Terza Generazione - anno I - n. 1 - ottobre 1953

110 ormai pressochè triplicati di fronte all'anteguerra. La Cas– sa del 1\-Iezzogiorno sta letteral– mente sconvolgendo i rapporti economici, con tutti gli squili– bri che logicamente ne deriva– no. Proprio per reazione, come qualcuno m'ha detto, alla « qua– resima» d'un tempo, l'immis– sione di alte paghe salariali per oper ai adusati a modiche remu– nerazioni non spinge al rispar– mio, ch'e,·a una volta dote co– mune, ma alla mania dei consu– mi. E se in molti resta l'antica laboriosità, in alcuni, che poi sono i desiderosi dell'emigrare e appartengono soprattutto al– l'artigianato, insorge la brama dell'arricchimento improvviso o dell'impiego sicuro, dell'entrata fissa. Proprio nelle famiglie ar– tigiane il disquil, rio appare fortissimo, perchè ceto, dalle nostre parti, insieme ai piccoli commercianti, in posizione me– dia t1·a quello dei contadini e quello dei proprietari terrieri, da cui finora (e cioè fin dopo la prima guerra mondiale) deriva– vano gli uomini di cultura, i « cittadini ». E questo disquili– brio è dovuto in totale al note– vole contrasto fra quelle che sono le reali possibilità econo– miche e « culturali » e le appa– renze e cioè le sovrapposte ma– schere cittadine. E nessuno si meraviglia più che una ragazzina della piccola borghesia intrecci il suo amo– retto con un giovanottino. La conseguenza fondamentale del disquilibrio, di cui si parlava, è, I • • , .,~ .. i<f.r,~-~ -~~➔._..:+ ... ,,_ ,,, -...- L\~' :'f ,.,f;-,.• n !of• ..,. .... '. ,.,'¾:·• . . "' ~ \; • ---- per il contrasto fra realtà e de- Variazioni sul paese meridionale sid eri, l'irrequietezza politica e morale. Che giunga l'acquedot- to, la via asfaltata, l'asilo, conta relativamente poco ;!Jer alcuni, gli « esaltati»; dai « fuggia– schi > o bramosi di fuga, si pre– tende l'ambiente diverso con tutti i problemi risolti e, in fon– do, un ballo fino alla mezza e ' un film alla settimana almeno. Non è tutto nero quello che ho descritto, ma e un fenomeno nient' affatto trascurabile. In realtà nei piccoli paesi del h1eridione, su questa generazio– ne nuova e senza passato, sof– fia un vento strano, caldo e vio– lento. E' il vento della follia o il vento del progresso? Ed e forse t7 premere di nuove forze ancora poco chiarificate, senza direzione e senza direttive. SALVATORE D'ELIA ~ibliotecaGino s·anco '

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