Studi Sociali - XIII - n. 2 serie III - 30 aprile 1942

/ ··R/CORDIAMO··-CA:MJLLOBERNERI • In questo periodo la _macchina trituradora del_ tempo lavora a un ritmo rapidissimo e i fatti di oggi, piu ter– ribili di quelli di ieri, M assorbono il ricordo. E le morti' d'uomini.e di cose, di Stati e di organismi, d'idee e di tradizioni sono cosf frequenti e fantasmagoriche, che le piu recen.ti fanno, dim:mticare quelle che immediata– mente precedono. P.erdura il ricordo solo di ci6 che - violentemente soppresso dagli uomini o dal destino pri– ma del suo termine naturale- aveva in sé tanta vita– lita da qdeguarsi alla recita presente, ci6 che ancor oggi, malgrado la scomparsa materiale, riesce a vincere con la sua eredita spirituale i mostri proteiformi che vogliono asservire l'uomo. Per questo il ricordo di Camillo Berneri non s'é an– nullato nel gorgo, con quello _di tanti oltri, pur grandi. • Carissimo, avrei risposto subito alla tua, se non mi fossi compiaciuto all'idea di una letterona che colmasse un po' del vuoto della nostra ormai lunga lontananza. Ma una letterona richiede tempo e, ancor piu, della caln:ia; ed io sono. sempre piu dinamico ed indolente, e da un tuffo nella corrispondenza passo a nuotare· per mesi fra articoloni e articolini. Fiaurati che sono in arretrato perfino con Souchy di tre mesi: il che vale éssere caduto intera– mente nella sua stima. Che peccato non po– terci vedere! Con una chiacchieratona di quel– le che facevo sotto il coperchio di baule (ahi! la mia testa se ne ricorda) tutto sarebbe fatto [Allusione .alla casa, dal basso soffitto, abi– tata dal destinatario di questa lettera durante gli anni che passo a Parigi - N. d. R. J. Ti papperesti gli ultimi cinque o sei capitoli di "vita di Camilla", e ce ne sono alcuni che, se li avesse vissuti Panait !strati sarebbe _una fortuAa: ne avrebbe fatto un libro.· A proposito di libri. Mi sono dimenticato di dire a Gigi che ne ho scritto uno. Spero di mandarvelo prestò. Mi accenni alla rivista. E' un sogno, un amore romantico; quindi scappa. via, come una· silfide. Per- realizzare il progétto, biso– gnerebbe uccidessi il mostro dalle sette teste che é l'espulsione, che mi dondola sul capo come la proverbiale spada di Damocle, poi che pescassi il pesciolino d'oro, con, nel buz– zo, l'anello fatato. Tutte cose, nel 1931, un po' difficili,· e nel 1932 ancor piu: che il mi– nistero scricchiola e finir6 per cadere. E al– lora, se qualche santo protettore non si mette di mezzo, dovr6 rifar fagotto. Via non vado, rrlb dovr6 vivere fuori di casa. E questo mi rovina. Senza casa, io sono come una tarta– ruga senza guscio. Farebbe un bel temporale una rivista a mo– do mio. Se arriver6, sar6 quando avr6 risolto un problema morale che mi sta a cuore. 11 Se rileggiamo ci6 che scrisse nel momento spagnolo (l'ultimo) della sua vita, s:!ntiamo che quelle parole pronunciate o scritte nell'atmosfera ardente della rivo– luzione, potrebbero essere pronunciate o scritte ~nche ora nell'atmosfera fosca della guerra; e la rischiarereb– bero. Non riproduciamo -come pure ne abbiamo avuta lo tentazione- nessuno scritto suo di quel periodo, perché essi sono facilmente reoer.ibili. Preferiamo trascrivere una sua lettera inedito, che, senza aggiungere nulla o ci6 che conosciamo del suo pensiero, contribuisce o darci un'idea piu esatto della sua personolit6. Questo lettera é stata scritta -probabilmente verso la fin~ del 1931- od un amico suo e nostro, esiliato qui nell'Uruguay. buffo, o il traqico (secondo i momenti), é che per risolvP.rlo bisoonerebbe che avessi la cal– ma morale che é necessaria· oer avere tutto il dominio su noi. Invece io ho tonte anime in querra tra loro.- Sono libresco, fo,-:noroso, ron,:iantico, volitivo: vivo di "momenti", come tutti i nervosi. Mi sòrofonder"!i nella culti ira come una taloa nelle sue oollerie, se potessi costruirmi una torre imbottita d'enn:srr--n. In– vece. que,ta benedetta c-oscienza (d.,.,. é D:o), mi d6 dPllè manate,sulle sl")alle, delle gomi– tat0 nei fianchi, e mi manrla ovonti. Quando puoi, viPni in Eumno. Dove siete, mi oaretP. in un esilio conc~ntrato. Oui c'é molto da fare. Presto comincerPmO a dar coloi cluri ol fascismo. Tutto sta ad a– vere le ali. E abbiamo buone soeranze. La pastoi~ é sempre l'eterna mancanza di bezzi. Abbiti- un abbrq_c_cio affettuoso dal tuo Camilla. CONSIGLIO [ 11.foalietto con aueste note pu6 appartenere alla lettera pn~cedente o ad .un'altra di poco posteriore. - N. d. R.] l . 0 Vorrei creare un qruppo editoriale che pubblicasse, mensilmente, un oousrolo. 2. 0 Per cominciare, ecco i primi opus.coli: a) L Fabbri dovrebbe riordinare e con– densare gli articoli sùlla lotta. anti– fascista pubblicati su L U. e su S. S. e farne un opuscolo con questo ti– tolo: Il nostro antifascismo. h) Luce dovrebbe adattare ad opuscolo gli articoli sul Crist. e sul Cattolici– smo, con titolo a suo piçicimento. c) lo pubblicherei uno scritto "Bruto e Spartaco": cioé sull'azione indivi– duale e quella collettiva. d) Fabbri dovrebbe scrivere un opusc:>-

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