L'Unità - anno II - n.19 - 9 maggio 1913

298 L'UNITÀ num ero limitat o d i posti ( 100 con dir itto a no- nel campo delle r ic1::rche analitich e. Si costi- mina per due anni, il che signi fica riduz ione d_ei tuirann o dei veri seminari scientifici, e sarà un posti a un numero osc illante ddi 50 ai 75) po- bene per il progresso delle ricerche nuove cd trebbe essere appr ovato solo a titolo di espe- .originali; ma la scuola media continu erà ad rimento e come avv iam ento a un futu ro obbligo esse re dimentica ta. gen eral e di tir ocinio per tutti i concorr enti al- E•fra qualche anno, quando la crisi di questa l'in segnam ento medi o. i\fa di tale ampliam ento scu ola si sarà aggravata anzi che attenuata , si futur o il progetto non fa cenn o : il numero 100, concluderà scett icament e alla inutilità del tirc- che si riduce per lo meno di un terzo colla no- cinio e del pro fessorato agg iunto i ma si con- mina biennal e, è dato come definitivo. Poichè serv erann o le due istituzioni per riguard o :igli inter ess i personali ormai consol idati attorno ad esse . E poi si smentir à la tradizione: mal· content o, ma scettico e passi vo il pubblico ; preoccupat o il governo S(lio di girare le grosse questioni anzi che di affrontarl e, e capace solo di attuare le riforme in maniera da screditare quel che di buono potessero contenere. R. i\fONDOI.FO. dunqu e il fabbisogno annuale delle scuole medie e il num ero an nuale de i laureati è di gran lunga maggior e, si deve inferirn e che i posti cli ti– rocinio siano concepiti da ll'aut ore del progetto come oggetto di gara e - per evitare favori– tismi - premio da conferirsi per concorso a quelli fra i laureati che resuhin o i migliori. IL RUOLO UNICO Vale a dire: si conced e la soddi sfazione di un bisogno proprio a quelli in cui il bisogno è meno vivo; sì dà l'aiuto solo a chi ne ha meno neces sità; le stampelle o il bastone di sostegno si offrono di preferenza a chi ha le gambe ro• buste e sane. E tutta la folla dei mediocri, di cui la scuola (che ha bisogni quantit ativi) non può for senza, que sta folla avrà aggiunt o un altr o titolo di id eriorità, di deficienza, di inca– pacità ad assolvere il propri o còmpit o. C'è tutt,wia l'art. 41. Qu elli che non potran fare il tirocinio si veggono offerti al pari degli altri una serie di studi comp lementar i, che rin– forze ranno ed integrerann o la loro preparazi one cultura le. Sono istituit i pres so le facoltà di filo– sofia e lettere 9 posti di prof essori aggiun ti alle cattedrt! di lettere italian e, lat ine, greche, gram– mati ca latina e gr eca, st oria antic a, storia mo– derna , geografia, filosofìa teoreti ca e ped agogia : ogni professore aggiunto, scelt o dalle scuole medi e, dirig erà le esercitazioni degli alunni per sei ore settimanal i, secondo le nonne da te dal titolar e de lla cattedra, dal quale dip endono . Il progetto dimentica di dir e se l'opera di questi pr ofessor i aggiun ti si debba svolgere sugli stu denti di tutto il quadrienni o o soltanto su quelli del secondo biennio. Ma il lett ore sup– plisce alla dimen ticanza del ministro con una semplice considerazione numerica i che nel pri– mo biennio , quando gli stu denti non hanno scelto ancora il gr!1ppo di materie (filologiche • storiche o filosofiche) in cui laurearsi, la frequen• za a questi corsi complement ari significherebbe nove ore di lezione qu otidiana, in aggiunt:i a quelle dei cors i univ ersitari. E del res to l'e• !eneo dato dall'art. 41, corri spond endo a qu ello delle materie che fanno par te della scuola di magistero, fa supp orre che si tratti cli istitu – zione an nessa a tale scuol a ; per cui il laureando in filologia•dovrà nel second o biennio frequen– tare i corsi aggiuhti di lettere italiane, latine, greche e di grammatica latina e greca; il lau• reanclo in storia quelli di storia antica, mode rna e geografia; il laureand o in filosofia quelli di di teore tica e pedagogia . In conclusione, nel secondo biennio, oltre .illa frequ enza dei corsi obbliga tori e della scuola di magis tero att uale, i giovani che debbono dedicar si alla prepara– zione della tesi di laurea e aver temp o e forze · per speciali ricerch e e studi, si vedrebbero ag• giunto l'obb ligo di altre qual/r o ore quotid;aue nella sezione filologica, di altr e Ire nella storica, di altr e due nell a filosofica. li da nno gravissimo , ora lamentat o, del sovraccarico di corsi obbli• gatori, che toglie allo studente la possi bilità e l'energia di studi are e pensa re un po' anche per conto suo, per dive ntare un intelletto attivo anzi che un passivo recipiente, ques to dann o sarebbe enormemente aggra vato. Vero è che ora si lamenta l_a mancan za di preparazio ne cultu rale nei concorrenti ali' inse – gnamen to, e che tutte o quas i le comm issioni d i conco rso han no invocato rimed i al male pre• sen te. Ma offre !"art. 4 r qu esto rimedio? I professori agg iunti debbono u dirigere le ese rcitaz ioni degli alunni secondo le norme date da l titolare dell a catt edra, dal quale dipe ndono u. Sulla funzione di ques ti professori il progetto non dà precise indica zioni : l'impor tan te era di fissa re la misura dell'of ar io e della re tribuz ione . A determi nare qud che debban fare gli aggiunt i penseranno i professo ri ufficiali , ci penseranno (naturalme nte) ognu no secondo il suo parti colare modo di vedere . Chi dunque pensa che l'uni– versi tà de bba eserc itare soltanto le att ività scien– tifL::hee non preoccupars i della prepa razione professiona le darà ist:uz ioni al suo aggiunto perchè faccia svolgere le eserc itazioni soltan to La questione del ruolo unico fra insegnanti di scuole medie inferio ri e insegnant i di scuole medie superiori, ostinatamente in– vocato dalla Fed erazione degli insegnanti e ost inatamente negato dal Mini stero de \P I. P., è uno dei tanti problemi che sembrano pic– coli e ind egn i di studio e sono invece assai gravi e ricchi di cons eguenze . I fautori del ruolo unico , in sostanza, pon • gono una domanda : - È utile alla scuola che i professori di scienze e di letter e, che insegnano nel ginna sio, nell e scuole tecniche e ne lle complementari, siano p:igati meno dei loro colleghi che insegn ano le stesse ma– terie nel liceo, nell ' istituto tecnico e nella scuo la normale ? Se lo Stato è la burocrazia, se la scuola è la clas se degli insegnanti, questa doma nda può tollerare anche una soluzio ne affermat iva. La burocrazia tende inevitabi lmente a tra – sfo rmar tutte le ammini strazioni secondo un modello gerarchico, aflinch è i cap i possano tener in pugno la volontà e il destino dei loro inferior i, e con un ben con gegnato si– stema di vigilanze e di controlli, di prem i e di pene, di promozioni e di onorificenze ries.;ano a vincere le resistenze personali e ad imprimere a tutta la macchina que l mo– vimen to uniforme e regolamentare che, per convenzione, si suol designare col nome di ordin e. G li insegnan ti, che in omag gio a superio ri principi didattici propu gnano da dieci anni il ruolo unico, potrebbero trovare il loro tornacon to economico e qua lche maggior suc– cesso di vani tà anche in una carriera gera r– chica, E non è raro infatt i udir nel l.:'.Oro delle maggioranze favor evoli, qua lche voce solitaria che decJnti i pregi delle carr:ere amministrat ive, dove col tempo, col lo zelo e con la benevolenza dei superio ri si arriva a certe altezze, a cui la scuola non condurrà mai, neppu r dopo l'ina sprimento delle tasse propos to dal Ministero . Ma se lo Stato è l'or gan izzazione deg li interessi naz ionali, se nella scuola il perso• naggio più im portant e non è nè il professore, nè il segretario, nè il pre side, nè il mini – stro, m:i è lo sco laro, allora contro il ruolo unico non si può sollevare nessuna obiezion e legittima. La ragione piì.1 grave e più nota, che ha spinto il Governci a migliorare gl i stipendi, è la crisi numeric a deg li insegnanti, docu – mentata orma i in molte stati stiche ufficiali ·e denunzia ta anche dall' Unità. Un recente calcolo de l Consi glio federale dava al I. gennaio 19 12 un totale di 925 catt edre sco– perte ne lle scuole classiche e tec niche: delle scuole normal i non si poteva calco lare il fabbiso gno , perch è da tem po im memorab ile quel la Direzione G enera le non pubblica più i ruoli e lascia il pubblico all' oscu ro sul mo• vimento del personale. Ma questa cri si num erica è quasi com– pletamente circoscritta alle cattedre profes• sionali degli Istituti tecni ci e nautici e alle catted re delle scuo le medie inferiori: delle 925 catted re vacant i testè ricordat e, 24 , ap– partenevano al ginnasio e 500 alle scuole tecniche . Neppur la donne bastano pili a riempi r i vuoti lasciati dal personale dalle scuole medie inferi ori : l'ultimo concorso alle cattedre di stor ia nelle complemen tari (femminili ) non ha richiamato neppur tant e candidate, quanti er ano i posti messi a con– corso. L'e·sodo degli inseg nanti dalle scuole medie inferiori verso le scuole superiori è det cr– . minato da due cause diverse : dal desiderio di un insegn ame nto più conform e all e incl i– nazioni persona li e alla speciale preparazi one universitari a, e dall' attrattiva di meno avari stipendi . La prima di queste cause agisce in modo benefico sulla distribuzione del perso• nal e; ma l'altra genera un disordin e grave, sospingendo fuor de lle scuole medi e inferiori, per un moti vo affatto este rio re ed util itario 1 anche gli insegnan ti che in quelle scuole si tro vano perfett amente a posto. Togliere que– sta jattura, uguagliar gl i stipendi di chi in– segn a nelle pri me e nel le ulti me classi, la– sciar che gl i insegnan ti si sce lgano la catte– dra pili confacent e a.!la loro vocaz ione e al cara ttere della loro co ltu ra, senza offuscare i loro crit eri di scelta con motivazioni di or– dine eco nom ico 1 questo e non altro si ch iama appun to nel gergo burocra tico il ruolo unico . Biblioteca Gino Bianco Respinge re questa riforma significa, invece condannare le scuole medie inferiori e se· gna tamen te le scuol e tec nich e, dove ingenua– mente accorrono in massa i figliuoli della po vera gente, a perdere un po' alla volta tutti i loro mig liori insegnanti, ad ospitare uno stuolo sempre più minaccio so di sup · plenti bocciat i nei concors i, a veder le loro cattedre pili important i, p. e. que lle di ma· tematica, vacan ti anch e nei grandi cen tri fino a primavera inoltra ta. Il governo si illude, co l mig lioramento eco· nomico proposto, di poter richi amare nelle scuole medie tanti professor i che bastin o alle cattedre di ogni grado. La riforma attuale sarà ce rtamen te di sollievo, ma non guari rà il male radicalmente. Dato l'irresi stibile au– mento de lla popolazione scolastica e l' inva– denza buro cratica che, trasformando la scuo la in un ufficio d'ordine, disgusta e allontana gli spiriti liberi, un equ ilibrio perfetto tra la domanda e l'offerta di personale non si raggi ungerà facilm ente, e la scuola tecn ica continuerà a tirar avanti alla meglio tra una supplenza e uila vacanza. Ma qua nd'anche , per mentita ipotes i, que– sto sognato equilibrio si ragg iungesse , sarebbe utile spingere nelle scuole super iori tutti gl i insegnanti più valenti e lasciar nelle altre gl ' insegnanti meno provetti? · La fortuna d i un istituto d' istruzione di– pende sopra tutto dal valore degli insegnan ti delle pr ime class i. A 15 ann i P inseg name r:'to orale può essere integrato e corretto dal libro: è l'età delle gran di letture domestiche, di· sordinate, tumult uarie 1 talvolta perfino affan– nose, ma pur sempr e feconde cli risultati po~ siti vi. La testa de i ragazzi incom incia a lavorar da sè. A I 2 ann i, invece , tutta l'educazione mentale deriva dall'opera del maestro : è l' età in cui si cont raggono le prime abi tu– dini di lavoro e si gettano le fondamenta, dalla cui soli dità dip ende tutto il successo degli insegnamenti successivi. Un pro fessore di lice o, anche valen te, è disarmato dava nti a certe scolaresc .he mal prepa rate, che il gin – nasio gli trasmette in trista ered ità : educa re un cervello verg ine è difficile, ma rifar di pianta una educazione sbag liata è - almeno nelle nostre scuole - un'impresa impossi– bile. Lotta contro il ruo lo unico tutt o u11 com – plesso di apparenz e, di luoghi com uni e di pregiud izi invete rati. Pagare a un modo ch i insegna rosa rosae e chi spiega Tacito? chi fa l'add izione con gli sco lare tti e ch i spezza il pane del la scienza ai giovani che doman i ent reranno nel!' Univers ità ? chi può far le– zione senza affaticar il pens iero e ch i non può entra r in iscuola senza una preparazione vigorosa? dov' è la giustizia, dove l'equità, dove l'esatta corri spondenza dei meriti e delle ricomp ense? Prescind iamo p1o1reda tutti i sacrifici im– posti quas i sempre agli inse gna nti delle classi inferio ri: la neces sità di insegnar un gruppo di materie e non una ma teria sola, la mag – gior difficoltà didattica, il maggior nul"!1ero di ore. Ma, pur lascia ndo da parte questi in– contrasta bili fatti, continu eremo propr io sul serio a credere nell 'esistenza di educa/ori va• lenti, che siano professori specialisti nelle decl inazioni e nei supini, e non sapp iano legger e Tacito? Che :mima, che vita interiore, che sentimen ti puri ficatori avrebbero mai co– storo, se fossero passati accanto ad una let– teratura glorio sa per ridurla a un corpo morto di astrazioni gra mmatic ali, e rec itando le loro silla be senza senso, non sapessero ad~ dit are al di sopra di esse il campo meravi– glioso a cui le hann o strapp ate ? Non vi sono profe ssori di coltura super iore e di co l– tura inferi ore : o si è gent e colt a, o non si è. I ruoli di visi incor aggi ano i mestieranti , gent e incolta e pericol osa, che bisog na scac• ciare da qualunque ordine di scuole. Pierfr a nc esco Nicoli. POST ILLA L'o n. Credaro ricoNosce 11el/asua re/acio ne e/te la diversità di stipendio fra iuseg uauli di scuole inf eriori e iuseg11a11/idi scuole superiori /ia l' i11- nmve 11ie11/e rii dcler11Ji11arc 1111 esodo continuo de– gl' insegnanti 1111):liori dalle scuole di primo verso le scuole di secondo g rado, e proc/a11Jadi volere con la sua leg-ge e-vt"lare questo da11110 avvic inan– dosi piit. clic sia poss ;b;te a/la. tau"/ica:done dei ruo/;. Viceversa i piccoli vaulal[gi, cl,c l 'on. C,·edaro concede ag i' iJJSeguanli di gùmas io ùtfe n·ore, di scuola lec11ica e di scuola.comp!eme11/are, per ad– dolcire la delusione del 1mmcalo 1wo/o md co, sono– prop, io f alli a posta per accelera re .,quell 'esodo> elle... si voleva evitare I L'art icolo 4 del prof{ello, i11falli 1 concede agli insegnanti delle prùn e Ire classi del gi 1111asio di passare al g innasio superio re sen::a concorso per anzianità quando sie110 stati dic!tiamt i t"donci al 1110110 11/Jìcioda un' ispe::ione. D 'ora in poi, dtm• que, t'es/era,mo a v;ta 11el gùma sio inferiore quet so/; insegnauli cl,e g l' ispellori - sempre e 11e– cessariamenle 111itissimi - abbr"auo g fodicalo de! fui/ o Ù!e/li ad una pr omo::ione. Come 1[iudic/1era11110 poi gl' ispettori abile a insegnare il g reco in quarta e quù,ta g ùmas;a/ e c!t; non lo insegna nel gùma sio ùif eriorc e 11011 /,a dato prova della sua capacità nel concorso per l 'ammt" ..-sfone in servù:11"0? s; d;vcn/erà, da ora iu poi, inseg11a11lz"di g-reco per sempli ce dirill o di .... a11zia11iltl. Si vuole per questa via abolfre U gr eco f /Jopo avere cercato di acque/are col co11/enti110 delt'a ~zia11ità.gt 'i11seg11a11/idel g i1111as;o infe riore,. l'o u. Credaro !ta sentil o il dovere di acque/are auc!te i pr ofessori di scuole lec111"c/1e e compie• men/ari , e/re sarebbero esclusi dal prr"viteg;o dei g-ùmasiali,. Ed eccolo a s/abr"Hre, sempre coll'm '• fico/o 4, c!t"e11eiconcorsi per le scuole di secondo g rado la gradu atoria dei vù1Citori sarà divisa Ùl · due g rupp;, dei quali -il prim o comprend erà i cou– correnli cl,e abbfouo almen o un trienni o d'iu se. g11a111e 1to nelle scuole di primo grad o. Cioè 1·i– marram10 da ora ùt po; 11elle scuole tecnic!te e compl ementari so/lanlo coloro, cl,e 11011 ,-;escano a superare 11ea11c!te le pr ove di un. concorso /all o apposta per Hberarlz' da ogni possibile concor- rente I /j'd è sancito defint"lù1ame11/e t"l prùmpio e/te tulle le scuole di prùuo grado, gùma sio, tecnt"ca, complementar e - cioè quelle in c,d pùi. è neces. saria l 'abititrì e /'esperienza del 111aesfro - sono da considerare come scuole di lfrocùdo per i fu– turi iuseg11a11/idelle classi superion", oppur e come n/u g io r/1: tu/t i i n ielli dei concors; e g-l' iue/H della scuola. g . 1. A NGIOLO GIOVANNO ZZI, gerente responsabile. Firenze - Stab. Tip. Aldloo, Via de' Renai, li. Tel. !-8S G!US. l.tllTE~Zll & flGl.tl- Batti EDITORI I LIBRI D'ORO LHOTZKY. - L'arrirt,a del fanciuUo . Tr ad. di N . Nicolai. 2a Edizione, LHO TZKY H. - I{ libro del matrimonio . Trad. di N. Nicolai. Eleganti volumi con artistica legatura bodoniana Lir e 3.- ciascuno. Dc L'anima tiri fa11ci11llo di H. Lhotzky col quale abbiamo ini;;-iata nello scorso gennaio que– sta nuO\'issima collczioue per le fami~lìe, vede ai:\ fa luce fa seconda edizione, abbellita da una ~legante rilegatura bodoniana, che lo rende llll libro molto adatto anche per dono. A chi ricordi come questo lit>ro, veramente d'oro abbia raggiunto in Germania l'ottant esimo migliaio, fa sua rapida fortuna anche in ltalia non arrecherà meraviglia, specialmente dopo il . gr:in bene che ne han detto illustri scrittori come l'.-\nilc, il Sighcle, il Chiappclli e molti :iltri in tutti i princip:ili giornali. !I secondo \"Olumc dello stesso autore, li libro ,id mafrimouio, us:iilo :l distanz:1 d' un mese d:1\ primo, è anch'esso un libro prezioso per le fa. miglie. 11 Lhotzky non si atteggia a sociologo, non scrive per gli studiosi, scrive semplicemente per la giovane gencr:1zione che ha contr:1tto o mole contrarre il m:1trimonio 1 e le :1ddit:1 tutti i problemi grandi e piccoli che nella dta coniu• gaie dovr:\ r 1ffront:i.re e risoh-crc per raggiungere ;iu:~~q:~l!~!t:of~ 1 ~0 ~ 1 t~1. 1 1~0~:i.~iif!!f ~ ~? 1 ~i~1~ ~~\~"~ di s:1crifici. Le quistioni del libero :1more e del di\·on io sono pure tratt:1tc ,bll':1lltorc con spirito libero da ogni p:i.stoia confcssion:ile e con profondo senso della realtà Di pochi libri, come di questi del Lhot~ky che si integr:1110 :1 \·iccnda, possiamo dire che sono vcr:unente cap:1cidi raddrina rc molte idee storte, e che non dovrebbero mancare nella piccob li• breria di ogni famigli:i., per esser letti e meditati :1 lnngo. R. BAGOT . Gf'ita.liarri d'oggi. 2" Edizione ri– veduta e corretta dal trad G. Palliccia. L. 2.50 Non abbiamo bisogno di spendere troppe p:1- role per raccomandare l:l lcuura di questo onesto e bellissimo libro, dopo quanto ne hanno scritto tutti i giornali it: i.li: ininella scorsa est:i.te al\'ap– p:1rire dell:i. su:i.prim:t edizione. Dirigere commissioni e vagita alla Casa Editrice GIUS. LATERZA & FIGLI, Bari.

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