L'Unità - anno IV - n.2 - 8 gennaio 1915

608 del blocco aus tro-tedesco presentereb be per l' indipend enza d' Italia perico li almeno non meno gravi di qu elli cui s' andr ebbe incon– tro con la compl eta vitto ria del medesimo. E siccome, quali che siano sta ti in origin e i prop ositi con cui la Germania partì in gucrrn, essa ora evidentemente lotta per non essere schiacciata, e non può avere altra spcrnnza che qu ella d'u scirne per il rotlo dclln cuffia ; mi pare _che sca ra ven– tar e nddosso ::i. lei, o, ciò che fi nora è lo stesso, a<ldflsso rtll'Aus tria, il nost ro milione di baionett e, sia 10 stesso che volere app unt o l'annullam en to della German ia, e l'asso luto yrep oterc dcli' In.resa, con tutte Je conse– guenz e per noi che ho cerca to di prospettare . Ma - dirai - i vantaggi di una vitt oria ang lo-franco- russa si delineano solo per il caso che la vitt oria non sia comp leta , e che resti sempr e in piedi una Germ ania fo1 te e temibile : anzi 1< il nostro eventua le in– terv ento :t fi:1.nco della Triplice Intesa do– vrebb e essère accompagnato dnl patt o espli – cito che i vincitori non devono pretend ere uno smembramento della Germania» . Ma è possibile umanam ent e che il vincito re si astenga di sua volom à, non obbligato dn.lla possibile ult eriore resistenza del vinto, dal forG a questo il maggio r male che può, per impedi rgli, non foss' altr o, ogni velleità di fuw rn rivincila ? E se anche un pil tt O sim.iJc potesse conclud ersi, chi poi, disfatta tota lmente la Germ ania, potr ebbt forwr e Ru ssin, Inghilterra , Fr:1.ncia ad osservarlo, ove esse non volessero ? For se noi, . loro alle,ui 111i11oris ù1ris ? (17). (17) Chi dice al Samw che saremm o alleati minoris juris '1 Se il 11ostro intcroe,ito dovesse essert' necessario o solo utile a dare il tratto alln bil,mcin, 110n snrl mmo nie11te aff atto mi– noris ju,is. Potremmo in pr ecedenza fare i p atti, imp orrt lt 11ostrc condizioni, e rifiu – tnrci di 11wovtrci se le 11ostre idee 110n fossero accottnte. E poi, come si pu ò, logicamente, concorrer!.! alla scon fin a d' un popo lo, e nello stesso tempo desider:n e che questo resti fort e e temibile 1 (18). (18) 1/"rtli nota 3. E inolt re, se per pa ralizzare gli eventua li ecces~i dcli' Intesa vittor iosa basta che rest i una Germani:\ vint a sì ma sempre forte, par p:1.ralizzar e Germania e Austr ia non basta che restino forti, se non vitt oriose, Russia e ]ngh ilterra? (19). (19) //rdi 11ota 3. E d è supp o1tib ile che la Germania riesca, in questa guerra, a schiacciare R ussia e Inghill crra , anche non aiut ate da noi ? (20). (20) Qursta doma nda l' amico Sann ll- la fa ccia 11 Guglù:lmo 11, il quale non ha certo dichinrntn la guarn pu il solo p iacere di p~ovare il brando luccnft•. Concludo ripete ndo una t ua giusta osser– vaz ione, con ·cui non mi par e per altr o che collimin o le ttie ult eriore illazioni : 1< Non vi sono carezze e profferte, che ci sieno rispa rmiat e di qua e di là . Questo non di– pend e da nessuna spec iale improvvjsa re– nerezz;1, che sia nata nel cuore dei nostri amici e dei nostti alleati. Dipende da l fatto ch e le forze dei cont enden ti si equ ilibra no .... Quel che noi possiamo desidera re, nclP inte– resse dcll:l nostra futura libertà d'az ione , è che nessuna delle due pa rti acqu isti una così stra bocchevole supe rior ità su!P altra, da pot ere obb ligare :mche noi a en tra re nella sua sfera d' influenza come stato vassa llo. Giustissimo : ma perchè allora, se le par ti si equilibra no, int ervenire giusto noi col n ostro milione di soldat i pe r far tra boccare la bil:mcia da un lato? (21). Giov anni Sanna . (2 1) L'am ico Snm 1n crede, a quel che p are, che questa gutr rn 1101i finirt i mai, che le due pa rli co11ti11 uamrno tU!.... t:quilibrn rsi 11eilc bastonnlf , e noi rimnrruno sempr e i bem·a- 111ini di lutti . L 'ipote si rhe In guerra finis ca, L' UN I T À o prima o poi, co11 WJ r0t•ucio dtgli uni o degli altri, st mhra scartata dal Sa1111a. P. S. - L'u ltimo =ini colo su A ustria, Italia, Serbia non mut a le mie conclusioni. Osservo infatli : 1° che non si tratt a di una cosa neb u– losa e lonrn.n..1. come sarebbe il perùo/o slavo in genera le, ma di cosa possibile e prossi– ma, com e una Serbia ingrandita, dop o la compl eta vittoria del!' l"nt esa, della Bosni a, Er zegov ina, Dalmazia, Croazia, Slavonia, e na turalmente desiderosa di comple tare l:t sua naz iona lità con l' anne ssione degli Slo– ven i dcli' Istria; e che appunto quest' in– teresse ia spinger:\ a contrastar ci, o cercar di ritog lierci, se frattanto l'avr emo avut~, l' Ist ria i e che in que sta politica la Serbia avrà certa ment e l' appoggio della Russia contr o di noi, come I' ha avuto finora , in circostanz e consimil i, cont ro l'Aust ria (22) ; (22) //rdi I, note 8, 9 r 10. 2° che anche parland o delle còllscgue nze balcaniche <lell:t vitt oria dell' un; o dd – p alt ra parte , di nu ovo si torna alla} argo– mentazi one. fallace di prospettare da un lato i risultati di una vitto ria completa del blocco au stro-tedesc o -- marcia dcli'Austria a Salonicco - e non qu elli di una vitto ria \ pure compl ett, dcli' Inte sa e quind i delb. Serbi a ; anzi si ha il bisogno anche qui di amm ett ere un'Aust ria ridotta sì, ma pur sempre viva e vegeta , e incanto si vorrebb e il nostr o intervento, che logicamente non può aver altr o scopo nè alt ro risult ato se non il completo sfacelo dell'Au stria ; 3° che altr e volte su questo stesso me– desimo giornale è stat a ottim amente dimo– strata la tt:si, esser pre feribile, nell'Adri a– tico, eSser in tre :1.nzichè in due , necessa ria– ment e e inevit abilm ente rivali i giacchè i due più deboli pacranno semp re unirsi con– tro il più forte per man tener l' eq uilihrio (22). Giovann i S an na . (22) Quando abbiamo soslnwta qut·sta Uoria, non c' tra .... la gut"rra r questo guarn : rioè noti stmb rat•a possibile la liquida-:.io,u del– ['Au stria. Oggi che è possibile tlimi 11au l' .Au– stria 'da/I'A driatico t ammtttrroì in Juo luogo un o Stato, In Serbia, necessariam ent e assai più debole non solo deW ,\ ustria ma :mch~ di noi. ; tfJr'dn1te che il verchio cnlrolo si deve mut are. .Finch; 11011 c· t rn spa a11:n di di .rnrmart l 1 Adri 111ico, ern roidm tr la utilità che 1u/l'Ad riatico, come 1lrl Jl editrrrmuo, gli Stati i,itcressati fossero 11011dur, ma trt, ma cinque, ma millr. Reso poss ibile u11 m, m,o equilibn'o a due, in mi noi avremmo la stra– hocchevolr prevnlm w su l/n Ser bia, e potremm o usa re q1usta p revnlrn=n, IJell' interts st 110- stro e dr/In Su bia, per 1u11trali:::;are l'.1dri a– tico, e raccogliere tutte le nostre for-J nel .llt– dùerrmuo, sarebbe stoltn ::,a rimaner fedeli ni vecchi schemi me11tt1li. La p oli'h·ca è l'arte del possibile, 11011 l'obbli go della tes1t1rdflggi11c. CONCLUS IONE . - s,, rebhe la neutr alittÌ nullista : l' augur io, ciof, che questa guerrr1 o duri eternamente, o finis ca. se11u, avere ri– soluto 11tss1m problema, srnza In vittoria di nessun o, con una pace che sin uun umplice tregua 111ilitnrr, buona solo a prrpnrn re una nuo va gurrra, a brevt' scadm :n. Se ave~·se u11apr eferenza p tr 1111aq1111h 11que soluzlo nr, il Sanna 11011 potrt'bbe fnrr a mtno di dtsidrrare l' intervento dr//' il a/in pa quella sofo:io ne. Ef1idniume11te, egli non vrde nes– suna fJia di usci ta : e ptrciò 11011 gli resta che star fermo. Questa è In sola co11c/usio 11e del siste11w di idee dt'l Snn 11n e di tutti i 11,,.ulralisti assoluti. E bast~nfor mularla per t'e– dt rne la insos teni bilità lgoica e i pericoli pratici. G. Sa lv e mini . Il Partito radicale e la guerra. l. Il problema europeo. Noi concordi amo sulla necessità del– p interv ento ar mato ; e vogliamo I' inter– vento per completa re la nostra unità na– ziona le :1.l con fine orientale. Ma se P acquisto delle terr e irr edente do– vesse o concorrere o esser subordin ato o comunque connesso con la vitto ria degli Imperi centr ali, siamo conv int i che tal mer– cat o od evento nuocerebb e all'avvenire po– litico dcli' Italia. Sentiamo tutti di essere in presenza non di un a guerr:i, ma di una rivoluzione che modificherà la cart a d' Eu ropa, e - più che modificare la carta d' Eu ropa - tra c– cerà il corso della nostr a civiltà , della no– str a cultu ra, del sistem a politico per pa– recchie. generazioni. Seì1tiam.o tutti che in questa guerra, che la Germ<1.nia combatte pel domin io del mondo, è in giuoco il princ ipio delle libertà dei popo li, come nella ri voluzione <lell' 89 era in giuQco il principi o delle libertà indi'– fJidual i. E sentiam o che l' Italia non può essere spe tt atr ice ; che dev e essere, che vuole es– sere art efice della futura politica europea . Quindi è che la questione di T rent o e Trieste non può essere risoluta come lo fu la questione romana nel 70; cioè come un inciden te di una guerra che si com– batteva t ra alt ri. Quello di Trento e Tr ieste è un pro blema che oggi deve essere risoluto insieme con tutt i i problemi sim.ili delle nazionalità in Europa. Il principio di nazionalità non for– ma più, ·nel!' at tu :1.lc sit uazione europea, un interesse p.-irricolare di questo o quel po– polo, non è interesse it aliano o serbo o rn – mcno o polacco o .>lsaziano; ma è inte – resse europeo, pcrchè solo Ùel caso che il nu ovo :1.ssett o dclP Europa sia basato sul pr incipio dei nucle i nazionali è possibile assicurare un lungo periodo di pace . L' opinion e pubblica degli Stati bellige- ran ti dcli' Euro pa occident ale si è già orien– tata verso In pace fut ura. Si fa la guerra, guerra imman e e ad ol– tr an za, per imporr e con le armi vittoriose , una pace lunga e sicura a chi considera e organizza la guerra come una pro fitt evole impr; sa di conq uista. Con le armi e con un a guerra vitt oriosa bisogna liberare I' E u– ropa dai disturbatori della pace europea. Ed e(:CO perchè in questa guerra gigan– tes ca si sono gitt ati a capo fitto tutt e le forze politiche che per vie diverse sono contr o la guerra : i faut ori dell'a rbit rato in– terna zionale, gli 'antimi litaristi che voglion o imporre con le armi il disarmo, gli anti – p rotezion.ist i che vogliono imporre la ridu– zione delle ba rriere doganali in Eu ropa e il principio dell;1 port a aperta nelle c@lonie. Tu tt i coloro, in una pa rola, che nella pace prossi ma spera no vedc1c eliminat e le cau se di lot te politiche e<l economiche, che sono fatto ri concomita nti della presente guer ra e che diventer:1.nno sempr epiù - col crescere delle compet izioni economiche, co– loniali e dem ografi che - cause futu re di futur i conflitti . Io non so in che misura quest i ideali s,1- rann o realizzat i ; non m.i faccio la illusione che il Congresso che po rrà fine alla guerra di ogg i inaugurerà l' era della pace univer– sale. Ma affermo che la democraz ia deve agire nel paese e preme re sul gove rno per– chè qui.::gli ideali nelle ven ture tra ttati ve di pace otteng ano quel tanto di realizzazione che le circostanze di fatt o consenti ranno . Ora il partito radicale ita liano ed anche e sopratutt o la radicale rom:ma si sono di– chiarati per l' int ervent o arm ato accanto alle pote nze dclb T riplice intesa i sono av– via menti favo revoli .1 principio delle na– ziona lità e dcli' arb itra to internaziona le ; vo– gliono la riduz ione contemporanea degli ar– mamenti di tu tti gli stat i europ ei; han no (atto precise e solenni afferm azioni recenti in favore della ridu zione delle barriere do– gan ali e della port a aperta nelle colonie. Kon è più temp o di discuter e ; occorre chiamar e alla dir ezione dcli' assoc iazione uo- ca Gino Bianco mini che d;ti s..1ldi com·incimenti già for– mati, traggano la for.1:a di un• :uion e decis.1 e sicura. Ant onio De Viti De Marc o. POSTI LLA (},uste parole del De Vili , ;,, c11iso"o mag i– slralmc r,/e ,-iass1 11lele /i,,ce di qu~llo che do· vre/Jbe essere il programm a del Pa,·lilo radicale · i/aliano nella crisi europea, Juwn o / allo parie di 1111 discorso pr o1m11zialoali 'As socint:io11e radicale · romana. Le parole dd /Jc Vili sono sia/e au olle dal plauso ddl'inlc ra assemblea. ,1/a come c.011• cilia110 coloro rhc J,a11110 appla1'dilo al De Vili, le Mu del De Vili con quelle dei S,rrchi e dei P.mltw i e di fui/a la ri mancr1lc combrir:co/a pa r/ame11/a, e rad:calc, il cui solo p, ·o,t ,·amma ,ult 'a/luatc crisi europea t quello d1 r ico,,d11re l'on. Crolill, al gover110 pc,- mnflgiare 111siemc ? Per i11dem1i::zarc i i 1 ccchi nbbouati dtì dodici 1mmeri non 11.sc- iti offr iamfJ loro di scegliere nelle pu bblicazioni segut;nti sino nlla concorrenza di L . 1.2 0. A. DE Vm DE i JARCO : Per il libertà 111c::zogior110 r per la comm erciale - P er 1m pr ogramma. di democ rati ca . L, I. – azione - Il pr0Ur111<1 doga11ale tua/e mo ment o po l itico - e G. S ALVEMIN I : Il doganale della Libia . La elezione di Bi/ 011/0 e /'al- regime A11tip rolezio11is1110 italia110 per )l 0, 15 )) 0 .20 >i O.I O )) 0 .30 Edoardo Gfretti . » 0.20 I problc11;idella scuola popolare ùi provincia di Regg,:o Calabria >) 0 .50 In oltre i s,,ddetli abbo11ati che deside– rassero di essere imlemziz::nli, inviando cnrtolinn vaglia di lire 1. 00 p otranno avere invece il voliunc : Come. siamo an·· dat i in Libia, studi raccolti da G. SAL– VEM I NI, che t p osto in vendita a lire 3.50 e che i nu ovi abbonati poss ono avere per lire 2.20 . A NGIOLO G 10\IANNOzz 1, ,gercnle-rcsponsabile. Plrt11ze, 1915. - Sllb . Tip ALDINO,Via del l!t11al. li . - Tel. 4.45, GIUS. ltll.TEnzll. & f lGltl - Ba~i EDITORI Pubblimoni di grandE SUCCESSO adatts psrStrennE Opere di ALFREDO ORIANI La Disfatta Vort ice . Gelosia . • No .. . Olocausto. Fu ochi di Bivacco. Ombre di Occaso . 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