L'Unità - anno I - n.32 - 20 luglio 1912

i L'UN I TÀ . ,e la 1-~rancia, è evidente che come la nuova Tri – plice dev'essere una macchin a anti-inglese , cosi l' Italia aderendo :,Ila nuova Triplice non po– (rcbbe pili in nessun modo continuar e a funzio– nare come anello di congiunz ione fra Germania ed Inghilter ra. Questa constatazione stor ica ha una impor – tanza primaria nel determintarc oggi quale con– venienza avrebbe l' Italia di aderire ali' uno o ali' altro 'sistema di alleanze cui l'Inghilterra partecipi come amica o come avversaria. Ma su ciò non mi dilung o, avendo già chiarito la mia Idea nel n. 7 dcli' Unilà, e proponend o– mi di ritornarvi sopra fra non molto. In questo momento ,·oglio solo ins ist~re sul valore capi– ta le che ebbe la vecchia Triplice nel gioco della politica ipgl ese. L'Inghilterra, dall' 8o in poi, completa rap i,ta– mente il suo impero coloniale: si assicura con 1' Egitto la via delle Indie, stab ilisce con la -conquista da l Transwaal le basi del grandioso odisegno della ferrovia continentale fra i due -capi estremi dell'Africa, estende il suo dominio su territori smisurati : il Zanzibar , l' Affrica <>rientale, il paese del Niier, la Rodhesia, \Vei– ttai -Wey, la · Birmania, la Nuova Guinea ecc. Nella splendida Era vittoriana l'Inghilterra ha rag • " giun to qu,.gl i ,estremi «:onlìni, che oggi la sua sag • gezza proclama.insuperabi li. Questo immane lavo– ro fu comp iuto contro l'aperta ostilità della Fra n• eia, minacciante in Europa e in tulle le colonie, specinl mente in quelle dell'Africa, e con l'oscura urgenza del pericolo rus so ai confini del più ge– loso dominio dell'i mpero: l'India . Ora appunt o la Triplic e, senza forse nessuna stipulazione formal e, salvo il trattato con l'It alia, - senza che l' Inghilterra dovcs~e uscire dallo splendid o isolamento -, per una forza di cose sua pro– pria, cioè per esser diretta anch'essa contro la Francia e contro la Russia, tenne a risp etto, fino al compimento dell'immensa opera coloniale inglese, c1ucste due formidabili forze avverse ali' lngh ilterra . La vecchia Triplice, considerata nella sua costituz ione inte:-na, ci appare come il capolavoro di Bismarc-k, e l'indice massimo della sua utilità dirti/a fu segnato a favore delia Germania. Ma nel vasto teatr o della politica mon• di.:1.leessa cade i.J,di,-ttlamm lt nell'o rbita degli interes si dell'Inghilt erra. Se non si coglie questo fatto essenziale ,o se non gli ai attribuisce l'importanza che ha, è certo che non si può comprendere quale deviamento e quale inversione completa dei fattori dell 'equi• Jibrio europeo abbia causa.to nell' ultimo dc• cennio lo spostarsi delle relazioni fra Germania ed Inghilterra. E diventa impossibi le apprez– zare adeguatamente quale-, di fronte a siffatto spostamento di equilbr io, sia il nuovo rea le in• teresse dell'Italia . UDALD O FOR)lESTISI, LA NUOVA TRIPLICE" Abbiamo più volte spiegato in questo gior- 11ale come, data la polilica mondiale della Ger– m ania indus tr iale e imper ialista, - dato il con– seguen te diss idio anglo-germanico, - data J'a.. •desione della Fra ncia alla politica dell'Inghilterra, - data la n~cessità in .:ui si trova la Germania di pagare con qualcosa di concreto l'appoggio -che essa chiede all'Austria ne11aeventua le lotta coritro l'Inghilterra e la Francia, - dato che que– sto • qualcosa di concreto II l'Austria non può t rova rlo che in una nuova espansione politica <11ellapenisola balcanica, seconda ta dalla Germa– uia, - dato che ad impedire questa nuova espan – •ione politica fUStro-balca nica sono egua lmente interessate Russia e Italia; - la Germania, se ·vuole neutra lizzare la Russia nella Triplic, In– -tesa e mantenere I' Italia nella Triplice Allea nza, ,e costituire cosi un blocco sicurame nte capace di ·SChiacciare la Fra ncia e l'Inghilterra, deve sfor• zarsi di conciliare gl'interessi dell'Aus tria della Russia e cÌell'llalia, offrendo tlla Russia e al• ,r Italia dei compensi notevoli, a spese benin– rteso dell'Inghilterra e della Francia , in corrispe t– tivo della libertà, che RuSsia e Italia lascereb– lbero all'Aus tria nei Balcani. E i compensi non possono essere che il libero passaggio degli ·stretti e qualch~ ult eriore espensione territo– iriale per la Russia, e l'offa della Tu nisia per •l'Italia. La nuova T riplice, per tanto, nelle intenzioni •de lla Germania dovrebbe legare l'Italia a una :politica di aggressività anti-ing lese e anti -fran• •cese, la quale era del tutto estranea alla Tri– plice del decf'nnio pauato . E tutto ciò che in -questo momento rende difficili le relazioni fra Italia e Francia non può avere altro risulta to se ,non di favor ire il gioco della German ia, to– gliendo all'Italia ogni libe rtà d'opzion e e co, stringendola a rinnovare la Triplice alle nuo,·e -condizioni, che fanno comodo alla Germania. A confermare pienamen te le nostre consta ta• zioni, sono venuti in buon punto., in questi ultimi tempi, alcuni artico li del Corrieri della srra, che si può conside rare c'>me il più abile organo della ,poli tica tedesca in Italia. Il Corriere dilla sera si guarda bene, natura lmente, dal rivelare net• tamente il fine a cui mira e il resultato a cui vuo l condurre l'Italia. Ma mettendo insieme ciò che via \'ia è andato in varie occas ioni scri– vendo, e sopra tutto tenendo presente ciò che mostra di desiderare e di temere, il suo pro– gramma di ·politica estera riesce ben definito chia ro. Nel numero del 4 luglio 1912, commentando il con vegno di Baltischport fra Guglielmo Il e Nicco1a li ! il Corritrt scrive : ., La Germa nia come abbiamo più \•ohe ri• cordato ha inte~essi giganteschi nella Tur– -chia di 0 Europa e nelJa Tu rc~ia ~i Asia. La -sua situazione è stata apparecchiata m tal modo, che gran parte ciel suo avvenire mondiale sa ~ rebbe distrutto, se essa non potesse svolgere il suo programma nelle regioni che saranno at– traversate da lla ferrovia che mett erà capo al Golfo Persic o. Quando la Germania avrà potuto riSvegliare e feconda_re i ter ritori che furono un giorno ricchissimi, e che pot ranno ridiventare ricchissimi , della Mesopotamia; quando le reti ferroviarie della Siria si saranno congiunte alla grand e llqea che da Haidar Pasci..·\ per Bagda d menerà al Golfo Per.:tico; quand o da Amburgo al Golfo Persico , la Germania avrà in suo po– tere una delle più grandi linee del mondo, la ~uale uel tempo stesso le ap_rirà direttamente l Oriente di Europa e l'Asia t la porrà i11con– diaioue di /ollare a,uJace11m,te con l'/11gltillerra in uno dei camp i più fruttuo si alle lotte econo, miche del mondo, un grande sogno tedesco sarà realizzato "· Orbene • questo vi ha di caratteristico nelle relaz ioni tra la Germania e la Russia : che esse non hanno alcuna materia di divergenza, e con– tengono parecch i elementi che potrebbero fa. cilmente associarsi i e viceversa poi le due Po– tenze fanno parte di due gruppi di forze che sono in contrasto o non sempr e in armonia tra di loro. In Asia, Russia e Germania non si urtano in nessuna par te, possono dunque benissimo .darsi la n- ano. In Europa hanno convenienza a non attraversa re l'una la via dell'altra. Il pro• i~~:~:a nti,~e~ff~n~~ 1 ~ev~~ed!s~ti~~:g:eu~ GR~~ sia, , HOn tsclud,. che la Ru ssia possa ottenere la lih,rtà di lra11silo mililt1,·1 nllrav,rso il Bo– sforo e i Darda,,el/i. La flotta da guerra russa nel Mediterraneo non può dare alcuna preoccu• pazione alla Germania: cosi come non può darla a noi. La noslra situazione cli fronte alla Russia è per cento versi simile a quella della Germania : imtite.:1ipolitiche fra noi due non esistono; esi– stono viceversa aspirazioni che posso no mutua• men te sussidiarsi "· • L'intesa fra di noi è pertanto nella logica delle cose, è nel processo stesso dei bisogni in– ternazionali dei due paesi ". " Che cosa impediscf' dunque un'intimit.'\ più grande e r.,iù solida della Russia e della Ger– mania, e della Russia e de ll'Italia ? " • L'oslncolo virlual, si presume che sia ntlf Au – stn·a. La Triplice Alleanza, quale I costituita allua/n,mte, può essere concepita come una dif– ficoltà alle integrali intese russo-tedesca e rus – so-italiana. Ma è un ostacolo perchè non si è mai esam inato a fon<lo st , ntllo staio allualt dti Balc,wi, il programma dtl/t, Russia e quello del– r Au slria HO" posscrno lrovart ,ma bnst d'nrco– ,,,odn"'e"lo. Tan ti accomodamenti credu ti impos– sibili quando si hanno davanti agli occhi soltanto alcuni da ti. div entano convenien ti e si impon – gono quando si considerano i più. rrofondi van– taggi di un.- transazi one che d:'t $\ cias cun paese /ihtrlii di movimwli ;,, altri campi, i11a/Ire parli ,ltl ,,,o,,do •· li libero passaggio degli St;ctti alla Russia , dunque, e " libertà di mov imenti in altre parti del mondo ", cioè in Asia, cnntfo i domini in– glesi al Sud, verso la Cina ad Est. Ques t'adesi one, pill o meno espli cita, della Russia al blocco aus tr o-tedesco è desidera – bile dall' ,ltalia? Non rappresenterebbe esso un dar.no grave per noi, che vedremmo enorme• mente diminuito il nostro peso relativo nel gioco delle for:te internazionali ? non ci por• rebbe in una situ.azione penosissima fra il blocco dei tre imperatori prevalenti per terra e l'e11- lm le anglo-francese prevalente per mare? non ci obbligherebbe a rinnovar e la Triplice senza libertà di opz ione e perciò alle condi zioni che Germania cd Austria imporrebb ero? l\fa il nostro nazionalismo coloniale, nel suo programma cli pre1>arar se mpre una u gue rra viltoriosa " contro qualcuno, nelln sua fame non mai tant o placa ta cli chilometri quadrati da aggiung ere al territ orio naziona le, non può amar e l'Ital ia, se non attaccand o br iga con gli altri: con la Turchia per Trip oli, con la Francia per la Tunis ia, con l'Inghilt erra per ~folt,1, con l'Austria pn T ren to e Trieste, con chiunque per qu.1lunque motivo. E poichè tutto il mondo insiellle non si può sfidare , e per sfi– dar e impunem ente l'uno occorre esser sicuri del• l'apppoggio di qualch e alt ro così il nazionali• smo nel suo cieco bisogno di odiar sempre qual– cuno, è portat o contin uamente a fare l'inte resse non tanto della propria nazione, quanto cli quel– l'altra nazion e su cui è costretto ad appoggiarsi pc-r poter fare il prepotenti! coi terzi. In questo momento la mira dell'odio nazionalista è la Fran – cia, che si suppone osso meno duro a rod ere che I' Austri:, i il pretesto è la Tunisia i e chi . ci guadagnerà da questo nuo,·o furore belligero, se l'opinione · pubblica non mett erà una buona volta il fermo a questa forma di malattia men• tal e, saranno la Germania e l'Austria. Leggiamo, infatti, il Corri,re della sera del 24 febbraio 1912: " A suo tempo, 91umd o !a d.,.:isione d,,J (;o– i•,:r110 (di iniziare l impr~sa di Tripoli] era a11° cora i,,cer/a, noi tenemmo a indicare quelli che a parer nostro eran o i valori della Libia, e par – lamm o di una gerarchia di valori, e .il sommo pqnemmo il valore politico. L'imp resa voleva dii-e che una part e dell'Afr ica mediterranea do– veva esser e nostr a i che la politica 111tdilerrm1ta divmlavtr per co11sc,:11man, per ,ioi, la f111alìlà · prw,in tnle dtllt1 nos/rd a•iouc; che la politica adriati ca coltivata nell'ultimo decennio costi– tuiva un aspetto, import antissi mo si, ma 110,i esclusivo nt assorbt,ift, della no..:tra attività in– ternaz ionale. Una colonia gt ntra da sè stessa 11uovt cs/mnsiom·,. diven ta fot.ile il non fcrmar:;i, il proseg uire, lo sviluppare e completare il primo m,cleo. Iniziat<' il movimento, la politica africano• med iterrnnea diventa per noi fatalità. ln Libia dtve tsstrt per 11oi ,m Jnmlo di partenea., 11011 ,m punto d'arrivo "· La nuova C'Spansione-, evidentemente, no,1 può avvenire intorno al• nucleo" tripolino, che o verso la Tunisia o verso l'Egitto . La nuova • u fatalità storica africano-mediterranea• ci por– terebbe ad abbandonar e l'Adr iat ico all'Austria, ed a cercar compensi a S!)ese della lnghilterra e della Francia. E data la intesa anglo-francese ci obbligherebbe a )ollare di spese militari ma– rittime con le altre due potenze mediterranee . I giornali tedeschi hanno già delineato il programma della nuova Triplice, assai diversa da quella, come dice il Corriere dtlln sera, del 4 luglio, cosliluila allunlmenlt, eh~ nell'ultimo decennio ha tut elati gl'interessi adriatici dell'I ta lia. Alcuni p.tssi degli scritti più caratteristici, usciti in Germania negli ultimi mesi dell'anno scorso, subito dopo l'inizi o. dell'impresa di Tripo li, furono da noi riprodotti nel n. 8 del~ l'U11ilà. Non sarà inutil e ripelerli ora ancora una volta. Messi ac\!anto a ciò che ha scritto il Corri,rt del 24 febbraio, si ha l'impressione di ascoltare un'unica voce. Il conte di H.eventlow nella De11tsc/1t Tages– •eihmg dei primi dell'ottobre passato. proprio pochi giorni dopo !a nostra dichiarazione di guerra alla . Tur chia , scriveva : • Sino a che la Germania desidera l'alleanza coli' Austria, deve deside rare 1•a11eanzacon l' I– talia . Nel cr-so di guerra europea, solo la Ger– mania e l'Austri a potrebbero prom!ttere all'Ita– lia, se vittor iose, nuovi territori, e ciò sarebbe forse decisivo per il suo atteg_giamento. Nuovi ltrrilorii ;,, Africa [la T,misiaj o qualcltt isola 11ei llltdil erra11to occidmlal, alla quale non vanno per adesso le sue aspirazi oni. Che l' Italia miri a diventar più forte possibile nel mare è di som mo interesse della Germnnia Lcontro l' In• 5:hilterra]. E accanto aW Italia anche un'Austria forte sul mar~ . L'Italia farà bwe a ricordnrsi che la Gtruumic, se villoriosn . può darle molto., pur chè benmt eso ella compia il suo dovere . Sarebbe inconìprcnsibile che 1 a Germania aiu– tasse ora l'Ita lia senza pretendere alcun corri• spetti,•o "· E l'ex-mini stro tedesco a Lisbona, Rundschau 1 scriveva sulle Berlinrr Nmslt Nacl,ric//,m , a meno ottobre: • L'It alia tr nverà nella occupazione della Tri• politania e nello s,•iluppo dei propri inter ess i in quel nuo,•o paese 1111a diversio11e alle 110/t Sllt nspirndoui vrrso le coslt adriatiche,- e ciò che è più importante ancora, essa si troverà con que sta occupazi one in antitesi colla costante violazi one cli confini e di diritti che forma la base degli intrighi che si svolgo no nell' occupa– zione delle coste africane [dunqu e con la Fran – cia e con I' lngh ilterrn] l o sviluppo della colo– uic::acio11t italicmn a Tuu isi nvrà cou qutsla occupn::iout ,m nuovo iucilam e11/o "· 11consigli ere di lega zione Von Fod:.er scrive sul Tag berlinese dell'ottobre passato: .. La consen·azi one della Triplice è compito più importante cli qua lsiasi altro. E l'affare di 127 T ripoli può condmr e a un rinforz o della Tri– plice stessa , da un lato perchè l'Ita lia in pos– sesso dc li., Tripolitan ia 11011,wni più dt1 o::.ser– vare 'i.lt :rSO la Fn mcù, i riguardi a cui era te– nuta fìnorn, e d'nltro lato perchè Tripoli distrae l'Italia ,lall'Albauia e dai confini auslriaci "· Un altro autor evole scritt ore tedesco, il Moel• ler van den Bruck, scrive nel Tag del dicem– ·bre: • Se l'It alia comprende il suo avvenire, ,Tri – poli sarà solo un primo passo. a cui dovnì st– guire 1111 più $r awl epossesso sulla cosla a/d erma, cosi eiadi,·en1re essa la prima 1>otenza del mondo latino. L':tv\'eni re dcli' Italia 11011 dr.ve dr.cidcrsi 11clf Adriat ico, ma nel Medite rraneo meridionale ed occide ntale, dove essa s· incontra con la Francia "· E Adolfo Sommerfeld su.I !:>tco/o del 24 di– cembre: " Può forse pensare l'Italia a dedicarsi a un pacifico lavoro di civi lizzazione in Tr ipolitan ia coll'eterna preoc cupazione di dovere un bel giorn o scontrnrs i nell'Adriati co con una avver– saria? La sfera di inte ressi marittimi dell' Ita– lia t scesa coll'acquisto dr/la Tripolilm rin verso il Sud dal mare Adriatico al Afrdilcrrm,eo. Non è quindi necessa riam i:nte sottinteso di a,·ere una sola mèla: addo lcire l'amar issimo Adria • tico co11,ma alltanaa pro/ti/l'ice? E la Nttlional Ztihmg del 25 gennaio: In Italia si manifestano gi:\ correnti impe ria– listich e-, e la G~rmania non ha alcun intere sse ad ost.1colare delle nspirazio11i J,rr /t l/{lmtult ,011cilit1bilicott i buoni rapporti co11 I Auslria, D:lti que::tLi progetti è perfettamente naturale che l'annunzio dato in questi giorni dai Daily Grapl,ic di un accordo ang lo-italo -francese per la garen2ia reciproca de llo statu-quo mediter– raneo, abbia fatto montare in bestia i giornali di Germania e d'Austria. La Ztil, per es., scrive : " Per noi austriaci sarebbe poco lieto che l' Italia si intendesse diefro le nostre spalle con le altre Potenze del Mediterraneo , visto che siamo anche noi una potenza del Mediterraneo. L'Au stria-Ungheria non potrC""bbe contentarsi di una alleanza, che permett erebb e alla alleata di firmare dei trattati med iterrane i, lasciand,., da parte noi altri senza alcun riguardo •· Se l'Italia, nell 'atto di accordars i con la Fran – e con l' Inghilterra per assicurare lo slalo-quo nel Mediterraneo, deve considerare quest'ac – cordo come inconciliabile con la contfouazione dell'alleanza con la Germania e con l'Austria ; se siRatto accordo per lo 1/a/11-quo ~ contrario agi' interessi dell'Aus tria; - questo vuol dire appunto nbn che la nuova Tripli ce non può avere lo scopo di turbare lo stalu quo mediterraneo, soddisfacendo le ambizioni dell'Austria nella penisola balcanica e della Ge-rnumia nell'Asia Minor e, nella Mesopotamia, nell' Egitto, e of. f~endo alt' Ièalia di • completare il nucleo tripolino col buttars i addo.aso aJla Tunisia. Alle preoc-:upazioni dei giornali tedeschi, di fronte al presun to accord'l anglo-italo -inglese, fa riscontro la incredulità e l'avversione del Corri,re dtlla sera dell'n luglio: 11 .L' iniziativa per un accordo mediterraneo con l'Italia sarebbe partita, secondo i giornali, da Londra . Il sirnificato, se cosi fosse, sarebbe evidente. L' Inghilter ra vorrebbe non a,•er" preoc cupazioni nel Mediterraneo per essere in– teramente libera nel Mare cld Nord. L'acc ordo ans:Jo-franco-italiano avrebbe pertanto ori~ini e fint che sarel>bero in opp osizione alln Triplice Allc:.011.w 11. Pe r fortuna, avrebbe quasi tentato di dire ii Corrieri della s,ra, quest•accordo non solo non è probabile, ma non sarebbe utile all'Italia. Ed ecco perch è : • L'accordo mediterraneo, cui si accenna, sa• rebbe limitato soltanto all'Africa, ovvero com– prenderehbe tutt e le quistioni medite rranee? Nel prim<'Icaso I' Italia avrebhe certamente i suoi benefici ; ma i maggiori vantaggi sareb• bcro goduti dall'Inghilterra e dalla Francia : dall' ln~hilt crra, la quale sarebb e sicura di a– ve re l'Ital ia con s~ m qualunque quistione e fatto riguardante l'Egitto, u110 dei p,mli de/– I' lmj>tro a cui la Germania se,ua d11bbio,,,;. rtrebbe ,,e/ caso del gra11de conjlitlo co,, la sua n·vt1le; dalla Francia , che farebb e dell'Italia una collaboratr ice nel cons olidmnent o del suo Impero nord-afr icar.o in genere, e si assicure– rebbe in ispecie il nostro aiuto per il Marocco in og11iquistio ne che non ~ improb:tbi1e sorga nell'avv enire più o meno lontano. L' Italia, è vero, potrebbe svolgere per conto suo un'azio – ne più libera 1 da intralci in Tripolit ania; ma tutt o ciò sarebbe sempre ben poca cosa di fronte ai van taggi che dall'accordo trarrebbero r Inghilterra e la Francia •· Non occorre molta profon<lil;à per capire l'ar– tificiosità di questo ragionamento. Se l'Italia , in un accordo mediterraneo, garantirebbe l'Egitto ali' Inghilterra e il Marocco alla Francia contro la Germania, in compenso l'Inghi lterra e la Fran– cia garantirebbero ali' Italia la Tripolitonia con– tro.... ~è stesse, e libcrer:bbero l'Italia dall, ob• bligo <liau mentare enormemente le proprie spese militari marittime pe r assicurarsi le comunica– zioni con la nuova colonia , che in caso di guerra

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