La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

mensionato alla luce della legge dell'89. Inoltre queste linee sanzionatorie incentrate sulla riparazione del danno provocato, che anche in Italia stanno piano piano prendendo piede, faranno diminuire di molto il livello della popolazione carceraria minorile. Difficile dire se· i carceri per minorenni saranno finalmente chiusi o mantenuti, magari per soddisfare un bisogno psicologico di sicurezza della società. Se la situazione continua a evolversi nella direzione che ha intrapreso oggi, l'ipotesi di una chiusura diventa sempre meno utopistica. È vero che, come è già successo in passato, quando pare che si possa fare a meno del carcere per minori, accade qualcosa per cui questa struttura diventa un polmone per gestire, se non risolvere nuovi problemi. È quello che è avvenuto con l'esplosione di fenomeni di criminalità minorile tra la popolazione straniera e nei territori controllati dalla mafia a fare sì che il carcere per i minorenni riacquistasse .in qualche modo un suo ruolo quando, alcuni anni fa, pareva ormai avviato. verso una definitiva chiusura per mancanza di reclusi. Oggi invece la popolazione carceraria minorile è pari a quella presente negli anni '70. Il vero problema del carcere è, come si sosteneva alcuni anni fa, che le società devono liberarsi dalla necessità del carcere. Nodo aperto rimane in ogni caso quello sulle politiche giovanili. In Italia mi pare che l'approccio dell'istituzione al mondo minorile sia essenzialmente preventivo: perché i giovani non si droghino, non rubino ... Il messaggio sottinteso ? che esseregiovani è un problema e non una risorsa... Il discorso sulle politiche giovanili è vastissimo. Quando si iniziò a parlarne, agli inizi degli anni '70, i primi progetti giovani erano mirati a un recupero di qualità della vita per le popolazioni giovanili. Su questa base si costruiva una rete di interventi e iniziative. A partire dai primi anni '80, il discorso di recupero della qualità della vita viene a cessare e le politiche giovanili si orientano con forza in direzione della prevenzione al disagio. Il mondo adulto ha smesso di occuparsi di giovani e si preoccupa solo per le conseguenze di alcuni comportamenti "a rischio". Il fenomeno delle tossicodipendenze ha fortemente contribuito a spostare. l'attenzione sulla prevenzione, pure necessaria, ma non certo in grado di soddisfare le esigenze e le aspettative del mondo giovanile. Con la legge 216 il modello di azione preventiva si è esteso ai fenomeni di microdelinquenza dapprima al Sud, dove la contiguità con la criminalità organizzata li rendeva particolarmente pericolosi, e poi nel resto d'Italia. Su queste modalità di intervento si concentrano cospicue risorse, e da allora si può dire che tutti i progetti giovani nascano "per evitare che ... ", quando i progetti giovani erano nati da presupposti molto più ampi. Alla fine è capitato che queste risorse, da utilizzare sul fronte preventivo, sono state spesso spese, come era inevitabile, pà attivare strumenti terapeutici in condizione di disagio già radicalizzato, spostando sempre di più il baricentro dell'attenzione ai giovani. Nessun altro tipo di intervento nei confronti di ragazzi che non esprimono le proprie difficoltà in modo così dirompente è stato intrapreso. Le popolazioni giovanili si sono sentite abbandoBUONI E CATTIVI nate, hanno percepito l'area delle politiche giovanili come estensione dell'area del controllo sociale e se ne sono allontanati, aumentando il loro distacco cl.almondo degli adulti, sviluppando sottoculture elusive. Questo è ancora più evidente nei meccanismi della trasgressione: oggi si trasgredisce non rispetto a un mondo adulto percepito ormai come totalmente estraneo, ma spesso contro le culture giovanili dominanti, nella scelta.dell'abbigliamento diverso, della musica underground, di locali "controtendenza". Gli adulti spariscono totalmente dal panorama di riferimento del mondo giovanile, non rappresentano neppure più la contrapposizione. STORIA DI GIACOMO Andrea Beretta I Aprile è il più crudele dei mesi: genera Lillà dalla morta terra, mescola Ricordo e desiderio, stimola Le sopite radici con la pioggia primaverile" '-· ♦ Aprile 1993. Il Centro di Prima Accoglienza dell'Istituto di Pena per minorenni di Milano si va riempiendo di ragazzi, provenienti dalla periferia Nord della città: o, per essere più precisi, da due quartieri collocati in quella terra di nessuno che è la "periferia" e che sembra non appartenere nemmeno alle persone che ci abitano. Cosa è successoin questo periodo? Niente di eclatante, purtroppo. Un gruppo di adolescenti scopre un modo veloce e efficace per "vivere alla grande". Armati di pistole - a volte vere, altre finte - i ragazzi compiono rapine a negozi di vario genere e, con i proventi di questa attività e con l'ausilio di macchine di grossa .cilindrata "prese in prestito", si danno alla "bella vita": discoteche, cocaina, bei vestiti e di conseguenza, successo in quartiere, sopra'ttutto con le donne. Uno di questi ragazzi è Giacomo, diciassette anni, iscritto al primo anno di una scuola per operatori d'azienda. Ci siamOconosciuti in quartiere: io lavoravo per un progetto di pre- . venzione al disagio giovanile come .operatore di strada, lui era uno di quelli.che con maggior frequenza partecipava alle attività che organizzavamo, uno dei più svegli e forse proprio per questo di quelli che facevano più casino. Giacomo improvvisamente sparisce. Dopo tre mesi si rifà vivo con una tele/ onata: - Ciao, sono a casa. Venerdì scorso mi hanno arrestato: sono stato dentro quattro giorni poi mi

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