L'Unità - anno III - n.30 - 24 luglio 1914

L' U N I TÀ citt ad ini pertin enti al Comnn r-, che paghin o un:i determinata imp osta, nonchè agli impiega li di Stat o. li governo (ed ecco lo scopo dell' irregi– mc ntazione a Fiume de lle falangi d' imp l<"gati di Stato ungheres i) li fece iscrivere nell :::liste . .Ma erano pochi e bisog na va aum enta rii. In due modi: ridu c-ndo gli elettori citt adini e ingr os – s and o gli ungh erc-si. Al primo fine, il governo pervenne irnpoverando, com e abbiam o visto, la citt à 1 che non potè più fornir e elettori ad alt o -censo, in uno misurn prop or2.ionat a. Infatti, su 50000 abitan ti gli elett ori a Fium e eran o appena duemi la. Al secondo scopo pervenne con una frode scandal os a, con tina coloss ale truff:1. le– gal e : facendo iscri, •ere nelle lis te tutti i 700 ferrovi eri unghere5i negli ultimi anni impo rt ati a F iume, dalla Ungheria : ferrovie ri che la •lege:e ung herese L dell'anno 1907 de finisce chia– ram ente come add etti a un' impr t sa privata esercita dallo Sta to, e che più rhiarament e ancora , con un a lun ga e minuzi osa motiva• zione esclude dalla catego ria degli impiegati di S tat o aventi il diritt o elettor ale amministra– tivo fiumano; ferrovieri che non sono elettori ammini str ativi in nessuna citi:\ d' Ungh eria dove non sieno pertin enti, e che a Fi ume inol– -tre, se anch e venuti da 48 ore, diventano ... cit– tadini per ,tinenti, elettori amm inist rativi e po– ,litici, padroni della città! Ne è resultat o che a Fiume, sop ra un C('lrpo e lettorale di duermla trecento elett ori, 700 sono i fer rovier i e 400 gli altr i imp iegati di Sta to, -ossia q uasi la melfl. Vale a dir e, è Iisu lta:to che i seimila ungh erec;idomiciliati a Frnme di– spongon o di millecento elettori, ) IE NTu ; GJ.I A I.TR I 44 000 AUITANTI RRST ,\:,,,:O SOLTA NTO 1200 PJ-: RSO XE ,\\'F.!S'TI 11. DIRI TTO AL \"OTO I S entit e po i qu esta. Un ungher es f", che ~ sempr e un impiegato del governo, ricorr e al Magistrato, -che è la prima is tanza in affa ri elettorali, e d omanda ia iscrizione nelle liste di duecento ferrovi eri e d'altra genìa di Ungheresi ; il Ma– gistrato resping e il ricorse-, nè il ricor rente si -cura di reclamare alla sec onda istanza, che è la Delegazio ne municipal e; ricorre semplice– mente alla terza, che è il supremo T ribuna le Ammini strat ivo, e ques to, senza badare al gra– vissimo vizio di forma, senza curar si che la ' que sti one è gi:ì pas.;ata in giudi cato, accoglie il reclamo , dichiarando nella motivazi one che, evide ntement e, l'elettore aveva .... l' iotenzione di ric orr ere an che in sec onda istanza! E ancora : si constata chr. molti ricorsi elett o– ra li di ungh eres i - ricorsi che vengono sempre prep :.rati nell' uflicio dd govern o politico - hanno le firme falsificate. Ma sono di unghe – resi, e si tira via . Cosi si fabb ricano gli ele t– tori governativi , a ce ntinai a; elud end o la legge e frodand o ind egn am ente lo S tat uto. Il Comune , allarmat o, protesta; inv ano; allora ric orre allo ,spedie nte d i allargar e il voto amministrativo a tutti i citt .idini itnliani; pensa tli controbi – lanci are in tal modo il peso della viol enza go– vernativa e cli ristabili re, nel corpo elettorale, l'equit à. Ah, si ! li governo non ne vuole sa– per~, e, nemic o del suffr agio univ ersa le in Un– gheria , lo intr odu ce a Fium e, escl usivam ente a favore degli Ungheres i ; per gl' italiani invece fa valer e la vecchia nsia tica legg e del 1875, non so lo, ma li esclud e dal voto più che può. È che, come si è de tto, ogni ung herese a Fiume, d eve essere u11 solda tC', un conqu istatore; e l'ar ma pili formida bile-, :\ simili imp re-se, è il voto. Quindi macello di elettori fiuma ni e in– fornate di elettori unghert!si, col risu ltato che sappiam o : i seimila unghe res i sono oggi in maggiora nza nel corpo elett orale in una città di 500 00 abiu nti, dei quali ventiseimila sono itali an i. g . d. (In fin e al pr ossimo 111mero). gli com!'! Il'"""''" dell 11•111,nt 11"!1:'bili1à unilaterale : • F nn ., 1i,n1o che du•• il 1irovvi•o •in, Il 1>ru 1rnto S11111110 te ne di norma per fa 1epu1uio ne dcicli atT.rl dì Fiume •. )h l"he ,1 1,a1ti d, un pa!IO b'b leoalt . lu Ji n101t1:1 ino ppu11nab•lmen1e ,\ par. •'17 d, Ilo S1•rnu,, i! qua l.. •uona : • Il prc•enic S:arnt., pu6 venir 1r.u forma10 o ca,nhiuo ,oi lAnt o ,t• in1elli1,:enu con IA 1:oppre• ~ ,cnl:oH • della ci11à th Fiumc , . S ,han t ~ d 0 accordo con la ci11à I il ,ove ,n o pou cbbc cambi 1r lo S111tu10. Il p:1r•11:rafo in pa rola. dello in gan"zf■• fu con•11lcr• 10 IA bu e irrcduc,bile dt-1 di. ritto di Fiurue . tan to o vero che quan do Il 5:0.c , no ne conYenno e 1i te ppe I■ no1i1••• IA citi.\ fu tun■ in (eu,1, cd uposo 111!0 c,aio lumi o bandie re. F a J,. 11'.aianiia cbo il gOYerno ""n Avrebbe manc11to di , i11euo 11110S1111u10 in cui ,i coa1pen .li11no l'•11lo– nomi1, la nai ionalhi ed i dirim di Fiume : e,11 b certr u. a che 1• L"o&heria an c-bbo 111ncenuti I p111I al quali la citi.\ le Ji er• dona ta . t ra la v11'one , ormai, d1 un aneni ro di paco o di 1:o .. 0,0. Nazionàlismo I 1/n cht l' 011. Sn! tllu!rn, chr semb rcrtbbe ne– mico d' og11i forma di rrlorica, hn t•oluto ce– dere nl pregim i1'zio comun r, f chiudendo in Se nni~ In di~rn~sio nr d:•i provvedimmti tri– butan, ha dtch ,arnto di 11011 pota nccrttnrc I l'o rdi ne dr/ giorno d,I sni . llrtto11i circa 1111 prPStito al/1 r.sta o, nvw rtrndo eh' egli di tnli prtst iti 11011 11t /n rtì m:ti, pnchè essi, clt rc :tlla serv ÌtlÌ fin:tnzi:tri:t, po rt :tno come con– seg ucnz-1 an che la serv it ù politi c:J. Ln frau iml ubbiamnltt' rno un nssai bene e sarti t1uoltn con sincr ro compiac imrnto da tutti quei buoni pntriolli du so11 pron ti a mngni_ficnrt·nd ogni istnnle In }!rnndezzn, In potew:,11 e la riahr:,w dr/I' lt nlia, I' s' i11dur– nbbuo d' 1111 trntlo a consùlcrnrln nl livello dr/I' in /imo drgli Stati balcanici, schiavi dei loro ar ditori strnni rri, solo per il fallo che n so/loscrivne tm presrito nazionale i bmtehieri f rancesi, belgi, inglesi r ttdrHh i /oss n o chin– mflli direllttmenft I' 11011 prr il trnmi tr delle loro bnnclu: domicilinu 111'1/n pr nisoln. Noi cnpirl'lnm o rhr l' 011. Sa!tmdrn assl'– gnnsse l' onorr di pngarr Jr sprsr del/' im– prrsa /ibi t11 n chi l'ha voluta, ricorrn ulo per questo (l(/ tl 1t' imp ostn st.rnordinn rin e non al prt'stito, cht nr rivrrsr rebbe il peso Sili no– stri nip oti : ma non comprendinmo n_ffntto qut·stt1 ripugnnnzn nssoluta per il prestito nW rsttro , chr ci stmbrn il frutt o d' un vieto pregiudi zio, t chi' produa soltanto l' ~fletto di soflrarrr i,ig1•11ti cnpit nli nlln produ: iom:, pa– gando ni banchiai nn:,ionnli tm inter esse del -~ o;., per q1ei cnp itali che si potrebbero avere d(l/l' rstrro al 3 1,:! 0,,, so!tnnto. Alla frasr dt!I' 011. Sa/andrn ci srmbrn per– ciò opp ortun o di comr appo ru il ragio namento lucido e srrrnto ron rn i Luigi Ei naud i met– tcvn a nudo r i11co11sis1t•11:,n,ll'gli argomenti, che si affacciano pu dimo strare In superio– rit,ì rronomirn ,· poli1ict1 dei prt·stiti interni sui prrstiti contratti ,,//' tSltr o (1). Dopo t1vrr dim ostrato rin: nessun a r::igione cco nom ic:J. può essere proffcrit:J., la q u:t!c v:1lga a scrollar e 1:-i vcrit?i de l princ ipio : esse re conven ient e e do veroso verso i con– tribu enti contr :J.rr e il p"rcstit o :i.li ' estero ad un rnsso inferiore , piutt ostochè aW int erno .1d int eresse più .1lro; /' Einau di sostiene rhe nnch,· 11tl caso opposlo, quando cioè lo Stato possn nvtrt n/1' intan o tm prestito a migliori condi:io ni rhr nll' eslrro, Ì- srmpr t' co11vr11iot1c co1tlrarrr ,,,, prrs1i10 n brroe scn– dn ,w rhr pr rmttta di app rofittnrl' nl mo– mrnto opportun o dr/I,- varin:io ni del mcr– c~to intrm azio11nlr : 1c bisogna sop ratutt o ev i– t.1re i d anni che :i.Ila colletti, it ?t deriva no d alla creaz ione cli merca ti chiusi in cui il t:1sso dcli' int eresse per i mutu i pubb lici sia pil'1 basso cli quello vige nt e per i mut ui priv:1ti, più b:tsso cli qu a nt o n:11·u ra lmcnt c non sia in ogni luog o per b m:tggior fidu– ci:J. che inspir :J. il deb ilorc cc St:1to n. L' ,uservìm ento allo straniero. Cn ' obbic✓ionc s1 fa ai prestiti esteri, la quale 110 11 ha ancora caratte re politico, ma. puramente \'erba le o •se nti menta le•· Si clice che uno Stato, il qua.le si indebiti "erso capita listi csic ri. si .lsscn·a allo straniero. ;\fa in rc.ilt;\ il rap1x1rlo giuridico d i mutuo non è as--olutamcnh: un rapporto cli scn·aggio, ma di interdipendenza l°L'Ciproca,per cui si ignora quale elci due, cn.'<litorc o debitore, !.ia mag– giormente d1pcnckntc clall' altro. Le discorse orrcnt 1 sullc gavette quotidiane rntorno a.Ila cli: ;gra.da ta condizione elci debitori in con– fron to ai credi tori, d imost ra no solt anto l' anni• fabe ti..,mo dei ganctticr i, i qua li, nella loro beala ignora111a. imm aginano che la delicata fabbrica. elci crechlo moderno sia paragona– bile al rapporto d1 usura tra il piccolo prestatore d i villaggio ccl il povero contadino affamato clella Sardegna o della. Hu~sia. Oggi, la cam– bia le cl' un industriale o cli un commerciante onc:.to e rbpctta to è una merce preziosa che le banche si disputa.no con accanimento. I de• bitori buoni sono ricen1ti con ogni deferenza cd ~equio dai bnnchieri. i <Juali amano con– servare la loro clientela. (1) L. E1~.u ;01, l..n /mnn:11 dr/111 J;Ht1, a "d,Jh "Ì" " ,116Uu!, To1ino, S. T. 1-:. S., 1914, P•I:· !!2j·'1J;. e Gino Bianco finanziario. Connettere l' idea del urt•llggio al fotto del prestito este ro sign ifica. suppor re che tutti gli Stati sia.no catt ivi debi tori, e come tali deb– ba no essere maltrattali e asse rviti da i prc.~fa– tori di da naro. ;\la in rc:tWl vi son degli Stati. che sono buoni clchitori cd al tri che sono cat– tiv i: eia ques ti i cap italisti str a nieri richiede– ran no ga.·anzie umilianti ; mentre ai primi sono semp re disposti a fare ogn i sor ta cli age– \'Oleae, senza richiedere altra garanz ia all' in– fuori della parola data. li pericolo del ser– vagg io non sta nel fotto di contrar re il pre– :;tito ali' estero; nta nell'e vent uale mal go– verno interno. I v.i,nl.iggi del preslili all' estero. ;\ ò si elica che il w lo fait o di contrarre il debito al!' estero è indice d i cattiva silua zione eco nomica o finam iaria interna. Al cont rario esso ò di solito un indi ce della rigogliosa espan– sione dei paes i nuovi o eia poco assurt i a nuova vita industriale, i q uali abb it;ognano. per pro– grer\irc, del concorso ciel capitale t,trani cro, essendo insufficiente il cap itnle na;,ionale . Alla stregua di coloro che si impressionano delle parole e non badan o a lla sostan;,a delle cose, il Canadà e gli Stat i Uniti . l' Indi a e l'Au– !ìtmlia, il Giappone e la Cina , il Brasile e l'Ar– gcmma, la Hussia e L' Egitto don cbbero es– sere paesi deca denti od asse rv iti, solo perchò si fecero impr esta re mi!iarcli dai ca pitali sti di Londra e cli Pa rigi : ment re in re.,ltà l'a fflusso di capital e stra niero ha giovat o a farli JX>ten – tementc avanzare sulla via riel progresso. Nè, in via n9rmal e, v· è da terncro che lo Sta to debit ore, contra.endo il presti to ali' e– stero , cada sott o I' egemonia finanziari a e po– liiica dello Stat o cnxlitore. P oichè al contrari o, il debi to estero, essendo sta to contratt o a pii1 mil i cond izioni che al! ' int erno, consente cli ripartire un' impo:,ta - inte ressi minori, e: rnv ratutto 11,111 dep:tupcra il paese del suo cap itale disponibile. n nuovo risp:1rmio interno. inv eo, di inve – :;ti~i in titoli cli debito pubblico, cercherà. al– tri investimenti interni pii.1 fru tti feri, agricoli, ~ommercia li cd industr iali, contribu endo così nll ' :u11ncnto della ricchcna naziona le, a.Ila for– mazione d i nuovo e pii1 abbonda nte rispanni o, 11 qual e farà sce ndere a nche ali · interno il tass o dcli' int eresse per i vnlvri pubblici, rcn• dendo conveniente il rimpa trio dei tit oli d i debit o pubblico, prima a lienat i :i.li ' estero. Si potrebbe obbiellarc - osserva II questo pu nto l' E., cl,e se ,I rispar mio M W1l"lle della 11azio11e è i11s11fjicir11tc rispello lli suoi b1sog11i per imprese pubblicl,c e per 111,oui i11veslimc11ti privati ed è perc.d ntccssm•io ricorn re, per 1111a par te almeno, al credito dei COl)italisli stra– nieri, q11esto potrebbe esse,· f allo con 11g11ali uau• faggi e scnw pericoli di da111i polilici e morali dai pl'itJati piulloslochè dallo Stato. M a la pratic11dimostra che lo Stllto deve sem• prc cnnsidcr,1rs1, anclte i11 co11dizioni 11or111ali , come 1111 creditore prit •llcgilllo, il quale lrovll cre– dito ancl,c 11/f interno a conditioni più Jm·ore– l'0li d1 qualunque prit•fllo; cd il suo t•n11/aggioè tanto più srnsibde di fronte ll cnpilalisll esteri, i quali pos.<:0110 Jacilmenle conoscere le comli– ::ioni di solt•ibi/il/l e le gar,mzie o/fate dallo Slalo amlr(lcn/e, mr11lre thff,d,mo delle impreu prwate 111 paes, poco conosciuti e retti da una /egislfl~ioue dir non è quella del crrdtlore. E ' t/1111- que di gran fonga preferibile lasciare alle im– prese prit•alt le, parte maggiore del credito i11- hmo, 111e11trr lo Stato può ricorrere ali' estero in co11di::io11i pilÌ 1•a11/aggiosc. Le difficoltà politiche. Vi è però contro i pres iiti contratti nll' estero un· obbie;,ione di caratte re polit ico di cui si de,·e tener conto: la C(Jl 1 Sirlcra;,ione cioè che non tutti i capita!h,,ti C!.leri, nel presta re a.cl uno Stato straniero i loro capita.li , obbediscono semp re a soli moventi econom ici. 1 pac.<-i forni,_ori di capitali a.Ile altre na– zioni si di\'iclono però in due categorie. nella prima cfclle qual i, a cui appartengono I' In– ghilterra, la. Sviuem, il Belgio e l'Olanda, il c:1pitale è quasi perfettamente neutro o apo• litico. Sul mercato di Londra, i prestit i si 555 fanno quasi csclusi'"amcnte in base a conside– razioni econo miche, preferendo I' un debitore ali' altro solo perc hò offre, a pariià cli s1c11- rezza, un interesse più a lto. In Fr anc ia invece sono stretti i lega.mi tra la politica e la fina nza; ness un tito lo stra– niero può essere ammesso alle quotazioni cli borsa senza il conse nso elci Gove rno e princi – palmente del minis tero deg li esteri ; i ban – chieri. inna nzi di assumere un prest ito in Stat i stran ieri. ch iedo no i! gradimento del loro Go– ver;10; e i governan ti concedono le quota – zioni di l:x>n;a per i prestiti cli Stati .:unici o indifferenti ; le negano per i prc<.tiii di Sta.ti contra ri o nemici. La tendenzn nazionali.sta. che vuol dare un indir izzo politico ali' impiego elci capita li fran• ccsi a ll'es tero e vuol limitarne l'esportazione , ha· un successo soltanto parziale, pcrc hè i ca– pitali francesi, i quali in appa rcn;,.a non osano anela re in Germania, vi acco rrono ugualmente , fratt i dal piì1 a lto interesse , sott o veste !.viz– zcra o belga. l'Ila JX>ichè la tende nza esiste, è evidente che, a parità di tasso d'in teresse, è preferib ile emett ere un presti to 5,u 1111 mercato finan ziar io puram ente economico, com'è quello inglese, piut tostochò su un merca to politico del ti po fran cese. E può an che da rsi che sia pi\1 con– veniente mutu ar denar o a Lond ra al 3 Vi piut– tos tochè a Parigi al 3 ~<>• qu:rndo questa dif– ferenza in meno si voglia farla paga re con ob- i blighi di riconoscenza o di alleanza. o con qua lunqu e rc...tri zionc alla libcrt.'l. polit ica ciel paese debit ore . ) fa ali' infu ori di qu esta limi tazione di ca – ratt ere polit ico, resta. indisc us.;;o il principio che ò sempre conveniente nel 11110 St-:1to ricor – rere per i suoi presti H all·estero, quand o il tasso cieli" interesse ~ia ivi inferiore che a.l– i' interno. Lu 1<; 1 E1:'\'Auo1. I post elegrafici di Li v orno si agi tano perchè il l\'lini stcro d iminn iscc loro il lavoro ::;tra.ordi nar io, 1 ° t.rn <sfcrendo a L i– vor no piì1 impiegati che non sicno necessar i ; 2 o lim itand o i congedi, essC'ndo i fondi pre– visti prc~oc hè esa urit i. E a nome elci pos te– legrafici I' avv. Dello Strolog:o, memb ro della Dir ezione del Part ito radicale, ha telegrafa lo a l :\linistro de lle Poste affmc hf) sia riprist inato il servi;,-io straordi na rio. Cosi legg iamo su un giornale livornese. E non abbiamo nu lla da ridir e sulla protesta che fanno gl' imp iega ti cont ro i trasfe rim en ti a Livorno cl' impiegati supe rflui, che tolgono il la\"oro straordin ario a i collegh i e no n ne tro– vano essi stessi. Questa protesta è un indice caratt eristico cli quel che si potr ebbe fare in pa recchie a mmi nistra;,io ni per ave re 1111 mi– nor numero d' impicgnt i, facendo li la\"Orare di pili e pag and oli meglio. l\la quel che non ricscinmo a com prendere è la prote5ta cont ro la limitnzionc dei congedi, non pcrchè quest i conged i sieno ingiustame nt e negati, ma perchè i mancnti cons:ed i dimi– nu iscono i proventi elci lavoro straordinario di chi non è congeda to. Il Go,·erno non ha ne,snn obbligo dì crea re il ):J.\"Oro straordinario nnche c1uando non cc n' ò bisogno, mandando in congedo per turno i s.uoi impicg.>t i, e pagando per il lavoro che do,· rC'bhero fare i congeda.ti , i loro colleghi che li sostitu iscono col lavoro ~traord inario . I La. dc lihcra zione dcgl' impiegati cli Livo rno è un do~111_ne~1to ca1:attcrist i_c~ <~ella_ mc1~1alit:~ cli mol11~F.1m1fra I pubblici 11np1cgall, pe1 qu:t li il Governo non è che 111:1mucca, che deve semp re dar latte, di diritto o cli tra– verso. 11 ma le è che il latte !o dà, non il Gove rn o, ma il povero contribncntc, che non ne ha piÌ.I. E cQn certe forme mentali e con gli abusi C"hcne deriva.no bisogna farla finita una buona volta. Le Scuol e dell' Agro Rom ano RE LAZIONE 1909-1913 con Appendice au Le Scuole ntl 1914. Eleganl e fascicolo di 94 pag. ~ n 40 illustratl onl. Per accordi presi col Comitato possiamo dar 'o agli abbonati dell'Unità hw tce che a L. 2 a L. J 25.

RkJQdWJsaXNoZXIy