La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

POESIA La memoria di Hiroshima Cyrus Cassels . (traduzione di Damiano D. Abem) Cyrus Cassels (1957), poeta americano, vive a Ro: ma. Ha pubblicato The Mud Actor, 1982 (d'!-cui _e tratta questa poesia, parte del poemetto Da H1rosh1ma a San Francisco 1978-1981) e Soul Make a Path Trough Shouting, 1995. • La gente di Hiroshima al mondo non chiede null'altro che il permesso di mostrare se stessa come. testimonianza di pace. Shinzo Hamai, Sindaco di Hiroshima, 1949 Credevamo che saremmo stati al sicuro a [Hiroshima. Salimmo sul treno con il nostro fardello di torte di riso e pannolini, giocattoli, rotoli di stuoie, e valigie di cartone legate con lo spago. Eravamo una famiglia di quattro bambini, in fuga dalla fame, dagli infiniti elenchi dei morti in guerra, costretti a lasciarsi alle spalle la mamma vedova e la nonn~ malata; fummo affidati a uno zio che viveva sicuro a Hiroshima. Era la speranza dell 'hegira - . tre giorni di viaggio duro verso una vita più mite le parole alate di un dramma No: "Andiamo, i nostri cuori vaghi come nuvole in volo ...." N_eltempo, c'era solo il nastro lento del nostro viaggiare che si svolgeva sotto il cielo, . l'ondeggiare ottuso delle carrozze, i finestrini pergamene verdi, ed il treno a esalare vapore · su pianeti di riso, la terra disseminata di bunker. Ero sempre seduto su sedili affollati, . . di fronte a Michico, mia sorella maggiore, rinchiusa nel serio vestito scuro da viaggio, così fuori posto nell'estate giapponese, la piccola Taiji, vivace in braccio a lei, le sottili ciglia inquisitrici tracce neroalate del mio pennello sumi -mentre Isamu, col cappellino di scuola, si tamburellava le ginocchia a un geroglifico fine, o picchiettava il finestrino. Per calmarlo · estrassi da una scatola la marionetta tedesca dalle trecce bionde '{QQ_ donatami dal nonno quan_d'~ro picco~ino, e rec1ta1passaggi da un dramma di pupazzi -un .bellissimo passo michiyuki. Nell'atto della rappresentazione, comandando i fili, sentii il tepore dello sguardo ingenuo di una coppia anziana, due passeggeri oltre il corridoio e desiderai disperatamente d'essere invisibile, nei panni neri e anonimi dell'apprendista burattinaio, che mi potessero liberare per essere non Yoshi Nakamura, ma l'ombra di una bambola, padrone e nascosto · alla morte, nascosto, diciassettenne, al foglio scarlatto del reclutamento, alla promessa tremenda Sì, morirò, morirò per l'imperatore. Chiusi gli occhi e·riesumai, con un respiro profondo, il raid di Doolittle: panico di parasoli, lo schiantarsi di corf i in corsa contro il chiosco de cibo, coppe di zuppa d'alghe schizzare sul bancone, e mio fratello, Mamoru, sbalzato dallo sgabello - l'ultimo lampo che vidi di lui la camicia strappata, minuta finestra· ricolma di carne, svanita, svanita. Aprii gli occhi, riposi il pupazzo, ripensai l'inutile cercare, mentre un precedente labirinto di strade di Tokyo intersecava un mondo di pensiline e scali strani, e un ago di treni ricamava stanchezza di stazione in stazione: Isamu .che v~mita sul binario; il pianto pungente della piccola; la maschera stravolta del mio volto nello specchio, foglie, stelle, panorami chiari: flussi che l'attraversano; e l'immagine di mia mamma in ombra, all'altare di famiglia, che passa un panno sulle foto dei morti.- L'ultima notte ci fu un foglietto di luna spillato al sedile, e quel bianco messaggio ci c0rse sul visola luna, camelia caduta, bocciolo estraneo e dìstante, e io contemplavo la sagoma assopita della sorella, notavo i tacchi spessi delle scarpe nere che tanto le facevano male, . e sul grembo bagnato di luna il fiore d'azalea colto presso Kyoto. Dopo la musica nera di rovine di città, Tokyo, Osaka, Kobe, trovammo all'alba Hiroshima, il mattino del quattro d'agosto,

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