L'Unità - anno I - n.35 - 10 agosto 1912

E mentre spunta r un ... li Sole d,' Milano, organo dd la gr ossa bor– ghesia capi"1/islica t prol1'\io11isla lombarda, ha u gna/a/o nel numero 10•11 gi 11gno la seguente ,1 0/i\ ia: ,. la \Viener Allgcm einc Zeitn ng diet di (1Ver dt1 Roma, che il Governo ilalimw lw I'; ,,. lt mJio"e di bandir e fra breve 1111' asta pubhlirn p e~ $~m~t~i/ or!1ilt~re di cemm lo per lavori pub– bt,c, m 7 ripohlama. Il con/rallo avrà valore per par t cc!,i mmi, t si lr alf rrà di f ornire circa ceu• tomi/a barili di ceme1Jlo all'mm o. S i calcola sul -concorso a/fa sla da pari e di fa bbriche di ce• m en/o di Dt1/mazit1 "· La uoli\ ,fl, se fo sse vera, sarebbe assai im– por tanle_. perchè dowm w lerebbe il programma del Gor,;erno di fa re per parecchi a11t1i in L i– bia moll i lavori pubbl ici, che... 11011 si fa rtb – .hero più in I lalia. Mt1 quel che più inleressa .ancora è il :ommm lo dd Sole : " Di quest'asta 11011 si hanno anco..-a i par• .fico/ari. Ma 11oi 110 11 mrlliamo ;,, dubbio d te il Governo nou si dmttuticl,erti, am~i ltr rà ;,, tti • sia, ;,, prima fom,, I' imluslria italiana del ce– .1 1e11/o "· e Tmere in vis/a, ;,, p rima fint a, I' ;;,J,,. slri a it11/ia11a » signifi ca pagarr: il cr:menlo t11 {io11alt - stavamo pa dire 11a;J o11a/isla - p i,; caro ,lei cemml o stra niero: cioè costri11- gere i co11trih11e11li italiani o sopportare per i lat·ori puhhl ic.i tld la l.ibia sacn/ i\i superiiJri .a quelli che sarebberiJ slrellamml e ,u cessari, e .rial\art per co11/raa olpo anche il p rt{{O dei .ce111e11/i necessari ali' industria pri vala. N alu ralmw le 1 i nostri cementai, quando fo s• sero sicuri J, avere essi il monopolio delle f orni • Iure libù he ai pr eui che } 1cess,•ro ad essi co– modo, non troverfhhero mai mo/11.:o di opporsi .alle pùi colossali e ùmlili e paHe ini {ialivc di coslrtt\/ <>ni. S arebbero aggravali come con· Jribue,di per quella lre11/aci11quemi/ionesima .fJUOtt, di maggiori lasse che loccl,erebbe a cia– scu110 di essi 11el/a sua qualit à ,li ci/l adino itali ano ; ma guadagm rebbero assai pili come for11ilori di quei cm lomil a barili ,ii eemm lo all' a11110 per par ecchi anni. Qu i si 1·c:tlc: chi ara la f omlame11tale 11/ililà per la i11tera 11atùmt italiana ,li un imlirin o assolulamw te liberista di am111ù1islra\i 'o11e ù, libi a. Fi11clrè ci sara11110 pri vali chi:potrantto ricavare dal p roletio11ismo ammini slralit·o va11• /aggi personali superiori ai tla1111i generali cl,e .dal dello p role\ionismo risentirebbero come .,0 11/ribumli e come cilladi11i, è cerio cl,e ci sara11110 f or{e le quali spi11gera1110 lo Staio (!d allargare i11 libi a le sue imprese, anche se .da esse dovesse 1/erivare la rovina di t,,1/a I' /lali"a. Ass i'curale ai cementai itali ani il mo• nopoli"o Jella fornitur a del cemento, e polele .essere sicuri e/re fur i cemullai e per i lor o giornali 11011 si fa ranno mai i11 Libia .1bb(1 • sla11ta lavori p ubblici. È 111111110 ,·o gr uppo di parass iti e di tri'vd latori, che si appr esla a .JiSsa11g11arr:, gratie al!' impr esa libica, l'It ali a. E dietro ai trir1el/a/ ori in grand e del c,,pi – .Jahsrno si ava11{ano baldan\OSune,,/e i trivella• tori ;,, pi ccolo del « proletariato ,li fu/lo il 1110 1do. • La Fiacco la, gionll1le socit,lisla-rifo rm, sla .di sinistra di Cas,,le Monf errtdo, ml mum ro del 15 gi11g110 1 si a/Jrella a riprodurrt la no• liti ,, dt1la dal Sol e, e !t, commenta (Ome segue : ., !:,e cosi foss e, sarrbbe ima bmJCttrolla mo– ralt , fi11m1:1iarit1, mentre le uosfre piu g iovnui mergir 1,r s(mO il prt,prio sa11g 11e per la cm,qui• sia trit olim, ; 11011u; ma11clurebbt:altro du qud po• po di utile se ,,, iss, per (1//r, lidi l ! l' ;,,. dus/ria 110s/rana dr/ u mt11fo, d,1 poco tempo usn·ta da ,ma Cl'isi / 1111esla. per molle cm,s, co11• <:omitm,t i, sarebhr In 11,ga oio11e patrir, {sic) qut111• do n q11tsfa i11dus/rit1 le si pr,cludrssr la sua tspm,sione, la Sll(I 11nhunle rspticacio11,, e per di più per oprm dd Gouu 110. Allcndcremo gl i ti.lenii t "e rip(lr/,r1,no ". v;, d(, s,~ t l1e gli seri/lori di q,u sfo gio,.. n.1/t 50110 st mp re pr onti a f rolfsliu·e ... contro /.; guara : qrus liJ fi, 1111 hd r:tdi·r<', lasci1111do il tempo du : lror:,,, e 1tfllo sfr·sso lanpo di• slrae l' allm ;Jont ,la quello d u pur St1rthbe oggi il fomp iitJ f 1ù gr.n ·e e più 11rgmJ,; dei p .,r/i li donocr.ll ù:i: impa lire t1'oi: (hc:s11/Fim– p rts., /ihit:1 - dit·fmtlt1orm11,1i irr,::·ocabi/c: - si f ormino ina osfa\ t""o11i parassit.,rit dird lc ad t111moJl.1r11e i dmmi Nonomici. /.:." ,.., da s,\ anclu, che i nj iJrmi :,/i di si,,Jilra di Cas.1le ll/ onf u r.1lo, ÙH'OCtm do il mcmopol/o dei c.1pi– l1r/i5t," a m(l1/:1i, sono .·om·inl i di f,1r, 11011 /' iulc"ri-SSe do soli optr.,i a m,:11/ai di Ca- L'UNITÀ sale /1011/t·rrnl o, coulro I' iulo- esse di fu/l i i co11Jribucn/i i/11/iaui, f rn cui ci so110 tu/l i gl i allr i lm.1ornlori d' / !11/ù, 1 ma I' i11J.:rcssc del e pr oletaria /o d,· lui/ o il mondo ». E so110 capaci di a/fe m uue che essi fa nno così della wra e propri., « lolla di classe i11tra11si– gm te » coulro la « infi nn t borghesia »- 1 e non della svergognai,, e trivella/ria « (o/1.,. hora;Jone di d ass,: > a spese alt rui fra i Ca• pitalisli a me11lt1i e gli operai cementai di Ca• sale M onf erralo. E i capitalisti cementai di Casale Mou[t:r• rato 11011 hmmo lardalo mollo ad acce/lare la « col/aborarùm e di classe :. dei rifor misti di sinistra, cioi- del « prc,/e/ari"alo di t,,/l o il mondo ». Il Risveglio, organo dell'a ssoci11{ÙJ11e libe• raie casalese, nel num e,.o dd 23 giugno, ri• produce l'ar licolello della Fiacco la, organo del pr ole/arialo nfo rmisla di sinistra i11lransigenle di lutt o il mondo, e aggiunge di suo : 11 Giustissimo, dic:it11110 11oi ! :I/a, e /'on. Bai• taglier i, ci si chiede, che fa ? Egli sa, pardon, dovrebbe st1pere, come i cemm fi dfllma/i pel bas – so cost•l e per i noli mitissi mi possono esser sbflrcali a Tr ipoli tid m, prr.zzo infe riore al co• sto def nostri ili Italia. s~au adtg uatl provvedi• meati dogjaalt o ael aoll mar ittimi 1 aoatrl ce• meati aaraaoo lanorabllmeote b.ttlutt da quelll proveoleoti dall a Dalmul a. Quts/a la verità, do• lorosa verità. Ed ;,, ,.iò sia il problema che in– combe S1'1/a 110s/ra pr i11cìpalr i,u/11s/d a. Col ,mo– vo sbocco ;,, Tripolila,,ia rssa spera11a di uscire dtfmili vamml e dalla crisi elle la travag lia. J,1. vece lo sbocco sartì c/,iuso, e S. Eccr,llensa ns• sisltrà impnss,bile all'applica~iouc del relati vo catenaccio ". E a conf erma ddle sue il1voca{i<mi, il Ri· sveglio dà, subito dopo, la 11olt1 delle e/argi· \ioni f alle e Pro espul si • dagl ' imluslriali tli ce1 1m to di Casale Mottftrralo « con ge- 11eroso ùnpulso dd cuore » : 7600 lire in 21 dill e. Dopo di che prom l,:ui a mg arc che 911"· sie dii/,; CO$}grncrose abbi(luo dirillo ad olle– nere i protivr:dimenli dogam,li e i noli mari /· limi 11,w ss,1ri ad escludc:rc ogni ,,//ro concor· rc,,Je d11lla f ornilura dei 100.000 b.1rili di cemento all' mmo .' I noli 11u,rilli mi t1d uso dei a 11u11/ai, ,a– ltm 1/111c 1Je, dovrtb bero pagt1rli i co11lrib11m li i/,,li m,i. E i pr ovtiedimwl i dogami/ i at! uso dt1i a me11lai avn ·bbero per eff e/lo di rm d,·re in Libia la ùuluslria edili{ia più costosa a11che pci pr i• vali. Gl'i mmigrtm li che uo/essero costruir si una casa i11L ibia dovu bbero pag"r più caro il cemmlo ; /i; pi"gioni sc1rebbtro perciò più alle; quel po' di popolamento ilt1lia110, che è possi– bile e d 1e dobbiamo cerrnr di pr omuovere ill Lihù, ,J,,I mo111c 1/o che ci siamo, 1/ivcn/erehbe pi ù di.flìd le per il più t1ll0 costo della tiila. ,M,1 11im lc paura ! I rilormisli di sinistr a alt· dram;o a Tripoli a fa re dei comi\i contro... il-caro viv,:re, dopo avere aiut alo a delermi-– nare il caro vivere mediante gli « adeguali pr o"l)t-'tdi mmli dogami/i »-. Quanlo, poi, al/'011.Ba llaglieri, è 11ecesst1- ri"oche: abbia gitulip O: se 11011 aiuta i e hor• ghcsi » dd a 11u 11/o ad ol/ euerc i pr ovvedi~ menti ad,·gua/i 1 i « borghesi» t·oleram,o ·nelle e/epOni politiche, insieme ai e pro/d ari di fui/ o il mot1do », per il candidalo socialista r,fo rmisld di si11istra, i11fra11sigu de, avverso alla col/,1bJn.1\ioue di classe. Ma Carlo 1\la 1.t· 1 di rebbe l'on. Turati, Co· me non ha mai parlato di margarina, cosJ ,,on ha parlal o mai 11ea11d 1c di cmunl i. An che su questo campo, d1111q 1e, si può lasciar ct1r– ritra libera alle samoggiate, purchè bminl eso si conlùmi a dichiararsi con/ra ri ali' impresa libica.... itt astrai/o. L'Unità . Le scuole universitarie del napoletano. Da più te mpo si parla de l riordinament o delle scuole universitar ie <linotaria lo farmacia e ost e• tri cia ann esse ai Licei di Aquila, Bari e Gatan• zar o. Se ne è anche parl ato recentemente in Sen ato e si dice che se ne dovrà riparla re a novembre alla Camera. E anche, pochi giorn i or sono, ne r>arl ava l' On. Chim irri in un suo discorso comm emora tivo del centenari o del Li– ceo Cat anzarese , conchiud en<lo con questo di– lemma: <1ueste scuole bisognerà o riordinarl e o sopprim erle. Crediam o che sopprim erle sia la cosa miglio– re, e che sia anch e urgente. Che esse possan o ancora restare quali sono st ate e quali sono attu alment e, non c'è nessuno che os i pensa rlo. Ma riordinarle non è possibil e. E non sareb. be desid( rabil e. Non è possibile, e i f.:ttti lo hann o din, ostrato, per ragioni finanzi arie, prim :i di tulto ; ma an• che per altr e ragioni. llis ogna intender.;i sul signi ficalo della paro la riordmam ento. Bisog,w, a questa par ola, dare il significato più decente poss ibile, il più com: patibil e con lf! es igenze della cultur a. Noi r:on possiam o an11nelt ere, e nessuno può ammettere, degli istituti di cultura supt riore, che non siano capaci di da re una solida cullura. A questo punt o, il problema di venta anche un problema mornlt-. Scuole che servano soltttnt o per la dif– fusione dcli' ignoranz .l non ne devono es istere, nè se ne devono crea re. Bisogna che le scuole ab biano degli insegnanti, che alla capa cità sc ien– tifica acco ppino l' alt itudine didatti ca . Che uno spru zzo d' alfot>eto basti per trasformare un an :1lf.tbela in m;1cstro elementare pro\•visorio, - come tanti mai·stri che, si dice, educano, al solito, il popolo meridio1rnle - passi pure: ma che il semplice decreto di un ministro basti per tra sformare di punto in bianco un avvocato o un medico o m~gar i uno speziale in prof t>sore nni\·ersitari{l, que sto, \"ia, i.: un po' troppo :rn che in It:11i:i, anche nt'I Mezzogiorno d' Italia . Biso• gna. di più. che le scuole abb i:1110 a loro dispo • sizione biùliott d tc e gabinetti , che ricordi no il meno che sia poss ibile la venera nda età dell:t pietra grezza, o che, almeno, :i.ccolgano anche qualche ricordo dei meno venerandi periodi della pieta kworata e del br onzo. E bisogna an• che, che le scuole siano circonda te da qu ella elcvat:-t atmos fera morale, che non può essere creata nè per decre to ministeriale, nè per de• creto re :i.le , e nemmeno pt r gli alati pan egirici della st:i.mpa indirc ndcnte, ma si sp rigiona sol• ta nto dai fatti e dalle cose. Or a noi abbiamo ass istito con trepida zione par ecchia al massimo sfor zo per il tanto, non 1anco da noi, auspicato riordin amento. Il disegno di legge fu preparal o con cura amorevoliss ima dall o stes so On. Chimirri, presid ente di una commissione mista di uomini pol :lici e di pro• fesso ri uni versitari nominata dal mini stro Or– lan.do. Fu pn ·scntatn clall' On. Da neo ne' cent o giorni del secondo mini stero Sonnino, essendo sottosegret:Jrio per la P. I. un <·alabrese dispost o a fare per le sc uole del cap oluogo della sua pr ovincia tutt o quello che umanam ente e go– vernativ amenl e fosse stat o poss ibile, l'on. Lu– cifer o. Fu accettato senza beneficio d'inventario dall 'On. Credaro. Fu approvato, rlopo aspre .ic• cuse e tenaci difese. dalla Camera elettiva, tra gli osanna della stam pa locale ben pens ante. Fu ric:1cciato dall a Camera vit alizia nel cieco limb o de' colpili dal peccato origin ale, e là asp etta che sorga anch e per lui - se pur giun – ge rà mai - il giorno della luce e della grazi a, verso il quale guarda, tendendo le supplici pal– me; la ognora più sollil e schiera delle anime de vote ali' itl~a. Ebbene 1 quel disegno di legge non mette conto di <'Samin arlo nella sua integrità. Basti notare che stabiliva delle cakg orie d'in segnanti, che da un min:m o di L. i 200, arri vava no fino a per – ceJ>irc un massimo di L. 3000 oss ia, su per giù o giù per su, I' istesso stipendio di una gua rdia muni cipal .: o di un imp iegat o anz iano della Re• gia Azienda postelegra fonica. Basti notare che pone v:, gabinetti, biblioteche, personale inser• \•Ìw tc in tutt o o in pa rte a carico degli enti locali, rapoluoghi di pro\·incie e provincie, i quali stann o, come a tutt i t noto, tra letto e lettu ccio, sguazzano t·ome t:tnte papere in un limacc:oso p~tlu lc di dt:biti, e non riescono nem• meno a soddisfar e con una certa decenza gli obblighi che grnv: ino gi:l sul loro collo i.1 virlù delle le1,ri:: in vigore. Certo, l' On. Chirnirr i, l'On. Lucifero, l'On. D:mco, l' On Credar o po-– trcbbero dire di aver t.lato tutt o quello che hanno potuto; ma il fatto che perso11c così aut orevo li ab bi:1110 potut o co~i poco dim ostra che l'unpresa è ormai dispera ta. ;\ll :1 fin delle fini, non è dav • vero colpa di <p1cg li egre gi parlamentari sr. al bel sole ti' Italia s 1 sc:ìldano le teste dc' profcs• sori di \ ventun:. univer sit:ì ; e se in un 1>aese, che 1n1r de\·e dare uomini e quattrini a ta nti altri institut i e a tan te :tltre i1~stituzioni, non se ne trovino, almeno per il momento, di disponi – bili per cre ar ..: dt Ile i.Jni\·ersità nove lle, nem– meno in min iatu ra. E non è colpa di nessuno, se ora come ora. al contrario di ciò che avv e– niva ai tempi del caval leresco cd avventu roso re , Gioacchi no, si poss a andare dalle Calab rie e dal resto del :.":ipoletan o a Messi na, a Cata• nia, a Pa lermo, a Kapoli, e anche pili in là, se nza bisogno di far prim a testam ento o senza aprir e larghe br cccic nella sos tanza dcli' avito patr imonio; e se il caro de' viveri, delle pi– gioni, ecc , come provoca a Roma le impl aca • bili prot este di Oronzo ~fa rg inati, così costri nge in Cala bria le penso se ammi nis tra zioni munì• cipali a ~tudiar e gra vi pro ge tti di mercati nuovi e di non meno nuovi rioni. Ma, abbiam o detto, se anche fosse possibile non sa rebbe des iderab ile che le sc uole uni ve r– sitarie venisse ro riordin ate. Cos i come sono, fanno cert amente del danno ; contribuis cono, come possono, all'abb assa mento della coltura e del concetto dell a coltura ; sono, nella vita, come un mor to, che non si decide ·a convince rsi di esse r morto per tlavvero ; sono, per ciò stesso , uno spetta colo pen oso ; <lànno l'idea di uno sp erpero di pubbli co danar o, in un paese che il dan aro non può butt arlo dalla finestra; ma, in fondo , non sono poi da vvero il dann o e il ma• )anno con l'anness o e immancabile uscio addo sso. Nell'ann o scolastico 19 10 -1 1, il corso <li nota• riat o, bienn ale, è st ato, diciamo cos ì, frequen• tato da una scolar esca di non meno di 4 st u• deoti a Catanz aro, di non meno cli 2 stud enti ad Aqu ila e di non meno di 10 stud enti a Bari ; quello di farmaci a da n, da 20 e da 25 stu• denti, rispettivam ente; e quell o di ost etri cia da 5, da 17 e da 50 stud entesse , rispettivam ente. In compl esso, la popolazione scolastic.t 1 ncll';:mno 191 0- 11 , è stata di 20 stud ent i a Catanz aro, di 39 od Aqu ila, di 85 a Bari. ln talune-, diciamo . cosi, facoltà, lo scarso numero de' professori ha superat o quello degli s tudenti. Qualche coSa di grottesco. Ma il giorn o in cui le scuole fossero riordi• nate le cose andr ebbero molto peggio. Riordi– nam ento - !'-e non dovess e sign ificate soltant o aum ento di stipendi (gli attuali profess ori per• cepiscono poco più di L. 6o al mesf', oltr e il titolo... grat uito) - dov reb be signifi care au• mento del numero degli stud enti, e quindi, con i profess or i a 1200 e le biblioteche e i gabinetti avanti descritti, più diffuso abbassament o della cultura, in una regione dove la cultura media non è eccessiv :,ment e elev ata. Riordinamento dovrebbe significar e aumento del num ero dei notai, dei procurntori, degli av• vocati e degli speziali, mentre si sa che quag• giù il numero eccessiv o de' pr ocuratori e deg li spe ziali, degli avvocati e dei causidici in gen ere e de' medi ci, già rilev alo anche dagli scritt ori del soc. XVIII, contrappos to al difetto di eser centi di allre socialmente più utili e produtt ive pro– fessioni , contr ibuisc e ad acuir e quello st.ito di male ssere, che ha cosi sinist re riper cuss ioni in tutti gli aspetti della vita meridional e. Riordi• namento, infine, signifi cherebbe aumento di spese a caric o dell o Stato e d~lle ammini str a• zloni locali. Ora, che ai spenda di pili per acqui• st are ona merce di cui si ha bisogno, è cosa perfettament e IC"gica " giust a ; ma che, quando la penuria del danaro è molta di fronte ai bi• sogni, si spenda <li più per acqui star e ancora _nuove e più sca denti qualità di una merce che già si possied e in quantità es uberant e al segno che mina ccia di mandar giù la casa\ questo, <li• ciam o, è lei cosa che reclam a di urgenza I' in• tervento del medico specialista . Ed allora 1 poichè le scuole univer sitarie, cos i come sono, sono un danno, poichè il riordina• mento, non solo non è una cosa possibil e, ma sarebbe un dann o maggior e ; quid t1ge11d11m ? L"On. Nitti cosi scrivev a in quella or mai da lui stesso diment ic.tta reluzione <l' inchiesta s ulle condizi oni de' contadini di Calabria e di Luca– nia : 11 Mentre lo studio delle coltiv:i zioni er bacee comprende bibh otecht! inte rm inabili , lo studio delle pianlf' ar boree è del tutt o tra scurnt o. Gli olivi, gli agru mi, le alt re coltu re spec iali del Mezzogiorno sono stat e quasi del tutt o tra scu• rat e dagli studi osi. " Fuori t.l' hali:1, le stazi oni agrari e, hann o preso svilupp o : le stazionj tedcsch<', sopratutt o le americ:,ne, h:mn o realiz zato llrogr essi mira• bili. In Italia poco o null a si è fott o Le poche s1,1zioni :1i:.ran e it:1liane esistono da Roma in su: v1 sono stazio11idi b:1cologia a Pado va. di ca– seificio a Lodi, di critto gamologia a Pavia, di entomologia a Firenze, di entomologia a Rom a, di cr:rcal1coltu ra a Rieti; ecc. Nel mezzogiorno non esistono vere sta zioni agra rie, istituti spe • rimentali agr;1ri, che sì occu1>inu delle cultu re arboree meridionali. 11 Poi che le stazioni agra:-ie dcli' estero si occupa no so pr,, tult o di cultur e erbacee setlen– trion:.1li, le pi.1nte arb oree meri<lton.ili non sono studiate nè in Itali a. nè all'es tero. Cosi accade che alcune pi:mtc J i esse nziale importanza per l'ag ricoltura ciel Mezzogiorno, come l'olivo, siano quasi dimenticate <l:illa scienza moderna. Po– chiss•mo si s11 d«.:lla vita di questo albero e gli studi osi sono costretti a conkss are che le loro conosce nze sono ass ai S<"arse. E cosi C', non solo dell' olivo, ma d ì qm,si tull e le specie ar• bor ec dd Mezzogiorno. " Le pmdm.1011i dcli' oli(}, dei mandorli, dei ficl1• 1 degli :-,grumi e di tutt i i pr odotti degli al• bc ri . del .Mczzoi;iorno non ~. stata oggetto di stu<l1 seri. e vicev ersa la più gra n par te del !\·lezzogiorno solo in quella prod uzione ,; nei bo, schi può trovare la resurrezione er onomica.

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