La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

Però quasi subito, anzi già nell'atto della liberazione e già nell'atto della guerra di liberazione, è nato un altro conflitto e un'altra scissione. Una grande parte di cittadini italiani ha creduto di seguire assieme con l'appartenenza al nostro Stato, con la nostra cittadinanza e con la sfera complessa di diritti e di doveri che si stava elaborando anche un'altra appartenenza, e cioè )'appartenenza al sistema comunista. E qui è nato di nuovo un srande conflitto, una grande scissione per quelli che vedevano come appartenenza paritaria o addirittura eminente sull'appartenenza alla cittadinanza italiana, un'altra appartenenza, non solo per loro ma anche per gli altri che non pensavano così. Ma le ragioni del contrasto erano tali che le stesse scelte fondamentali relative alla morale pubblica venivano effettuate in base a questa contrapposizione. E se ne è ricavata poi la conseguenza molto evidente, soprattutto in campo cattolico, che non tanto - non si è detto, magari, ma si è fatto -, non tanto si dovessero adempiere i doveri e i diritti unitari dell'appartenenza al nostro Stato, ma si dovesse soprattutto operare in qualunque modo per la vittoria su quei cittadini che erano considerati come praticamente stranieri in casa loro. E anche questo ha creato, specialmente in campo cristiano, in campo cattolico, una frattura nella coscienza unitaria della soggettiv_itàetica. Non sappiamo ancora niente di quella che è la storia vera di Gladio e annessi, ma senza arrivare a quegli estremi, è certo che molti, quasi tutti gli italiani non comunisti vivevano m pratica con doppia eticità: di riferimento al proprio Stato e insieme di riferimento alla necessità assoluta di non consegnare lo Stato nelle mani degli altri. Questo ha alterato tutta la visione, fin dai primordi, sin dai primi inizi. Ha avuto riflessigravissimi sulla stessa formazione della nostra Costituzione. Certe scelte costituzionali, soprattutto della seconda parte della Costituzione sulla struttura dello Stato, certe scelte costituzionali che anche oggi, in questi ultimissimi anni hanno gravato sulla paralisi del nostro Stato, sono dovute fra l'altro al pensiero che si dovesse assolutamente evitare tutto quello che poteva facilitare l'accesso al potere di un partito che aveva intenzioni totalitarie e dittatoriali nel caso si fosse impadronito del potere stesso. Quindi ne è venuta la conseguenza, nel campo della delineazione delle strutture, di una voluta intenzionalità nel delineare certe strutture non perché funzionassero, ma perché fossero deboli e non potessero quindi funzionare: il governo, innanzitutto; e poi sono state introdotte nella realtà costituzionale delle garanzie e dei congegni che il più possibile hanno cercato di fermare l'autorità e di garantire quindi contro una possibilità di degenerazione in uno Stato dittatoriale. Quindi la doppia Camera, con pari autorità ed efficacia, quindi un congegno legislativo che era per sé pazzesco, non poteva esprimere un'efficienza qualsiasi, quindi la Corte Costituzionale in un certo modo, quindi i referendum in un certo altro, quindi un reale considerare lo Stato come una realtà che dovesse essere insieme capace di adempiere certi compiti, ma nello stesso tempo così gracile da non poterli adempiere. Una contraddizione profondissima e insanabile nella nostra stessa struttura costituzionale, che adesso si paga, scatenando in senso divergente la coscienza dei cittadini e operando ancora una volta con un'etica perversa o un'etica - per lo meno. - della minore efficienza possibile. Mentre, d'altro canto, si assegnavano allo Stato, nella prima parte della Costituzione, dei compiti che doveva adempiere e si costituiva una figura di cittadino a pieno diritto che sempre più doveva emergere e che sentiva il bisogno di realizzare questi diritti. Senza peraltro che gli strumenti forniti allo Stato potessero realizzarlo. Quindi una confusione che adesso stiamo scontando. Però dicevo - riprendo dopo questa parentesi storico-ricostruttiva per sommi capi - dicevo che, nonostante tutto, la Costituzione, nella prima parte, fornisce una tavola dei diritti e dei doveri abbastanza chiara ed efficiente, sulla quale deve essere ricostruita la coscienza etica unitaria del nostro paese. Il dramma - come potete avere inteso da queste sommarissime linee - resta queÌlo di chiedersi a questo punto, quando si è operato in modo così diffuso, anzi diremo unanime - perché siamo tutti responsabili - in senso antietico, come fare a ricostruire una coscienza etica nella nostra realtà sociale, nazionale? Come fare? Tutta la gravità della odierna crisi politica si fonda. in ultima analisi su questo fondamento di grandissima confusione etica - universale, perché non crediamo che siano soltanto i politici ad avere fallito. Certamente la classe politica di tutti i partiti ha gravemente fallito - proprio sul piano etico. Ma in realtà poi sono stati tutti gli italiani che sono stati loro complici, loro mandanti, perché quello che hanno fatto i politici in realtà veniva poi compiuto con il consenso di tutti noi. A ciascuno per una particella interessava che si operasse così. Si chiedeva quella cosina che rappresentava una piccolissima eccezione, ma che poi di J.J2.l.Q/::{1

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