorità che gli è ri,tta nel'esercizio del suo commercio, si propon– '-'O. cli allettare i consumatori col maggio,.e buon mrrcato e rolla qualità migliore delle proprie mer– ci in confronto di quelle prodotte e vendute dalla. industria di Stato. La dittatura dell'ufficio approvviiiona menti calzature e pellami I.a cosa più curiosa è che, quaBi sempre, le i11- ge1!•nze burocratiche dello Stato nel campo del· le industrie e del commercio sono giustillcate col pretesto che è indispensabtle mettere un freno alle ingordigie smodate dei privali speculatori. l'n primo decreto di calmiere o di requisizione c·ongeg.nato a tale scopo non ottiene l'effetto vo· Iulo, ed ottiene invece l'effelto diametralmente op1>0sto a quello voluto, aumenando la careetla ,lellP merci che ne sono l'oggetto? Niente paura! Vuol dire che l'arlone modera– trice dello Stato no:, è stata. ahbastanza energ 1 ca ecl abbastanza completa. l':i fa trn nuovo decreto più rigoroso del primo. r. se anche questo non basta, se ne farà. un terzo. un quarto ed un quinto! ... Ciononostante, la lndn~tria od il commercio rl i Stato 110n riesce ad assicurare al con.'!l1mone.zio· nale la quantità. minima di merci (grano, zur– rhero. carbone, o scarpe) che assolutamente gli ocrorre: ed allora si continua a dare addoRso agli imnortntori privati. che, sfidando le Ire ed· I ful– mini della Burocrazia, e, più a.bili di esse., si ln- 1\'P~na no alla meglio, sl11.pure con guada.gno ac- • cresciuto per cau•a dei rischi che corrono, per romnlPtare il fabblRogno nazionale. · E•si •ono rlenunclatl comf I nemici della. pe· tria.: sono spogliftti del loro averi e del frutto drl– ln loro intelliirrnte nttlvitil: P non Ai lascia loro ner,pnrr il diritto. che non ~ conteso ai cormml ol,•lino11Pnti.ladri od assassini, cli noter clifemler•i innanzi a giudici che non siano ... ~Il stes@I loro arcusatori. F.' precisamente q1.1elloche ~ta Aurrerlrnnn n cle;•o. prr coloro rhe osino r!JlellnrRI alla nuova P th 11nnica dit.tatnra dell'« llfflrlo ApprovvhnonA• menti Calzature e Pellami II lstftnlto al Ministero clPlla ,rnerra. Direzione generale dPI servizi 101_1:l– "tiri e nmmini~trativi. in forza nel nuo,·o clerrefo chp ronferma all'11 AmmlnlAtrazlone militare fn. roltil. di acquisto o di requJsir.lone 'del materiali conrinntl, delle pe111crude e conciate, Introdotti e cla introdurre nel Regno. e del manufatti d& P••l derivanti. altrimenti o comunque Importati •· Vale la pena di citare gli articoli ! e :, cli co– trsto clecreto. Eccoli: « Art. !. - l prezzi di scq11lsto o di req1.11slz1on~ clel materiali esistenti alla data del presente d~– rreto Yerranno stabnltl, tenenclo ronfo dello stato di conservazione élella merre, o sulla base 'deTie fattnre orlginalf. accompainiate da. tutti I docu– menti probatori consueti. ecl in mancnnza ~nlla J,asr ni fatlnre •lmilf rlelle ste<>sa.e!r>ocaelci do r11mPntl 'di ricezione In possesso clel proprleta.rln r'lelln merce. aumenta.ti clellP ~!.)('•e reali. cle1rll intrrP••i rommerriali dPl cnnltale più il 3 nrr rPnto cli profltto, oppure. quando si tratti di m"~ ri IRvorate provenienti cla.maferlp importate, 'e• ,,,,1,., rnnto clel modo di lavorazione e dello mto cli ronservazione. $Ulla base del prezzo. come snpra nrrertatn. aumentato delle 'IJ)('Serenli e di lavo– razione. degli lnteres!!l commnrlall. più il 3 per rento ni profitto. In tale ,spnso intPnclonsi moclif1 rnti <!li articoli 8 del R clecrefo n. !\00, 1° dPl Nn– •trn clecreto n. 1693 del 30 clkembre 1916. " Pe,· i materiali invece imbarcntt c1·opoIn cla tn nel presente decreto. la cletermlnnzlonp dPl nre1.1.ocli acqnlsfo o cli reqnlRlzlonp noir~ e~s•rP ili •rinlinn.ta ron ulteriori dfariosh:1onl- ». « Art. ~- - Contro I prezr.l rosi fissati. e qnlndi contro il relntlvo ammontnre. ~ 1'1'rh10nnvni ,,; ritto od Rzlone o ricorso: conse~nentemente ner '!]i aeq11!~ti o rC(Jt1islzloni soprn Indicati non rl-, rorrr l'applicazione nè drlla lrttern A clell'A-1. ~ P ilPl So comma clell'art. 10 clel R. decreto ~ n:nrtle ln1fi. n. 506, n~ clel 2' romma Ml Nostro r'lecreto M ottobre 1915. n. 1570 ». F.' rhiaro che ron qnesfl nrovvecllmentl, I' 11 llf– ncio Approvvigionamenti r.alzAture e Pellami " ciel Minl~tero dellA Guerra, nPl mrn!rr ,1-, .. ,,, , ..

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