L'Unità - anno VI - n.2 - 12 gennaio 1917

IO delle nuove regolamentazioni sulla. confezione e sullo. vendit a. del pane! Io, fro.ncam ente, per una volta tanto, avrei pr e– ferito , « tratti di cord a » delle vecchie g,rida annonarie, a 'Patto però che gli insigniti fossero i Commendatori e Grandi Ufficiali a'Utori e com– pilatori dei nuovissimi decreti. Edoardo Giretti. P. S. In Piemonte è anc he severamente proib i– ta la confezione del « grissino », che - come ri– cordano tutti quelli che sono stati in collegi eco- 11om.ici - fu sempre il migliore espediente adope– rato per limitare.. . la voracità di paine dei gio- vani convittori. E. G. Parole di buon senso E' necessario 110n inc/-icarc ai popoli , come da a,lctmi si fa, ali in11ra11dimenli lcrriloriaU che la ·vittoria coucedcrà auli alleati , come fossero lo scopo supremo della lotta . B' necessario non ripeter e, sotl.o (orina di1Jcrsa, l' errore d.ei neutralisti, i qnali ronshkrarono la guerra europea come una buona occasione rl-i pescare quakh e cosa nelle cicque intorbidate da tanta strage. Senza dubbio I.a vi ttoria a7,po1·ter1ì a.i belliae– ranti deyli inarandiment .i territo riali, ai11.,ti(lcali da tradizioni storiche , da asp-irazioni na:ionali, e da necessità di difesa. Ma nel chiedere ai popoli i,s11q1rcmi sforzi 7Jcr le battaglie risolu tive, occorre spiegare loro bene che noi combattiamo per nnn- scopo più c,lto e più - importante a.ncora, poiché è la condizione ste.,sa del!'esistenrn: per salvare L'equilibri o de/l'E ·u.1·0- pa che è la vita per le 1lazioni di media for:a , come l'Italia. Che co.,a amJerreòbe infa.tti di nni se la coalizione uerm.ano-tarlara restasse padro– na del campo? Che cosa potr emmo noi, di front e ad un impero a11stro-unuaricn . ,Li tanto inuran– dtto, quando la. Fran cia e !'lnahilt erra , indebn– li(e dalla disfatta , non fossero 7Jiù in ararlo di aiutarci? Gli ambasciatori di A11stria e ili r.er – mania spadron equere bbero a R oma. l) nvrem.mn accetlare le a.llean.e e i trattati di commercio eh.e piacer ebbe auli Tm.peri cen trali di imporri. 1l nostro esercito dovrebbe accontentarsi di com– parir e in Europa com.e un contingente ausiliario, accanto ai due « alorinsissimi » eserc iti delle I.o– ro Maestà germaniche. 1 tedesch i spadroneyae– rebbero peggio di prima nelle Università, nelle Ranche, nelle ind11.,trie, germani:zando anche quel pochissimo , eh.e neyli ul/.im.i quaranta am1i aveva conservato anima e faccia italiane. Di nuo– vo Roma dovr ehbe aua.rd.are di sottecchi Vienna e Berlino, tremand o ad ngni loro muover di ciglio. Non sarebbe !(oru m.ealio rhe il pubblico pen– sasse a quest e cose, anzichè fanta stica.re pei con, fini futuri della pili grande Ttali.a e prepararsi a litigare per la di1Jisione delle spoulie non conqui– state? O siam.o noi stati cosi incurabilment e aer– m.aninati, che per trovar e il coraguio di dife,,de– re la propria vita, dobbiamo ,sal tare·/ con la spe– ranza di conquiste? Poichè st tratta - giova non stan carsi mai di ripeterlo - della vita. L 'tmitd , que l principio di ind ipendenza - che fu solo un principio .:__ di cui uodemmo dal 1859 al 1914 .,ano i soli beni che il secolo decimonono ci ha dati in cambio dell'an– tica civiltà cattolica e qu alitati va spiet.atamcnt, distrutta? Che diverremmo noi se la rupiriigia dei tedeschi e dei tartari ci spogliasse anche d-i questi beni? Com.e chiari diven(lono invece i doveri dell'ora. presente, quando si pone che l'equilibrio d.ell'l::u.– ropa sia lo scopo .supremo della g11erra! Molti esitano e .tentenna no oaai . perrhè v•·d,,– no il fine d.ella yuerra . in quei tali ingrandimen– ti e vantaggi, di rui troppo si è pari.cli.o. r,; gi11sta– m.ente esitano, alla stregua di questo 7Jrinci7Jio: penhè commisurando il sacri{lcto al premio .,pe– rato, incominciano JJ,onsenza ragione a chiedersi se e'è proporzione. Non farebbero questo co1nputo e non esiter eb– bero, se avessero più chiaro nella ,nenie, che com.– battiamo anzitutto e sopra tutt o per scampare da un 'enorme rovina. Ci fu. mai prez:o troppo caro per salvare la vita? tDaJ Secolo). Qug/lelmo Ferrero. a CO L'UNITÀ Istruzioneprofessionaleo protezionismodoganale? I giorna li l"ipo1ta no chr, al Consiglio provin– ciale di Torjlilo, di scut enflosi dell'inseignamento prof essiona le, !'on. Boselli ha riaffermato « la « utililà somma deH'insegnamento p1·ofess ional e– " jndust ri a le, che cost itui sce la gJ·a.nde fona. della « Germ an ia. Noi - ha aggiunto - non dobbiamo " aspirar a lla. clie nuela presso le altre< na.,,ioni; e: ma all'indipendenza indu str iale ed econom ica ,. del mostro •paese . Questo proposito ci riunisco « tutti , conservator i e social isti ». Vero.mente il resocon to dice che i socialisti si sono ast.enUJti daJ pa rtec iG'.)are all'a pp la.u.so, che qu elle fr asi h ann o risc osso. Prababi]men1'e !'on. BoseHi divide 111.llCONL :l!l mondo ~wliti co nelle due punte estreme di con– ser vatm· i e di -socialist i, mentre da un pezzo il l-'artito socialista italiano, n el campo sopratutto ùellla politica commerciale, tè un'appendice d el par tito cons e1-vatore. Ma ciò non ci riguarda per ora. Noi ,vorr emm o -sc(ll)rire se ,l'accenn o di po!\tica comme1•cial e, che fon. Bqselli ha inteso di fare e la ma.g.gioranza ha inteso di ai,plaudi~e, prelu– dia a qualc he po sitivo l)ens iern di governo. Ora, stand o al resoconto dei giornali, !'on. Bo– selli cons idera « lit istruzione professionale, che . ·: l1n formato la grand ezza economica della Ger- ,. mania . », come un mezzo 'per rendere !'It ali.a economicamen te indipendente dall'estero! Non vi ha dubb io possibil e d'interpretazione: il concetto di indip endenza economica è contra.p– pnsto a queJlo di clientela verso l'estero; epperò ritalia sarà indip enden te nella misura, in cui sa – prà prod-ur ne in casa molte delle me<rci che oggi compe ra fuori. Con cii) !'on . Boselli assegna alla ist ruzi one ip.rofessiona.le •una funzicxne simile a quella che ,i 1wotezionisti affidano a.i dazi J)11otet– tori. Saremmo stati ben lieti se il .P,residente del Consi glio •aviesse propugnata la necessità di svi– lupp are la. ist ruzion e professionale G'.)ercolmare una delle deficienz e, che ha fatto SJ)(lSSo doman – da.re . ò,azi doganali rii l!Yl"Otezionecontro • la ma,g – g:ore capacità tecnica deHa ma,est:ranza forestie– ra, e se avesse offe,-ta 1i"iistruz ion e professionale cli Stato in vece del 'prntezionismo doganale ... Ma quella fisima della. indip ende nza economica e gli r,p,plruusi d•ella mag g ior anza consiliare escludono tale spe11a.nza. ,.. ,.. ,.. Int anto rileviamo un a prima lnconsistenza di logi ca econo mi ca. e di sto ri a, di cui l'on . Bosèlli a torto ,fa r,espons ab ile la Germania! E' verissimo che l'iRtn1zion e pr ofess ion ale, è sta ta ed è la gran forza dcl!a Germania; ma è fal s issinno che quell a al:tlbia servito per assicura– re l'indipendenza. •economica del'la Germani a, os– , ia il suo isolam8Ilto commercia.le dal resto del mondo Tutto il contrari'l: - •l'organizzazione scienti– fica dell e industrie tedesohe è servita .più per conqu ,ista re i merca.ti esteri e per allargare e in – tensifica re gli scambi internazionali di espoTta– zione ed import azione, anzi che pet sv,i 'luppa.re indu st ri,e nazionali •CO'I proposito di assi -curare !',irndipendenza economica della ~rm!lillia dal re– sto del mondo. Mercè l'istruzion e professionale e la prepara– zione scientifica e tecnica, la Germania è diven– tata la concorren te dell'lng,hilterra sul mercato mondiaile ed. ha portato il suo commercio esterno a dimensioni ,gigant.ei, che, che danno la mifiur a , non della sua ind ,i.pendenza economia, ma dei cl'esciuti rapporti di reciproca .Interdipendenza, che .Ja legano e che la leg'hera.nno ,a tutto il mon– do commel'ciale. Gli scambi diminuiscono la indipendenza econo– mi ca dei paesi prog •ress ivi e ne accrescono la. forza economica, cioè l' anricc himento. Sono concetti 'ben n oti. Ma, nel momento stes– se- in cui !'on. Boselli e i protezionisti italiani si ·ba.laccano con qu.este , vecchi /e banalità medioevali int or no a lla g rand ezza economica. delle Nazioni che ba.stano a se ,stesse, e c11edono di prendere , a.d esempio la Germania, oda i-I lettor e che cosa si pensa , si di ce e si prepara ,veramene in Ger– mania. Jn un a recente riuni one privata tenuta dai maggiori uomini ct "affa.ri (Ballin, Heineken, v~n Gwinner, Gutmann, Thyssen, Rathena.u ed al(J•1), ecco come sull'argomento d el commercio esterno ha espresso il suo pen$iero A. von G'winner, Pre sidente della Deut.sche Bank: « La credenza ac– " carezza ta daJJ" massa del ·popolo che una Unio– " ne econom ica dell'Europa. Centrale ci compen– " serà la.rga mente delle !I)Crdite che subissimo al– ., brove è troppo assurda. per essere divisa da per– " sane ser ie. Dopo Ila guernt, coone prima della " giuerr a, il grosso del nostro commercio dev e ,. svolgersi con i pae s i oggi neutrali o nemici, e « noi dobbiamo seriamente a ,v.visa.re a.i mezzi peo· « conservare e per acc rescer e questo commercio « nell'avvenire ». Altro che indipendenza econo– mica del Paese! ,.. ,.. ,.. Non basta. Le gr andi industrie tedesche non so– no il prodotto del prot ezionism o. La Germania, ad onta della poliitica protezionistica, n on ha a.li- 111ent.atoindustrie :u•tifìciali. Cosi chedl suo svi – luppo industri ale è il prodotto di condiz-ioni natu– rali, che sono state ,sapie ntemente sfnuttate dall a. scienza e dal'la ist ruzion e professionale. Q1testa è la verità storica. . Sarebbe f,uori luogo e tr oppo lung o spiegare qu ale sia -stata la vera f::nzi one in Ge1:mnnia dei dazi <protettori indu– stri aili. ,Basta allo scopo di questa nota ricono – sce re che di fatfo i tede schi hann o sviluppat e le indu str ie dhe n on avPano bisogno di dazi protet– tfll,i per sorgere e crescere. ,.. ,.. ,.. Non ,basta ancora. Erm !'on. Bose lli se crede che l'istruzi one pro fession ale tedesca sia · qu~lla o quella soltanto di •cui e;gli si è occ.upato nel Con– sig lio provin ciale di Torino. Ciò che ha tatto e fa la for,,a della Germania. n on è o non ·è sol – tanto l'istruzione profes sianale dei ilavorato, i, ma I> anche ed ,e sopratlltto la jstiiu.zi one 'J)ro1ess io– nale ,- scientifica e supe.rioi,e - dei direttori c ca 1>idi aziende. Ciò è deJ resto dimostrato dal fatto che la Germania ha. esportato in tutti i pà,e– s, del vecchio e dlii nnov,o mondo direttori di ban – che e capi di opifici e imprenditori d'industria. e via dicendo. L'esempio òel-Ja Germa nia insegna dunque, che la ·istruzione professionale - - in tutti i suoi ,;ra– di - è l'unica causa del.Ja superiorità industria– le •e commerciale della Germania sopra di noi; -– insegna pure che questa causa, J.u,ngi da.I chie– dere lu coope razion e dei dazi dog ,ana.li protettiva, si è esereitat.a s ul'lo indnì:strie' nazionali, che ave– ,•ano tutte le condi'Lioni naturali di sv,il!uppo e di espansione all'est ero. Epperò può ben dirsi che la istruzione profes– sionale sia oggi chiamata a sostituiTe i dazi pro– tettori nei paesi che ,aspira.no al massimo incre– mento dellle loro industrie e dei loro commerci. ,.. ,.. ,.. Questa non è la opinion e ,!e-l'l'on. Bose11i, nè della magigi.oranza consiliare! I 'protezioni sti che lo han no -OII )pla:udi.to vo– gliono lbensi le scuole professi onali pe r gJi ope– rai, essi hanno in ciò un in teresse ovvio: a spese dello Stato e deU e Provinci e ·1e scuo-te prof essl<>– nn.li dovre!Jbero aumentare i! numero di OMrai ca!paci, ,e con l 'a.um ent.a.ta offerta di mano d'ope– ra. abile dovrebbero Tibassarne i salari. Ma non IÌ l!)ro'.babi!e che sieno disposti a rico– nos cere la necessità che essi medesimi accruisti!lo la imruzione ,professionale auperiore - sctentifì– ca e tecnica ad un t,empo - che li m eli.a in g:rad,o rli organizzare e sviluppare le indu st11ilenazi onali e n a.tumli del pa ese , in modo da conquistare il mercato ~nterno ed esterno in concorrenza con i fore stieri, rinunziando ai pr,ivil eg,i e ai pul)telli doganali. I nostri pr _otezionisti, non !possedendo la. prepa– razione .scientifica ,adeg,uata ch e possiedo 110 gli indu st ri ali ted eschi, ha.nno ,se,111,pre pensato e pen– sano che H dazio dogana.l e è stato i.nventato ap– punto per coprire tutt e le loro incnrpadt à profes– sion ali e tutte le lor o indol enz e e poltrone,rie. Eppe·rò, la interpretazione armonica più 1)ro– balbile, che bisogna dare al programma economi-

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