L'Unità - anno II - n.30 - 25 luglio 1913

. IL CAMBIO li camb io è salito a 2,So0/ 0. Ecco il fatto si• curo senza fr,m~e ; ma poichè dispiace, si è cer– cato di velarlo coi sofismi. S i è pr-incipi:110 col dividere in du e qu est o to– tale . Si è detto : una parte, cioè circa 0,50, fi. gura per le spese che ci sarebbero per espor– tare da l paese 1~oro, a Questa si C:: dato il nome di cam bio; il rima nente, d oè 2,30 u/ 0 , figura l'ag– gio. Ed è di q uesta J>arte solo che ci si dà pensino p er giudicare la pr ese nte sit uazione finanzi:1ria ; quas iÌ:hC col mutare nome alle cose se ne mutasse pu re la sostanza. Poscia si sono faue disquisizioni senza fine su c1uesto benedetto agg io, che finisce per ap– parir e pili misterioso de lla sant iss i111a Tr inità. T utto ciò non sia. P er conosce re la d ifferenza di prt>Z70 tra la mcneta che circola in lt:tlia e la monet.1es ter{I, non c'è da divu lcre ques to totale di 2,8o ¼ nè in rlue nè in più "a rti; è proprio di 2,8o °lo che il prezzo dd la moneta a Romn t inferiore a quello della moneta di Par igi. Qud 0,50, che sono egua li a ciò che tlices i il punto dell' or o, figuran o solo il limite oltre il quale non po– trebbe sali re la differenza di prezzo , che ora è giunta a 2,8o ¾ , se nza che si espor tasse oro dall' Italia.... se ce ne fosse. Notiam o di sfug– gita che è ~lqua uto ridicolo discorr ere di punt o dell'oro in un pae se in cm non circola nè poco n~ punt o oro. li punt o del! ' oro non lrn che vedere niente colta diffe renza di prezzo de lla moneta nazio· nale e della estera. Chi se ne vuole meglio per– suade re ha da bad are che se do man i crescessé il costo di trasporto dell'oro, cr escerebbe pure di tanto il pun to dell'oro; mentre è pu re ev i– dente ch e la difterenza di pr ezzo tra 1:i moneta rrazionale e la estera, non può dipendere da que sto costo di tr asporto. S eguitiamo dunqu e a chiamare cambio, come fann o i prat ici, qu esta diflerenza che è ora di 2,Bo ¼ ; e chi vuole porci un :1ltro nome, si ser – va pure libera mente, che tanto le cose rimar– ra nno le stesse . Il.Gove rno, per la guerra di Libia e per al– tre spese, ha avuto bisogno d i un'i ngente som· ma . Poteva c-hiederla al risparmio del paese, o con trarre un impre sti to all'estero. Ha preferi to la prima via , caricando e sovracari cando le Ban– che e le Casse di ris parmi o dei suoi Buoni del tesoro. lo non voglio qui dare giudizio alcun o su qu esto modo di opernr e; ricerc o solo le re• )azioni che ha col cambi o. Questo non sarebbe sa lito, almeno per orn, se si fosse contratt o un impres tito aWestero; del pari non sarebbe sa. lito se gli istitu ti di credito, mentr e imJ>iega• vano le loro dispon ibili tà in Buoni del tes oro, av essero provved uto a procur arse ne altre, al– zando il saggio dello sconto. La Banca d' Inghilterra, quando scemano le sue riserve, alza lo sconto. Ornma i questa è ri– conosciuta la sola via ellìcnce per ricostituirl e e per fai' turnare favorevole il cam bio che si dimostra contrario, o alm eno pe r farlo scemare. Invece il Govern o italia no sti ma op1>ortu 110 ..li non lascia re alzare tr oppo lo sconto della Banca nazionale . Può darsi che abb ia fatt o bene ; ripeto c-he q ui non gmd ico, narr o solo. Ma intanto è seguito ciò che facilmen te si poteva prevedere perché infiniti s.ono i casi simili già osse n •ati in Italia, ali' estero, dapper tutto ; cioè il cambio è salito. Se non ci fosse stato il cors o forzoso, se ci fosse stato oro in circo lazione nel paese, non avrebbe potuto snlire olt re a 0.50 circa ; ma n– cando queste du e circoslanz e, è sa lito sino a 2,So ¾ e più potrà salire in av venire. Non c'è nessun mistero in tutto ciò. Sta benissimo che il camb io dipende da llo stato di debit o e d 1 cred ito di un paese col– l'es tero ; ma questo stato Stesso di1>ende dalla quan tilà di risparmio tlel paese . Pe r esemp io, In Francia è una gr ~rnde produttri ce di rispar – mio, quindi µuò prestare largamente ngli altri paesi, q uind i ha generalmente un cam bio favo– revole, quin di può mantenere un basso saggio d i s,·onto, che oggi è il pili basso1..li Eur opa . Alt' incontro l' Ita lia produce poco rispa rm io; e di ques to poco ha stimnto be ne adoperare ora part e notevo le in usi economicame nte im• produtt i\'i; dunqu e l'u so di quanto rimaneva a dispos izione degli usi economici doveva cresce– re di prezzo ; ciò non si è voluto, ed allora è il cambi o che è cresciu to. Il Governo non ha voluto lascia re troppo cre– s cere lo sconto, perd i~ il dis:1gio che ne avre b– bero avu to industrie e commerci, av reb be fatto palese a tutti le conseg uenze della sua politica ; ha p referi to lasciar e cresu re il cambio, perch è è fenomeno che meno .si av ,•ert e, e perchè cosi ~>iù facilmente si celan o le cagioni del fatt o. (Oall' /ui!Jiatiz:a). VILl- ' REDO P ,\ RETO . Abbonam ento speciale: per una serie di :numeri successivi: dieci centesimi per ogni num ero. L' UNI TÀ Imposta edilizia e agglom era zioni urba ne.°) U o'1 og lu1tl : la Illegale. " 11 Nitti, documentando le disuguaglia nze che esi stono fra Nord e Su d nell'im pos ta fabb ricati, ha determinata la causa fonda mentale de lle spe– requaz ioni nel fatto che A l' impos ta fabb ri– cuti colpisce piit asp ramente le reg ioni in cui l'.:igglomeramento demogra fico è maggiore n. • Popolazione agg lomerata - aggiu r1ge il Nitti - vuol dire popolazione povera, pri va di ri– sorse, tormentata dalla malari a. E app unto per– ciò paga più ~1sp ram ente l'i mpos ta • · È veris– rissimo : ;,, f allo av\'Ìene proprio cosi : ma è erroneo ehe ciò (come il testo del Nitti, La ric– che:::cad 'ltalia , p. 132, potrebbe far suppor re) sia consegnenu delle vigenti d isposizioni di legge . La legge non dice già che le · ab itazioni rurali debb ano paga re l' imposta fabb ricati se raggrup~ pale ;,, c,11/ro u,iico, e che debb:.mo anda re e– senti dati' imposta medesima se sparse pei campi . Essa dice che le case , che ham,o i ca– ratltri della ruraliti, 1 sono, di dirillo, tsmt i da tassa, dovunque sitno silualt . Ques to principio, a prop osito della app lica• zione della legge sul Mezzogiorn o è stato ora mai, per le dichiarazioni d~gli stess i uf– fici fiscali, asslld ato e fermato. Del res to l'ar– ticolo 2 d ella legg e suddetta confessa che : ,. le costru zioni rufàli sa ranno esenti, o//rtchè dtilla imposta sui fabb ricali, alla q11t1le ai trovassero iodt btlamea te sogg-etlc, anche dalla imposta ter – reni •· La spe req uazi one che lam e11tiamo ~dunq ue è avvenuta contro lo spirit o de lla legge, e contro la volontà del legislat ore; è av venuta un poco per In dinicoltà di separa re, in un centr o abitato, le case rurali da qu elle civili; un poco per l' i– gnoranz a dei proprietari, ignora nza di cui il fisco - consapevole o no - ha profittato. Ma è inter essante porr e in evidenza che, per eliminare la grav issima ingiu stizia, no,, ~co rre alfa /lo ,m a nuova legge. Basterebber o, se ap– plicat e eff ellivame,,le, quelle attu ali. Chiarito questo pu nto, vediamo quali sono state le conseguenze fisca li, in ra p1>orto alla tassa fabbri cati, dell 'agg lomerame nto di popola– zione nelle regioni meridionali. Le regloat a popola:loae ,pan a. È un fatt o nolo che nel Nord e nel Centro d'It alia gra n part e della popolazione t! sparsa per le campag ne - con van taggio immenso per l\ 1gricoltura - mentr e nel Sud la popola– zione è, nella quas i .totalitti, agglomerata in centri più o meno grandi . Le regioni in cui dipp iù la popolazione appa- risct spar sa sono: v,nclo limilia M1rcht Toton a . Umbria Popoln lonc. (2) (migliaia) To11lt Agglom. s,.- 3.73) 1.72; 2 7,10 1.131 1.6o1 1.115 513 '" 2.736 l,SOO I 140 7'3 n• 378 " o68 ~-So• H6J In ques te cinque r~gioni, :1dunq ue, 5 milioni e n:czzo di abitanti, cioè il 50 ¾ de lla po1>ola– zione, sono sparsi per la campagna. T al fatto stesso dim ostra che - almeno nella gran dis – sima magg iora nza, se non pure nellu totali tà - q uei 5 milioni e mezz o d i pers one apparteng ono a famiglie di con tadi ni e piccoli prop rietar i, che s0110 necessari alla coltura degli 81.025 Km 2 di superficie pro du tt irn, comp resa nelle regio ni medesi me. E poic hè- la superficie prod utti va del !\·lezzo– giorno d'It alia~ di Km.' 72.613, consegue che 1>er la cohura delle reg ioni meridionali occor– rer ebbe p ro1>orzionaln,ente una popolmsiont spnrstr di J milioni circa. Invece nelle regioni stesse la popo lazio ne sparsn raggiu nge appena un milio ne e mezzo circa - solo ci~ il 'i°to (ben lung i dal 500/o) de lla popo lazione totale. I res tanti 3 '/ 1 milioni hanno le case nei de– sola ti e me<.chini comu nelli della Basilica ta e de lla Calabria, o nei popo losi cent ri de lle Pu– glie, gli uni e gli alt ri - come vedremo - du– ramente colpiti d~lla tass a edilizia. (1) Vedi UnitJ, ni. 27 Riugno e 11 luglio 121 Mancaodoci i diii rrc,111 d, 11 ultimo u n1imen10 iruorno alla poro l11ione agglomerata t apttll (mcn1re CHIio ~ il loll lc) •l-bumo rirroJ or10 lt ~iftt rro n •i1oOri,, no11lontane dal Ytro. Abbiamo espos to i dati che precedono per le dett e cinque regioni, in quanto esse d:11 Nitti vengono comp rese nel grup po di qu elle ad ■ ag– glome ra,ne nt o minim o" · M a volut amente ab– biamo detto che son quelle le regioni in cui dippiù la popolazione apparisce spar sa. Den altre sono, a nostro avviso, le regioni in cui rlfelli – vamenle la popoh,zione è ancor dippiù spars a, quantu nque ciò a prima vista non se mb ri. S,rn quelle che, _d i fronte ad una maggiore d ensità demografica per Km.', hann o pu re il maggio r numero di piccoli Comuni popo lati da poche centinaia di ab itanti per ciascu no. Le statisti• che non class ificano questi piccoli agglomerati di 200,400, 700 anime tr a la popo lazione spars a; ma è chiaro che in realtà gli abitanti di essi devo no classificarsi in questo tipo di popola– zione. A confe rma di quanto afferm iamo , valgano i dati seg uenti: Vtncio J!mili• M,rche Picmon1c lie uri, Lombardia Popol.ulon , Numno del Com1.1nl ccn1it.& ptr Km . 1 10111, 797 3,s ,,, , .. ,,, 116 ··~~ 226 305 198 1.go6 COI\ popoln. infcr. 1 1000 ab. !97 " l .,. Ognuno scorge come nelle ultime tr e re– gioni la popolazione sia decentra ta al massi mo grado , sebbe ne faccia di mora, anz_ichè in cas e dissemina le pei camp i, in piccoli villagg i qu a– lificati ammini str ativamente per comun i. L' !mpoala net piccoli Comun i. Ora dal ragg rupp amento di tutti i Comuni del regno secondo l'amm ontare assoluto della tassa erariale fabb ricati, e consid erati i Comuni che pagano di mm o, risu lta che : Ui 1659 Comuni che p111:1no mtno di L, 500 di IUH f,bbricati, •p· 1,. rltngono , I Nord IJ59 •1 Sud 112 • 1130Comuniche p1g. da 501 • 1000 • 697 • 2o8 • 1fl8.t 1001 • 2000 • 865 • • 161 • 200 1 a5000 • 9)0 • • 570 1] SJ Dunqu e i 64-54Comu ni d' Italia meno grava ti dalla tassn edil izia appar tengono per il 6o °lo circa al Sett entrione, e per quasi il 2 1 °/. al Mez– zogiorno (pcl resto, 19 ¾, al Centr o ed alle Isole). Calcolando la imposta media, che grava ciascun gru ppo dei Comuni su classific-ati, si ottiene : Comuol drl Nord. Cruppo I. 1ino I L. ~00Carico mfdio L. ]So taJ11 L. 4;,.000 • Il. da 501 a 1000 • 8oo • lii . • 1.500 • • 1.297000 • IV. • 200 1 ~ 5000 • 3.500 • • ).1s5.ooo In compiuto L. 5.586.000 Comuni del Sud, G!'uppo I. !ino • L. 500 C.rico mfdio L, 350 IHY L. 39.000 11. d• 501 1 1000 • ~ 166.000 lii . • 100 1 • 20o0 IV. • 200 1 • 5000 • 1.500 • ._ (ig~.000 • 3.500 • • 1.995.000 In complulO L. 2 895.000 Ed il caric o medio ri sulta : per ogni comunt del Nord di I. 1• so • SuJ • • 2140 I piccoli Com1mi del Sud pag(/110 dunque il 47 •1 0 ;,, più risp,t lo a quelli consimil i del Nord. Ma v'ha ben più. È a ritenere per e rto eh~ i predetti Comu ni, ave nti un carico d'im pos ta fabbrica ti da L. 1 a L. 5000 , siano, tanto a Nord che a S ud, i più piccoli i quelli aven ti cioè la minore popolazio ne regis trata. Orn l'ultimo censimento ci addita :ippunto che nell' lrnlia Se ltentrionale si an novera no 376o Comun i, i quali hanno una popolazio ne d a 100 sino a 4000 abi tant i per ciasc uno, popolazio ne che, asso mm ata, asce nde in tutto a mii. 5.839. Ecc.one la dis trib uzione : Pi,mon 1c Liguria Lomb.rdi1 Vcnf!o Comuni 1365 popolu . I 814 '◄9 l" ,,;<7 2,417 ◄87 1.154 3788 ~ Da c-iò può concludersi che i 3851 Comuni del Nord tassa ti, pe r L. 5,s86 mila cor rispo ndo no ai 1oteca Gino Bianco 343 suesposti 3788, popolati da 5 839 mil a persone, più aItri 63 Comuni della catego ria superiore (con popolazione da 4 a 5 mila) con 300 mila nbi– t:anti circa, ott enendos i in complesso una pop o• lazione di milioni 6.200 che pag a i 5 .milioni e mezzo di tassa. Quindi un carico medio per abi– tant e di lire 0.90. Pel Mezzogio rno continentale il raff ronto non è possi bile che solo ris petto al dato della popolazione, giacchè quivi il nun1cro totale dei Comun i non oltr epassa i 186o. Or a, nel Sud , alla popolaz ione di 6.200 mila abitant i corrispondono N. 1;55 dei più piccoli Comu ni (anzi chè 3851 come al Nor d); e su detta po1>0lazione grav a la tass a (c-alcolata cogli identici critt:ri di cui sopra) di mili oni 8.j93 (anzichè 5.586); ed il cari co medio per abitante, di conseg uenza, non è di I.. o.go , come pel Sett entrio ne, ma cli L. 1.42, cioè Il 57 °lo lo più , I dett:1gti che seg uono mett ono ancor più in ev idenza le stridenti disparità : Comual mfood del : Nord. Sud. pop, lUt-1 -- -– pop. IIJ,.N Pu~. di \migliaia) 11181 (1ni1li■ia) in+ Piemonte 1911 1.s30 Campania 1.93,t 3.217 110 .,. Licuria J6-t 1 to Bu ilic1t• 4] 1 398 6~.,. Lombardi• 2.~3, 1,411 Puglie ~ Calibri, 2.423 3.7o6 51•/· Vcnflo 1.39~ 1.37S Abruui 1.430 1.,71 7 .,. 6.nt S.793 Resta dimostrat o dunque ehe i C,mrnni rural i di Basil icata pagano in media il 65 ¼ in pitì rispetto a qu elli della Liguria ; i Comuni di Pug lia e di Calabr ia il 52 °lo 111 più rispelto alla Lombard ia; il JJO °lo in più quelli della Ca:n– pania rispetto 11 P iemonte. E ricor dato che tratta si, per tutte le regio ni, d ei !)iù piccoli Comuni, le cui popolazioni, nelle ma sse , s i eguag liano, ogni altra illu strazione è super flua. La bassa percentua le degli Abruzz i nulla toglie all'eloquenza dell e cifre, poichè quand'a nche per tale regione I' im1>osta fosse risultata uguale al Veneto, la pariti\ st ess a tra i du e compartim enti suonerebbe nffesa ed in– su lto. Uoa rlpro·va dectalv1. Qu i però è il luogo di ricordare che nnche nei piccoli Comuni del N"ord {Liguria, Lombar• dia ecc.), viv e una parte di quei lavoratori del- 1' industria , l'op~ra de i quali si svolge - lon– tana dai campi - nelle officìne, nei labo ratori, nei commerc i. I picco li Comuni del Sud invece - qu ando non restano dese rti per l'emiµ-razione - sono popolati esclu sivam ente da contadini e da piccoli prop rietari agricoltori ; c1uivi l'im– posta fabbricati è app lio:ata e riscossa non sol• tant o sulle case di abitazione, ma ancora sui .ficuili, s111/1pagliere, s"ll e sia/le, ct111lme ecc. fenomeno c1uesto sconosciulo nd Nord . Qui è a ricordar e che nel Sud sono tass ate come case delle capann e, le cui pareti consistono in vir– gulti intreccia ti su 1>ali, con arriccintur:. este• riore di creta I E devesi riflett ere, per appr ezzare convenien– temente i risultati che offrono i cflnfronti stati – stici, che qu f!sti non poss ono r is1>ecchiare in tutto e per tutto la realtà delle cose. Coi dati espos ti in prece denza , ad esempio , si è in sos tanza provato che i più piccoli Co- 111,mi del Nord ttssor bono una popo lazione di 6 milioni e pagano l' imposta erar iale d i L. 5 mi– lioni e mezzo, mentre i più piccoli Co111111i del Su d, che asso rbono una ug uale popo la,!ione, pa– gano il 57 ¾ in più. Le esi genze del rnffro nto han richies to di escl udere i gran di, J>OJ>O· losi Comuni meridio nali, tassati con oltre 50 mila lire d i impos ta pri ncipale . Ma quan ti con• tadini non popo lano comu ni come Andrin , Co– rato, Ruvo, T erlizzi, Cerig nola, Sansevero ecc. ecc. e pagano anzi una tassa tanto più ele– vata q uanto maggio re si suol presumere il red – dito loca tizio per i più important i centr i ?! La riprov a delle conclusioni, cui siamo perve– nuti, anzi la spi.-:gazione di esse , ci viene an• cora da altra fonte. Nell'Amma rio slalislico del 19 11 - a pag. 16 - s i leggo no le notizie dei risulta ti del c<'nsi– mcnto del 1901 in rapporto ai proprietari di terreni e di fabbric.:ti. In qu ell'unno risultavano per tutta I' lt ~tli;.1. N. 3 milioni circa di propr ietari di cnsc, e gli articoli de i ruoli fobbri cati ciel 1910 ascendono anche a mii. 3.105, cifra pressochè uguale.

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