Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953

L'iniziativa giovanile è per questi paesi l'unica via di uscita: basta pensare alle dif– ficoltà rilevate o incontrate continuamen– te dalle azioni che si svolgono per via ge– rarchica. Ci sono alcuni settori dove gli uffici pubblici, pur funzionando con uno spirito da pionieri, non riescono a incide– re: così l'ufficio, distaccato a Pontecorvo, dell'Ispettorato Agrario di Frosinone che svolge la sua attività in 15 comuni tra cui tutti quelli che abbiamo fin qui nominato. Il dott. Enrico Di Costanzo e il geom. Fer– dinando Vistoso cercano appunto di dif– fondere nuovi metodi tecnici ma sono se– guiti, nella zona che abbiamo considerata, da un unico agricoltore, il signor France– sco Cupo, che possiede e lavora circa 5 ha. nella piana dell'Ausente in comune di Ausonia. E' certo che la loro attività ha bisogno di essere seguita e valorizzata e che solo la nascita di richieste dal basso può ottenere questo risultato. In altri casi, s'incontrano difficoltà buro– cratiche. Così la legge per la montagna non si applica a Coreno Ausonio, perchè in un primo elenco il comune era compre– so e in un secondo no: cosicchè l'Intenden– za di Finanza in base al primo elenco, rim– borsa regolarmente le quote dell'I.G.E. al comune come la legge prevede, mentre l'Ispettorato Agrario di Frosinone, a cui è arrivato il secondo elenco, si rifiuta di ac– cettare le domande di mutui dei coltiva– tori. In altri casi s'incontra una mancanza di metodo. Così per le case costruite in stile cittadino dall'Istituto Case Popolari o per il piano di ricostruzione. Una casa di fron– te alla chiesa è rimasta in macerie perchè lì, si dice, dovrà sorgere un « mercato co– perto». Sarebbe il caso di domandare ai progettisti cosa debba « coprire » quel mer– cato in un paese dove bisogna ancora crea– re le condizioni per lo scambio. In tutta la zona il mercato dei prodotti locali è tal– mente deficiente che a Pontecorvo si tro– vano tutti i formaggi lombardi e i dolci Motta, ma è difficile trovare le « caciotte » e i dolci tradizionali del paese. Che dire delle società di interesse pubbli– co, come la Romana Elettricità che non solo fa costruire a spese degli utenti le cabine che resteranno di sua proprietà senza in– dennizzare neppure il terreno, ma pretende rivestimenti in travertino? Nè l'iniziativa privata capitalistica può più trovare alcuna convenienza a investi– re in un ambiente ridotto alle condizioni attuali, dove l'elemento fisico tende ad ave– re uno schiacciante sopravvento. La situazione apparirebbe quindi senza uscita positiva; qui come in centinaia di al– tri paesi, che la consueta evoluzione eco- . . ' . . . . nom1ca mette sempre p1u ai marg101, e 10 in cui non appare redditizio e sopporta– bile neppure l'investimento straordinario (enti riforma, casse speciali, ecc.). 19 Come avrebbero potuto 1 giovani d1 Coreno individuar(! il rapporto tra l'arretrata tecnica agra– ria e la mancanza della comunità, quando almeno uno dei termini - comunità - usciva totalment:.= dalle possibilità di una loro esperienza? 2 Q Infatti tornando al paese, il Sig. Corcno ci ha fatto vedere due nuove vigne, una cli circa sci anni già in produz10ne e un innesto di un ~iblioteca Gino Bian.co E difatti questi paesi vivono appunto oggi grazie ad aiuti statali fondati su cri– teri non economici, cioè su criteri politico– assistenziali, della cui non solutività tutti sono convinti altrettanto quanto sono con– vinti che non esistono oggi altre vie di fronte alle urgenti necessità. Per di più queste crescono ogni giorno, frutto di fe– nomeni strutturali e complessi, interni e in– ternazionali. Alcune possibilità per i giovani di Coreno Se l'aiuto statale infatti venisse a manca– re a Coreno nulla potrebbe impedire in que– sto paese una ulteriore decadenza che, nelle condizioni attuali, significherebbe disgrega– zione. Perciò è urgente mettersi a lavorare. Noi pensiamo di cominciare con i giovani i quali oggi più duramente sentono l'esi– genza di dover fare qualcosa per se stessi e per tutti. Solo l'iniziativa in comune, muovendosi nello spirito di una comunità da creare, può dar respiro e tentare una strada nuo– va, laddove ogni altra iniziativa è fallita. Una strada di cui oggi non intravediamo che i primi passi ma di cui è urgente tro– vare le formule organizzative, definire i li– miti e cercare i rapporti necessari con al– tre attività fondamentali della vita sociale., in modo che non si misconosca la comples– sità del mondo e si finisca vittime dello spontaneismo, sia lecito sbagliare ma pos– sibile correggersi, e l'attività proposta sol– leciti positivamente le altre attività e non le respinga. Ci pare non si possa cominciare che dal- 1' oggetto delle preoccupazioni e del lavoro quotidiano, dalla situazione dei campi, sen– za peraltro esaurire in essi tutta l'attenzio– ne e tensione. Nè che abbia possibilità di riuscita un'iniziativa di sviluppo - quale che sia l'umiltà delle sue origini - se non si fonda su forze interne al gruppo in con• siderazione, aiutate dall'esterno a compren– dere interamente la situazione e a supe– rarla 19 • A questo scopo noi abbiamo incontrato alcuni contadini tra cui il sig. Luciano Co– reno, proprio mentre egli stava scassando il terreno per rinnovare le sue viti fillos– serate. Lo scasso a un met,;o, a forza di van– ga, non è uno scherzo, ed è logico che si cerchi di non sprecare la propria fatica: ma per far questo è necessario lo studio e la sperimentazione di vitigni adatti da inne– stare sulla americana, dell'innesto da adot– tare, delle distanze da tenere e della conci• mazione da somministrare (tutte cose an– cora da fare) ma anche una preventiva ana– lisi dei terreni 20. Questa necessità dell'analisi del terreno, ad esempio, mette in evidenza un primo servizio che i giovani possono dare al pae– se nell'interesse di tutti. Ma oltre ranalisi éinno, su <lue appezzamenti molto v1c1m rn lo– calità Torolongo. Mentre la vigna a frutto era ckb )le e stentata e dava produzione scarsa e P-on buona, l'innesto di un anno aveva uno svi– luppo tale da promettere buoni raccolti. Questa diversità, data l'uguale tecnica colturale adottata, è probabilmente da addebitare al terreno, trat– tandosi di terreni contenenti quantità variabili e del terreno, la coltura della vite e dell'oli– vo, l'analisi dei concimi, l'acquisto di frut– tiferi, le formule di concimazione, l' alle– vamento del bestiame, un minimo risana– mento dei pascoli, sono tra i primi proble– mi da affrontare. Tornando a casa la sera il sig. Coreno parlò con altri contadini e con noi dei pro– blemi: ora i giovani contadini di Coreno, tutti quelli che sono disposti a lavorare d'accordo, faranno una riunione e compi– leranno una lista delle cose che paiono loro più urgenti. Sulla base di questa lista noi discuteremo e collaboreremo, in modo che loro possano fare, e c'è molto da fare. Nè ci si potrà limitare in futuro a que– sto solo campo d'iniziativa a carattere te– cnico-economico, che trova il suo centro in discussioni comuni tra i contadini e si espli– ca in possibili lavori e rischi collettivi. Altre, di altro carattere e in altri campi,. saranno via via necessarie per assicurare un completo sviluppo e affrooteranno altre ne– cessità degli abitanti del paese (culturali e sociali) per creare l'ambiente umano ido– neo allo sviluppo e per stabilire via via i contatti necessari anche con le comunità vi– cine. L'essenziale è che si riesca a dar parola e fiato, senza falsificazioni, a ciò che ancora esiste chiuso nell'anima, nel cuore, nella fantasia e nella mente degli uomini e del– le donne di Coreno; e per far ciò è neces– sario maturare un concetto dello sviluppo più pieno e meno sezionistico di quello cor• rente, che assolutizza la resa economica. Ma per far questo e trovare i giusti pun– ti attraverso cui entrare nella « realtà to– tale» e aiutare ciò che già può oggi co– minciare, c'è tutto lo studio storico e socio– logico sulla comunità da continuare. Que– ste note che offriamo agli amici di Coreno non sono che un primo contributo a una discussione più approfondita: specialmente Antonio Lisi e Antonio Ruggiero potran– no per primi dare un apporto essenziale su questa strada. E' certo, e ne siamo tanto più convinti dopo questo studio, più di quanto lo fos– simo il primo giorno contemplando· la sas– saia intorno alle case, che ci sono delle grosse difficoltà; ma come conosciamo le nostre deficienze, così conosciamo il nostro fondamentale punto di forza: la « scoper– ta » che dieci persone normali, tra loro in– tegrate, fanno più di un genio. Il primo incontro con gli amici di Co– reno avvenne presso il cimitero, perchè a Coreno è un'occasione preziosa di lavoro anche un cantiere per rimettere a posto i coppi sconnessi delle cappelle. L'augurio che facciamo per noi e per tutti quelli che si decideranno a queste iniziative è che le prossime volte gli incontri avvengano in un luogo dove ci si occupi dei vivi e non dei morti. Pn.Ro UcoLINI spesso notevoli di calcare. Si è sperimentato in– fatti che le viti americane non sopportano con tenuti di calcare superiori al 3 per cento. La sn luzionc si trova in questo caso nella creazione e nell'uso d1 ibridi italo-americani che possono sop– portare percentuali fino al 50 per cento di carbo– nato di calcio. (P. PRINCIPI, Le::ioni di Enologia, Firenze, 1950, p. 172). )

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