L'Unità - anno VI - n.10 - 9 marzo 1917

L'U NITA Lloyd George agli Stati Uniti per l'anniversario di Lincoln GUERRA DI LIBERAZ IONE Il messa.ggio seguente fu inviato da Mr. Llo11d George a Mr. Charles II . Grast11, uno dei redattori det " New York 1'inies " in ri sposta act ,ma ,-i– ch.iesta ve1· tm oma ggi o act A braham Lin coln , da pubblicarsi agli S. U. nell 'occa sione de/l.'am1i vn– sario deUa nasci ta cli lui. (12 f ebbrai o). Son.i assai lieto di aderire aJla vostru domanda :li un articolo da. plllbblica 1·si nel giorno anniver– sario della nas cita di Linc oln. NA sono lieto pct·– t·hè, a mio a,vviso, Abraham Lincoln fu un o dei p iù grandi uomini di Stato de>l mondo; pe:rchè credo che .la fotta che noi s tiam o ora sostenendo, sia, in fondo, la stessa lotta chie i vostri concitta. din i sostenne ro, più di ciq,uant'ann i fa, sotto la condotta di Lincoln ; e ne sono forse anohe più lie– to a>erchè mi è caro pot er esJJJ'imere quanto mi sien o tornate grate le prove, date dagli ameri– can i in quesli ultimi giorni, di voler prende, · parte anche a questa lotta. L'intera vita di Lincoln fu eonsacrata aJln cau– "a della lli'bertà. Dal giorno in cui egli colillprese che cosa signi1icasse schiavi tù, egli volse tutte le sue energie ad estirparla daJ suolo americano. E dopo aJ!cuni anni di sforzi pazienti , egli dovette convincersi che non s1 trnttava soltanto di abo lir • 1a schiavitù neg,li Stati del Sud , ma che tale que – stione ne in1 1 ,li oava un'altra assai più vas ta; e.gli vide che ove J'L'uione non a,·esse abolito In schia– vitù, la schiavitù avrebbe distrutt o l'Unione. Di fronte a tal e dil.emma, egli non rifu.g;gl, qunndo risu! ta,rono ineffi cac i, per sal vare l'Unione e la libe rtà, t1utti gli alt.ri mezzi, da-I ric orrer e allo ,strumento terribile clella guerra. Nè, quando il da,do fu tratto e In guerr a decisa, egli ,,siti, ne l richied ere da i suoi concittad ini ohe faces~ero sacrlfiLt sopra sacrifici, ohe si sottomettessero a iimitaz ioni so!)ra limitazioni delle loro libert à per. sona.li, finché - secondo ·1e sue si.esse parole - · " non si verifi casse una vern rin asc ita di libert:\ nel Paese "· Una schiavitù militare in Europ a. Non v'è fors e una singolar e somi glia nza fra la 1,tta ohe noi sostenian10 ora in Euro1>a, ,e q'llella soste nuta da Lincoln? Non tl forse sorta nel nostro ~ontinente una nuov a forma di schiavitù? Una schiavitù ohe non solo ha SOJ>pressoogni li'bertà nei popo li !)Osti sott o il suo dir etto dominio, mn, duiante gli ultimi :,1111i,Ya tentando sopp l'imr1·e ogni lilbertà, ogni irten d i frat ellanza, fra i po– poli d'Eiur opa? Non è forse vero che ogni uomo il qU:ale possegga una ment e equilibrata e qualcllJ.e tnmiglia rità con la ~toria del passato, ricon osce nel sistema militar ista di governo ohe ha il suo cimtro in Berlin o ,la wra e propria ca usa di tutti llli armamenti eccessivi, del disagi o int ernaz io– nale, e dell'insuc cesso di (1gni tent ativo di coelpe– razion e e di rurmonia fra le nazioni, specia lmcnlJe in quest'ul timo ventennio ? Noi esitava mo a credere - a nzi molt i fra noi si rifiutavano asso lutam ente di crede re che gover– nanti di ment e sana volessero delibe ratame nte af– fogar e l'Eur opa nel suo propri-0 sangue. E non CP. ne accorgemmo se non quando era già quasi troppo tardi. :-!on fu che nell'agosto del 1914 che c1 !1JJ)pnrvecl,iaro - come a Llncoln nel 1861 - c.h<l la mèta non poteva esser ra~giunta con mezzi pacifici, e che: o la mncchina che reggeva i de– stin i della <rtlr111ania avrebbe schi acciato ,l'Euro– pa, o che .i 1x1poli euro 1lei av,·ebbe ro annientat< il suo !)roposito ed il suo J>restigio, rico rrendo a l supnem o sacrifici o della guerra. Fu l't1!tima111m alla Serbi a e lo sp ietato assalto contro il Be.lgio e la Fr ancia (assa lto motivato dal ratto che le na zioni europee non vollero tolle– rare che senz-i ricorrere a confrenze, ma solo con lo. ll)unta della spada, si ann ieJ1tasse d'tm colpo l'indlpe ndenzn di rnn lpopolo libero ) qu~lli che ci rivelarono l'im,!)lacabile natura della lotta nella quo.te or a ci clib atti am o. o Torna difficile ad unu Na,iu11e che 3000 miglia ,li mare d ividono dall'E11ro!)u, e che non ha con essa grandi affinità etnogrnfiche, 'il valut are esat– tnmente e comp1eta.mente cio, che trovasi ora in giuoco nella nostra guerrn. Ptwecc1Li fr a i no,tri antenati noli rndevano chiaro nella · vostra guenn civile. Lord Russell accennava ad un a prossima paae . Perfir,o Gla.d– s:one dichiarava: « :-loi no11 nbbiam o fede nell,t diffusion e delle idee e delle i ·tituzion i lilbere me– oiante la spad a "· SpetLaNa a John J3right, a co– lui che più di ogni altro a.rr ,aYa la pace ed a.b– borriv a dall a ,guerra, l'afferma re che: « Mentre i rrostri uomini di Stato P.rano ost illio freddamente neutrali " il !PO.DOio ·j nglese « rimaneva attaccato alla ltber tà con fid.ucia inc rollabile " Io lpenso pe– raltro che ora gli Americ an i comp,rendono come sieno appunto l'unioue e la libertà lo scopo della i:ostra guerra at~uale. Non si poteva evitare ne' differire la guerra. Con Lincolr. il po1>0lo americano non faceva . un a gue 1:ra di conqu ista, ma una gnena di Jil,,– razion.e. Noi pure oggi combattiamo una guerra, non di conqui sta, ma di liberazione; liborazione, non solo per noi ,' ma per tutto il m ondo, da quel com1>lesso cli dottrine barbare, di pratiche ìnwn ane, che ininiica. fra loro le ~azioni, che iutralcia l'uni one e il p1'oresso, e che si svolge in tutta la sua infer nale ini,1uità durant .i il corso di q:uesta guerr a. Tali guerre non ammettono r.om 'J)romessi o tr an'lazioni. Si vince o si perde. Nel ,vostro caso er:mo in giuoco da un lnto la Libert à e l'Unità, dnll'nltrn la schiavitù e lo sme.m– L,rame nto . Nel caso nostro o il pot.e1·r militare usat o tir annicamente, rius cir/, 11. soµra ffarn e cal– pestare ogni diritto; op1,ure il diritto delle genti ~ la libertà JPtieva.rrnnno. Perciò crediamo che tale guer ra debba esse•r combattuta ad oltranza., per• chè certe idealità non 1>ossonu esse r raggiunte da una guerra in cmn,plieti,. Quest a eonvinùon c ci è isp irat a e viene corrob orata in noi da ll'esem– J)io e dalla !parola del ·vostro grande Presidente. Una volta scoppiato il conflitto, egli n on rifuggi dal sangue. lo so110 SlleSSùrimasto colpito dalla c~1)ressione del volto di Lin coln, qunJe si •·ivelavo nC'lle fotografie 1wcse durante la g1Uerra, quel ,·olto ~pira.va ad un tempo la tenerezza l'd un a se– l'ia determinazione. Ad onta dell'orrore che de– struvano in lui le e-0nsegucnze delle g uer ra, ogli In conlinuò, perchè com1>rendeva d1e sacri d'icanclo un certo num.ern di vite, egli ne salvava molte al-. !l'e; intuiva che se avesse con~entito a qualche transazi one, il snnr;uc \'ersato sopra. cent inai a. di cam1>idi batta.glia sarebbe stato ,·H satn invan o; e che l'impresa di creare una Unione di uomini liberi, si sarnbb e doV'uta ritentare di nuovo un gio rno o l'altro, e a. costo di sacdlizt anchP. mag – giori. La ferrea determinazione di Lincoln. Snrebbe im possih ile esv rim ere la nostra fedr rtm parole più chia1·,, di quell e usa te da Lincoln steso nel 18&>, quando disse: " In sc,guitu ad ac – curate riflessioni mi Sl\mbrn ussol,utnm ente ovi– C:cnte che nessun tentativo di negoziati col rapo degli insorti J)O!'!'aconclnrre nrl 1111 lnwn risult~to: eg li non accetterebbe se non In ,separazion,, dal– l'Unione, ciò che noi non vogliamo nè possiamo toncedere. Le sue dichi a razi oni a (Jluesto propo – sito sono esplicite, P ripetutament e esternate, egli n()n ci inganna, nè ci porge pretesto alcuno per– chè possiamo ing u.nnar ci. L'esit o della lotta è di – stinto, semplice, inflessibil e, non può essere ten– tato se non per mezzo delh guerra, non può es. sere deciso che dalla vittoria "· Questo era il grndizhl formulato dal piiì gran<lr fra gli uomini di Stato del XIX secolo durante In grande guerra p<>rla liberti\ uman a. 75 Tale è ipure il giudizio della nostra Nazione e aelle :-!azioni nostre alleate , di qua del mare. " Le nostre truppe - diceva. Lincoln - sono rninistre di .bene non di male ». Cosi pensiamo noi ,Dure. In mezzo a tutte le conseguenze, i con– trasti e le vicende della guerra civile, Llncoln ri– mane\'a incr ollabi lmente fermo nella fede che lo sco1>0finale da raggi ungersi fosse la libertà dei p,•poli di gove111arsi da sè. Ciò oggi cr ~dia.mu . Po ichè se i popoli dell'Euro– pa Centrale accette rann o la ,pace offerta loro da– gli Alleati, non solo (Jluesti saranno liberi come non furrono ma.i in passato, ma anche il [Popolo te– òesco si avvedrà che 'perdendo il sogno di un d o– minio sugli alt ri , avrà trovato il dominio di s~ stesso Nazion alismo e nazionalità Sistemi da T ecoppa L'Id ea :\'azional e, colta dal Salvemini e da me i11flagrante delitto di uso co11da1pevole di falsi do– cumenti, è ricorsa all:l solita arte dell'immo rta 1 e Tecoppa iml>roglinn do le carte ,e diffamando in r.oi tutli colot·o che sono e restano fedeli al prin– dpio di nazionalità secon do Ja ,vera tra dizione ita– :ian1.1, d.ei ,1azzini e rlei Garibaldi , allorquando la iclea nazionale non era ancm·a il comodino che s~1·veoggi di caltedr1 cartacea o.i. giomalieri prr– clicatol'i delle brut,di teorie di vioLenza imparate :dia scuo la tedes <'a dei von Bernha rd i e dei TreJt. rrh ke. CENSU R A

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