L'Unità - anno II - n.24 - 13 giugno 1913

318 L' UNITÀ vono a con tatt o con la realtà economica e con le masse ope raie . Dov rebb'es sere cura dei deputat i e dei g iorn alis ti democratici, e specialme nte so~ialisti, ra ccogli ere e organizzare que– gli accenn i frammentari, illumina re e intensifica re quelle tendenze spo'ntanee , tras form are quei bisogn i istinti vi dei singoli grupp i, c!te coincidono con I' in– teresse ge nerate della classe lavoratrice e del paese, in movimenti polìtici co llettivi pe r la rivendicazione di un diritto uni – versale, anche se da lla realizzazione di qu esto diritto qualche gruppo di ope rai siderurgici o zucch erieri dovesse essere transitoriamente dann eggia to... IL LIBERISMO DE " L' UNITÀ ,, Na%loaall1mo e aoclalhmo unU– mentale . Che una fede, una « religio » comune, av– vinca idealmente parecchi di noi, scrittori e !et• tori, che siamo andat i rac cogli endo ci intorno a questo giornale, mi pare fuori dubbio, anche se il nostro Direttor e, con una casist ica acuta, voglia dimos trare il contra rio. l\fa qual'è questa fode? Essa sarebbe, seco nd o il Sa velli, la fede na – zional ista, per qua nto lonta na da lla pratica de l nazionalismo uniciale, ripud iato dal Save lli. Il fine ultimo della nostra azione si ispirerebbe cos\ ad un nazionali smo eter odosso, ad una spe– cie di nazionali smo mazziniano. l\la questo, co– m'è già stato giustament e osse rvato da altri, è ben lungi dal rispondere alla verità. Ne ssuno di noi ha mai concepit o, a somiglianza dei na– zionalisti, ortodossi o no , la nazione come una compa tta collettività poli tica cli uomini, non aventi che interess i ed ideali comu ni, con tro gl' interess i e gl'icleali cli altn :: compatte collet– tività naziona li, contro le quali sia necessario con ct:ntrar si in un o sforzo perma nente di lotta e cli conquista. L' U11ild certo non ha ma i rin– negata la nazion e come naturale e necessario aggruppamento etnico; ma riconoscendo la su– prema necessi tà della difesa de lla libertà e dell'unità naziona le, ha respinto sempr e e con ma ggior ene rgia di parecc hi internazi onalist i, le tend enze protezioniste ed imperia liste del na– zion ali~mo. La nazione è , per noi, un aggre– gat o, neces sario e benefico, ma elerotre11eo, nel qu ale la neces sità storica dell'unione per Id di• fesa degli intere ssi e degli ideali comuni a tutte le cla ssi, non può annullare, e nel fatto non an– nulla mai, la lotta, che si combatte quotidiana • mente fra le diverse clas si ed i diversi gruppi di uomini, che forma no la nazione stessa. Da ben altre idealità sarebbe ispirata l'az :one del nostro periodico , seco ndo il Carabellese . « Fine della nostra azione, a0erma il Carabe l• lese, non può essere che l'umanità nella razio– nalità sua, cioè nella sua aspirazione verso la giustizia ». Secondo il Carab ellese noi sarem mo dei sociali sti etici o mazziniani, che resµi ngen • do il principio fondamentale del socialis mo stesso, cioè il principio della lolla di classe, ac– cetteremmo del socialismo solo quelle finalità etiche, che ci promettono uno scopo supremo di felicitazione delle colletti vità politiche, e cioè e un fine, che, inteso nella sua massima gene– ralità, può dir si un regno di giustizia fra gli uo– mini, e perciò scevro di privil egi, non ine renti alla natura umana ». E questa fede nel trionfo di una astra tta giustizia umana, tutta imbe vuta di principi etici e sent imentali, costituirebbe tutt o il vero ed unico bene, che il social ismo abbia fatto . !o non so quan ti fra noi sie no dispost i a con– div idere c1ueste opi nion i del C. Per conto mio, ritengo che proprio la astratta ideologia umani– tar ia sia sta ta la tabe del socia lismo ed abbia cond otto questo a farsi paladin o d'intere ssi par– ticolari di gruppi privilegiati. Sempr e que ste astratte idealità etiche sono servit e come ottimo strumento, ora ai conserva– tori per addormentare l'ard ore dei lavorat ori; ora al proletaria to, per disgrega re la resistenza delle classi che monopolizzavano il 1>0tere politico ed economico. E giustame nte il Marx ha semp re com– battuto aspramente que sto socialismo sentim eu• tale ed etico, asso llltamen le opposto al socia li– smo marxi sta, basato sulla concezione della lotta di classe . « Et parce qu'elle cessa - spiegava il /lfanif eslo del parli/ o co,mmisl a - entre les ma ins des Allemand s d'ètre l' expre ssion de la lutt e d'un classe con tre une an tre, ceux-ci se félicitèrenl d'(: tre élevés au -cless us de l'élroiles– sejrançais e, et d 'avo ir cléfendu, non pas des vrais beso ins, mais « le besoin du vrai » , d 'avoir défendu, non pa s !es intér C:ts du prol étaire, mais les interéts de l'l:tre hum ain , dc l'hom me en général i de l'homm e qui u'appar tienl à aucune classe, ni a aucune réalité, et qu i n'e xiste que dans le ciel em brum é de la fantaisie philosophi- que • · Lott a di classe e putl colar h mo aocfallsla. Guard andoci int orno a noi, è facile scorgere come « la lotta per la vt"la » do mini sovrana nel mondo e come questa si tra sformi, nelle società poli tiche, in lolla di t,·/assi, quand o dei gruppi num erosi di uomini combau ano nella di fesa cl' interessi comuni, contro altri gruppi d'uom ini coa lizzati nella clifcga dei proprii co– muni interessi, in antagonismo con c1uelli del grup po avversario . L, lotta di classi è un /all o storico, che è semp licemente asrnrdo negare ; com' è puerile rinnegarlo, qual e mezzo potente e forse un ico di difesa degli intere ssi di classe . Og ni grup– po cl' uomin i, che costitui sce un.i cla sse, non può contare che sulle proprie forze per la di– fesa dei suoi interes si. E qu cst' interessj non potranno essere affidati, com e vorrebb e il Ca– rabell ese, alla tut ela di « e/cmenli disùtleressati •· Que lli, in una sncietà politi ca, come quella in cui viviamo , composta di elementi elcrog e11ei, in contra sto d'interes si fra di loro, sono de lle pur e astrazi oni metafi sich e, quando no n ass u– mono la parvenza di filantropi disinteressati, per crearsi de lle ottime pos izioni politiche ed economiche, personali e di clie ntele, com'è ap – punt o avvenuto in Ita lia, come in altri paes i, per il partito socia lista in ispecie e per i par– titi democra tici in genere. Contro ques ta « illdustria della politica • e coittro questi politicanti profes sionisti è insorto appunto il nostro pe riodi co, intorno a cui vor– remmo si riu nissero uomini, ch e alla poli tica non ch iedono nè favori, nè onori per loro od i loro am ici. i\la quest'azione di sincerità politi ca noi la dob– biamo compier e interamente. E dobbiamo afferma – re che l'ema,u:ipa=io11e del prol etariato non può avven ire che per l'9pe ra degli stessi lavorator i, co me la difesa degl i inter ess i della borg hesia non può esse re l'op era che di questa Stessa boi ghesia. Nos tro compito dev'essere di creare una « co• sciemsa di classe », non solo fra le falangi nu– mer ose di pro letariato, abbandonate a loro stes– se dal nostro socialismo rivoluzionario e riformi– sta , come sta appunti , ora facendo il nostro Salvemini con i contad ini delle Pug lie , ma an• che fra le stesse classi borghesi, alle qua li dob – biamo francamente e coraggiosame nte ripetere che lo Sta to non può, nè deve cont inuar e ad essere il Com itato d i difesa dei loro inter ess i econo mici, come non deve tendere a divenirlo per i gruppi priv ilegiati di lavoratori coopera ti– visti e socialist i, a danno di tutti gli altri. Le classi opera ie, come quelle p;ldronali, deb– bono consid erare come loro organi nat urali di conquista e di difesa economica, le loro orga– nizzazioni di classe, tra le qu ali si de ve limitare la lotta, finchè il trion fo defini tivo delle une sulle altr e non ci dia una nuova orga nizzazione ·sociale e con essa una nuo va civiltà. Cosi en tro i confini dell'organ izzazione sinda– cale si dovranno circoscr ivere _le lotte di classi, che si svolgono intorno alla grande battaglia , che si combatte fra proletariato e borghesia, e cioè le lott e fra piccola e grassa borghes ia, fra indu striali ed agrari, fra ope rai privilegia ti ed il nostro « Lm11pe11pro/e/ariat ». Il timore di violenze, che minaccino la so– cietà politica, per il libero svolg imento di que– ste gra ndi compet izioni economi che, sarà tanto minore, qua nto minore sarà l' intervento de llo Sta to a favore di una part e cont endente, col fine di creare , a mezzo del 1>0tere politico, classi o gruppi privileg iati. J.a lotta di classe finirà così ad essere, per mezzo dell'organizza– zione sindacale, un 1>0tente mezzo di selezione economi ca. Gli organi smi pii, forti e gl' inte– ressi dei gruppi più num erosi finirann o col pre– valere, con vantagg io per l' increm ento de lla produzioue ed anche, se vuolsi, della giustiz ia umana, i::econ questa paro la astratta s' intenda il trionfo degli interessi della grand e mag gio– ran za degli uomini. Come le guerre fra popoli diversi sono rese semp re meno frequenti e mi– cidiali , col rientr are dei popo li entro i loro con– fini etni ci, oss ia col costituir si in nazioni, poli – ticamente libere cd indi pende nti, cosi le lotte di cla ssi si renderanno sempr e meno frequenti e violente , col costituir si di organismi sinda cali , che come gli org;rnismi etnici o nazioni, prefe~ rirann o cli seguire la linea cli minore resistenza, e cioè contrattare ed accvrdar si pacificamente fra di loro, invece di tentare l'a lea , se mpre pe– ricolosa, di una guerra. Ma per rnggiunge re Questo scopo supremo è necessario svilu ppare presso di noi una cosc ienza di clas se fra le file del proleta riato e dell a bor– ghesia, e combattere con tuttt le forze og ni forma cli protezionismo c.1pitalistico, che ogg i trova il suo natur ale sos tenitor e e ra11pre~en• tant e nel 1m:iio11alis1110, co me ogni forma di pro– tezionismo operaio, che ogg i trova il suo difen– sore e rappresentante~nel socialismo di Stato , gi:\ insedi atosi di fa1to al potère. Il socialismo cli Stato , come il protezionismo capital istico, non possono che condurr e alla crea- Biblioteca. Gino Bianco zion e di gruppi privilegi ati ed al trionf o di par– ticolari interessi, che si valgono dello Stato e della lt>gge per togliere la ricchezza alla gran ma ssa de i citt adini e distribui rla ai loro adepti. Cosi soltant o si spiega il • part icolar ismo so– d alisla •, co ntr o cui è sorta a comb;lttere la nostra U11ild nel moment o, in cui esso va facen– dosi più per icoloso ed invadente. li protezio ni– smo opera io si è fatto il concorrente e nello stesso tempo il complice del protezionismo ca• pitalistico all'assalt o del potere J>Olitico e con. esso del bilancio dello Stato ! JI social ismo, abbando nato il campo della lotta di classe e della azione sindacal e, è ricorso alla ste ssa opera di sfru ttament o, che era stata com– piuta finora dalla borghesia, dando , per mezzo de l potere politico, 1 'assalto al bilancio dello Sta to, rinn egand o tutto il metodo d'azion e afler – mato da Carlo Marx . E così, il socialismo ita– liano non prepara un'oPera di emancip."l1.ione del proletariato ; ma solo crea, colla serra calda del protezi onismo operaio, delle nuove éliles, che dovranno prendere il posto di quelle borghesi in decad enza, conquirtandonc tutt i i pri vilegi poli– tici ~dc cono mici, strappando alcuni pic coli gruppi op erai dalla gninde mas sa del proletariato, per tra sformarli lentam ente in borghesi. La oo,tra ftde. Da tutta quanta l'azione svolta fin qui da l- 1' Uuilil, sia contr o il parti cola rismo socialista, sia contro il protezio:-:ismo capitali sta, il primo nascosto nel Socia lismo di Sta to, il secondo ri– fugia tosi sotto le ali del nazionalismo, ci sem – bra che la fede, che ha tutta isp irata la gio– vane e feconda vita di qu esto nostro periodo, sia appunto una «fed e liberista•· La campagna contro l' impr esa libica e contro lo sfruttame nto delle ideal ità etniche per ser– virs i dello Stato a compi ere un'impre sa, che do– veva servir e non agli intere ssi di tutta la bor. ghesia e tanto meno del proletariato, ma solo agl i intere ssi di potenti , quanto ristrette oligar– chie politiche e finanziarie; la campagna a fa. vore de lla rede nzione economica e politica del Mezzogio rno, sfruttato permanent emente da l pro• tezioni smo statale a favore de i gru1>pi localizzati in altre regioni più fortunate; la campa gna contro il prot ezionismo doganale, la forma più antica e più rapac e di protezi onismo capitali sta i la campa– gna contro il parti colarismo dei par titi democra tici e del partilo socialista , che danno l'a ssalto al bi– lancio dello Sta to borghese, per distribuire lega l– mente oss ia per mezzo de lla legge , i denari dei contri buent i alle loro client ele - sono i capisaldi dell'az ione svo lta fino ad oggi dall' Uuilcl, azione emi nentemen te e profondamente liberista. E noi daremo un nuovo impul so di vita a quest'opera di redenzione ed educazione poli– tica, se ci dediche remo a suscitare tra le varie classi del pae se de lle coscieu=e di classe, che sa– ranno la vera base di una coscienza nazionale, e se continue remo la nostra batta glia contro ogn i interve nzionismo stata le, destinato solo a togliere le magre ricche};zealla magg ioranza dei cittad ini, per distribu irle a picco: i grupp i rapaci, che così eternano il privilegio economico. E con c1uesto, noi non faremo se non agitare nel paese il ves– sillo della fede liberista. E coloro , che conservano ancora dei brandelli di fede inspirata alle vecchie ideolo gie de l so• cialismo sentimentale, ritornando alle pure fonti del mar xismo e temprando si alla prati ca dell'a– zione liberi sta, sì persu:ld eranno con noi, che la lotta di classe, diretta dall 'organ izzazione sinda– cale, è l'un ico e potente mezzo di selez ione eco– nomica e politica e di vera red enzione umana. ET TORE LO LINJ. La pesca in Libia. In att es a· c:he la Commi ss ione governativa per la pesca in Libia pubbli chi i rcsultati delle sue indagini, non sarà inutile conoscere Ja op i– nione de i pratici, che a ]oro rischi o e pericolo s i so no recati in Libia a tenta re la fortun a. Non diciamo che qu esto gen ere di testimo– nianze costi tuisca un insieme di pr ove clefini• tive. Ma hanno sempre maggior va lore che in genere abb iano le afferma zioni dei letteratoidi del nazionalismo tripolino; e posso no se rv ire, se non altro, a metterci in dubb io dinanzi a cert e spud orat e menzogne. Uno di qu es ti prati ci è un pescat ore d i Tran i cert o Michel e Cosent ino, che ha fatto par te per alcuni mes i dell'equ ipag gio di du e vapore tti, i quali hanno tentato la pesta nell e acqu e di Trip oli per cont o dei Fra telli Ventura. La pesca a T ripoli - ha eletto il Cosentino a un nost ro amico che lo ha interroga to - non è conveniente per i segue nti motivi: 1° il fondo è roccios o e non se ne ha an– cora un a esa tt a conoscenza; 2° oltre il dann o delle reti, i marinu.ri per– dono molto tempo per liberarl e dall e erbe che vi s'im piglian o ; 3° manca un porto ove 1>oter rifu giarsi quand o il mnr e è agitat o, per la qual cosa si è costretti a tener e sempre sotto pressione le macchine i ,~o dur ante un mese, a causa ciel mare cat– tivo, i vap oretti hann o p otut o fare la pesca 14 giorni soli ; 5° il prezzo del pesce varia da un a lira ad 1,50 il kg. , e le autorità. non permet tono di aum entar lo o diminu irlo; 6° non c'è sufficiente merc a to di consumo;: _,... solo il pr imo giorno di pesca la vend ita si ef– fettu ò int era; 7° sebbene a Zuara la pesca sia più ab bon– dan te, pur e non convi ene perdi ~ dis ta 30 km .. da Tr ipoli. Il Sig. Domenico Ventura , poi, interrogato– dal nos tro amico a Tr ani, non so lo ha conf er• mato quant o aveva detto il Cosenti no, ma ha. aggiunto che l'acqua occorrente per i vap oretti costa a T ripoli L. 8 al quinta le, il carb one cli pessima qu alità , si vende a L. 4fi la tonnellata;– non vi è una fabbrica di gh iaccio per poter sp edire il pesce a grand i dis tanze. Il Ventura però crede che in T ripo1itania si potrann o fare lauti guaclagni con la pesca quando il governo.. italiano avr à prov\"edut o alla costru zione dei porti delle prin cipali citta, a regolari mezzi di trasp o1to con l' interno e ad un celere servi zio– di pir oscafi con i por ti di Malta, Taranto, Na – poli, Livorno e Genova . È cert o, se lo Stato si decide rà un giorno a. far e tutt e qu este belle cose, è positivo che la pesca riescirà frutt ifera anch e in Libia . Solamente , pr ima di sp ende re tutt i i qua ttr ini necess ari a ciò , biso gnerà ricordarsi: 1° che questi quattrini non si fabbr icano col fiato, ma dobbiam o darli noi ; 2° che que i quattrin i sa • rebbero forse assa i meglio impiegati a mettere – in migl iori condizio ni i pescatori.. .. in Ita lia. l'tt. Per gli opuscoli dell' e Unità •· Somma prece dente . R. As sagioli. . G. Carbon era . . . L. 412.00 • 500 5-00· T ota le L ·422 oo AN GIOLO G1o v ANNOzz1 , g en11/e-respo,,sabi/e. Firenze - St1b. Tip. Aldl■o, Via de' Renai, Il - Tel. &-85 GIUS. 11.11.TERZ.II. & fIG hl • Batri EDITORI SCRlTTOlJID' ITALIA o curo dì FAUSTO NICOLINI Ele11ate raccolta che si comporrà di oltre 600voluml dtdl c111 • S. M. Vittorio l!manaele lii . La grande collezione degli Scrillori d' /Jalia, pubblicata col consiglio e sotto la vigilanza del senatore Benedetto Croce, raggiunto 11 suo 50° volume, è stata dedicata a Sua Maestà Vittorio Em:inucle Ili come l'opera nella quale questa Casa raci11na le migliori sue forze in scr\'igio della patria. I n11merl .. ...-ono per raeilit-,e l'ordinazione, eorrllf)Ondendo ou t In ordine pro11:re11lwoe q11elll 1e11:n,t i 111elHe un wol11me. BALDO C. - Sommario della. S1oria d' Itali,, 50. DANDELLO M. - Le oonlle, 2-5-9•17-23. BARETTI O. ,_ Prerazioni e polemiche , 13. - La sceha del le lettere ramiliu i. 26. DER CHET G. - Oper e, t'Ol. I : Pt,u it. 18. - \' ol. Il ; Scritt i tr i/ ici 11. /elltt.ra ,.i, 27. BLANCH L. - Della 1cicnu militare , 7. BO CCALI NI T. - Rau ua1li di Parnu o, Voi, J o JJ. 6-39. CARO A. - Opere . Voi. I, 41. COCA ! M. (T. l-'0LBNG0). - Le )lac cberooee, 10-19 Comm edie del Cinquecent o, Voi. I e Il, 25-JS. CUOCO V, - Sagcio sulla rivoluzione napole1ana del DEL~rr o'KTA G. D. - Le Commedie , 4•2 1, DE S,\ NCTIS 1-". - Stor ia della lcllcrat ura Italiana , 31-32. Eeo11omlstl del Cinq ue e Seicento, 47. PANTONI G. - Poes ie, 48. FOL.ENGO T . - Opere italiane , Voi. I e Il, 15-28. FOSCOI.O U. - P,ou1, Voi. I, 42. GIOBE KTI V. - Del rinn ovamento ci,ile d' Italia , 14-16-2.4. COZZI C. - Mciiiorie inutili , 3-8. - La ) la,6 ta bi1urn, :n . GUIDI CCIONI G. - COPPETTA F. - Rimo, 35. Litici Ma rlnl1tl , t. MARINO O. ll. - Epistolario, 20-29. - Pou io Y1rie, 51. M.ET ,\ STA SIO P. - Ope re, Voi. I e li , 41-46. Nov ellieri minori del Cinqu ecento , 40. Poe ti minor i del Settecento , 33-,15. POI.O M. - Il Mili ono, 30. Relaz ion i degli ambasciatori vendi al Senato , Voi. I s. c 0 A~Eat~ DA SI ENA. - Libr o del la df•ina dott,i- 011, ,H • STAMPA G. o FR ANCO V. - Rime, 52. Tr alt a ll d'amo re del Cinquecen to, 37. VICO G. D. - L'aut obiografia, il carug gio o le poesie Yarie. 11. VITTO KEL LI I. - Poesie, 12. } In brochare . L. 5,50 Pre110 di ogni volume j Jrcatl 10 tela. » ?,OO Si fanno ABBONAMENTI a serie dl dieci volumi degli « Scrittori d'Italia. » a scelta del· l'acquirente , Prezzo d'abbonamento : per I' Italia L. 40 per i volumi in brochure e L. }) per quelli clcg:m– tementc legati in tcb e oro ; per l'estero L 4S in brochure e L 6o lcgatì. Si paga anticipato, in una sola volta, o a rate in sette mesi con<:ccutivi, b prima di L IO per l' ltali,1 e di L. 1 s per !"estero. e le altre sci di L. S ognuna. Chi è in gr:tdo di fornirci buone referenze di soh-ibilit:\ potr:\ ricevere subito ciascuna serie in brochure, pagando anticipatamente L. 1 S, se in Italia, e I.. 20, se all'estero, e il resto in rate di L. s ciascuna Per ogni serie rilcgat:t la quot:t anticipata è di L. 20 per I' lt:tlia, e di L. 2) per l'estero i le rate mensili di L. 7 ciascuna. Olrlgtre commlHlonl e va1lla alla Cau Editrice OIUS. LATERZA lt PIOLI, Bari.

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