La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

fa Woody Alleo e allora lo faccio anch'io, ma perché ho la sensazione che a volte si guadagni m freschezza. Non mi attira quel tipo ai lavoro con l'attore, ci si mette lì e si cerca di tirar fuori il personaggio che sta dentro di te... È chiaro che l'attore deve dare qualcosa, visto che ogni fotogramma è occupato per circa il 60-80% dall'attore. Mi piace fare un lavoro in modo da far uscire dalle cose intime, e in modo non convenzionale, il più possibile vivo. In questo film io costruivo con loro i personaggi passando da scena a scena. Per ogm scena gli davo dei dialoghi, gli spiegavo la scena, ma non mi limitavo a fotocopiare la scena scritta. Provando con loro saltava fuori sempre qualcosa di diverso, di nuovo. Erano loro che ogni tanto davano delle coloriture dialettali, che a me andavano bene. Qualche volta inventavano delle battute che gli sceneggiatori gliele invidierebbero. Perché hai sceltodi fare un film sul quartiere Tuscolano? Io ci ho vissuto uno o due mesi, è il quartiere che mi piace di più a Roma, forse perché mi ricorda il paese dove sono nato. Lo trovo stim<;>lante,scorgevo continuamente dei personaggi. Molti giornali hanno sottolineato l'influenza di Truff aut nel film. Che il film era un omaggio a 'rruffaut ... Mah, io aif omaggi, ai regali non ci ho mai creduto, specie quando sono persone che sono morte e non possono nemmeno dirti "Grazie per il regalo ma mi fa schifo". Questo mi sembra un luogo comune da cattivi cinefili e cattivi critici. Io non volevo fare nessun tipo di omaggio, di citazione, di nessun tipo. Non ho mai pensato a Pasolini, ad Accattone. La scena del mare, se mi fosse venuto in mente che poteva avere a che fare con la scena dei 400 colpi non l'avrei fatta. Ho letto Truffaut, ma mi sembra un accostamento un po' elementare, un po' facile. Le influenze che ci sono , sono inconsapevoli .. E il cinema di Rossellini,De Sica... De Sica lo conosco poco, Rossellini di più. È un cinema che mi piace, ma non mi sonorifatto a nessuno. Mi piacciono gli autori che mescolano cinema e vita, che è quello che voglio fare anch'io. Perché hai sceltodi girare a episodi,dei singoli personaggi chepoi si riunivano in gruppo, e non invece una trama continua? È uscito così perché io ho cercato di mettere fin dall'inizio in primo piano i personaggi, non me ne fregava niente degli adolescenti, della generazione X, come l'ha chiamata qualche critico. Ma cos'è? A me interessavano questi ragazzi, i persona~gi che potevano uscire da loro. Ero attratto dai personaggi singoli, il resto veniva in secondo piano, la storia. Ho voluto lavorare d'istinto, mi sono detto "Vediamo alla fine che tipo di film esce, magari viene fuori una stronzata", con l'idea che se c'era qualcosa di buono sarebbe saltato fuori. Sarebbe stato inutile mettermi lì a costruire la forma, sarebbe stata un'operazione a tavolino, invece volevo mettere lo stomaco davanti a tutto. Istintivamente mi veniva da seguire un personaggio, poi mi chiedevo " e intanto l'altro che fa? Quando questo esce con la ragazza, cosa succede la sera della cena?". Questo moSUOLEDI VENTO do mi permetteva di avere una storia che li coinvolgeva tutti, non piatta, e allo stesso tempo mi permetteva di approfondire. Mi piaceva questa doppia marcia, d1gruppo, e poi stringere il fuoco su ognuno di loro. Era forse il metodo migli?re per tirar fuori il più possibile dai personaggi. Gli.adulti, la famiglia nel film sono sempre un po' condiscendenti,non ci sono scontri. Mi hanno detto più di una volta: "questi ~enitori non si vedono, la città non si vede" ... 10 non volevo fare un film a tema, non volevo parlare del ral?porto adulti-ragazzi, "ci sono contrasti ovviamente a quell'età si cresce e quindi ci deve essere un conflitto, poi i genitori, facciamo vedere i genitori", allora avrei dovuto far vedere anche i fratelli maggiori, i cugini e la città, avrei dovuto far vedere la città ... non me ne fregava niente. La mia idea era quella di stringere il fuoco sui ragazzi in modo che il loro modo di comportarsi mi potesse dare un'eco, un riflesso di quello che vivono intorno a loro. E J?Oi, per me la chiave del film è l'angolazione stimolante che avevo grazie ai protagonisti che avevo scelto. In questo modo potevo vedere gli adulti meno adulti di quanto sembrano, e i ragazzini meno ragazzini di quanto sembrano, quasi fossero due mondi in dissolvenza, che si incrociano tra loro. La scena che sintetizza di fiù questa cosa è quella del dialogo al bar tra i magazziniere e Lorenzo. Per me è come se in quel momento Lorenzo fosse il flashback del magazziniere e il magazziniere il ftashforward di Lorenzo, adesso non voglio spingermi troppo in là, ma è una strana forma d1monologo. Riguardo alla mancanza di conflitto, anche questo mi è stato un po' rimproverato, come se il film volesse a priori attenuare i contrasti, i problemi, le cose acri della vita. Questo non era voluto, non volevo ammorbidire, ma non mi interessavano le cosiddette 'tinte forti, questi contrasti che mi sembrano eiù letterari che reali. Ad esempio nella scena tra 11magazziniere e Lorenzo, se avessi fatto una scena violenta, se fosse partita qualche sberla, sarebbe stato più breve e meno interessante perché sarebbe uscito molto meno del magazziniere e di Lorenzo. L'idea non era far vedere com'è bello il mondo, ma di far uscire il più possibile quello che succede dentro i personaggi. Quindi non penso che sia un film 'rassicurante", come ha scritto qualche critico. Nei film di oggi la periferia è vista come · un gran cassonetto dove ci si butta siringhe, stupri, e tutto il resto. Io penso tra l'altro che i registi che fanno questi film conoscano queste cose veramente attraverso i giornali, cioè poco, e quindi mi domando perché lo fanno. Cosa ne pensi dei film italiani di adesso, quelli sulfilone di Mery per sempre? Meryper sempre è un film anomalo, magari con dei limiti, ma io lo trovai molto interessante, anche perché in quel periodo nessuno si aspettava un film così. Gli altri film di Risi non mi dicono nulla, mi sembrano speculazioni giornalistiche. Poi è venuta fuori questa moda, condivisa sia da critici che da autori, che però mi sembra che sia ~ià morta, almeno mi auguro. Ogni tanto mì diverto a sfogliare i giornali e leggere le critiche che sono un rincorrersi di frasi fatte, si diceva "bisogna riscoprire la realtà", non basta starci dentro, bisogna riscoprirla, poi si diceva che "gli sceneg-

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