L'Unità - anno VI - n.1 - 5 gennaio 1917

6 CENSURA CENSURA 1anco L'UNITÀ Mors et vita Pa11t /Jou rg et, 'il più gr cmd e seccator e dell'u n i– ve rso, ha v ubbli cato un ro man zo Le sen s de la mort p er yl orif i car e la m orte catt oli ca e sosten er e che cilt'in{u ori delta f ede catt olica n csswn uom o è capa ce di and ar e ser e1wm e11te e f ort em ente in yner ra ·incontr o all a morte. Al{red Loisy risp onde al romanzcitor e, speciali– sta in sapi enti adult eri e in cip ologia catto lica, ne– yli En trnii ens des non-combatt ants durant la g uerr e, pubblicali tialta « Uni on p our la vérité ». i.; noi dcil bellissimo opus colo del Loisy stral– cia>no u n {ramm ento, che sper i amo dia esca ai nostr i tettor i a ricorrere all'origina le e rendersi conto cl-i Wtla t,i impor tanza morale e politica di qu est ,i polemica. Ci vuole un a incoscienz a non comune - e non crediamo di dir parola eccessiva, e non dobbiamo csitarn a dirla - p er sost ener e, nelle circos tanze attua li, che i soli credent Lnella vecchia fede sono « rudattat i » al sacrificio , che la patria oggi do– mand a . Cert o non ci sa rà fra noi nessuno che osi ne– ga re che i vecchi credent i vadano con coraggio verso il sacril izio; noi non pr eten deremo mai che la fede li abb ia diminuiti moTalmente; noi non sentiam o il bisog n o di calunniare i nostri fr atelli per salva re i n ostri pri ncipi. Ma abb iamo il diritt o di pr otestare contTo l'in – sulto, che si fa al la fede nostr a - diciamo alla fede nostra - Q ai nostri martiri, quando si pr o– clama che solam ente i sudditi della ,Chiesa cat– tolica romana possono e sanno afftrontare la morte senza esitazion i e con fer mo coraggio. Dinan zi a noi ci sono i fatti. E i fatti non sono il rom anzo. ,L'eroe di Paul Bourget - che dà !',ultimo sospiro dopo molte f<fasi accade mich e, le quali non sono un fatto ordinario negli eroi - ·si trovava adat – ta to alla morte, perchè la « d ottrin a tradizionale gli permette di accettar la senz'altro. .. li suo psi– chismo sentime nt a le ci si adatta, perchè , secondo questa teoria, ,egli può of<frire la sua sofferenza, offrire la sua agon ia, con la convinzione che il suo olocausto si riverserà in breve su quelli che egli ama . Il suo psichi smo inte llet tu ale ci si adat - . ta ,egualment e », perchè egli ha speranz a sicura di salva rsi, e perchè « salvars i è conserv-0.r vivo il meglio del suo essere -». Vada per il psichismo, sebbene Pascal avrebbe trov at o senza dubbio un'altra parola. <Manon cosl - 'diciamolo a loro gloria - muoiono oggi i buon i cristia ni senza pr,etese. Fanno meno stor ie. E Ja loro mostra non è così lambiccat a. Hanno offerta e sacr ifican o, come gli altri, la esistenza per la patria. Hann o esposto la vita e muoiono perchè viva la patria. Ciò facendo , pensano, come gli a!tri, di compi ere, e sen za dubbio hanno com– piuto, un dovere. Credono, in più, compiendo qu e– sto dovere, dimenticare il cielo promesso a chi a– dempie il suo dovere fino alla mor te. E si !<ratta di cosa ,semp licis sima, e non occorre ri cercarvi un cosl grande mistero di « psichismo ». Sì, sono numeros i coloro che muoiono cosl, con quest a conso lazion e, e s'ad dorment ano con questa dolce visio n e. Pace e onorei alle loro tombe I Gli altri , invece, ci si racconta che non possono • « adattarsi » il1la morte. Orsègne, il tipo dell 'in– credul o, anzi se vi piace del genio incredulo, Or– sègne n on può ved&e nella morte che « l' annul– lamento di tutto il suo psichismo sentimenta le » e « l'annullamento d el suo psichismo intellet tua – le », cioè a dir e, nella lingua dei nostri vecchi, di tutti i su oi affetti e del pro prio pensi ero scienti fi– co, della vita del cuore e della vita dello spirito; - e non accetterà « questa rovina totale del su o esse re » che con « la grandezza di una ras segn a– zione fulminata ». E qu esta vuol essere la des cri– zione della morte di u.n membro de!I 'Jnsti tut, assai scontento di mori re per il motivo che non si sente imm ortal e. Ma ben altrimen ti clle con quest'ap – parato di stoica disperazione muoiono oggi i va – lorosi, ch e han.n o abbando n ato i simb oli.de lla vec. chia fede. Hann o offerto e saor ificano, comP gli a ltri , l'esistenza per la patria. Hanno esposto. la loro vita e muoiono affinchè la patria viva . Ciò facendo, hanno pensato, come gli al tri, d.i compie – r e un do vere e l'hanno compiuto. Cre don o, di più, che il loro sac rif icio non è a~atto inutile, ma con– tri hu i ce a p1·eser var e quanto han.n o di più ca ro al mond o. E così la loro fine n on è nè senza sp e– ranza n è sen za conso lazione. Er ano grandi aibba ta nza e veram ente -gra ndi per non dare tropp a imp ortanza alla ]01·0 personalità . Delia causa ch e ha nn o se rvii.o fino a lla morte, hanno fatto il pr o– l)l'i0 avv enire. Sì, sono n umeros i coloro che mu oio110 così, in questa fiducia, che s'addormen– ta no con la fede nel loro ideale uman o. Pace e onore alle loro tombe. Di qu esti uomin i certa gen te dice, con non sap– piamo qual e sfum a.tura d'insolente disprezzo , che non a vevano la fede. Dite, caso mai, che si erano . stacca U dai vecch i sim boli della fed~ cri stiana. Ma una fede l'avevano, e profonda, e poten te, e no– bile : una fede ch e essi aveva no in comune coi morii vostri, una fede che, rendeva tutti fratell i. La patria non ha due cate gorie di eroi. La pa .– tiia 1ico.nosce per suoi tutti quelli ohe credono in lei. I nostri morti sono legione com e i V,OBtrl, e come i vostri han diritto ad essare rtspettati . Vergogna e sventur a a chi insinua che questi ma lpensanti non eran o capac i di ben morirei La \oro morte è ~tata buon a, e buono era il loro pen– siero, perchè er a pensie ro tutto di lealtà e di sa– crif izio. La fede .a ntic a, che per n oi è un aiuto, per essi ern un impaccio ,. Non per esse..e meno disposti al ·saori1izio essi <han lasc iat o cadere quella fede. Guard atev i dall'insult are alla loro nobile morte o l'insu lto ri cad r à su di voi, con la mal edizlon ~. della patria. Alfred Loisy. CENSURA

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