L'Unità - anno I - n.31 - 13 luglio 1912

124 Le cntrnt e patrim oniali, anche dove un di fu. rono vìstosr e notevoli, sono o~gi snlnntc e grnnu.·, specie per la 1>olitica facile, spenderec• ci.a <lei bei tempi andati : gli scomparsi o mo– renti bosc hi com un :1li, tra gli altri, testimoniano , e conferman o. E con le entrat e patrim oniali agonizzano :,h res l, triste, fatale soliJar ietà, le entrnte <icriva te e di diritto pubb lico: i tributi. Un bel giorn o, nel 190 1, siamo stati presi dalla illusione dl e in hali ;i, accanto ai moltissi mi po• veri, vivessero anche i molti ricchi, sugli omeri dei qu:11i si potesse focilmcnte - come una semplice pnrtita di giro - rive rsare la mag gior parte e spess o :rnche la totalit:\ dei pubb lici tr ibuti. Ed f'rroneamcnte scimiottando l'opu lenta Inghilt erra e il ricco• Belgio, sq uas sammo im– previdt-ntemenle la t'Opiosa fonte dei dazi com u– nali, dimenticand o, o forse più , ignoranJo un pre– cetto assai noto ed clem entar,: di Scienza finan– ziaria, e cioè che le Finanze dei a>opoli pove ri non possono fare :. meno di gr:t\'arr. sia pure con crudele 1>eso , sui tributi indire tti in genere e sui consumi in partic-olure. Cosi lo sg ravio Jr.i consu mi, att u:,to se nza prudenza e graduazione , lm rovi nati i b1l.inci com una li, specia lmente nel Mezzo;;,:oruo. Cosi, mentre dtt un lato le pubbliche spese son ven ute anment:mdo e spesso non per lib~ra iniziativa dt:~li enti locali, ma ptr imp osizione <lei Go\'t:rno centrale: mt:ntre aument,mo le esi– genz<",qnalit:Hiv nrncn te e c1uantitativamente, dei pubblici servizi i diminuis cono per strid ente con– vers o ogni giorno più le Entra te com un ali. l provvedi ,uenti finanziar i a fovore dei Co– muni meridio nali, escogitati dalla solida mente del Son nino - nel 19()6-, ma rimasti a mezza strada per la caduta del Ministe ro Sonnin o e malamen te comp resi cd app licati da l susseguito Minis tero Giolitti, dettero il tra collo alle entrate tributarie dei nostri Comuni, che da allora in poi non vivono .iddiriltura più che di espedienti e di ans ie, in llllesa sem 1>re della l~nte volte promessa e mai an uata riforma fondamentale. 11 l.alllmeoto dd comuol. i-:, per i poveri Comun i, specie nel Mezzogiorno, una miscrab 1le vit11alla giornata di povera gente , che si arrab& tta olla meglio, indebitand osi sem– pr e pi,ì1 e differendo an che quelle pul,bliche spes e che più abbiano :illin enzu cd innu enza sul pro • gres so econo mico e civile dt:i cilladini. In molti Comuni avvi ene anche peggio. Fino a quulche tempo fa spendevano e spesso an– che spa ndeva no, ora • macchina indietro • !: si sopr,rimono sveltamente quante più spese siano possib ili - necessa rie od utili poco im– porta - purchè si riesca a tirar su, in un modo qualsiasi, il Bilancio. Chi vuole i sen. izi pub– blici se li paghi, anche se esegui ti individual– mente riescano peggiori e costi no di più che ueguiti collettivamente. Ancora più dolor oso elfetto si è che le pub– bliche ammin ist razioni comunali, non so1o peg– .,giornn o sollo il r.1pporto n111111inis trativo-finan– ziar io1 ma altrt•sl sotto il riguardo moral e. In una condizione di cOS<',cosi preca ri~. cosi in– cer ta, cosi difficile, le pe rso ne veramente ca– paci d'int endere e guid are i pubblici interessi si riti ra no, di fronte u responsabilità che è im• possibi le assume re, ed i Municipii res tano in balia d' incapàci, <l' incosc ienti . Che se anche sono buoni o mediocri, i pover i ammin istra– tori comunali , veri cirenei , oggi dl sono ridott i a ripetere il noto giocfi di socie tà il buon omei/o vive aucorn I, in cui ognu no dei giocatori si preoccupa solo che il cerino, che va in giro di mano in mano fra gli allegri amici~ non si spenga nelle proprie mani, per non es~e re pas– sibile di pena , ma conservi alme no tanto di vitalità cht. basti a passarlo acceso al compa • gno ,·icino. Si spenga pure nelle mani di que– st'u ltimo, sarà lui a pagar ne il Ho! Si formano quin di bilan ci puramen te contabil i, bilanci gra– mi, che prrm cuano soltant o di non chiuderc– bara :ca, e si tira ava nti cosi, impazienti di ca– varse ne fuori e di pns sRrc la soma dell'azienda pubbli ca e <lei relativi guRi in altr e mani, con la magra consolazione che il fallimento cd il caos non sia :wve nut o dur ante lo nropri a ge– stione ! Ecco il quadro preciso, fede le"', sen z'alc una tinta di esageraz ione reto rica, delle condizi oni dei Comu ni itali :mi in gene re e segna tamente di quelli merid ionali . Chi scrive questa gt:remiade ne ha parti– cobr e cogniz ione ed impr ess ione, in quant o nella sua quati1à di Ddr g alo lcc11ico dell a Com– missio11eparlameulare d' ;,,cl,itsla sulle condi – $ioni dei conladini ,re/ Jl/teaogiorno e Sicilia, ebbe, qualche anno fa, a raccogliere p:1zicnte– mente e scrup olosamente, ad uno ad un", i pia ti e le gr ida invocan li soc corso di ben oltre du emi la Comuni, qu:111tisono quelli delle 23 pro• \'incie meridionali, contin entali ed insu lari. D'a l- L' UNITÀ lora parecchi anni son passa ti senz'alcun ri– mct.lio cd il disagio s'è ancora aggra, ·ato: stu – t.llosi e sci itton h~nno in, ·ocato ed im·ocano ripari ; gli stcs.si Comun i 111tutti i mod i, sing o– larm ente e collclli\' amente per mezzo dell' .--ls• sociat ione Jri Com11111 it11lù111i 1 hanno im·ocato soccorsi ; nrn Rom ae... to nsulil11r ! La grande politica t.lcllu Grande ltalrn 110:'1 pt'rmelle di prestare orecchio e di occuparsi cli queste pic– cole miserie. Noi continu eremo ad insistere sul virnliss irno ar gomento, convint i di fare opera più p.ttriot– tica di qualsiasi 11:izio1rnlismo guerrafo ndaio ; convinti come siamo che il buon andamen to delle nostre case insieme a quello dei nost ri Com uni sono il più sicur o, il più decisivo, il più fecondo punto di partenza tld p:-ogress o economic o e mora le ,!ella nazione . G . C.:AKA So-Oo :-.nT O . Beneficenza veneziana. Quale vcrt;OKIIU Il\ flgni città d' halta freque n– tata da fores tieri, per l'acc;.m onaggio contmuo, sist ema tico, che tormen ta 11 v1sit.1tore e ci fa gi1.1<licare un popolo di mendicauti ! A Venezia 111 1mrt1colar modo è doloro sa e umiliante l'e• sposizione per le strade di tutte le mi:;erie li.'ii• che degli acc~tt on1 1 prime fra c1ueste la sporcizia, e l'in sistenza ,Id se,.:carc sfrontat am ente chi pas – sa. u Essere povero equiva le in Venezia ad avere una prufcss1une, 11 ha scr itt o molti anni ta, ali;., line dclii\ dom111i,z1onc uustrmc:,, un veneziano, il Papa dopoli. Dopo qu nsi mezzo seco lo di ,·ita nazi o1rnle le :mc p.arolc son p1\I vere che mai. Non so che cosa Sti•, se , itto llt'i regola menti d i polizia ; u giudicar da i f.1Lll, si dire bbe che \"i sia gara ntito il lil>en~simo t:sercizio di tale pro• fess1011e. Tu a, v1 d11edono qu.tlcosa: chi vi tende la man o in stra,hi. e t.hi ,·i f.1contribu ire alla sott oscnzion c per uu povero vergvg noso o una nobile <lecudutu. Una condizione cosi umi– liante e accettata con tanl ;1 naturale zza, che i sussidi, lt: borse d1 studi o, gh :,inti t.h qualsia:ii forma si chiamano prr lrat.lizione : g raaie. Po– tete leggere tutto l'anno alla porta uelle chiese l'av ,•iso <lei concorsi J>er queste g rn•ie: potete leggere anche (e qui d 1'! ne pensrno i pochi stranieri . che ct.,noscono l' 1taHano Jitelo voi!): gra:;i« Ravci d1 L. 40 pt:r un ma estro elmie ulc,re bisognoso e avente famiglia! T ale stato di cose ha rndici storiche nel pas – sato di Veneziw, come nelle diOicoltà <lei suo presente: e sur ebbc far Krave torto a questa nobilis sill\.a frn le città italiane il disconoscere qmmlo s'è fat:o e si fa per combatt ere la ph1ga della n11se ria e dcll'uccanona ~gio. Istituzi oni pr eventi ve e soccor ritl'ici spcndu110 un l:1rghis– simo p:,trnn onio per i pover i : non v' lrn biso•· gno o form a di miserin o d'infermità, a cui non si sia pe1uato e provveduto. Se si t'Onsulta il poderoso volume elci documenti riuniti dal Comun e di Venezia - e per esso dal Podesta cont e Dan te Screao Alighieri, - per s,en,jrc a'.la storia della bene licenza veneziana, si ri– mane stupit i che cosi poco giovino le ingen ti somme che vengono profuse. Le cifre, che ad onta nostra stanno fissa te nel vecchio viaggio del Taine, tolte dalla Relazi one del podestà conte Bembo, dicono lo stato di Ve– nezia alla vigilia del riscatto nazionale: Popolazi one : abi tanti 120.000. Po,·eri 40.000. - Iscritt i nei registri delle elemosine 30-000 . Su j8o ooo fiorini spesi in qua tt ro anni 129 .000 rapprescnta, 1 ano le spese di be– neficenza 94.000 le spese di car ità ed elemosine 10.000 1 e non più, le spese per istruzione. Ogg i la popoh,zione di Venezia è di 16o.727 abitan ti; il bilancio com unal eè di 10 milioni circa· per l'istruz.1one si spende annualm ente 1.4-45.0~ lire; per la beneficenza 1.66o,558 lire (bilancio del 1910): sc 11zacont are quant e "ltr e spese con• corrc,no, cc.,I migliorn rc lt: condizioni dt-.lla dllà a migliora re quelle dei poveri. Durante il pc~ riodo dal 1901 ul 1910 furono iscritti alla con– gregazione di t.·aritù 15.Soo capi di famiglia , che latta una 111cd1adi quuttro individui pt:r fami – glia pnellia molto al di sotto ciel vero) dà nno un totale d1 poveri elencati <li 63.200. Poichè, non ostmlte tutt o qu esto, acca tto– naggio e miseria non diminuiscono, alcuni po– chi e volentero si c1t1adini, unitisi nel 1903 per miziati va dell' av\l, Umberto Luzzatto, che fu coadiuvato dal conte Pu~ro St-rego Alighieri, fondar ono la Socieltì co11lro l'nccal/011ngg,o: una. delle migli ori e più efficaci form e eh soccorso che esis tano in Venezia, che dovrebbe essere studia ta nel suo funzion:.unento come un' istitu – zione modell o. Il suo sco1>0 è d' abo1ire la be– neficenza spicciola c!1e fomenta l'accatt onaggio, rendendolo un mes tiere lucroso, per aiuta re in• \lcce con eflìcacia e razio nalmen te gt• indi\lidui e le f~miglie bisognose u rialzars i con dig nitfl, llHtlerrnlmente e moralmente. li Luzzatto ha compreso che la bencticcnza ufliciale assai so– vente non è runed io 111a pulliat iv<l:percht! è piena d' imp edimenti bur ocrntici, sl eh~ il soccorso o non giunge, o non giungi: u tempo, o non è pro– purzio n;,t,J :1I bis ogno, o è saltuario, e ra sso mi– glia :,llora ad una v1ncitn :il lotto; e tutti co– loro che co11osco no ciò che è la vita del povero, uso H campa re di es ped ient i se nza pre occup ar si de lla vecc hiaia e della malattia, sa nno che una tal forma d'niut o è pili dann osa che utile. Bisog nava ;1dun c1ue creare un organ ismo li– bero t.la ogni i1,1paccio, da o~ni restriz ione o reg olamento, che 1mped1sse alla carità d':md ar dritta al suo scopo. Alla congregazi one cli ca– rità sono indi spensabili molte form alitf, pel cont rollo dei fondi o dell a loro distribuzi one: occor re ad es empio che le fami glie si facciano iscr ivere al prim o dell'a nno, colle tedi in regola. per ottene re sussidi, i quah non posso no essere dati che con cer te linutaz ioni e in certe forme . Nulb d i tutt o ques to nel la Socielà coulro l'ac• callouagg ,o. Si sa che il bis ogno buss a inaspet – tato, e tra volj.te e ro\lin:1 i pover i. Per questo la Socict...'Ìnpcrsc un UJ1icio Indicazi oni simile a quelli che fuuz.ionano a Tori nn, a Miluno, a Fi– renze e in poche ::altr e città d'Italia, e che pone il richiedent e in dirett o cont:11to col benefattore. Chi ha bisogno, es pone alla st:gretari:·1il caso suo. L'ufric10, per mcu u dd h, segret aria ? d1dd eg:1t~ e clelcgat1 che se ne occupan o, S accerta, ,~1- s1ta11Jo il riclu edr ntc e i111orn u1nJ os1 a \"Otr1e fonti. dclb nt:ccs s1t:\ del soccorso : e questo viene pront ament e ,hstn bui to. t:1lvolta a un' ora tli J istanzn Jalla nc h1t:Sl.t: t: 11011sotto la forma sola di de1wro o c.h pa1w, ma nd mot.lo c-he s!a migliore per sollt:,•:ffc , se n c,11 d:,lla po\'ert à, dalia miseria. ,gh :111111 rinanzinr i cbti a fondo pc 1du to s1 accomp:1gnanv i p.li ,!Mllc111i delle pi~1oni (ed è l'aiu to più neccssrmo qui a Vcnczi:, !), il riscat• to delle polizze ,lei 111011tc d1 pict:ì, la compr a di ferri tlel mc'°"ticrc per uomini, di macchin e da cucire e per far calze ulle donne. Anche, co_sa som11:1111c 1tc c,luc:1tivll, ili socicta f.1 piccoli pre • st,ti che il la\'Orat o!'e cstrnr;ue ra lealmt'nle ; e se è facile che si conccdu mm mora al paga – mento, o si perd oni il \leb1to a chi non può pa– gare. si sa cSSt'rc fc.:rmi cd esigenti con ch i c~rchi aiu to per ozi11 e e bere. In rcl.1zione con tutte le istitu zioni di bt:nclicenza J clla ciua, lo Ufiicio ln dicaz1011i lr1 n cO\•ernre nt·gl' ls:1tuti fanciulli e ,·ecd1i ab l>anùonut i, tr u,·.1 h1,·oro in famiglie o pr c:,So 110ic1e stab1l11nenl i agl i a uhi, dà o cer ca soccors i per tutt i. :'\arn ralmcnte, att orno all'U flicio Indicazioni, si sun venuh: fornrnn do :1ltre sezioni della Societ à, consone ai bisogno del popolo e della città. l.in Lflbol'afor io rnccoglie le bimbe clt:I popolo che 1111parano ad lll,!g1ustar e 1 1010 stracd , a farsi q11;1lcosa di nuovo, e sopra tutto a veder e i mi– rncoli che pu ù far l'ago in una case tta di po– ,·c ri: ed e qu esta una dcli~ istituzi oni pn) utili, che- si possano crc ;1rc per le fonciulle e le donne d1 domani. Poi vt:1me il Pttlromrlo tlti min ortm1i co,,dan,,nli ronc/i;iom ,lmenl e, che vn rin traccian – tlo i piccoli d1sgrnz.i11t1 che han fatto conosce nza 1.:01codice, e li µro tcgi,:t', li segue nella loro vita, li imp iega, e lii ft:sta li ra du,rn u giocare libe– ram ente, iu un rii.:rcatori,J dove qu esti rnGazzi s1 tr ovano a contnlt o con giovnni buoni e mtel• Jigcnt i, du : li nmano. Vt:nnc nea to l'As ilo dei sen:;c, lrllo, tr iste as ilo, diverso da quelli d'og ni altra c1nn, e che compie a Venezia una funzi one important issima. Esso è i::r:ituito costa ntem en te, a difft:renz:, degli Asili Nottnrni che Jà11no abi– tualmente ricetto tra tuito solo per 19 giorn i, e poi dh ·engono l'alb i:rgo del povero f'fon \li sono letti, ma brande ·di legn o, ed è riscaldato col termosi fone. V, sono le Skle ben distinte per gh ammoniti e i pregit1<licati, per gli ubb riachi , per le donne, per le madri coi bimbi. Cosi ac– cade che in una ciuà dove 1)ur tr oppo l'alcoo • lismo im1>erversu, il fo~stiero non trova mai un ubbri aco dist eso ai suoi piedi nelle strette calli o sulle fondamenta da cui è cosi semp lice roto lare nei cana li. E am.he d, oa;nuno degl i infelici che bussano all'Asil o la Socael:\ si occupa 1.:crcando <l1solle– varlo. Chi gua rdi i suoi registri molto potrebbe im1mr:1re sulla vilu del nostro povero 1>opolo, e più sul modo di mu t:il'lo; du legge le Relazioni, che ogni ann o si danno all'/\ ssemblea dei soci, comprende pcrchè questH piccola istitu zione mant enut a da pochi ricchi cl1 Venezia (l'u ltimo bilan cio della società fu sull:1 busc d, ,p .ooo lire circn ) siu cosi utt 1vu ed eflicace. Non è per In sua organiz z,1zione estt:riore sol tanto: a gua rdare nella storia d ella bt:n<:lilenza \'Cnczian a, vediamo che un tempo le / raltri t ~parr..n:chu1h t1VCTRi11'~ ~•a -poto an ~funziona – mento come <1ccllo della nostra Sorietà: poi venne Ni:tpolcont', e i beni furono rncamerati a favore di un'unica ~rande congr t g:tzione di ca– I ità; SC'ltO gli :mstri 1ci (nel 1826) tornarono le fraterìe; sotto il regno d' hal ia, la Congrega– zione d1 can1à i e sotto tutli fome e mise ria. Gli è che ollr i ai denari, e più dei denari, oc• corr e sollecitudine e amore : solo cosi il povero, che lo sente, ha benefizio durev ole da un soc – corso: i ca-;i di ogni povero van studiali con fra– tema bontb; nè lo si deve nbbam lonarr, getta ta l'elcmo sma; spesso ~li cccorre una tut ela digni– tosa che lo sorregg.1 e non lo umilii. Alla .51> cielà contr o l'm:wllonng g io si sa esercit arla que– sta tutt:la: dall'av, ,. I..uz.utto :,Ila donna pietosa e gentile che da nove unni è segrt .turia, :ii de– legat i e alle dcleg;ite che danno non solo de– nari, ma opera. E non sappia mo quali tesori p-:>sono scat u• rir c dall 'anima del pove ro, Tra i fanc iulli del Pa!rona to, di cui porlnv tt ques t'unno la com mo– vent e reluzione dcll'avv, Cisco, uno ve n' ha, che io voglio ricordare: P"raJa, un famos o capoba n• da d, fanciulli condannati condizional mente per furto. Fu i111pieg:1to a por tar pane da un fornaio. Un mattino, p:1s, anclo alle seue dinanzi all'Asilo dei senza tett o, lhli unn donna chied ergli un pane r chè aveva fome. Un momento il cuo1e del fanciullo trem ò nella tent;izione: e gli lo ha confessato . M:., si vinse sub ito e r ispose : Non posso, è ,·enduto tutt o. . Ma al dom:.ni, 111lc sett e, P;,tata f"ra an,:ora alla porta dell'Asilo e \'i tltlt"Se la dolente che usci,·a. • Questo posso da rt elo . tlissc-, donandole il pane che ogm matt ina il padr one gli da, •a per sè: questo è mio •· · MARIA 8F.R SAS 0 8F. GEY. Liber ismo colle pantofole. [I Corrier c della sera d u p11b/Jlicò rmmo scorso /mi li nrlico/i ltbe,-isli Jd /',-oJ, E..maud i coutro il mouopolio delle flS$teur mu om, conlr o la banca del lnvoro,con/l'O, p11ra::;sitismi dri lriuellalon operm, 'JlltSl'lllHIO 110 11 /111 ntu.')ln,Jo Jlf.SSUIU I sensibilitn bbr.risla e t111l1par ss 1J"ria iu occarione di quel lmuchelfo,u, cl,,: ,;1 sono preparalo i seric11/lori a sprse e/dio Stato t d(/i ,·oul11b1w1ti. Dove si 1m k ,.·,mu · q11t1l•11f 1/ei srricullori so,,o... la na:,iouc. t s, vede (111che che il libtrismo i mm specie ,li fe bbre i11lcrm1llwf e, d" cui il Cor– riere della se na si /asd u prend ere solo quaudo couvim e ag li acwn isll delle gr osse società capi– /(1/tsliche, o q,mnclo puu srrrirr comt arid e conho i p,uo lr e mir:tri lenfc,fil,, prolt:,ionisli delle or– gmu ccnz, 0111open ,ie. .l/ 11 110 11 appena J' i11lcrve11- :;iomsm o slc,/t1/t e lo svabg inmml o dei conlri– buwti può riu scire utile m g r1111di friv tllatori, pulaca so, ,Jr/ f rrro, dtlla stia o dd colont , allora il /ibtri SHIOdr/ t:orriere dcll:.1se r.1 s; amm os<ia, e lepiù grOS!Ulri:•tllt1~io11i passa110 lrio,ifalmmle sem,a che ,I solt11m:ts11110 fogbo di q,tel/a. cl,e Emili o Zola " " " ji,, r. dtl Vc1otre eh P.n i~i chia– mt1 " la gt 11lt>onrsw •• 11i: facci t1 caso. Abbonamento speciale estivo per una serie di numeri success1v1: Dieci centesimi per ogni numero. VERGOGNA Ndl o s<ioptr o dd ltssilori d, L.1:rrnue, .\J.,ss. 11tKli St"li l.i11iti, il laroro il.1/,:1110 s, rù.se 1111. pag ù,a mi r.1hil t ,li solidar iel,i e di r,·sù lm \·' pt r In ,l,f 1s.1 dr/ ,lir il/o. F11ro110 :.-5 m i/.1 st iopert111ti d,e s.urif Ì<al'OIIO 1_:, mi– lioni di s.,/.11 i iu uore st llio: ane pur di olle • ucre una di111ùmt.1011e ,li ore di lt1voro td ,,,, aumml o di sal.u ·i prr 200 mila lessi/ori del/" N11oi..'t1 l11ghill t rra . Quri 1.·111li<i11qm: mi/11 sdoperan li furo no rond olli .,Ila v,llo rù, , .<t1!di e t ompalli 1 t!ai due ntil.'ll ori ilalim, i Arturo Giov a,milli e G im tppi: Hllor. O)!J(i s11l/(1 lesta d,· costoro pmd, · '" sf,.1,la di /J.,mot!e t!d/11 pena di mortt . Nd p.,ese del/' imp t rialismo et onomico, il rap itJ /e lui sapu to e pol ulo far ri'salire a questi due "gil.,t ori '" rrspon sahililiì 4/ei di 'sordiui rhe caus.1ro110 !, mori e ,li una scÙJf'cra nl e e ;,· frrim ,.;11l0 ,li allri. Le S()(iel,ì ;°/t1/ù111e t'a11110 raa oglùml o fondi ptr la cl,f e5'1 dti due rom,a\10,wli, le org.1- 111i \O\ ùm i am triaw c dd lar:oro prom11ot•o110 agila\Ùmi: ol/anl.1lt i ,ld tg.ili, r'1ppreSt'nl,wl i 2/? 1111io11i ,li mrsli.:re, si ri11111ro110 alcune se/– limane or sono per ù,rnrito delle mu'"oni e de– d stro /)roclm,ure lo so '"opcrogenerale pel v'o rno ;,, rui s:1rd ù1i1Jalo il processo dei due "u u– s.1/i. /11 questa dm•erom gara di solMt1rielà lllltt' sola persona reslt1 t·crgo)!nos.11111: l'1 i11crlt', che che 11edica il sollo •tJgrtlflri o di Sia/o: cd è i/" R. Console di lJoJ/011 Cav. G11sl11vo de Rosa ,o/ .\II O 1~/i c,O ll'f'1lr. h.'gli m:,isN 11el ltmpo dello sciopero, pas– siv,1111cnle, ad ogni so, la ,li 1mr/lr11ll.,mmli fa lli a dann o degl' italiani s<i"oper,ud i; ed oggi 110,t ha rossore ddla y d,Q tl el/ri c,1 che si prepa ra pei due 110'!!.lri comm i_ion,tli. Vrrgogua ! 1 IJall '/Ja/ia al/' rslt'ro). Una scuola nell'Agro Romano . 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Un vo– lume In 8, di pp, Xll-290 • . • L. 3.50 Questa storia del neo-tomismo nel secolo XIX del SArrrA. - scri\'C 11Gentile nella prcfa1.ionc - è indirix,:1.t:1 a ~limostrarc l' in:11i1:\ degli ~forzi fatti in ogni tempo dalla chiesa c:tttolic:t, per fronteggiare i pcri,oli sempre maggiori pro– \'Cuicnti d:1ll0 s"olgimcnt o di quella filosofì:i., d1c da Cartesio in poi si di, c Ja tutti moderna. 11 lihro Jel SAITTA è un qu:td'rO, che sullo sfondo del progresso della (i 0-.oli:1 moderna ritrae I' in• cc..-ssantc atfannoso armcj:tgìo, durato dai deposi, tari della Jottrina, costituitasi in seno :i.11:i. chie53. fin Jal secolo Xlii . attr:i.,·crso tre S<.-coli, per non essere \'Ìnti e soprarT.llti Jall' impeto inc:i.lz :iute delle nuo,·c idee. E il lil,ro. scnu che r autore forse se lo sia proposto, dimostra le origini non filosofiche, il c:nattcre non lilosofico del neoto– mismo d"QAgi, e quindi \jU:tnt:tragione ci si:t in fondo :11l':mc gJ?i:n11c1110 tr:i. diflidcnte e noncu– r:mte, e on cui i filosofi oggi gu:1rd:mo , in gcnc– ralc, :agli studi spccul:i.ti ,·i dei neo- scolastici. Precrdeolemente pubbllc■tl : GENTILE G., li modtmismo e i rapporti fra refig{o11c e fil osofia. Saggi (BlbHolecadi cul– tura moderna , voi, 35), Un voi. in 8 di pagi– ne Vlll -2~2 • • • , , , , , L, 3.50 1 GEBHART E•• ll/ 11/ia misi/e•. Storia del ri– nascimento religioso del Medioe'òo. Tr adu– zione di A. Perotli (Biblioteca di cultura mo– derna, voi. 40). Un voi, in 8 di pp. 256 L. 4.00 PUGLISI M., Gts ù e il mito di Cristo. Saggio di Ctitic.i me.lodo-logie.a,(Bibliolec.t di cullura modem•, voi. 53). Un voi. io 8, di pagi· ne Xll -284 • • , • , • , • L. 4.00 Dlrl1ere commissioni e nclla 1ll1 Caaa Edhrlce OIUS. LATERZA 6c FIOLI, Bari. SI ID\lt OP.ATIS, a chiunque ae I.cela rlcblut 1, LA LIBRERIA, Bollrlllno blbllosntl co mualle della c,sa.

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