Una città - anno II - n. 14 - giugno 1992

L'INCONTRO PIR INSI RIRSIIN EUROPA Qualche settimana fa ho partecipato ad un incontro che non era solo conviviale. Partecipavano persone note e meno note della vita pubblica cittadina: imprenditori, professionisti, politici, amministratori, ecc. Il tema dell'incontro era sostanzialmente la costituzione di una associazione col progetto di favorire l'inserimento di Forlì nel contesto europeo. Nonostante le sollecitazioni di quanti presumo fossero gli ispiratori dell'iniziativa, la discussione stentava a decollare. Finché non ci si è spostati sul contesto politico e quindi, inevitabilmente, s'è cominciato a parlare di partiti e tangenti. Non ho certamente verbalizzato l'incontro, tuttavia ricordo abbastanza chiaramente alcune delle cose dette, perché mi hanno molto colpito. Ve le riporto, fra virgolette, senza però poter garantire che siano assolutamente testuali: "Forlì non è Milano. Tutto vien fatto alla luce, nessuno ha mai denunciato nulla, nè vi sono stati grossi scandali". Questa era, nella sostanza, l'opinione inizialmente più condivisa. Ho manifestato la mia sorpresa. Sono siciliano e vivo a Forlì da 13 anni. Possibile che ne sapessi di più io? Eppure del parcheggio di Piazza Guido da Montefeltro s'è parlato spesso come di uno scandalo. E così del palazzo dello SME nella fiera. E in città si parla molto di un noto deputato che avrebbe un vero e proprio tariffario per favorire l'ottenimento di licenze commerciali, posti di lavoro, esoneri mi I i tari. Ho quindi chiesto se davvero non ne sapevano nulla, loro, nati e cresciuti a Forlì. Devo dire che la discussione ha cominciato piano piano ad animarsi ... "Ammesso che ci sia stato sentore di qualcosa, s'è trattato solo di piccoli screzi fra i partiti. A Forlì non sono ingordi come a Milano." "L'unico modo di fare politica è raggiungere un compromesso. Il consociativismo è l'unica pratica realistica per governare. Chi parla di onestà assoluta è un illuso che fa dell'inutile moralismo. Roba da preti." "Le tangenti, di per sé, non sono da condannare come metodo "contrattuale". Guardate l'America, col riconoscimento delle lobbies! In Italia le Comune di Meldola tangenti sono un reato per colpa di qualche politico moralista e di qualche giudice solerte e forse frustrato." "Le tangenti son sempre giustificabili se ne beneficiano solo i partiti." Naturalmente su queste affermazioni la discussione è diventata molto vivace e dalle riflessioni generali si è passati alle esperienze dirette: "A Forlì i progetti di opere pubbliche vengono realizzati sempre dai soliti due o tre personaggi". "Ho assistito a più di un concorso pubblico truccato. Una volta, in qualità di commissario d'esame, ho dato disposizione di sostituire i primi IO test di un esame attitudinale. Alcuni candidati hanno risposto in un modo che sarebbe risultato esatto se i test non fossero stati cambiati!'' ·'A Forlì le Coop. rosse, bianche e verdi si spartiscono gli appalti, con qualche preferenza per le rosse". "A me, imprenditore, sono stati chiesti dei soldi non dai partiti, ma da amministratori". Se non fosse stato per l'ora tarda, credo che si sarebbe proseguito ancora molto su questi toni. Dobbiamo ignorare queste cose solo perché sono dei "s: dice" e non si hanno le prove? Alfonso Panarisi. 1 s1 ,ossi UN UOMO? Elena Baredi e Patrizia Gentilini. Due donne cattoliche e democratiche, quindi una garanzia di buon senso e apertura al mondo. Sarei daccordo con loro in tutto se ... Se non operassero la rimozione di una domanda che mi è venuta spontanea: e se il feto fosse un uomo? Io non lo so, ma come i propugnatori della pena di morte insistono sull"'assoluta certezza, al di là di ogni possibile dubbio" che il condannato abbia commesso il crimine ascrittogli, così noi abbiamo l'assoluta certezza al di là di ogni dubbio che il feto non sia già un uomo? Se sì il discorso si chiude, ma se questa certezza non esiste, allora l'aborto è un omicidio. Non tutti gliomicidi sono perseguibili: legittima difesa, omicidio colposo, ecc. e in questo caso particolare non voglio legare il giudizio ad una sanzione o a una pena, forse perché anche io sono colpevole. Ma a costo di aggravare anche la mia colpevolezza non mi vadi nascondermi dietro un dito. Se esiste la possibilità a cui accennavo, allora occorre partire da qui, senza temere le Assessorato alla Cultura area sismica presenta Il Festival di musica innovatrice MdM quattroconcertidi finemillennio venerdì 12 giugno Fish & Roses (USA) R. Brown, balleria, voce. S. Garner, basso, voce. D. Sutter, tastiere, voce. Basta! (F) C. Jordan, flauto. G.V. Rieder, balleria. J.L. Riesen, basso. A. Rocher, chitarra, voce. sabato 13 giugno Dunaj (CS) P. Fajt, batteria, percussioni, voce. J. Kolsovsky, voce, chitarra, flauto. J. Ostransky, chitarra, voce. z. P/,achy, tastiere, piano. V. Vaclavek, basso, voce, chitarra. L'Empire des Sons (F) C. Cohade, basso. D. Lentin, balleria, voce. I. Lentin, tastiere, voce. B. Redon, voce, tastiere. Teatro Comunale "G.A. Dragoni" - Meldola Inizio concerti ore 2 I. Per informazioni: 0543/493 I I 7 - 492655 conseguenze (non è forse la spregiudicatezza intellettuale uno dei vanti della sinistra?) e chiamare le cose con il loro nome, ovvero l'aborto è un probabile omicidio, e in quanto probabile lo è. Partiamo da qui per aiutarci, non per reprimerci, ma per favore non condizioniamo la possibilità di vita di una persona alla nostra maturità o disponibilità. Questo per il giudizio. Che fare? Non lo so. So quello che sarebbe stupido e soprattutto inutile: tornare al passato. In attesa che chi non ha peccato organizzi il lancio delle pietre propongo di meditare sul le nostre colpe perché credo che su questo tema tutti siamo colpevoli. Forse posso apparire ingenuo, ma di fronte a questa tragedia credo che solo due parole conservino un senso: pentimento e perdono. Ma come pentirsi e come perdonarsi se il feto rischia di diventare una escrescenza e l'aborto al massimo un dramma privato? Renw Gazwni CARNEVALE NIRODILOS ANGII.ES "A centinaia sono entrati nei negozi, bar, grandi magazzini, supermercati abbandonati portando via tutto.C'era meno rabbia e più aria di festa, molti scherzi, canti. "Ci stiamo riprendendo quello che è nostro" dicevano voci di neri e di moltissimi latinos" (Il Manifesto, I Maggio 1992). Nei secoli passati la popolazione più povera trovava sfogo alla triste prospettiva di una vita senza speranza di riscatto sociale con il Carnevale, la festa in cui per un giorno le era permesso tutto, di "rovesciare il mondo"', di prendere il potere, di sfogare la sua rabbia. Rotto tutto, calmata la protesta, i "dannati della terra" tornavano alla loro sofferenza quotidiana. A Los Angeles e in altre città degli USA si è assistito alla festa, al Carnevale dei neri e dei latinos, i quali, usciti dal loro tran tran quotidiano -lo spararsi addosso divisi per bande-, per due giorni han preso il potere e si sono divertiti ad imitare i "garantiti" (definizione di Galbraith), quel 50% di persone ricche o benestanti ettere che Bush e Clinton si contendono a suon di scandali e condanne a morte, in vista delle elezioni presidenziali di questo autunno. Finito il grande spettacolo televisivo, la Disneyland alternativa, a Los Angeles e in altre città degli USA saranno tutti un po' più incarogniti, ognuno avrà più di un'arma in casa e spierà quelli del ghetto vicino, "Mamma li coreani, li negri, Ii portoricani, li giapponesi ... Giorgio Bacchin IL SILENZIO DIGLI INDOLENTI Quando un crimine diventa il plus di una campagna pubblicitaria, il fulcro attorno al quale ruotano i desideri inespressi della gente, viene spontaneo chiedersi se veramente lo spirito critico sia ancora un attributo della razza umana. Sono "piccoli" crimini dei quali siamo costretti a vedere, nostro malgrado, la lapide ogni giorno. C'era, a Forlì, un albergo, non era certamente un'opera d'arte ed il progetto non era firmato da un architetto famoso però aveva acquisito una dignità, una dignità che gli era stata regalata dal tempo, fatta di polvere, di sguardi, tutto questo è stato cancellato da una mano di vernice ipossidica e dal renzopianismo. Questo albergo è stato ristrutturato, senza nessun riguardo e nella mancanza di rispetto a tutte le regole, compresa quella del buon gusto, trasformandolo in un esempio di kitsch, della cultura del neon, e del becero socialismo di oggi, quello che ha fatto credere che il potere del denaro sia sinonimo della forza dell'intelligenza. L'orgoglio di "regalare" alla città tutto questo ha tramutato l'errore in vanto e quella che poteva essere un'operazione intelligente e redditizia è diventata una speculazione che porterà certo denaro (gli indolenti ne sembrano pieni), ma l'estetica della città sicuramente non trarrà alcun vantaggio. Non si riesce a credere che Michelangelo sia stato chiamato in causa per una cappella che sicuramente non è quella Sistina. Luca Rondoni Una Città è arrivata al quattordicesimo numero senza aver mai pubblicato appelli al sostegno e alla sottoscrizione straordinaria. Questo perché, malgrado siamo passati nei mesi da 8 a 16 pagine, il nostro bilancio è, con molta fatica, sostanzialmente in pareggio: gli investimenti sono sfati coperti dalle quote dei soci della cooperativa, i singoli numeri vengono coperti dalle vendite, dalla pubblicità e, soprattutto, dagli abl,,onamenfi, elle hanno raggiunto il numero piccolo, ma significativo, di 400. E tra questi non pochi quelli sostenitori. Dal foro rinnovo e, più in generale, dalla campagna abbonamenti dipende la possibilità di continuare. rutto sommato, con i fanti difetti elle vediamo e ci dicono, pensiamo elle il nostro impegno, su base volontaria, non sia speso male. Continuare ad essere un piccolo centro di discussione a tutto campo, di dialogo fra persone elle fa pensano anche diversamente, a partire dalla "battaglia delle idee" ma anche dalla riflessione sulla nostra ed altrui vita quotidiana. E nell'impegno anche su alcuni "fronti ideali", primo fra tutti fa fotta contro ogni forma di razzismo. Al di là, o al di qua se si vuole, di ogni "appartenenza". Questa resta fa nostra unica ambizione. E di tutto questo il giornale resta il principale strumento, ma, nei nos~ri progetti, non l'unico. (osi ci sentiamo autorizzati ad invitarvi a sostenerci. Abbonatevi, rinnovate l'abbonamento, regalatelo ad un amico. E' l'unico modo per far vivere questo giornale. ABBONAMENTO A 1 O NUMERI: 25000 LIRE ABBONAMENTO SOSTENITORE:50000 LIRE CONTOCORRENTEPOSTALE: C/C N. 12405478 intestato a Coop. UNA ClffA' via Ariosto 27 FO. GLI ANIMALI SONO TUTTIUGUALI Sostenere e giustificare l' uguaglianza di tutti gli animali, umani e non, può apparire paradossale, se si considerano l'aspetto fisico, le abilità intellettive oppure le capacità morali. Eppure un comune denominatore esiste. Attualmente medici, biologi e zoologi sono concordi nel sostenere che gli animali sono dotati di una sensibilità al dolore e al piacere del tutto analoga a quella posseduta dall'uomo. Ciò significa pure che possono provare sensazioni quali il dolore fisico, la paura, l'ansia, il piacere di possedere interessi specifici. Chiunque viva un contatto quotidiano con gli animali può testimoniare questo senza ricorrere a prove scientifiche inconfutabili: si impara col tempo a decifrare il loro linguaggio non verbale e ad interpretare gli stati d'animo dell'animale che ci vive accanto senza rischiare di confondere una manifestazione di gioia con una di diffidenza. E' proprio in virtù di questa comune capacità di soffrire e gioire che tutti gli animali dovrebbero godere di un'uguale considerazione morale. Perciò, parlare di uguaglianza di tutti gli animali, non significa affermare che non esistono diversità tra l'uomo e gli altri animali nonumani; allo stesso modo "non prescrive uguale trattamento, prescrive uguale considerazione. Un'uguale considerazione di esseri differenti può Erboristeria - Prodotti naturali - Shiatzu FABBRI Dr. Enrico Forlì - via Albicini, 30 (ang. via S. Anna, 2) Tcl. 0543/35236 portare ad un trattamento differente e a differenti diritti" (Peter Singer). In pratica ciò significa che la preoccupazione per il benessere di un animale può non imporre, per esempio, niente di più che lasciarlo in compagnia di altri suoi simili in un luogo dove ci sia cibo a sufficienza e spazio per muoversi liberamente. E' tipico della nostra cultura negare dei diritti ad alcune categorie di ''diversi"; vorremmo considerare in particolare tale atteggiamento nei confronti degli animali, i "diversi" in "tutto", non appa11enendo né al nostro genere, né alla nostra razza, e neppure alla nostra specie. Si può a questo proposito indicare come "specismo", o egoismo di specie, quell'atteggiamento culturale per cui mentre la vita umana è considerata inviolabile, gli animali non rientrano nella nostra sfera morale e le loro vite vengono considerate mezzi per i nostri fini, "spendibili" per qualunque futile scopo ci capiti di avere. Sentiamo l'ésigenza di decentrarci dal nostro sistema di riferimento "ant.rooocentrico" e specista: non siamo così sicure di appartenere a un'élite; riteniamo, anzi, pericolosa la logica con cui si sceglie arbitrariamente "l'élite dei più importanti" (ci sono infatti infinite possibilità: tutti gli uomini, i bianchi di sesso maschile, gli ariani, gli occidentali,etc ...). Pensiamo, inoltre,che IL PROSSIMO NUMERO DI UNA ClffA,, USCIRA I DOPO L'INTERRUZIONE ESTIVA, Al PRIMI DI SEffEMBRE. Una (itta è in vendita anche a Cesena, alla libreria DEDALUS, via Aldini, 2 lo si trova anche a Sorrivof i, al Circolo culturale "Il castello". Gli abbonati che non ricevono il giornale o che lo ricevono in ritardo sono pregati di darcene notizia. I ritardi che si verificano fra una zona e l'altra della città sono da imputare esclusivamente alle Poste. Quindi, avvisateci. Vi recapiteremo subito il giornale e avremo clementi per reclami circostanziati. Telefonate al num.64587, Massimo o al 67077, Marzio. rispettare gli animali non significhi togliere qualcosa ai nostri interessi fondamentali, anzi, riteniamo che difendendo i diritti degli animali e lavorando per il superamento dello specismo, al lo stesso tempo lottiamo anche per l'abbattimento di tutti i pregiudizi culturali ad esso simili, come ad esempio il razzismo e il sessismo. Se l'uguaglianza che accomuna tutti gli animali è la capacità di soffrire e di gioire, esiste, allora, una qualche giustificazione morale tale da indurci a non considerare la sofferenza di un animale o, comunque, a considerarla meno importante della nostra? Alida Agostini Elisabetta Savio/li HANNO C011ABORA10: Rita Agnello, Alida Agostini. Rosanna Ambrogctti, Giorgio Bacchin, Patrizia Betti, Robeno Borroni, Barbara Bovclacci, Andrea Brigliadori. Giorgio Calderoni. Libero Casamurata. Laura Cerini. Fausto Fabbri. Daniela Filippelli. Luisa Fiumi, Liana Gavclli. Renzo Gazzoni. Carlo Giunchi. Marco Lega, Enrico Lombardi, MarLio Malpczzi, Silvana Massctti. Franco Melandri, Carlo Potetti, Roberto Poni, Linda Prati. Vero Ravaioli. Piero Rinaldi, Rocco Ronchi, Sergio Sala. Gianni Saporetti, Elisabetta Saviotti. Fabio Strada, Massimo Tesei. Ivan Zattini. Progetto grafico: "Casa Walden" Fotoliti DTP: SCRIBA BibliotecaGino Bianco UNA CITTA' 5

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