Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953

le intuizioni romantiche sull'unità di fronte al destino non sono servite a far uscire dall'individualismo le energie di ognuno e quindi non hanno permesso la formazione di una coscienza nuova che ponesse in ter– mini storici, e quindi validi, il problema del come percorrere realmente insieme una via che s'intuiva comune. Le conseguenze sono state gravi: basterà pensare, per tutte, alla generazione fasci– sta che, nata dalla guerra, senza una cul– tura all'altezza dei compiti, non ha potuto risolvere in termini di sviluppo i problemi del suo tempo. E' necessario prendere coscienza di que– sto perchè l'unità della generazione si rea– lizzi nel momento stesso del suo maturarsi intorno ai problemi aperti nel paese e nel mondo: sarà così la realtà storici il punto di partenza della nuova cultura che garan– tirà la ricerca dal!' astrattezza e l'azione dalla non rispondenza a reali esigenze. Al fondo il lavoro di tutti: ddl'operaio, del contadino, dello studente per un fine comune che qualifica ed accresce il con– t!.tbuto di ognuno. Non esiste quindi un futuro predeterminato con una gioventù tesa al suo raggiungimento sol perchè ga 1- vanizzata dal « mito » di un capo: abban– donata ogni distorsione e ogni mito, si costruisce partendo dai problemi aperti, dai bisogni a livello in modo autonomo, cer– cando continuamente garanzie in una cul– tura propria che deve maturare con il ma– turare della coscienza dei problemi. E co– me realizzare questa « maturazione di ga– ranzia », a quali princìpi rifarsi è appunto uno dei massimi problemi aperti. Questo va detto in tempi di affermazioni solenni che della conquista hanno solo la forma; in tempi che, molto spesso, non sembrano - nonostante il gran parlare che si fa di libertà dell'uomo e di democra– zia - molto lontani da quelli in cui Lui– gi XIV e i suoi collaboratori « facevano generazione ». La mancanza di una presa di coscienza collettiva del mutare dei mo– menti storici riduce ancor oggi le élites a gruppi ristretti e privilegiati. Probabilmente la generazione come la– voro di tutti è il contenuto che bisogna me iter dietro ai discorsi, largamente cor– renti, che parlano dell'uomo, della storia, e dell'uomo come soggetto di storia. ~-blioteca ~ino Bianco E questo c1 sembra importante anche sotto un altro aspetto. Muoversi in vista delle necessità del momento storico signifi– ca porre in essere la condizione perchè si liberino energie riposte e inespresse, si po– tenzino le capacità e soprattutto si scoprano gli interessi veri, la vocazione di ognuno. Far capire che, in una situazione di crisi, tutti non solo sono utili, ma necessari e che a tutti è data la possibilità di contri– buire in modo autonomo e rispondente alle proprie capacità, alla soluzione di comuni problemi, significa portare a livello di di– sponibilità e di lavoro tutti quei giovani che non vedono, oggi, al di fuori dell'eva– sione e della chiusura in se stessi, alcuna possibilità di inserimento attivo. Passando poi, nella realtà di un lavoro, dal vago degli interessi generici ad affrontare pro– blemi concreti e specifici, si scoprono gli interessi veri, quelli che sapientemente mes– si a frutto, permettono al giovane di ma– turarsi come uomo. Prendere coscienza di questo rappresen– ta per noi una necessità: è in vista di com– piti che si chiede l'unione dei giovani per un'azione responsabile. Preliminare è, senza dubbio, compren– dere il presente, ripensare cioè le cause che condizionano l'azione per vedere la soluzione propria di ogni problema: non è possibile scoprire le linee di sviluppo della realtà sociale se non si compie una attenta analisi storica dei momenti che, precedendola, l'hanno determinata. E' proprio in questo clie la categoria generazione può essere ancora di aiuto. Se è vero infatti, come crediamo, che la generazione sia rappresentativa di un qual– cosa di reale, di veramente esistente, che muta con il mutare delle vicende umane in modo continuamente indicativo del va– riare delle situazioni, è indubbio che essa ' puo tornare utile al pensamento storico, teso com'è, quest'ultimo, alla comprensio– ne, e, per ciò stesso, alla ricerca della mag– giore aderenza possibile con la dinamica della vita. Dice il Bloch, nello scritto già citato, che « il concetto di generazione sem– bra destinato a fornire sempre di più il punto di partenza di un'analisi ragionata delle vicissitudini umane ,.. La scoperta di un periodo storico avviene generalmente per contatti, per riduzione di certi aspetti della realtà a un punto scelto come centrale, perchè particolar– mente significativo: si affronta cioè di so– lito l'esame di un nodo problematico e per riferimento ad esso si scoprono tutti gli altri « momenti » che, nell'insieme, dànno fisionomia al periodo storico considerato. Sfugge però molto spesso il collegamento proprio tra i vari fatti così esaminati: av– viene che il legame che li tiene insieme (e che spiega, in realtà, il perchè di una connessione) non emerga come tale e che quindi spesso non si riesca a comprendere il perchè di un comune atteggiarsi degli uomini di fronte ad uno stesso problema, oltre le divisioni e separazioni sociali. Per questo forse ripensare la storia in termini di generazione può essere più utile che accettar la nella sua tradizionale divi– sione in secoli. Ciò, è chiaro, non significa perdersi nel- 1' esame particolare di tutti i nuclei di cui è costituita una società: abbiamo già detto, e questo ci sembra un fatto acquisito che non è mai esistito un lavoro di tutti gli uomini sulla base della presa di coscienza dei compiti storici. Tuttavia con– siderare gli elementi guida non solo in rap– porto alle categorie tradizionali (allo Stato, alla nazione), ma anche come interpreti di un certo qual comune atteggiarsi ci sembra che effettivamente possa offrire una spie– gazione più completa e quindi una migliore comprensione. Senza contare che con ciò si avrebbe una nuova categoria d'indagine che permette– rebbe di entrare in contatto in modo vitale con il periodo, il fenomeno che si vuole esaminare: ci sarebbe cioè un elemento in– terno a cui rapportare la realtà oggetto di studio per megli~ comprenderla. Forse que– sta è una delle vie attraverso le quali si può tentare di uscire dal metodo tradi– zionale che, molto spesso riduce una realtà storica a posizioni ideologiche precostituite. Dicendo questo, è chiaro, non preten– diamo di dare per acquisite alcune ipotesi che veniamo formulando: si cerca soltanto nei limiti del possibile di continuare la di– scussione e di porre alcuni punti che, au– mentando le nostre capacità d'indagine, ci permettano di scoprire in modo sempre più pieno il senso di quello che stiamo facendo. AGOSTINO PACI

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