L'Unità - anno II - n.39 - 26 settembre 1913

380 gisla ti va, che si fonda specialmente sulla ret ta e sincera divi sione dei poteri. L'assenza democratica. Come si comporta di fronte a tale que– stione la. democrazia it aliana ? li partito socialista se ne disintere ssa : anzi, fu proprio I' on. Turati a difendere alla Camera la tesi della eleggibilità del Cor radini! li partito radica le è tutto occupa to a ban– dire la sua nuova formula « col governo malgrado il governo • : è mini steri ale, si dichiara ministeriale 1 si offende al pensiero che si possa non crederlo ministeriale (1). E a ~libn o, per questo, corsero pugni e d~! - Gli è che il part ito, il grande partito ra– dicale, crede ali' immin ente ritiro dcli' on. Giolitti, e si prepara ad •acce ttarn e» la successione; anzi secondo le • voci che cor– rono• il teorico del radic:1lismo, l' ex Iibe– risrn on. Nitti, stare bbe preparan do i mo – nopoli dello zucche ro, del petr olio e forse qu ello degli spiriti. In tali condizion i è davvero ingenuo do– mandare cos.i pe nsino i r.iclic.ili de i tr :ntari di commer cio, dcli' organizzazione colon iale o delle incompatibi lità pa rlamentari. « Chi certa le farfalle sotto l' arco di Tit o?"· Degli altri p:init i non mette conto oc– cuparsi. La preoccupazione elettor ale, la speranza della successio ne fatta abi lmente intravedere dail' on. Giolitti, atten ua o sop– prim e ogni velleità di oppos izione. Son pas– sa ti quei tempi quando l' on. De Pr etis, per n6n perd ere l' abit udin e, votava financo contro i bilan ci! Qu esto tri ste spettaco lo offerto dai pa r– ti ti della democrazia ci indurrebb e al pes– simismo , se non vedessimo il lent o ma si– curo e conti nuo org:rnizzars i di giov:mi ene r– gie, che hanno fede e sa lda volontà di la– voro . E se que ste giovan i forze non per– mett era nno l' errore di dimenti care che il retto funzionam ento degli istituti politici è il presupposto indi spen sabi le delle riforme economiche e soc iali, potremo presto con– sider :1rc supcr:na l'odierna crisi della de– mocrazia . Guglie lmo Zagari. P.S. - Mentre correggo le bozze mi giunge il manife sto reda tt o dall' on. Alessio in nome della Dire zione Centrale del Partito R adic:ilc. Sono accolte molte delle soluzioni che noi eta tempo, sull' u,,ità e sul Pt11- .sicro Rndicalr andiamo propugnando : de– centramento , orga nizzaz ione autonoma della Libia, rinn ovazione in se nso liberista dei tr .:nt :11i di commercio ccc. ecc. Si tratta, d ice la // ila, dcli' enumeraz ione degli att i più urgcm,· da compiere. Non s:appiamo però dimenti care che da dic ci anni dccentr :i'mcnt o, liberi smo, ri– forme economic he e politi che forma no la falsa riga di ogni programma radi cale. Que– sti di cci ann i ci danno il diritto di essere incredu li e diffidenti. POSTILLA E no11 sappit1mo neauche dime11ticare che iu que/1' i11fi11ito f>olptlto11e,che il Partito Radi– cale J,a scodellalo c;omc suo programma, le ri– f orme smldette fa11no t1ssoilllt1me11le a pugni um le lenden:e imperialis te della politica eslera e 1,ll/1/are ,le/ ratbcalismo 1dtii,l{I. moda. Demo– crfl tit i e imperialismo so,io tcrmi,ii inconcilia– bili. E 1· radic;ali volendo dare m, c;olpoal u rc;J,io e 11110alle, bolle dimostra,ro solo di 110n volere far d altro elle co11ti11uarc 11ua poli tica di equi– voco e di tquil,brismo, cl,e aggrava,ulo l'Italia 11el/ostesso tempo c;oglioueri delt' imper ialismo e con quelli della democrazia, servirebbe solo ad assic;urarci tutti i da,mi e 11essu,10 dei van– taggi delle due poli tiche e a coudurre a, 1111ara– pida rovma economica il paese. L'UNIT A. (1) 11 signor lett ore non faccia segn i d' in– c_rcdulità. Cerchi la Cune i/a del Popolo di To– nn o (n. 198) e legga J' int ervis ta concessa dal Segretari o Politico della Direz ione Cent.ralc del Parti te., Rad icale Italiano : Ercole Mosti do, ·e é eletto : • uon vi so110 de ca11didali fa – vorevol! al mi11istero •· L'UNITÀ II regime doganale della Libia. Il. - Lo zucchero in Libia. Poche settiman e dopo essere nsceso al )fi– nistcr o delle Colonie, I' on. Bert olini applicò col R . D. 31 dicembre 1912 agli zuccheri im– portati in Libia il da zio cli L. 15 al qu intale , in aggiunta a quello del 4 °~ ad va/orem, che paga vano al temp o della .... barbarie tu rca. I. - L'esempio dt lla Fran:ia. In mat er ia di regime doganale da applicarsi alle colonie, che dipendono dal potere legi– slativo della 1'.ladrc patria e che sono sopra– tutt o un mercato di cons umo di prodott i in– dustriali , si ha nno du e prin cipali tipi ben di– stint i. . . ' L ' uno ò dato dalle colonie, il cui com mercio viene monopoliznt o dalle ma.drepat rie a mezzo di dazi doganali, che escludono o mett ono in condizione di inferiorità la concorrenza degli altri paesi commercian ti. Con questo regim e le popo lazioni delle colonie subiscono tutti i danni del protezionismo, che rincara il costo della vita . L'altro è datu dalle colonie, a cui è appli– cato il regime del libero scambio, ossia della porta aperlll, che · lascia libera l'entrata sul piede cl' eguaglian za a tutti i paesi concor– renti . In queste colonie le popolazioni frui– scono dc.i benefici di~111.:l politica liberi sta, che ridu ce il costo della esistenza . Le colonie inglesi godono cli questo secondo regime, che già impera va nella madrepatria e che è stat o natura lment e esteso alle co– lonie. La Fran cia, seguendo la stessa na-turale ten– denza di este ndere alle colonie i principii che regolano la sua politi ca commerciale, ha ap– plicato alle sue colonie il regime protettivo. Questa almeno é la regola stabil ita nel 1892 verso il gruppo notevole cli colonie che si chia– man o assimilate, appunto perchè ad esso si é esteso il regime dogana le della madrepatria, con varianti cli secondaria importanza. Se non che, per vari e ragioni - tra cui la esistenza cli trattat i int ernaziona li, che gare n– tiscono il principio della porla aperta; ovve ro la vicinanza di colonie inglesi a regime libero– scambis ta che rendeva praticamente iOcffi– cace (a causa del contra bbando) il regime re– st ritti vo della limitrofa colonia francese - é avvenuto che, accanto alle colonie assimilale, la Francia possiede un gruppo anch'esso no– tevol~ di colonie, a cui ha dovuto applicare o il regime assoluto della libert à commerciale, ovvero un regime che accorda alle importa– zioni francesi una moderata preferenza doga– nale , che non ccslude praticamente la con– correnza cli terzi pa.csi. I protezi onisti e i polilicanti italiani, anche quando non sono tutt ' uno, per ragion d' in– teres se e di cultura, propong ono d ' imitar la !~rancia, e quindi di estend ere senza altro alla Libia il nostro at tual e regime protettivo. Val la pena , senza. uscire dalla Fran cia, di vedere qua li sono stat i gli effetti della poli– tic.."l restrittiva e della politica liberal e rispet – tivam ente sui due gruppi di colonie che li ha1110sper imentati . Ho sott'occhio due studi sulla politi ca co– loniale francese app:'lrsi, l' uno sulla Re-.,ue polilique et pllrlamenlair e del novem bre 1912e l'altro sulla Revue des Scicuces politiq ues del set– tembr e 1912 ; do,·uto il primo a un M. E. Fallol che si firma Il ncien chef du Servicc dii Com– merce et de I' lmm igralio,i d Trmis e che dà alla quest ione il contribu to prezioso della sua lunga espe rienza; do\"uto il secondo ad un M. Pierre Plgard, che non so chi sia, e che probabihnenle ha anche lui il pregio cli non essere un dottrina rio, sibbcne un uomo pra– tico! A ogni modo si tra tt a di cifre. Confront and o anzitutto fra loro il periodo pr eceden te e <1uello susseg uent e al 1892, nel gruppo delle colonie che rurono assoggettat e al regime protett ivo appunto nel 1892, si ha che nel quindicennio precedente il loro com– mercio esteriore fu in media di 200 milioni annui, e che sul quindi cennio seguente di– scese alla media annua di 172 mili oni : una diminuzione di 28 milioni ali' anno. zioni francesi, risulta che esse sono aumentate dal 1892 al 1910 del 6o per cento nelle colonie assimilale e elci 75 per cento nelle altr e: cioé, sono cresci ute meno dove le merci franccs erano pii1 protette contr o la concorrenza mon– diale; e sono cresciut e cli pii1 dove, inv ece, esse sono in concorre nza con l' Jngh iltcrra, con la Ccrmnni a e con gli altri p.. 1.csi espor– tat ori. Tutti i giornali tripolini trovar ono che l'ono– revole Bert olini aveva fatto bene. Era vero che l' imJ>OSizione colpiva gli zuccltcri di qua l– siasi provenien za, compr esi gli zuccl1cri ex– svizzeri ed, ora italiani dcli' on. l\laraini. Ma Jl fatto viene conco1dcmcnte spiegato cosl: - che il protezionismo rincara la vita , impo – verisce la colonia e scema la genera le capa – cità di cons umo della popolazione di modo che cresce l'im portazio ne francese solta nto delle coto>1ale f>Ot•ere, che sono un consumo necessario, ma scema I' importazione fran cese degli altr i art icoli più ricchi. lnvc.-ce nelle colonie a libero scambio cresce la prospe rità genera le e la capaci tà di con– sumo , e c1uindi cresce l' importazion e non solo del cotone, ma di molti ar ticoli di lusso ; e il commercio francese nel tot ale ne guadag na pur lasciando posto alla importazione di terzi paes i. • L'aum ento delle importazi oni fran cesi _ • scrive il Sig. Fallot - si limit a quasi alle e cotonate che sono un consumo necessario • e generale. Ma quel risult ato é ott enut o a • spese della prosperità genera le del paese e • della importazi one francese di articoli di , lusso•· Che poi la tariffa ciel 189 2 abbia impo,·e– rite le colonie assimilate, é n1csso in evidenza da ·un interessant e paralle lo tra la diminu– zione del loro commercio esterno , che già si é visto, e •Ja diminu zione delle entrate pub– bliche, dovuta alla diminuzi one della ricchezza privata. Trascrivo dall'artico lo del Sig. P. Pégard. In 20 ann i, 'dal 1897 al 1907, il commer cio genera le della Riuni one ò disceso da 32.350.886 lire a 28.467.879 quello cli Saint -Pierrc et 1\'liquelon da 3 1.976.000 a 12.287 .000 ; que llo della Guada.lupa da 42.746.000 a 29.694.000; q uello della Martinica da 44.320.000 a 3 4 mi– lioni e 937.000. E contemporaneamente le entrate pubbli– che intern e della Riuni one scendo no da 5 mi- - lioni 877.000 a 4.887.000; quelle della Gua– dalupa da 6.300.000 a 4.000.000; quelle della l\lartin ica da 5.6oo.ooo a 4.850.000. L'Indocina che é pur e sogget ta al regime protettivo _oppone una certa resistenza, ma trattasi di una colonia con una popolazione di 16 milioni - non più povera come le altre; nondimeno le sue entrate pubbli che sono cre– sciute nel ventenni o, da 58 a 103 milioni; - piccolo aumento se si confronta con l'Africa occident ale soggetta al regime della porta aper ta, dove le entrat e pubb liche sono salite nello stesso periodo, da 10.500.000 a 5 1.800.000 . Concludo la esposizione delle cifre con le par ole pronunzi ate dal Presidente cl~l Consi– glio Caillaux in difesa. dcli' accordo pcl l\fa.– r occo e della clausola della porta aper ta : • li dominio politico porta semp re con sé • per la forza delle cose, la pre1>0nderanza eco.' • nomica.... Bisogna persuadersi che si do- • vr:\ rinu nziare ai metodi proibit ivi che han e finora legale le colonie alle madr epat ria, ·• escludendole dal commercio e dalla concor- • rcnza int ernaz iona le.... Quando si mette in • valore un paese nuo vo non bisogna sopraca- • ric..1.rlo di pesi eccessivi, nel suo inter esse • e in quello stesso della madr epatria, che deve • cercare di accrescere il potere di consumo • delle colonie. Jn Fran cia é già ali' ord ine ciel giorno la ri– forma del regime doganal e coloniale inaugu– rat o nel 1892 , cli cui si ò fatto cosi di sastro so· esperimento. Jn Itali a siamo in tempo di utiliz zare l' al– tru i esperienza, per evitare l'errore e per cominciare dal punto, al qua le 1a Fran cia deve ora ritornar e se vuole ripre ndere la buona rotta. • fra i prod utto ri italiani - spiegav a giudi- • ziosa.mcnt-e il Corriere della Sera - potr ebbe • esservi, in un avven ire prossimo, J' eventua- 1. lità cli una diminuzio ne. E si sa rebbe tenuta • ora alta la misura del dazio, appunto per • avere un margine, che consenta la climinu- • zione accennata a benefizio della produzione • nazionale •· Le belle spe ran ze del Corrit re della Sera e dcli' on. È. Maraini erano, però, destinate a durar poco. Ben prcslo I' on Dert olini emanò una circolare telegrafica, di cui nes– sun giornale lrn parlato mai, per sos pendere fino a nuov' ordine, ciOO, senza -eufemismi, per revocare il daz io. Che cosa era successo ? Ce lo spiega la Tr ibu,ur : • Venuta la pace, gli arabi cicli' in terno, • dissa nguati da pili cli un anno di guerra , • ridotti alla pii1 assolut a necessità dei generi • di maggiore impo rtanza, \"Cllnero a Tripoli • addirittura a stormi, e comprarono molto, • e si rifornir ono di tutto c1uello, di cui un • ann o di segregazione dal mondo civi le li • aveva pr ivati. Allet tati dag li enor mi gua- • dagni , i negozianti cominciaro no a fare or- • dina zioni di cotoni, cli farina, di semola, di • zucchero ccc. ccc. Ma cli colpo, una ventina • di giorni fa (nei primi di febbraio) questa • affiuenza cli arabi è terminata: la vendita • per conseg uenza si è del tutlo arrestata: • tutt i i commerc ianti non fanno che implo .• rar e le case fornitrici perché cessino dallo • sped ire nuove merci : insomma é com inciata • la crisi che ora si trova nel suo pieno svi- 1 luppo. • Qual' é la causa di qu esto repentino ar re- • sto dcli' affiuenza araba in città? ·• In vista di questo straord inario smerc io • di generi, si è pensat o, per effettuare un mag - • giorc guadagno, di aumentare i dazi delle • merci qui esportat e. Ad esempio, lo zucehero • è_aumet1lalo ;,, dazio tli quiHtlici /ir, per ogni •ce nto chili. IL GOVERNO TUNI SINO, avuto sen– i tore cli questo fatt o, NON SOLO NON LO IIA • AU)IESTATO )IA IIA TOLTO COMPLETAMENTE • IL DAZIO Al SUO I ZUCC IIERI E Al.LE SUE FA- • RINE: e chi conosce gli arabi, e chi sa di • conseguenza come costoro, pur di guada– « gnar dicci centesimi, non si peritane di fare • cinqua nta chilometri, si spiega subito per- • chò il commercio trip olino si sia arresta to • e pcrcJ1ò ora, come ci dicono, sia elci massimo e fiorire quello di Ben-Ca rdane ~ cli l\Jidfnine • alla fronti era dcll:l Tuni sia• · U fatt o è st at o utilizzato, naturalmente dal giorn ale di Holan clo Ricci per coltivare la francofobia elci suoi buoni lettori e per pro– clamare che era • quella la prima di quel le int erminabil e serie cli battag lie comme rciali, che sara nno combattut e tra I' Italia e la Fran– cia per la conqui sta economica dcli' interno•· Ma, subit o dopo aver arrecato c1uesto utile cont ributo alla politica nava le dcli' on. Bct – tolo e della Terni, la Tribum, non ha man– cato di spiegare che • un solo mezzo c'è per att irare gli arabi , : facìlitt1r loro il c;omm ercio in tutto e per lullo, aprir loro tutt e le porle, appia,,ar e lullo le tlifficollà. , Se inve ce, gli arabi sono eia noi si>avcntati, se in noi essi impa.rano a riconosce re degli affamati di gua– dagno, essi ci abb andonerann o, e le nostre carova niere non avranno pili l' impronta di un piede di cammell o•· In vece il comme rcio delle colonie soggette al regime della porta aperta, come sarebbe l".\f rica occiclcntalc, é cresciut o da 66 mi– lioni annui nel c1uindiccnnio preced ente al 18g2 a 278 milior.i annui nel quindi cennio seguente. Se si vuol tener conto delle sole importa- A ogni modo i nostri governanti , pur con– ~rnanclo a fare la politica imitativa hanno almeno oggi due originali fran cesi tra cui sce– gliere: .\/ 1/ine e Call/awr ! Alla buon'ora I L'esperienza dello zucchero non poteva venire più a proposito a dimo– strare ciò che dal prin cipio dcli ' imp resa tri – polina and iamo sostenendo noi, ant ipro te– zionisti: che ciOO intr odurre in Libia il pro– tezionismo, che già schiaccia I' Italia, sarebbe impcclirc alla Libia anche quel meschi no svi– luppo econom ico, di,cui in alcuni luogh i meno disgraziati, sarebbe naturalmente capace . A . DI~ VITI DE :\I ARCO . liote a Gino Bianco

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