Terza Generazione - anno I - n. 2 - novembre 1953

Come può essere possibile questo? Essenzialmente co– me riscoperta umana di se stessi in un contatto collet– tivo, in una fedeltà ai propri più profondi desideri e alle più nobili aspirazioni, nella ricerca di un fare omogeneo a queste esigenze e nella invenzione perciò di forme di attività che escano dal quadro tradizionale esistente. Essenziale è la scoperta del contatto collettivo. Qual– cosa di simile in anni recenti è già stato fatto dai gio– vani nel momento in cui impegno umano e impegno po– litico hanno coinciso, nel momento in cui bastava un fantasma tradizionale alla libera iniziativa dei giovani: nel momento dopo 1'8 settembre. In quell'epoca la via delle armi apparve coinvolgere ogni altro valore e que– sta implicanza totale fu l'unico punto su cui tutti con– vennero pur schierandosi in parti opposte. Chi scrive ricorda un'iniziativa cui partecipò al solo scopo di offrire un fantasma di metodo, un esempio ana– logico, perchè è ben chiaro che oggi i fini sono tutti di– versi. In un ambiente contadino-industriale (con alcune medie industrie sfollate), in pianura a 30 Kni. da una grande città come Torino e a 10 da un'arteria vitale come l'autostrada Torino-Milano, sulla grande via di comuni– cazione della Valle d'Aosta, in un paese in cui quasi pe– rennemente risiedette un presidio tedesco, sorse ad al– cuni giovani l'urgenza morale di partecipare all'attività patriottica. L'urgenza morale perchè pochi erano i casi di giovani che non avevano potuto ottenere in qualche forma un esonero militare. Fu subito chiara l'impossibi– lità di ricorrere ai sistemi adatti alla montagna o alla formazione di piccole unità mobili di pianura. Si pensò allora a una forma nuova: quella di una formazione re– sidenziale che avrebbe compiuto azioni di sabotaggio, di informazione e di reperimento di mezzi per le forma– zioni di montagna. Con questo obiettivo si iniziò il cen– simento dei giovani del paese e si procedè a una selezio– ne pesando le qualità e i difetti di ciascuno. Gli elementi scelti furono avvicinati uno dopo l'altro con lavoro mi– nuzioso e preciso: scoprendo per ciascuno i motivi di sen– sibilità su cui potevano reagire per portarli a un senso dei valori patriottici offesi ed offuscati dalla catastrofe dell'8 settembre. t# Forse le corde più facilmente toccate non furono quelle eroiche su cui ha poi insistito la agiografia della resi– stenza e neppure quelle partitiche di cui constatammo subito il rifiuto. Ma con questo sistema fu possibile por– tare la quasi totalità della gioventù di un grosso paese a scontrarsi con una divisione co.mzzata tedesca nei gior– ni dell'insurrezione, armata con armi costruite dagli stessi componenti della formazione nelle officine del paese, montate nelle stalle. Fu possibile compiere una quindicina di importanti atti di sabotaggio, procurare molte centinaia di quintali di viveri. Fu possibile creare soprattutto uno spirito di rapporto umano che si è mantenuto anche successivamente alla fine della guerra malgrado gli inevitabili limiti di una 1nobilitazione nata per scopi militari. E fu questo spirito di rapporto umano la condizione di quegli atti, sarà un simile spirito la condizione oggi di atti adeguati. BibliotecaGino Bianco Diniensione nazionale dell'iniziativa giovanile L'8 settembre fu una catastrofe essenzialmente milita– re, anche se quando un paese è in guerra la catastrofe militare rivela in tutta 1~ sua tragicità il vuoto dello stato, dell'istituzione e degli ideali. Sono passati dieci anni e molto è stato fatto: nella so– stanza non sembra però sia avvenuta nessuna costruzione nuova. Diciamo infatti che il paese è stato ricostruito e non che lo abbiamo costruito ex-novo. , Abbiamo stabilito dei rapporti con la tradizione e questo è sempre necessario e indispensabile, ma non sem– bra che ponti verso il futuro siano stati gettati sul piano ideale, morale, istituzionale, ecc. Se questo fosse successo noi tutti saremmo nelle prime linee, a dare tutto il nostro apporto. Invece siamo qui a cercare di colmare il vuoto che sentiamo da dieci anni e che non è ancora- stato colmato da nessuno. E dieci anni sono molti nella vita di chi non ne ha vissuti trenta. La nostra coscienza avverte una specie di 8 settembre permanente, sul piano morale, ideale, politico e civile: è il fallimento dei partiti, che hanno rinunciato alla loro conquista ideologica; sono le industrie che chiudono; sono le campagne che non riescono a raggiungere livelli analoghi a quelli dei paesi civili o delle stesse zone indu– striali. E' il Parlamento che non ha la forza nè di riformare una costituzione le cui formule più nuove sembrano ogni giorno più astratte, nè di attuarla (vedi la discussione sulla Corte Costituzionale); è il governo che non riesce a risolvere i problemi di una effettiva parità sul piano internazionale nei problemi della pace. E allora? Allora invece di cercare le colpe, si tratta di cominciare nello spirito dei giovani italici, dei giovani cavalieri, dei viaggiatori mercanti, senza lasciare la casa paterna, con spirito di umiltà e non di superbia come il .figliol prodigo, di dare con dedizione quello che sentiamo di poter dare, cominciando con l'atto di coraggio di ten- . . . . ' tare cose nuove 1n un paese 1n cui nessuno tenta p1u niente, mobilitando la propria disponibilità, cercando di indirizz~re il proprio desiderio di impegno sul piano della costruzione civile e della pace, partendo senza sicu– rezze e impegnandosi a fondo per dei fatti in cui si realizzi l'ansia morale, l'aspirazione di pienezza umana, che nel profondo sentiamo. Fare ogni paese teatro di azioni che hanno un signifi– cato e un valore: lo stesso valore nella memoria futura di quello che hanno oggi i nomi delle colline, delle mon– tagne, dei fiumi, su cui nelle guerre i nostri padri hanno combattuto: questo è quello che si deve fare. E ciò è più difficile che non sparare contro un nemico; questo è quello che nessuno fino a oggi ha mai fatto. Questi sono gli atti nuovi che possono impegna~e tutte le nostre forze più vere, queste sono le cose necessarie perchè nasca in I tali a una generazione che faccia andare avanti la storia, una generazione di giovani che diventino finalmente uomini. BALDO ScAs ELLATI 7

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