Studi Sociali - XIII - n. 2 serie III - 30 aprile 1942

e) Lci guerra lo su: E. Malatesta e il *"'~c:c,...... lo nubblicherei una raccolta di "Dif– fide" contro: La orooor,ando atei– sta: la orooaqonda onticl 0 ricale alla Podrecca; contro Nietzsche; contro Haeckel; contro Buchner; contro Lombroso, ecc., che se~virebb~ per i piu giovani, Tra le • • r1v1ste Nel campo rivoluzionario -il carattere vecchio e nuo– vo insieme di questa guerra, in cui l'interess= dei popoli é cosi simile in apparenza a quello di certi governi, mentre un abisso in reàlt6 li separa, continua a susci– tare poi-emiche sull'att;ggiamento da prendere, o, me– glio, su!l'attegqiamento che qli uni e gli altri han gi6 · oreso. Cominciamo dal movimento-" onarchico. Tra gli italiani -a giudicare almeno da quel che si scrive– non c'é gran differenza d'ooinioni. E lo stesso d·eve . succedere (almeno se si deve interpretare in questo senso un· velato rimprovero di Marc':au Pivert) tra l'e- .mia razione tedesca. Tedeschi ed italiani vec'ono assai m~~J;o deoli altri l'essenza rivoluzi6naria d'un 1 eventuale sconfitta dell'Ass; e piu deali altri sento.,o il valore di ouel poco di libert6 ch'é rimasta fuori dell'inferno fa– scista, povero tesoro che non si ouo difendere se non aumentanclo 1 o, amoliando 1 o, donrloali il n1 1 ovo sin ifi– cato dei n1J0vi tempi e ouelle rodici non piu suoerficial– mente legali, ma profondamente pocolari, che sono ne– ce<;<;arie oer resi!:.tere a simib temoorale. L'Adunata dei rèfrot--tari ( New York) resta fedele alla sua -concezione ---ch'é poi anche quello di Studi Soc~fi- delle "due · guerre"· (lo çiuerra imperialista e la guerra antifasci-· sto) che ci sono in questa querra. Nel numero del 6 dicembre, alla vigilia d::dl'attacco ai"'"''"'0'7e<;o_ in 1•n flrtiro 1 -> rprl,-,7in..,nle r'1-e l"'ro<;n~ttova Òppunto l'imminenza dell'aggressione (il che dimostra che i soli ad esser presi di so.rpresa a Pearl Ho_rhour, sono stati -come semore- i copi militari), diceva: "Siccome_ la vittoria della coalizione fo<;ri<;to cornnor– terebbe la fascistizzazion; completa di tutto il mondo, sirT('f'YlO '·" ct"!<_<;omoltiL, ,,.l;..,i rlic:ererlflte ,-,n-,erirr,Y'lO h"n– no tutto l'interesse a proteqaersi contro le penetrazioni del fascismo sia per vie pacifiche, sia mediante la guer– ra, nòn é possibile immoqinore ch'ess-e si orir,onoono alla raccolta del çiuonto di sfida che la coalizione hit– leriana lancia per mono dei militaristi giaor-onesi. 11 oroblema oel popolo americano si presenta quindi nei termini segu-enti: Arrendersi alle provocazioni e alle minaccie fasciste, v,vrohho dirP. rir1Jnri,-,rl'! o <'l'PI ornrlo rli rivi 1 t,', rl-ie le lotte dei padri assicurarono alla nostra generazione. Bisog;na ·resistere: si trotta p;ro di sapere se la guerra che apoore ormai inevitabile debba essere combattuto ·dai nostri fiqlioli e dal sacrificio di tutti per dare nel– l'Asia, nell'0ceonia, nell'Africa e nell'Americo latina e nell'Eurooa stessa, un impero incordo e sfruttatore ai grondi lcdri della fina_nza capitalista, oppure, invece, per difendere il buo\;i diritto di tutti quei popoli a vi– V;re in libert6 secondo le piu elementari norme dello giustizio, per difendere le conauiste civili lasciate a noi in retagqio dai nostri oadri, integrandole d'una piC1 ampia libert6 politica., d'una piu equa giustizia econo– mica, d'un piu alto livello di proqresso sociale." E rivendicando il sacrificio di coloro che da V':nt'anni fottono contro il fascismo, tra le persecuzioni totalitarie e quelle democratiche (che non sono affatto cessate, com; dimostra il caso Borghi), dice in un altro articolo di fondo "Quelli che han sempre combattuto il fasci– smo" (27 dicembre) : "L'umanit6 deve ai coraggiosi che hanr:io saputo affrontare, fungo ·il ventennale ca!- f) g) • e • 1 STUDI SOCIALI 17 S?rip di inchieste su problemi d 0 lla rivoluz:one. con vari esposti, delle vade correnti. Serie di inchieste sui nroblemi tat– tici e oraanizzntivi dell'anarchismo: anarco-sindacalismo; organizzazio– ne; illegalismo; ecc. giornali vario, tutte le difficolt6 -e tutte le persecuzioni, l'od.ier– no risveglio che schiero contro la coalizione bestiale del fascismo internazionale oltre i quattro quinti del genere umano". E il 1O gennaio, parlando delle cupidigie •delle classi dirigenti delle nazioni che sono in guerra coll'Asse "'. dei loro gretti calcoli sulle conseguenze del conflitto, scrive: "Se la guerra non avesse da av=re altro e:oilooo al-– l'infuori di questo, i francesi che rifiutarono di combat– tere -come vi si rifiutano gli italiani- avrebbero di– mostrato di possedere l'essenza stesso d=lla saggezza. ' Sarebbe, come quella che l'ha p·receduta, una inuti 1 e strage, destin::ita, dopo tanto spargimento di dolore e di sangue, a consolidare l'asso!utismo dei privilegi econo– mici e politici, o ribadire nei popoli le catene e i ceppi d'una schiavitu senza respiro. · Ma· v'é ptre, nella guerra attuale, l'altra forza: la, ferzo dei r,oooli che non si !:Ono mai r0ssegn::iti alla barbarie del fascismo, che hanno creata l'-ideo!oaia del'a . letto contro il fascismo, e scritta col sanaue dei oio– nieri, d"i martiri e deqli eroi, l'e')ooea d'una ribellione ·cost::inte e indomita du~ vo!te decennale: dei po,:ioli che nellr, Grr'7 Bretaona dooo il crollo rlello Frnn,::io, come gi6 in lspagna, hanno, per cosi dire~ imposto ai loro governanti copitolatori, di prend':re le armi e di– fendere il paese dalle orde hitleriane." Nel numero del 7 febbraio, l'artico 1 o "L'unit6" parla dell'uncnimit6 antifascista dell'opinio".'e nordamericana, unonimit6 rotta dai rappresentanti del gran caoitale (arondi coroorazioni automobilistiche, monopoli dell'al– luminio e dell'acciaio, Standard Oil, ecc.) che favori– scono direttamente la vittoria totalitario, sabottando le industrie di guerra. E nel numero del 7 marzo: "Noi viviamo uno dei momenti piu solenni della sto– ria. Forse non é troooo tardi per raccogli-ere intorno agli ideali supremi della libert6 e della giustizia gli ·a– n;liti e le speranze, la volont6 e la forza del genere umano. Ma é ovvio che le istituzioni, i partiti e le classi della tradizionale democrazia borghese, che gi6 abdico ai suoi ideali e olla sua stessa difesa dinanzi alla truculenza bestiole del medioevo fascistà, sono im- pari al compito. · Tre secoli di -evoluzione e di progresso sociale arri– vano oro al culmine: o affondano nel precipizio della r,rrbcrie e rlel1'1 c:rl,'avitu, o attingono le vette della libert6 e della giustizia ..• Le ~nrole e le n·omPc:~~ non bastono r,iu. Gli indigeni della Birmania non credono ·alle promesse inglesi - e passano al nemico. Gli ,indiani, oppressi da secoli, non vogliono piu sentir parlar di domani: vogliono oggi lo loro libert6 - e non soltanto la libert6 nazionale, ma anche la libert6 individOale. E i popoli d'ell'Europa c~l– pestota dal giogo fascista intendono bensf insorgere con– tro la tirannia medioevale che li affama e li dissa.nguo, ma non oer· l'impero britpnnico ~e n:oanche per l'egemo– nia di Wall Street, mo per la propia emancipazione dallo sfruttamento e dall'oppressione d'ingordi padroni do~es+ici o stranieri. Quale garanzia --che non sia di parole- danno le Nazioni unite a cotesti popoli? Nessuna, finora. Possono darne una sola: quella dell'esempio.

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