Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953

e cloyeroHo pnrlarl~ di eri..:i. Il richiamo alla realtà dn coprire, alla nuova cultura per cui co111battere, non basta a garantire al poeta le oluzjoni; il richiamo al « rea– le» se1nplicemente o emplicisticamente ha in sè il pericolo grave di ridurre il poeta alla o..servazione in1mediata e frammen– tarin della realtà, a una sua descrittiva analiticn: di ri<lnrre il linguaggio dc.Ha poesia n un linguaggio di cronaca, a una depauperazione cbe im1)edi--=ce la tra ·1igu– r:1zionl· o rapprespntazione, come ~j Yo– g-lin dire, della realtà, che è la poe in : l'o ..tac-ola cioè nen ·avere quella memoria interiore della realtà che oggi viviamo, di inten ..ità universale che sola permette la poe in. Perebè non è la realtà << visiva >> e «-visibile-», delle cc e, che interessa il poeta, una realtà che i con1vone- neces– sariamente nel particolare; ~ una realtil che nes, uno vecle He non ln dice il poeta. una realtà inespressa, interiore. punto di C'Omunanza di una generazione e di un tempo: e d1e si può figurare conF' un:.1 domanda di maggiore vita, una richif\ ta di creazione cli nuova umanità, eh,~ < ~·ni uomo e ogni generazione porla con si"•. Osservazione immediata e frammenta– ria: e garantita da quale cultura? Tn uno scritto di Picardi, ma da questa let– tera ste "'a e da altri articoli di Jl omenti, risulta il rifiuto (e l'incapacità di assun– zione, se non frammentaria) di Croce; e ri ul ta un legame con De Sanctis e C'On il marxismo. ~Ia cli De ~ anctis, a parte ogni altra con iderazione sulla possibilità o meno cli rifarsi a lui, bisognerà ricor– dare oltre al saggio sullo Zola, que11i sul ::\lanzoni e quel uo binomio di « reale>> e <e ideale)>. Il rapporto con il marxi~n10 è PYidentemente inevitabile; 1na come si può ridurlo a ola metodologia critica? <Cfr. GrrSEPPE PIC.\RDI, Questioni di este– tica, in « Ì\lon1enti >>, n. 14). Ci si può nbh .. ttare che più sicura indicazione- cul– tura}(). ri ·iede in quei va lori che si rifanno ·oprattutto all'antifascismo, alla consta– tazionfl' cbe il fas<'is1no non è finito ma si continun, che la generazi0ne precedente tiene tutte le leYe della letteratura e non la~c-ia ai giovani che << l'uso dei locali di portineria >>. È proprio questa posizione rnoralc.i e n10raliHtkn il punto di debo– lpzza. Perchè atteggiamenti di questo tipo inevitabilmente finis<"ononell'esaurire ogni prr,hl:1na nella realtà ferrea della lotta politi<;a. I redattori di Jlomenti dovranno ri ftc~1·1 ere " qnPr--1 a loro posizionf\ e a que- BibliotecaGino Bia co sta ineYitabile conseguenza, anche se pos– sono rifiutèlre, oggi come oggi, posizioni ingenua1nente rivendicatiye in fatto di poesia (come può fare invece Incontri Oggi). Tra ennetici e realisti si verifica così una sorta di continuo ricatto, il ri– catto dell'<<ideale>) e del c<reale>>. il ricatto tra linguaggio concreto e linguag– gio astratto. il ricatto fra una formula e l'altra. La nostra poesia in questo ricatto è in1poyerita. Non nasce tra queste for• mule ehiuse. di comodo, e alla fine rea– zionarie sul terreno proprio, quello della poesia (tanto più e questa reazione, que– sta mancanza di progresso è mascherata). Per qu0sto oggi non sappiamo che dire << livello zero >>. E aggiungiamo subito : tensione verso una nuova cultura, una nuoYn poesia. Con quale {'riterio? Su quale strada? È da cercare assieme; ma qui possiamo fare un'altra riserva a] rea– lismo. Quando Rpalletti e io di.cevamo: « poesia come massimo d'umanità>> nou volevamo dare nè criteri nè formule. Certo, siamo rimasti in un generico e vago « umanismo >),se qualcuno si aspetta. ora come ora, formule immediata1nente liberatrici. DiC'evamo « poesia come mas– simo d'un1anilà >>, come momento << cen– trale nelle cose dell'uomo, perchè in essa l'uomo vede. e comunica questa visione a tutti e per tutti >>,proprio perchè ci parf' d 'e8Ser convinti che il poeta si muoverà in una strada autentica, quando si n1etta faticosamente, con paziente e duro lavoro, in sintonia con tutto il dramma suo e di tutti; si ponga in ascolto, cerchi i fatti, indaghi le .situazioni, i rapporti umani e inumani di questa nostra realtà: e {'erebi con eguale dura fatica, le nuove speranze e le- nuove parole, per tutti. Che vuol cl ire questo? realtà e umanità? ~ignifica, per dire un esempio che chiari– sca, proporsi, di fronte alla realtà, non un obiettivo <li lotta o denuncia sociale, 1na la comprensione della sofferenza del- 1 'uomo di oggi : puntare sulla realtà fuori delle forinule realiste; avvertire i temi lega ti al destino dell'uomo senza essPre romantiri. Pna specie di scopertura dal basso, non da formule legate a principi <·ulturali ed estetici di cui tutti con più o 1neno grave dolore sperimentiamo la <:risi (il c:be vuol dire che cogliamo la necessità cli una nuoya estetica). m la vrilna speranza 11er il poeta, sta nell'avere coscienza tlella sua precisa fun– zione. È qui c>he è possihile fare un pnRso aYanti, perchè i tratta di fare un lavoro che rinnovi la realtà e l'umanità, non che rafforzi l'una o l'altra linea culturale, ennetica o realista. La funzione del poe– ta, se consiste. sempre, nella scoperta delle I)arole legate alla realtà di tutti, di una realtà C'he tutti sanno ma nessuno dice se non il poeta, oggi si precisa e prende significato n~lla crisi che va dalle strut– tun:) sodali alle formule culturali, ai modi di vita. Il passivo abbandonarsi a questa realtà vuol dire per ognuno, in certo modo. fare violen'l.:a a se stesso, alle pro– prie tensioni più vere. E nell'aspettativa e nella speranza che si arrivi a una nuova cultura, il poeta può, non tradendo la sua voc·azione, nrennnunciare e rappresentare questa umanità di tutti. riassunta nella violenza che ognuno oggi riceve vivendo. Due possibili collegan1enti può trovare il poeta, allora. Da una parte con gli uomini che su un piano di cultura cer– cano <li rendersi conto della chiusura della vita di oggi, del f;ilrnzio degli uomini con– tadini, della sofferenza dell'umanità ope– raia, dell 'i. olamento degli intellettuali. È inutile cedere all'invettiva e alla rivendi– cazione, come ritirarsi e rinunciare a ca– vir~ la prPs€lnte C'onc1izion<1 dell 'uo1no. Col– legamento quindi con gli uomini che vo– gliono ancora sperare e cercano le strade del rinnovamento. Collegamento d'altra parte con il critico; che man mano che il poeta scoprirà la tensione dell'umanità e le parole per dirla, si troverà nella possi– bilità di ere-are un contatto vero con la tradizione. E allora un lavoro comune con il critico s'imporrà, perchè il critico, con un analogo procedimento di scopertura dal basso, gli può culturalmente indicare contenuti e linguaggi, gli può. come si diceva, creare attorno un minimo di am– biente culturale. un 1ninimo di garanzia per procedere. Così al giovane l)oeta, anche da una rivi– sta di poesia. non ci si può limitare, oggi. a fornire . olo un collegamento dove il <lialogo sia possibile. Bi.sogna fornirgli (eò P appunto qui che si viene a <:on.figurare il contributo del critico) un materiale cul– tnral~ che possa permettere lo sviluppo dellP sue native capacità poetiche, che 1nigliori il suo livello culturale. lo aiuti insonnun n 1>rogT<'<lirever~o quella eon– ~ost nnzia lità f1i c·ui pnrlavan10. CL:\ UDIO LEOXAROI

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