Terza Generazione - anno I - n. 2 - novembre 1953

dere non solo gli interventi del comune nella vita del paese, ma anche quanto il comune è « sentito »: spesso in montagna il comune amministrativo coincide con la comunità ed ha quindi una parte notevole nella vita di tutti; in collina e in pianura, meno. Le analisi particolari serviranno a far vedere se questa idea è vera o falsa. Tutte queste autorità devono essere av– vicinate per conoscere le condizioni dei set– tori di cui essi si occupano; ma bisogna anche domandarsi quanto esse contano nella vita del paese, oltre che per le loro funzioni. Per esempio se il sindaco o il prete o gli altri, oltre a dirigere il comune e a dir messa, vengono chiamati anche a risolvere altri problemi privati o pub– blici (che magari non li riguardano diret– tamente) come liti tra famiglie, oppure se le loro opinioni influenzano altri, che ad– dirittura le richiedono per avere un orien– tamento. Rispondere a questo significa sa– pere se questi signori « egemonizzano », co– me si suol dire, il paese e sono per esso le cosidette « dirigenze ». Conoscere dall'interno il paese. Sapere che lingua si parla, dialetto o italiano, e in quali occasioni si sceglie l'uno o 1~ altro, è ugualmente importante, per– chè dà la misura da una parte della coe– sione della comunità e dall'altra delle sue relazioni. Il variare dell'alimentazione è un altro fatto importante: ed è in relazione con le questioni igieniche; così in molte regioni il granoturco è stato da quattro secoli un alimento umano: pare che oggi decada e sia usato più per i suini che per gli uo– mini. Ma fin dove cessa l'uso e fin dove resiste la tradizione? Fin dove si fa sen– tire il miglioramento economico nella mo– dificazione del cibo? Quando si sarà indagato sul numero de– gli analfabeti e sulla loro età, si cono– sceranno i mezzi fondamentali di cui la gente dispone per esprimersi. Perciò inte– ressa conoscere anche l'organizzazione e l'attrezzatura scolastica, sia quella per i bambini che quella per gli adulti, se esiste. Anche l'esistenza di biblioteche circo- BibliotecaGino Bianco lanti o stabili, comunali o parrocchiali, i libri che possiedono, quelli più richiesti e quelli che la gente desidererebbe, indi– cano le preferenze e il livello culturale dei paesani. Così il commercio di libri, giornali e riviste, quanti e quali arrivano al paese e quanti ne vengono venduti è un elemento da ricercare. Lo stesso rile– vamento va fatto per la radio e il cinema: quanti vi si avvicinano, che programmi radiofonici o quali pellicole sono preferite. Infine in molte zone d'Italia si vede lo Stato come carabiniere o agente del fisco (a volte con ragione, ma questo ora non conta): è diversa la visione che si ha dello Stato se nel paese c'è la Cassa del Mezzo– giorno, la Riforma fondiaria, l'Ufficio di collocamento comunale, il telefono, una nuova scuola? Anche questo è importante per sapere se quello che lo Stato fa o pensa di fare basta o no alla gente. Come procedere a questo lavoro e come utilizzarlo. Questo discorso alla buona è un esempio di come per noi le cose di tutti i giorni abbiano un valore: l'ambiente nel quale l'iniziativa dovrà muoversi è fatto di cose di tutti i giorni. Rispondere a queste o ad altre domande significa aumentare le pos– sibilità di fare. Per realizzare l'indagine bisognerà non prendere queste pagine e ridurle a un que– stionario di domande, ma parlare con gli a1nici delle questioni che sono qui indi– cate, discuterne con loro, far uscire le do– mande dal discorso. Conoscere un paese non è facile: bisogna conoscere, oltre alle cose, come pensano e come vogliono gli abitanti, e come potreb– bero pensare, volere e fare. Bisogna discutere per capire più che per accusare: se oggi le cose non vanno ormai la responsabilità è di tutti. Svolgere l'indagine significherà porsi molti perchè nella testa, e più domande sorgono nella prima fase, più il lavoro sarà proficuo. Contemporaneamente sor– geranno le prime idee sulle cose da fare per chiudere i buchi. .-: ..-- - Poi ci si metterà in contatto con noi, scrivendo le cose che sembrano più im– portanti, quelle che hanno più interessato anche gli amici. Non si può scrivere tutto, non si può descrivere tutto. Per noi questa offerta di base concreta è indispensabile: ~ano è pensare di fare qualcosa se non c'è la libera e volontaria collaborazione di chi vive nel paese, di chi è direttamente inte– ressato. Allora noi cercheremo di aiutare a ca– pire, tenteremo delle interpretazioni, in– quadreremo i dati del paese nella storia passata e presen te. Qualcuno di noi potrà venire sul posto, vedremo le vostre atti– tudini, chiariremo i dubbi, porremo altre domande, porteremo con noi dei giovani tecnici, faremo studiare delle soluzioni. Certe cose che per voi sono difficili per altri possono essere facili e viceversa. Così si procederà nel lavoro, finchè avremo trovato il punto giusto, il proble– ma da cui cominciare: magari ci saranno voluti dei mesi, voi avrete fatto decine di discussioni, noi avremo fatto lavorare un giovane storico e un gruppo di tecnici; avremo provato e scartato più soluzioni, ma ci saremo conosciuti, avremo stabilito rapporti di fiducia e di stima, saremo riu– sciti a ritrovare entusiasmo e speranza. Allora con il progetto di iniziativa con– creta, si vedrà quali compiti affidare a ciascuno, si comincerà a parlare con tutti i giovani chiamandoli a collaborare, si spiegherà il perchè dell'iniziativa, quante cose essa coinvolga, come essa risulti dalla storia e dalla tecnica. Incontreremo altre difficoltà e altre obiezioni: scopriremo che manca ancora qualcosa, che spesso non ci sono persone con determinate attitudini, proprio quando servirebbero. Bisognerà cercarle e portarle a lavorare còn noi. Sul riconoscimento di un comune pas– sato e sull'impegno di un compito comune, questa collaborazione si allargherà conti– nuamente; avremo alla fine raggiunto l'u– nità della generazione e trasformato l' am– biente umano nel quale vogliamo diven– tare uomini. PIERO UGOLINI 17

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