La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

prime a comprare per i figli le pubblicazioni di orientamento alla scelta della facoltà e a iscriverli a qualcuno dei tanti corsi creati per preparare a1test di ammissione. L'informazione è solo una delle merci in crisi di sovrapproduzione: basta entrare in un supermercato per capire come ogni prodotto tenda ormai a offrirti sempre più quantità allo stesso prezzo (e non viceversa) perché il problema è costringere la gente ad aumentare i consumi, ormai sprofondati un'economia di. concorrenza spietata che lascia margini risicati di profitto e guadagni che arrivano solo grazie ai volumi di vendita. Saremo sempre più mondati di merci - se non fosse che i rialzi dei costi delle materie prime, come la carta e l' acciaio, ogni tanto ci ricordano di cosa sono fatte, e ~anto più le edicole debo~dano ~i supplementi e gadget tanto meno ossigeno c1resta - e la pressione della pubblicità non può che aumentare. La ridondanza informativa e la pressione pubblicitaria, che abitano sicuramente l'immaginario giovanile, non sono le condizioni ideali per formarsi una capacità di giudizio e di scelta, anche. perché occorre prima di tutto saperle distinguere. Temo fra l'altro che questa situazione, lungi dal rappresentare un modello t. SUOLEDI VENTO di democrazia e di sovranità del consumatore, incrementi la polarizzazione sociale: l' emisfero nord, quello che dispone delle informazioni al quadrato e che ha i contatti "giusti", accede alla scuola migliòre, trova il lavoro con più prospettive, attraverso conoscenze personali, e compra la casa nel momento più favorevole del mercato, gli altri si perdono fra dépliants e voci di terza mano, scelgono la scuola a intuito, entrano nel calderone delle liste di collocamento e degli annunci, accendono mutui e cambiali per comprare i propri beni, e lo fanno quando possono (e non quando il mercato offre l'occasione). ~enza di~enticare il paradosso che, a fronte·d1 questa ndondanza mformativa, e della sensazione di perdita di limiti anche spazio-temporali ("il villaggio globale"), in realtà sappiamo sempre meno di quanto ci circonda: la quantità di sapere racchiusa in ogni bene (dove si produce, come, con quali materie e tecnologie, con la mano d'opera di quale paese, a quali condizioni) e in ogni servizio (chi l'ha progettato, sulla base di quali conoscenze ed esperienze) è ormai inavvicinabile per il singolo, e la sua distanza dalla possibilità di conoscere (a ma~gior ragione controllare) la realtà in cui vive è mcolmabile. Siamo costretti ' I

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