L'Unità - anno IV - n.8 - 19 febbraio 1915

L ' UN I T À Francia, cbt ,ma volla avtt1a occupaw il Co11go senza ostacoli, ha dovuto cederlo senza guerra alla Germania nel 19n , e probabil- 111t11tt se lo riprend erà ora. La politica co– loniale è 1m ballo continuo, in cui e' è sem– pre modo di entrare, a condfr,ione di aver gambe buone e di snpn ballare. I forti ar– rivano sempre in tempo, · i deboli arrivano sempre tardi. E chi, essendo debole, invece di pe11.r11rt n crescere e a rafforzarsi le oJsa, Jperpcra le /oru per fare quel che fanno i grandi, non fa se 11011 rendersi sempre più debole 1d allontanarsi sempre più dal momento fo cui potrebbt competerecoi grandi. Se im1ue di scimmiottare 111/1" febbre co– Jo11iale quelle altre ·11a:ioni di Europa che per 1111ere grande abbonda11zadi capitali possono trovar co1tveniu1te r occupazione di domini • dirnti, te11tssimo presenti al p,nsùro le con– dizioni peeuliari d.tl nostro paese, noi sa– p remmo che l' Italia ha veramente un im– me1J.SO problema coloniale da risolvere : un probl.1ma tutto suo proprio, che non esiste nl per l' hJghilurra, nè per la Francia, nl per la Germania ,· r che quando sia intelli– gm temente affrontato può creare davvero una grande forza itttemazio nale pel nostro paese. E' 1'l problema dei nostri emi'gra11ti, che par– tono ,Lai!'1talia senza nessuna preparazione di coltura, smza nesstma ed1uazione del sen– timmto nazio,iale, abba,idonati a milioni per il mondo, senza protn.ione, senza conforto della patria. Ecco il problLma coloniale italiano, a ri– solvere il quale non ci servirebbe a nulla il possesso diretto di colonie, i,i cui non ci sa– rebbe possibile importar capitali per crearvi lavoro. L' emigrazio,ie 110,ipuò essere spinta con leggi e decreti dOfJe non vuol.e andare, dove 11011 ha ittteruse d' andare. L'emigra– zione proletaria si co11centrn d(Xle le condi– r.ioni naturali propizie e il flusso di capitali, attirativi dalle condizioni naturali, detenni– nano ·rapporti di produzione suscettibili di alti salari. Ora il nostro pi,ì ardente desiderio do– vrebbe essere che questi rapporti di produ– zione si de1trmi11assero special111entt sùllc rÌfle del M editerrm1eo. Quale forza morale e po– litica, quale facilittì di espansione commer– ciale, non rappresm terebbuo per la nostra pa trla i cinque milio,ii di nostri emigranti, se invect di tsst re sparpagliati per tutto il 1Mn– do senza possibi lità di a:iont comune, fossero raccolti, alme,io ili parte, a poca distanza della 1nadrr patria, meno i11colti, saldamente or– ganiua ti i11torr10a sc11olr e a camere di /aooro na:io,in/i, ;,. rapida e contin11acomu– nica:io,u colla patria.' La conq11isra della Libi a 11011ha risolto -i11 ,uss,m modo qursto problema: 1° perchè la Libill, salvo zo,ie rccrzionali non più estese in tutto che 1111nmezza Sicilia, non t parse ;,, 11/c,m.modo utilizzabile ; 2° perchè 11011 basta occupare militarm ente un p aese per colonizzarlo, ma occorrono capitali, che l' Italia 110n ha. In 'Tunisia, invue, gl' italiani in tre11t'am,i sono cruci11ti da 30 mila a 130 mila, senza che I' Irnlia abbia speso un soldo, grazie 11glitnorm i capitali impiegativi· dalla Francia . Bi.sognerebbt che 11elfAjfn'ca settentrionale t ,ulf Asia ouidmtale am•misse altretta,ito. L' Italia d(Xlrebbedare alla nugr,a uita eco– nomica di 9u1//1 regioni lr braccia laoora– trùi. 1 capitali 11011 possono essrre dati cht da altre na:io11i. E qunlt no11 possono es– 'tTI' chr r 111ghilteMt1 t la Fran cia : chè nÌ' la Cerma,iia 11è l'Austria hamro copia di capitali aportabili . Un ' i111tsnanglo-/ra11co-italùmn per In. co– lonizza:io11e mtdi1trrn11ta 111rdim1teil con– corso del capitalt anglo-francese e del lavoro ilalirmo - in qutsto caso la collaborazione di classe si combinerebbe con rma collabora– :iont i11ttr11a:io11ale per lo sviluppo del~a n·c– chr.::.a di tutte le classi e di tutte le nazioni inttressau - u,ia i11ttsa di questo genere rapprtsmtcrebbe "" grande r,a11taggiota,ito per lt dut 11a:ioni capitalistiche quanto ptr la 11ar.io11e proletaria. E r intesa dOfJrtbbe actrt ptr base da una partt il riconoscimento dtl diritto dtgf italiani ad aoere le loro scucle , le loro organi:::.a:ioni na:ionoli e a non ts– _r,re sna:ionali:.zati ,· dalf nitra la rimm:ia dtlI' It alia ad ogni solli11teso di espansioni militari e politiche - le quali, lo ripttiamo, non ci darebbero cht spese e creerebberosterili ostacoli alla musa i11valore del 11editerraneo. Assirnrato così 1m lungo periodo di la– voro, in vicinanza della madre patria, ai no– stri emigranti , dovremmo: 1° cercare che la nostra fosse rmigrazione di uomini consape– voli di far parie di una nazione citii/e, e uoti di misere bestie da lavoro : quindi scuole, scuole, scuole, in lta lia e nelle colonie, a fa– cilitar l' is1ituzio11e delle quali 110n aiutereb– bero certo le spese di conqrtiste colo,iiali ; 2° orga,iizzare un largo e serio servi.zio di assistenza nel baci,ro del 11editerrmuo : i migliori segretari delle Camere di Lavoro dilla madre patria dOfJrebberoessere reclutati come agenti consolari per r orgn11izzazfoneeco– nomica degli emigrami. Quali sarebbero fra tre11t'mmi le conse– gu.enu di questa azione, ntss1mo può prroe– dert. Forse potrebbero essere politiche, oltre che economiche. PrOVflederà un' altra genera– zione d' italia11i a soddisfare i bisogni na– scenti'. del n11ovo stato di fallo. A noi deve bastare lascia~le un ' ll alit1 meno pover11, più sirnra, mtglio organizzata. E 1m' altra considerazione 11tti11mltal pro– blema coloni11le devt farci desiderare la vit– toria del!' fnghilterr11: la sirnrezza cht l' In – ghilterra intro,forrà in l11tli i 1wOfJÌacquisti coloniali il regime tiella porta aperta, a dif – ferm:a di quanto ci si può aspettare dalla Germania. Cioè ntlle colonie inglesi le nostre merc·i, via vin che la 11ostraattività produt – trict si svil upperà, potrebbero sempre pene– trare. Nelle colonie tetltsche chi potrebbe illu – dersi di pnutrart alI' infuori dei commer-: I danti germa11ici? 11 nostr o governo dovrebbe esigere, come uno dei compensi ali' entrarn dcli' Iral ia nella Triplice Int esa, un trattato di lavoro italo• anglo-francese per il Nord- Africa e l'O vest– Asia, e I' :1ssicurnzionc che tutte le nuov e 1 eventuali colonie inglesi e franc esi saranno ) soggett e :11 regime della porta aperra. ~ Q1usle so,ro, sewu1.mezzi t1.rmi11i, le nostre opinioni ml problema 111edittrrarieo o colo– nialt. E per chiarirlt! a,uor11 meglio - o peggio, secondo il puuto di vista colonialista - non entramo a dire che, se gl' italiani aoes- sero ,ma s1ifficim1e dose di senso lomune, dovrtbbero approfittare del ngolam emo che I in occasione di questa guerra si farà di tutti gli affari colo11iali,per sbara7.Uirsi delI' Eri– trea t · della Libia, vmdendole a Francia e Inghilterra - se fossero così sciocche da com– firarlt - prr 1111 paio di miliardi, e utiliz- umdo il frutto di qutsti miliardi a crear stradt r scuole ,,1 ,ll n.zogiorno d' It alia e ad 11iularf.l'Alba,iin auto,ioma (se sarà pos– sibile du rn ti talr) a costruirsi le strade l' le srnole (' gli altri srroizi pubblici che lt sono 11ecessari. 11a sapp iamo. btnissimo che le nostre idee 110,iso110quel/I' della maggioranza degl' ùa– /ia,ii che si occ11pa110 di politica. Non che i pi ,i abbit1no idee opposte alle nostre : I colo,iialisti veri e propri , in Italia, sono altrettanto scarsi quamo siamo 1Joi, antico– /onialisti. l a gra11de maggior11n:a del nostro patse ,ion è ,,; colonialista, nt anticoloniali– sta ; ha li/Ile I, idte e non ,re ha 11essuna ,· si t•olt11di qua o di ltJ stcondo che si r,o/ta110 di qua o di là i giornali quotidia11i, cioè se_ co11doche i direi/ori di qutsti giornali tro– oano opportuno mn,10fJrnrr, siti perchè con– vinti in buona fede di dover manovrare ora di qua ora di Id - e sono i meno -, sia per– chèpagati - e sono i pi 1ì - per manovrare cosi. J,i questo momento, i,i l talifl 1 la gra11de niaggioranza degli 11omini di tutti i partiti -– me110 i clericali t i socialisti r~ffeciali - è co11vi11tadella necessittì che questa crisi 111011- dialt non si chiuda u11za ,ma soluzione it11- liaua dtl problema adriatico e del problema del 'l rentÙJo. Jl/a questa massa ; tutt'altro che com– patta. Al cuni per lo piri democratici - ritengono che r Italia debba. oltre a questo problema specialt, arear di risoloere il problema ge– nerale della sco11fi1ta dtl pangtrmanismo, della totale liq11ida:ione delPA ustri11, della Cf'ea– :ione di una ,wooa Eur opa in cui sia spera- Gino Bianco bile, nel rispeuo di tutti i diritti nazionali, una pizi solida pau e ,ma larga diminuzione degli armamenti. Un'altra parte - in cuJ· prefMlgono i co,,.servatori - 110,i vede che i p roblemi speciali del!' Italia: il prob/tma 11azio11a/.e o adriatico, e il problema colo11i11/e o 111edi– terra11eo. Sente la necessità di risQlvere il p rimo, 111a vorrebbe npprofiuare tit'll' occasione per dare ww lmo1111 spi ma anche nl secondo. Per la soluzione del primo, si adatterebbe a muover guerrt1 al blocco austro-germnnico 1 ma vorrebbe ot1e1ure Ùt preut!enza dalla 'Triplice l11tesa qualche serio affidamento 11nchenella q11es1ionecoloniale. Se la Germania e l'Au– stria ctdtssero sul problema na:io11ale, men– tre la 'l riplice l ntesa rimanesst taciturna nella questione colonialt, 110n seutirebbno n_1s1unbisogno di marciare co11tro r Austria e h, Germania; q11alrrmo,anzi, si domande– rebbe se 110,i sartbbe il caso dJ' muoversi con– tro la 'l ripli ce I r,trsa per nrra,igiarsi 1ul pro– blema coloniale, dopo aotrt assestato il pro– blema nazionale. Le 11eutralità ita/ia,u, durrrà - 1u1sta ; la nostra imp ressio11e - .fi11chèla Triplice Intesa, non abbia f11tto all' Ital ia offerte al– lettanti anche sul tr.rrmo eo/on.iale. ITALIA E La convergenza d' intere ssi pratici cd ideali che si verifica tra noi e i due prol'agonist i della Tripl ice Intesa, J' Inghilterra e la Russia, è cosl indiscutibile nell' attuale situazi one che neanche i più subdoli sosten itori delle potenze centra li possono disconoscerne il peso. Non sa– pendo quindi far di meglio, si appcUano al fu– turo. Proprio ieri la Stampa nella sua signifi– cativa campagna anti~interventista diretta si- . curamente a preparare il ritomo in iscena dcli' on . G~olitti, si adoperava a scaJ7,arcquesto forte argomento d'i ndipendenza, cercando di mett ere in contras to noli' avvenire l'una con l'altra alleanza; se la vitto ri:i cont ro la Ger– mania, dice, tornerà a dividere come durant e il secolo scorso, l' Jnghiltorm dalla Russ ia nell'Asia Centrale, come potremo noi appog– giare ali ' esercito russo senza coz1.are nella flotta inglese o vicevcrs,.'\ ? I.a domanda in– sinuan te pretenderebbe cosl cli mandare a gambe levate due spauracchi dei ncotriplicisti in una volta sola. Ma non ci riesce. Senza rilevare che piuttosto cli cercar tanti bruscoli negli accordi futuri parrebbe un po' più igienico provYcdcre anzitutto ali' estrazione dei molti stecchi o addirittura tra\'icelli che ci hanno ficcato negli occhi quelli ormai tra– pass. .1.ti, basl'a fare un' osservazione per pa– raliz1.are assai la forza delle insinuazioni gio– littianc. Fra l' Inghilterra o la Russia costi– tuisce la naturale linccUa d'union e noli' in– treccio diplomati co un paese del quale molti vorrebbe ro faro a meno, cho ci aiutò, che ci diede noia, volta a volt-a !,impaticissi mo od ocliosissimo, che oggi fornisce ali' Inghilterra un esercito ccl alla Russia un tesoro cli guerra un paese certo malato di malattie gravissimo, ma cap..1.cecl' inesauribili riprese, eh' ò anche il più vicino dei nostri vicini : esso ò la Francia. Ho riconosciuto per primo che elimina ndo il pericolo di un'egemonia tedesca sul conti– nente, la Triplice lntcs.1. avrebbe esaur ito il proprio scopo principa le. Accor<li p..'lrzialidella 1:-ranciacoli' una delle sue attuali alleate erano sbti infatti pii, volte po5sibili in esclusione cd in opposizione dcli' altra. Napoleone il Grande dopo Tilsit si accorda con Alessandro l pro– prio per fiaccare in Oriente le reni cicli' In– ghilterra; cd il Piccolo Napoleone vicc"crsa si allea colla regina Vittoria per la sped izione cli Crimea allo scopo cli fermar li'\ Russia suita st rada di Costantin opoli; pii.1 tardi l' alleanza franco nlSS .t.si inizia quando ferve ancora la grande gara cli velocità per la tran~rsata e la conquista dell'Africa fra le due grandi co– loniZ1..atrici. La Duplice e la cordiale e11te11te scorrono come fiumi indipendenti in due letti separa ti , s.cbbcnc vicini, finchè solament e il precipitare della minaccia teutonica sfonda fra essi h1ttc le dighe e li fa confondere fra il rgoS cd il 1913 ncll' unica corrente cli un'Intesa ormai triplice. Quello che ò accaduto fino ad ieri può tor– nare certamente a ripresentarsi doma ni : col 631 Se la Fra,zcia offrisse ali' Italia la 'l ,mfria, o par/t di essa, gf italiani tulli - a11chei dnnocratici - ammauirebbero dalla gioia, td entrerebbero i11guura come caoalli sfrenati contro l'Austria. i n realtà essi fanbbero un pessimo nffarr, perchè ,ili or11 in poi dovreb– bero spender fior di quat1ri11i in 'I 1mis1·a, mentre finora se la godroano gratis; e i frm1cesi farebbero ,m affiire d'oro, perchè .finirebbero di st minar miliardi in 'lu ni-sia pe·r tentroi quarantamila fu11zionari n far gl' interessi degl' ùalùmi. Jl'[a in queste fac– cende gli uomini - italiani e franctsi - ra– gionano quasi tutti coi piedi . Gf italiani de– siderano la 'lwt isla e. aspettano a muOfJersi che la Francia, stretta dalla ,uussità, l'offra : ecco un ricatto. i frmutsi non pensano a darla, e aspettmro qualche grande successo loro o dei loro 'fl.ta t,:, che spi nga finalmente r Italia a volare in soccorso della oilloria : ed ecco 1111 altro ricatto. int anto la F,a,,cia perde ogni ~ettimn11atom i gi(Xlat1iforti e oigorosi, quanti sono i fu nzionari poltroni t ratarrosi chi' tie11e a sue spese i11'l1misia. E l' lta/i11 corrt pericolo di trovarsi, alla fine, stnza averr risoluto nessun problema t avmdo ptrd11to l' onore.... G. Sa lvemin i. FRANCIA superamento della crisi ath1alc i rapporti delle tre potenze torneranno a rilasciarsi, e si fa– ranno sentire tanto sul Mediterraneo quanto in Asia più pungenti gli scrcz.i suscitati dal- 1' esteso conl'atto delle due maggiori Potenze ; potrà anche spe1..zarsi fra queste colla firma del tratl'ato di pace ogni vincolo formale e generale di allc.."\nz.1.. Fino ad un corto punto ta1e gara e contrasto che può presumersi debba risorgere fra gli clementi dcli' Intesa , noi li vediamo di buon occhip pcrchò ci sono gua– tentigia che essn non potrà mai imporci patti di ricatto e di servit ù quali fummo costrett i a subire per trcn tatrò ann i dnl ferreo cemen– tato blocco austro-german ico. Però, dove la tensione frn Ingbiltcrm e Russia potre bbe cominciare a farsi pcricolosq. per noi, metten do in contraddizione come y;;e– tende la Stampa la possibilità cli conte9'po• ranci accordi con queste due nazioni,uP,FCF delinearsi parallelo al nostro un for~'iill\9 i iQ.~ tercsse francese acciocchè il contra.stq qrui si riduca a. cli,·orzio, affinchè ogni filo 1 ~01\n~ spezzi (ra Londra e Pictrogrado, affuts;h~~ti almeno l'astratta possibilità pcl riformarsi dç»a coalizione salvatrice al primo sentore si:\ 1\upvq velleità conquisl'atrici di oltre Reno. C' p qu~.ta volta non uno od altro astratto obhi9\t!vq della politica estera napoleonica, il bl~ ,.CRi:tr tincnta le o lo sta/11 q110 otto mano che agisce di st imolo alla conclllsionc alternata ccl occa– sionale delle alleanze, e' è questa eterna realtà (che vogliam.o sl rispettata ne' suoi natu rali confini, ma che sap piamo sempre potenzia l– mente minacciosa) degli ottanta milioni di tedeschi nel cuore dcli' Europa, la quale sug– gerisce una direttiva non durabilc alla diplo – mazia di Francia. Valendosi delle proprie di– sorse finanziarie, militari e coloniali, essa tende spontaneamente per h1tto un periodo non de– terminato detr avven ire a mante.nere rapporti sia pur separati cogli unici concorrenti possi– bili della Germania, uno sulla terra e l'altro sul mare, per essere in grado rapidamente di– nan;:i ad un e\'cntualc replica della sihtazionc presente d'intrecciare ancora i fili cli queste due relazioni dh-crsc ccl altrot-t..1.ntonecessarie in una unica trama . L'interesse dcli' Halia, la qua le pur intrat• tenendo parti colar i relazioni con un 'auspicata. Lega balcanica dovrà: sopra tutto intendersi colla Russia o coli' [nghillerra. per assicura.re una giusta pace cd un norido ::wvcnìro, trova dunque un punto di coincidcn1... "\ stabi le e _fondamentale con quello che s..'lfà anche al. l'indomani della guerra l'interes se supremo della Francia. Di sopra ogni passeggero con– trasto. che certame nte potrà insorgere come in passato fra due paesi troppo vicini e che si somigliano troppo per poter viver sempre in buona annonia, e cho anche son troppo malati di letteratura per non trasportare presto e vo• lcntieri questi dissapori sul tono tTagico del dtle11da Chartago, resta dunque che Francia.

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