La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

coli dalla costituzione degli s·tati liberali, è quantomeno doverosa. . Alcune tracce di questa discussione sono già state pQste nel dibattito teo"ricoe andrebbero riprese anche nel dibattito sociale. Perché "quale pena prevedere per chi commette reati" è tema . che coinvolge bisogni di sicurezza, paµre del diverso, desideri di vendetta, rapporti tra diritto e · morale: terreni di forte contatto. tra emotività, angosce dei singoli, razionalità delle istituzioni, ruolo dell'informazione. . . Una_prima· traccia di questa discussione v·a nella direzione di riservare l'intervento penale c9me extrema ratio a cui far ricorso solo per la tutela di beni fondamentali. Questo programma - più volte indicato con la formula del "diritto penale minimo" - è presupposto sia del garantismo· che dell'efficienza perché rende la macchina gi~diziaria dedicata alla tu tela çlei · beni ri~enuti fondamentali e al perseguimento dei reati che realisticamente possono essere giudicati in modo efficace dal nostro- .sistema. Il problema rimanda all'individuazione dei beni fondamentali, tali da essere oggetto di tutela penale: una società così :radicalmente mutata rispetto a quella a cui si riferisce l'impianto del c_odicepenale (che è dei primi anni Trenta) individua· rtecessarìamente una diversa gerarchia .dei beni ogsetto dì tutela penale. Rimanda altresì all'individuazione di forme alternative a. quella penale, attraverso cui un ben~, individuato coI?e ri~evan.~__~p, ossa essere_afterinato !; tutelato (e mai possibile che per f~r passare la èonsapevole"zza che, ad esempio, .l'ambiente è un valore da tutelare l'unica strada sia quella. della previsione di nuovi reati per chì non lo rispetta?). . · · Accanto a: questo lavoro di semplificazione · di maggiore ·efficacia; si deliriea una seconda traccia: ridurre. consistentemente l'entità delle pene, recuperando a_esse caratteristiche di dfettività. Le pene edittali previste dal nostro codice sono tra le più alte in·Europa; là.previsione della pena dell'ergastolo - residuo di una concezione pre-moderna della pena stessa - funziona da trascinamento ·s~lpia1:o delle entità de~le.pene pro-:- duce delle discrasie tra pena nommale e pena reale e invia· così alla collettività un segnale di ineffettualità della sanzione e di inaffidabilità del sistema del suo c~mplesso. · · Si inserisce allora una terza. traccia per una nuova discussione: quella dellà pena non solò utile nella-sua definizione teorica, ma percepita come tale anche dal singolo che la sconta e dalla. società ·esterna. ·Si apre cioè Ia discussione sulla . radicale dimìnuziòne· della pena cosiddetta _"in- . tramuraria", il carcere. Diminuzione necessaria non solo perché la reclusione è· spesso difficilmente compatibile con la tutela di diritti inalie.:. nabili dell'individuo (affetti, s·alute;sessu_alità.,.. ) ma soprattutto perché rion è utile né alle finalità rieducative che si prefigge né alla costruzione nella società di un'idea non regressiva di prevenzione. L'ipotesi di prevedere pene -alternative_ già riel codice e non solo come modalità. alter- ~ative in_fase di .esec_uzi<?ndei una pena detentiva, va m questa direzione. Come pure può essere letta in questa direzione la previsione della sostituzione della pena detentiva_ con lavoro socialmente utile, in stretto legame con la comunità locàle, .come è stato re.centemente prospettato daUa re_gioneemilian~: u?a prop_o.:. sta che nasce propno dalla volonta di costrmre · anche nella società esterna una percezione di "utilità" dell'intervento penale, allontanandola BibliotecaGinoBianco da richieste·meramente custodialiste. Sono ipotesi su cui occorre discutere per costruire una diversa cultura nel carcere e sul carcere nella consapevolezza che qualunque intervento legislativo che tenesse distanti tra loro la proposta normativa individuata, la formazione culturale degli operatori e l'impegno alla costruzione di una maggiore consapevolezza sociale su questi temi, sarebbe destinato a ripercorrere quella strada di attacchi e di progressiva destrutturazione che ha caratterizzato il cammino delle passate riforme. FRAMMENTI· . DA REBIBBIA Fiorella Barbieri Fiorella Barbieri è docente presso l'II}S Von Neumann sezione di Rebibbia Nuovo Complesso. ♦- • Servirebbe un motore - pensò. Quella era una delle sue giornate libere e in qvei giorni era solito fare delle .lunghe camminate, addentrandosi t_rale alte montagne che si ergevano vicino alla costa e risalendo lungo i loro fianchi fino ai punti più alti. · . . . Ora era seduto su una roccia prossima ad u?a sommità, al riRar? ·dal sole ormai alto nel cielo. _Guardava l'onzzonte e pensò al suo gruppo che, come ogni giorno, si trovava in _qualche bai_avicina per uria battuta di pesca, secondo i compiti.che si erano assegnati. Rimise a fuoco l'immagine, fissando il blu del mare davanti ~ sè: quelle acque non eran0 percorse da correnti e raramente erano mosse da una leggera brezza-che veniva da chissà dove e che durava comunque soltanto poche Ore, smettendo di soffiare improvvisamente così come era apparsa. Quel luogo era stato scelto accuratamente per lo scopo a cui ora era destinato ..... L. L. italiano; deceduto dopo 2_ anni di carcere Ho individuato uno spazio, poco più _diùn metro, fra una pozza e l'altra e da .dieci minuti cammino avanti e indietro per sfruttare tutta la lunghe~za. d~l campo per passeggiare. ~,fa altri hanno mdividuato quel percorso. Forse non è un problema, passeremo uno_alla volta; ma al terzo giro i tre che mi sono davanti non mi fanrio proseguire e devo fen-r:iarmi.Non posso . sostenere questa situazione e ho cambiato po- .sto, vado a passeggiare pi_ùin là.. .. M:B. italiano-condanna 10 anni; scontati 3 · Continui controlli, ogni cambio di guardia, anc~e se sanno benissimo che siamo tutti presenti e mazzettate sulle sbarre delle finestre spesse cinque centimetri per controllare se mag~ri qu~lcuno è riuscito a segarle con i coltelli di plastica, per non parlare delle doppie manBUONI E CATTIVI

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==